Mr Atomic Bomb Inviata 19 Dicembre 2007 Segnala Condividi Inviata 19 Dicembre 2007 Le vecchie paure son tornate! Strade rosse Sirene Forti rumori E fastidio. Le vecchie paure son tornate! E' forse inutile sperare La bellezza, incerta, Vuole abortire lo splendore. La bellezza, necrofaga, Addenta ogni futuro. Uccidete la logica! Uccidete la statistica! Perchè stavolta La mela dell'indecisione Sono io E il serpente peccaminoso Si morderà la coda Per rivivere la scena. Datemi tempo Prima di buttarmi fuori Dal vostro sogno (Ho bisogno di cambiarmi d'abito) E se non dovessi essere elegante Datemi tempo ancora, Lo farò bianco, Cosicchè lei mi disegni uno scheletro Sul quale rinascere. [senza Titolo] Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Mr Atomic Bomb Inviato 19 Dicembre 2007 Autore Segnala Condividi Inviato 19 Dicembre 2007 Canto I: Le Compagne Il sonno è una religione Una consigliera spassionata Che amante e amata Concorre per presenziare la morte dell’uomo Nelle corte ore che interrompono Lo scoccare cosciente del processo. Il tempo è una vecchia comare Piange e ride Nella sua pelle bruciata Cammina tirando le membra una dinanzi all’altra E nel duro vivere trova gli sbocchi Da dedicare agli insetti Di cui si nutre. Qui non ci sono interruzioni Gli spazi nuovi per le idee Muoiono senza consuetudine. Canto II: L’Uomo Ricacciamo gli sciocchi nel loro tetro schifo Ignoriamo le loro condizioni Umani solo a metà Per l’altra parte riconosciamoli solo come abomini del parto Meno logico della logicità. Esiliamoli, Doniamoli alle loro stesse debolezze Cosicchè esse li educhino A diventare uomini prudenti, Restii ad affidarsi nuovamente al fratello, Dormienti nell’incubo della mano che li colpì E abbandonò nella vergogna. Organi suonate solo per me! Fate sentire le vostre voci potenti, Echeggiate gole sature di azoto e ossigeno, Voi, che cantate distorte le messe, Raccogliete delle immense dita il sebo dannato, E impazzite per i ritmi più veloci e assatanati, Siete la metafora dell’idiota Costretto e urlante Nel perdere la voce per non dire niente. Canto III: Il Destino Le Celebrazione non è mai finita Continua Nel teatro delle emozioni e dei morti ballerini Poiché assistiamo alla vittoria della Natura Nei confronti dell’infermo La docile rosa Trafigge l’uomo e ne condivide il fiele. L’uomo che gira la notte Dimentica qual è la sua ragione La sbeffeggia, la insulta Schernisce con risa il suo pentito destino Conscio che la vita si fotte Quando chiude gli occhi al mattino. Fatti non foste per viver come bruti Ma per subir come lucertole Lo schifoso ardore della **** di vita, L’uomo che gira la notte Ha mutato il suo senno in verme Il suo sesso è acerbo Restio a concedere nuove vittorie. Canto IV: La Scelta Rendete gloria al dio nell’alto dei cieli Rendiamo gloria all’uomo nel suo basso rifugio Ripieghiamo sulle nostre nature per essere lascivi fedeli Chiediamo perdono al quercio ed al suo padrone Preferiamo sperare e sbagliare che aver solo sbagliato. Gnostici dediti all’umanità Hanno deliberato la dittatura della paura Che siamo integralisti è indubbio Votati più che alla religione al puerile Quello che non vedono gli occhi è verità Che essa sia santo, dio o denaro. Canto V: Il Poeta Interagisco Tocco coi pollici punti astratti nello spazio Mi incanto, riservo i giochi ad altri mondi Qui sono serio, e me ne vanto O me ne frego, Perché tanto santo non lo sarò mai Piuttosto patetico esempio per patetici poeti Rappresentazione sbagliata di quello che arte Abolirebbe volentieri. Scriverò solo quando dovrei dormire In combutta col mio stomaco parlerò Del filo spinato che m’avvolge E mi conduce nel suo delirio. Scriverò solo quando dovrei morire. Canto VI: L’Alba Che senso ha quell’oggetto, In un mondo dove tutto deve avere senso, Che è stato privato della sua ragione? A cosa servirebbero le case senza abitanti I treni senza merci e passeggeri I giornali con soli ignoranti per le strade? Allora vegliamo gente, e facciamoci sorprendere dall’alba Così da rendere inutile un nuovo sorgere del sole Così fastidioso e violento! Poiché nulla è il suo fine Se non scandire il giorno dell’uomo: Chi sereno osserva l’alba Nient’altro guarda che la sua morte. Uccidiamola quindi! Per nessuno canterà più l’uscita della nuova vita Nessuno più vorrà vivere alla sua luce: Siamo esseri senza tempo nella notte Destinati a non avere più minuti da servire Ma interi frangenti di tempo al nostro servizio. [senza Titolo #2, da completare] Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Mr Atomic Bomb Inviato 19 Dicembre 2007 Autore Segnala Condividi Inviato 19 Dicembre 2007 Condivido il seme della vita con ampie sfere La sensualità è il loro canto, il loro amore, Sono geishe truccate in un oriente del *****, Organo flaccido simile al serpente che morde, Sputa veleno, mangia, ingoia, si attorciglia, E ha preso la propria coda e vitù come preda, Che muore avvelenato con mille ampi spazi da affittare Dentro la pelle viola, verde e ricca di placche cromate. Il deserto è paziente, non urla, muore, gode, freme Di beduini su cavalli assetati, animali razionali, Razionati, merce nuova per nuovo scambio, Occhio per occhio in un intreccio di nervi colossali, Di strane forme elettriche che godono della composizione Di un brusio paradossale e moderno per l'era del parto, Quella del cubismo come logica nella scelta dei nomi. Basta che la mente di subdoli per evocare la matita, Con la mano attaccata nel concordare nuovi contratti tra croci e poliedri, Per assicurare rendite sicure ai vermi che ignorano La geografia moderna dei sogni che noi, simpatici, Interpreteremo col sorriso immaginato dal coltello sul volto. E se una biancaneve non sa cosa fare, ride, piange, odia, Balla per le sue tette al vento e i capelli lisci, Mentre un solo nano scrive di ipotesi abortite nel seno del mondo, Lasciate marcire per un petrolio intellettuale che sia combustibile Per grandi fuochi, falò di libri, luci da bacheche per collezionisti, Piene di insetti dentro scatole comuni e farfalle naziste variopinte Di parole e simboli poco osceni. Le radici della santità sono incentrate In pochi e brevi attimi di dubbio sulla volontà più elementare; Nuove dottrine, malviste dai più scaltri, Concepite come febbre di potere dai ******** della naja, Cedono al passo dell'uomo onori e piacere tipici Di un amore a quattro stelle, di una sveltina al cloruro. Inconsueta caparbietà delle donne sotto la stessa frequenza, Riunite nella piazza, feconde, urlanti, Mostrano i nuovi slogan usati nelle case di piacere, Con le mani arse vive che chiedono ancora Una propria indipendenza almeno nella morte degli affetti. Perchè è facile scrivere con i guanti e una sciarpa, Riconoscendo e risalendo l'anticaglia esteriore Dei concetti mal espressi nel delirio, Correggendo con scurrile abilità tagli poetici colmi di rabbia, Rimediando alle prose prodotte da sinuosità casuali Dettate dalle esalazioni di pellicole scadute del mercato. Goccioliamo anche noi sangue di rosso ciliegia. [Celebrazione #2] 1 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Mr Atomic Bomb Inviato 20 Dicembre 2007 Autore Segnala Condividi Inviato 20 Dicembre 2007 SSSS SSSS Suoni Distinti Che potremmo associare alle orecchie Calma &pace Calma &pace Ritmici bassi di profonde sequenze mentali Calde vibrazioni di Violini armoniosi. Noi - siam - qui - Insetti - farfuglianti. Lentezza Come unica religione Strascicanti Tasti di piano Lentezzachesaalmondodiunicodormire. [slow #1] Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Mr Atomic Bomb Inviato 20 Dicembre 2007 Autore Segnala Condividi Inviato 20 Dicembre 2007 Vorrei le dita più lunghe E così che oggi la società Decide chi è degno. Vorrei le dita più lunghe, Ne comprerei due pollici, Solo due, al mercato del corpo, E con le mie dita più lunghe, Solleverei il mondo. [Vorrei Le Dita Più Lunghe] Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Mr Atomic Bomb Inviato 3 Gennaio 2008 Autore Segnala Condividi Inviato 3 Gennaio 2008 Se salgo le scale Molto lentamente Nessuno si accorgerà della mia presenza Vero? Questa casa è piena di Crudeltà illusorie Di gente. Sono affaticato Ho le membra stanche Le ossa stanche Ogni parte di me Ha un atomo Di vecchiaia. ... Perchè dovrei descrivervi Le mie sensazioni? Non è il corpo ora Ad essere artefice Del mio malessere forse? Le goie della gioventù sono racchiuse in un preservativo. Materia maledetta Quella di cui sono composto Mi duole Obbligandomi a sognare (Voglio una casa nera, Un focolare e lenzuola rosse..) Pesante, ho i muscoli fatti di terra. Quindi proverò ad uccidere la leggerezza Del flusso dei pensieri. (Odio i paragoni) Tepore. Occhi chiusi. Il numero 139 è ricorrente Nei miei sogni. Tutto mi trasmette fastidio! Le mani mi prudono, Ogni suono è decifrato come ripetitivi battiti di pelli. Voglio disotterrare le mie paure. La sotto non possono respirare. L'aria rarefatta Mi veste come un frac. Voglio ballare su dune Di terra da cimitero. Voglio riposare in una Di quelle buche per i posteri. [Mute Body] Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
esahettr Inviato 30 Gennaio 2008 Segnala Condividi Inviato 30 Gennaio 2008 Imho sei molto bravo... Riesci quasi sempre a contenere il delirio in una forma senza svilirlo, e Dio sa che non è facile! Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Mr Atomic Bomb Inviato 30 Gennaio 2008 Autore Segnala Condividi Inviato 30 Gennaio 2008 grazie sfortunatamente ho un po' allentato.. ma speriamo di riprendere alla svelta.. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Mr Atomic Bomb Inviato 26 Febbraio 2008 Autore Segnala Condividi Inviato 26 Febbraio 2008 entrato nell'aula trovò l'esaminatore steso su un letto di penne e pene Al centro della stanza ballava l'ignoranza sopra la testa del verme, con ampi voli di gonna che lanciavano roghi parassiti. VERGOGNA. grosse radici di baobab scavano nei muri e ingollano l'aria nelle stanze adiacenti con uno schiocco di labbra. VERGOGNA. vaghiamo le menti in spazi di deserto come pendole limitate nell'arco infilo la testa tra due colonne, braccini di pietra, alzate, vergogna a me che nel futuro ho già fallito. apre le braccia! lo scherno, una membrana melmosa mi cinge le mani Dio tu si che saresti il mio compagno preferito una parola misericordiosa, sincera una carezza vuota di sessualità. se vuoi entrare dentro me fratello! devi guidare tu al ritorno sulla via che sta sopra il verme ma sappi che da dove vengo io i vermi sono molto lunghi e irascibili come le gatte disegnate sulle auto attaccate: ora le vedi, che cosa formano? Lui, tutte senza conducente, perchè sta primo nella fila. E' DEFORME, FA RIBREZZO! coi bulbi spenti e mille bocche ma ci guida lui, non preoccuparti, è l'Uomo-Verme non puoi avere paura, e come fa male dentro Signora Delusione lo sai anche tu, come fa male dentro, Anima, lo sai anche tu. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Sheldom Inviato 26 Febbraio 2008 Segnala Condividi Inviato 26 Febbraio 2008 Questa l'ho letta tutta d'un fiato. Veramente molto bella i miei complimenti per la tensione che propone questo " racconto ". Continua a scrivere....... Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Mr Atomic Bomb Inviato 14 Giugno 2008 Autore Segnala Condividi Inviato 14 Giugno 2008 Seguendo Il lento scorrere del sangue Deserti Piccole oasi Piano Dodici porte per il Paradiso Angeli 111 - 111 - 111 - 111 - Lentezza Di tamburi africani Che seguono Ritmo / cuore Gira il mondo Alla velocità Illusoria Della Nostra Mente. [slow #2] Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Mr Atomic Bomb Inviato 30 Dicembre 2008 Autore Segnala Condividi Inviato 30 Dicembre 2008 Hai mai visto l’alba Nascita primordiale Sbocciare sulle terre umide, E i raggi, millenari soldati Marciare uniti Impugnando fucili di tempo. Lentezza è il loro plotone, E se gli chiedi il nome Rispondono: “Legione, perché siamo in tanti.” Hai mai visto l’alba Coltre d’oro e sangue Lenzuolo di nervi e pelle Esplodere in una nuvola di fosforo e miele? Hai mai visto l’alba Con la paura di perdere solo un secondo Del corpo sbagliato che ti dorme accanto E respirare Sentire rumori continui Rincorrere la fugacità Che propria è dell’uomo E dell’uomo soltanto, Per mettere al suolo e crocifiggere Ogni linea storta, sbagliata, stronza Che detta virtù, casualità e amplessi, Per recuperare un attimo Da cani sciolti. Hai mai visto l’alba Manifesto di inutilità terrena, Spreco di vita, Gioia, Da solo, sputando Ogni frammento di felicità, Maledicendo terre e signori, Dei della fìga e del càzzò, Vite alla berlina, Esistenza, figlia del coito interrotto? Hai mai visto l’alba?, Sintomo di continuità, Come matrice di ogni dubbio, E basterebbe ucciderla, Mangiare la sua pienezza Per ridurla a patetica vittima Del suo stesso evento. Hai mai visto l’alba Simpatia di dittature Sfoggiare sorrisi diversi ogni giorno Rubandoli a chi si abbandona ad essa, Prima che la spingano fuori alle prime ore. Hai mai visto l’alba Piangendo per i peccati, Chiedendo nel silenzio del volo Il perdono del tuo simile, Più importante di quello del Dio Della mirra e dei palazzi. Hai mai visto l’alba, Essere crudele, Scoprire i segreti della notte E nel tramonto godersi i sogni, Per poi rivenderli Ai bambini nelle scuole Come speranze dell’età dei fiori. Hai mai visto l’alba Grassa, stupida, grande, Sognante, sognata, Vicina, veloce, sfruttata, Stuprata, distorta, premiata.. Divenire, nuda, la solita Triste e fòttùta alba, Semplice, improbabile. Incompleta. [Alba] Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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