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Inviata

"Quel giorno il mondo andò distrutto

Lasciando in vita me soltanto.

Il Cielo che vidi allora era semplicemente pesante,

Tutti i suoi colori erano stati soppressi.

Tutt'ora ignoro il sole che dovrebbe splendere

Al di là di esso."

Ciao a tutti.

Ho deciso (lo so, dovrei starmene un po' zitto, ogni tanto) di dare il mio piccolo contributo a questa bellissima sezione, facendo un po' di pubblicità ed un fumetto che ho acquistato martedì, ed ho già letto tre volte.

Parlo di Stigma, storia autoconclusa di Kazuya Minekura, l'autrice che molti di voi conosceranno per un (secondo me) capolavoro come Saiyuki. In effetti l'autrice adotta lo stesso stile di disegno (il fumetto è in realtà del 2000, ma credo che sia stato pubblicato in Italia da poco) di quello della sua famosissa serie a fumetti: i protagonisti di Stigma, in effetti, ricordano molto, fisicamente, Cho Hakkai ed un incrocio di Son Goku e Genjo Sanzo.

E similmente a Saiyuki, la Minekura mantiene una dimensione semi-onirica per tutto il fumetto: molti pensieri, molto monologo interiore rendono questo fumetto molto, molto affascinante e profondo.

Il prezzo, (tredici euri) lo so può farvi desistere dall'acquisto, ma devo dire che, a parte per il fatto che è a colori, questo fumetto li merita tutti.

Se mi mettessi a fare un accenno alla storia va a finire che vi spoilero di tutto.

Resto sul vago: un uomo che nulla ricorda del suo turbolento passato, che gli ha lasciato delle cicatrici su tutto il corpo, vaga per il mondo, in un eterno vagabondare, alla ricerca di risposte alle sue domande. Il suo cammino, però, incrocia quello di un bambino, alla ricerca degli uccelli, ormai estinti, e dell'ormai perduto cielo blu.

La storia avanza con una bellezza davvero rara, coinvolgendo molto, ma mantenendo una sottilissima distanza dal lettore, che vi costringe, pagina dopo pagine, a seguire queti personaggi, senza riuscire mai a raggiungerli; fino ad un finale che ha me ha davvero fatto venire i brividi.

E' un fumetto che mi sento di consigliare a tutti, ed in particolare a chi ha apprezzato qualche altro lavoro della Minekura.


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