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[Eberron - Aurora] - Capitolo II: La discesa


Aurora79

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Stizzito, lo gnomo si volta verso i suoi compoagni di viaggio sbuffando platealmente con le braccia conserte.

<<Qual'è il problema? A noi serviva solo un modo per passare>> dice C16 porgendo il sacchetto ancora chiuso allo gnomo <<Se vuoi puoi portare tu la ricompensa del mercante, non avevo intenzione di tenerla per me, ma di dividerla equamente>> aggiunge. Pur conoscendo il valore del denaro C16 non ne è mai stato attratto più di tanto, del resto ha rischiato la propria vita nella grande guerra senza mai ricevere compensi prima di ritrovarsi libero.

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@ tutti, off game

Nel sacchetto trovate:

(1d4) 2M platino

(d%) 78M oro

(d%) 30M argento

(d%) 37M rame

Vi sembra (forgiato e gnomo, tiro intelligenza) strano che un committente in cerca di mercenari vi paghi con un "misto" di monete...

Vi lascio giocare il percorso verso il muretto presso i cancelli. Non succede niente di rilevante lungo il percorso, ma, se volete, potete cercare di acquistare qualcosa dai venditori ambulanti che trovate ovunque.

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"Deve essere piuttosto di fretta quel mercante a quanto pare" pensa tra se C16, guardandosi intorno distrattamente osservando le merci esposte dagli ambulanti.

@Tutti:

Spoiler:  
Il sacchetto come detto prima lo sta tenendo lo gnomo adesso

@Aurora

Spoiler:  
Tra le merci che vedo esposte non cerco niente in particolare
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I suoi occhi scrutano curiosi i negozi e i venditori, ma senza desiderio.

< Sei uno Gnomo della sottospecie parassita del metallo? >

<<Prima di guardare i parassiti delle gambe degli altri, forse conviene che guardi quelli delle tue!>>

La solita pernacchia conclusiva dei suoi controbattiti...

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Borbottando e battibeccando l'improbabile gruppetto si avvicina al muretto degli ingaggi. Il rumore e il vociare della folla è sempre molto forte.

Un paio di forgiati, affiancati, sosta in posizione retta e pronta nel punto più vicino, del basso cordone di mattoni e roccia, ai cancelli. Un carro corazzato dalle ruote metalliche e apparentemente senza conducente si avvicina velocemente nella loro direzione, quando giunge a pochi passi si arresta, ne esce un breve fischio e riprende il suo tragitto verso la fila per l'ingresso ai cancelli, seguito dai forgiati che sembrano marciare sincronizzati.

Altra gente è li in attesa, del numeroso gruppo che avevate intravisto poco prima decisamente ne rimangono ben pochi, già rimpiazzati da altri, e più numerosi ancora, mercenari dei più disparati regni e razze. Qualche umano, diverse figura incappucciate di scuro, un forgiato che sembra scampato all'attacco di una decina di picconatori, diversi corpi snelli e ben armati, mantelli svolazzanti colorati e abiti stracciati, il baluginio di armi e armature.

Qualcuno vi osserva torvo, curioso o sospettoso, ma la maggior parte vi ignora.

Un paio di fischi, umani, e tre figure raggiungono due carri di legno colmi di rottami metallici.

Altra gente si stacca e altrettanta ne arriva.

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Per C16 vedere diversi forgiati tutti insieme è come un tuffo nel passato, quando anche lui doveva marciare in sincrono fianco a fianco ad altri suoi simili. Alla vista del mezzocostrutto dall'aspetto malridotto invece, si passa una mano metallica sulla propria corazza adamantina, quasi soffrisse per le sue ammaccature.

A riportarlo alla realtà sono i movimenti fastidiosi dello gnomo attaccato alla sua gamba, adesso comprendeva le lamentele per via delle piattole di quei mercenari umani con cui aveva combattuto in passato.

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  • 2 settimane dopo...
  • 6 mesi dopo...

I due guardiano rimangono impassibili, continuando a controllare coloro che passano.

Quello dal vostro lato, l'altro è separato da voi dalla corrente di carri e persone che entra incessantemente, sbircia il minuscolo umanoide e con un gesto distratto dell'arto superiore gli fa segno di allontanarsi, come scacciando un insetto fastidioso, e riporta l'attenzione sul fiume di merce.

Il frastuono dei carri quasi copre la voce che già conoscete: "Ecco i documenti, forza venite qua". E' l'Halfling sul suo carretto che vi ha raggiunti affiancandovi, in mano ha una pergamena aperta che agita irrequieto. "Dobbiamo prima recuperare il carico, è nel primo magazzino qua a fianco, forgiato vieni con me, mi serve la tua forza" dice sbrigativo

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L'Halfling, sempre sul suo carretto trainato dai due cani si districa agevolmente dalla folla e si avvicina a una delle grosse serrande chiuse che punteggiano tutto il perimetro della piazza, tra un locale e l'altro. Un grosso umano pelato, e dalla pelle giallastra segnata da molte cicatrici di quelle che sembrano ustioni, sembra fare la guardia.

Si porta distrattamente una mano da cui mancano un paio di falangi alla tempia, come un saluto, alla vista dell'halfling, poi gratta e tamburella sulle piastre metalliche che fanno da chiusura, dopo pochi attimi con un sommesso rumore di ingranaggi la serranda si alza.

L'entrata è abbastanza larga da farci passare un carro e in effetti nella penombra distinguete proprio un mezzo a quattro ruote.

L'halfling entra col suo carretto, si accosta a una parete e infila una mano in una piccola feritoia, dopodichè scende con un balzo e infilando le mani grassocce nella fascia che gli cinge la vita si rivolge con un sorriso soddisfatto al forgiato: "i tuoi amici non credo ti saranno di aiuto, ma vedi tu... quelle sono le casse da caricare" e ti indica il fondo del magazzino dove una ventina di casse di legno squadrate, impilate ordinatamente, attendono di essere trasferite.

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Senza rispondere all'halfling o chiedere aiuto ai suoi compagni C16 si dirige subito verso il fondo del magazzino e inizia le operazioni di trasporto.

Dal suo volto non traspaiono emozioni, ma il forgiato è discretamente alterato. Si era orgogliosamente rifiutato di svilirsi con lavori umili come i suoi ex-compagni una volta finita la Guerra, aveva infatti scelto di continuare in quello che gli riusciva meglio: combattere. Ma per adempiere al suo compito principale è disposto anche a passare sopra il suo orgoglio, almeno per il momento.

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