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Messaggio consigliato

Inviato

Mi sto leggendo il tutto.

Per ora, in linea teorica, il problema principale appunto è il contesto.

Cioè, vuoi fare:

un codice "generico" per Paladini

OPPURE

un codice "generico" per Paladini della 3.5 ? (o per la 4ed ?)

Perché a secondo dell'obiettivo, devi lavorare in maniera diversa.

Imho, fare un codice generale per i paladini della 3.5 non è molto fattibile.

Cioè, lo sarebbe, ma sarebbe dopo smentito da ogni singolo ordine paladinico con le sue eccezioni...

Questo perché i Paladini sono tutti molto diversi in 3.5.

è un lavoraccio, insomma ^_^

Per questo e per la futura applicazione della 4 edizione sarebbe meglio essere generici e quindi proporre una casistica generale dei paradossi morali nei quali può incorrere un paladino. Di conseguenza diventerebbe più un trattato sul come interpretare un paladino... e di conseguenza sarebbe più interessante che fare tutte le varie casistiche. Il problema imho è che il paladino è molto difficile da interpretare bene e quindi, più degli altri pg, necessiterebbe di un due righe in più per meglio comprenderne la gestione. Poi fare tutte le casistiche a seconda delle divinità sarebbe meglio lasciarlo a chi in futuro ne voglia fare l'applicazione a qualsivoglia manuale.

Tutto rigorosamente il sopraddetto imho.

  • 1 mese dopo...

Inviato

Scusate il ritardo ma ho avuto poco tempo per continuare.

Allora oggi posto la BOZZA del Trattato di Diritto Penale del Codice,dove si analizzano i vari crimini o qualsiaso cosa che il Paladino può far di male.

QUindi le procedure di arresto e processuali.

In fondo i vari capi di accusa con le pene previste.

Nota Bene: le pene non sono collegate direttamente al crimine. Mi spiego ci sono i possibili reati divisi per entità (Bene,Legge ecc) e poi le possibili pene che la Corte decide in base a come è andato il processo.

SUGGERIMENTO.

Per leggere questo documento è consigliabile leggere i documenti precedenti a questo in modo da riuscire a capire.

li posto tutti e tre così vi agevolo;-)

REGOLA DEGLI ORDINI PALADINICI.doc

CODICE PALADINICO diritto penale.doc

  • Mi piace 1
Ospite Happy Jedi
Inviato

Non avevo mai notato questo thread (anzi, a marzo nemmeno ero registrato :rolleyes: )...

Lo trovo un lavoro curato e lodevole come iniziativa ma ho alcuni dubbi nella questione leggi varie, nello specifico:

MALE:

4. Non è permessa ritirata dinanzi al Male, esso va combattuto sempre e comunque, scappare dinanzi a esso è considerato un atto di viltà. Giammai un Paladino si tirerà indietro, esso è lo scudo che protegge i giusti e li proteggere fino all’ultimo respiro sfidando la minaccia in un onorevole duello.
Mi sembra estremamente limitante e ottusa come regola, capisco che non si fugge dal male e non ci si ritira mai però "paladino" non deve anche essere sinonimo di "stupidità". In questo modo si spingono i giovani ed inesperti paladini a ricercare sempre e comunque battaglia anche quando l'inferiorità è evidente (un classico esempio: drago rosso grande dragone GS21 e paladino umano livello 5, in base a quanto dici il paladino dovrebbe mettersi sulla strada del dragone alzando lo scudo mentre tutto il suo party se la da a gambe molto saggiamente). In questo modo entro breve tempo non esisterebbero più paladini perchè tutti andrebbero a caccia di situazioni impossibili dove immolarsi per il Bene Superiore.

A tal proposito mi riferisco anche al codice penale dell'altro documento:

• Compiere atti di codardia verso un agente del Male, scappando o lasciandolo libero di compiere malvagità
Se combattere e morire contro il male risultasse inutile oltre che uno spreco delle forze del bene che senso ha? Ci si immola al bene supremo per il solo gusto di farlo e per non essere puniti? La "ritirata o fuga" non è codardia se è parte di una strategia o se comunque, esaminata la situazione con saggezza, il paladino stesso capisce che sarebbe un sacrificio inutile morire contro un nemico estremamente superiore.

Ripeto: Buono non vuol dire stupido.

7. In cuor suo ogni Paladino può decidere della vita di un agente del Male sconfitto, può, a sua discrezione, decidere se ucciderlo e porre fine alla sua esistenza o scegliere di redimerlo e trasformarlo in un agente del Bene Superiore. Ma se il convertito si prodigherà ancora in atti malvagi il Paladino che gli ha offerto la redenzione è da considerarsi un traditore per la poca lungimiranza e la leggerezza del suo atto.
Anche un paladino può essere ingannato, i paladini non sono divinità onniscenti, è una cosa da tenere in considerazione. Piuttosto che dannare all'istante il paladino in questione piuttosto direi che dovrebbe essere "condannato" a fare ammenda punendo egli stesso il malvagio che si è rivelato tale nonostante la sua falsa redenzione.

Se un malvagio con abili trucchi e incantesimi (e con prove di abilità) riesce ad ingannnare il paladino è giusto che poi se scoperto venga punito, ma l'incapacità di percepire il male e intendere il vero scopo del malvagio può essere dettato dall'inesperienza o a una serie incredibilmente sfortunata di lanci di dadi da parte di un giocatore.

Il fatto non intenzionale dovrebbe essere messo su un piano diverso dal puro e semplice tradimento.

Nella sezione "Il prossimo":

6. Qualora il Male metta in pericolo delle vite umane, il Paladino deve salvarle tutte, non può permettersi di fare calcoli, 100 non è mai meglio di 1 e una non è mai meglio di 100.
Modificherei il vite umane con "vite innocenti" o "vite dei giusti"; se vogliamo applicarlo ad un gioco di ruolo dove ci sono SEMPRE molteplici razze mi sembra un po' limitante come termine.

Il tutto ovviamente IMHO.

Inviato

MALE:

Mi sembra estremamente limitante e ottusa come regola, capisco che non si fugge dal male e non ci si ritira mai però "paladino" non deve anche essere sinonimo di "stupidità". In questo modo si spingono i giovani ed inesperti paladini a ricercare sempre e comunque battaglia anche quando l'inferiorità è evidente (un classico esempio: drago rosso grande dragone GS21 e paladino umano livello 5, in base a quanto dici il paladino dovrebbe mettersi sulla strada del dragone alzando lo scudo mentre tutto il suo party se la da a gambe molto saggiamente). In questo modo entro breve tempo non esisterebbero più paladini perchè tutti andrebbero a caccia di situazioni impossibili dove immolarsi per il Bene Superiore.

E' un problema di interpretazione e in effetti sembra in questo modo che un Paladino cerchi un demone a caso e lo attacchi senza pensare minimamente.

Invece no. il senso di questa legge è

"Una volta accettata la battaglia,quindi qualora il paladino sfida,se lo ritiene opportuno,o viene sfidato da una forza ostile,non si potrà ritirare. Accettata battaglia la si porta a termine vincendo o perdendo"

Spero ora sia più chiaro.;-)

A tal proposito mi riferisco anche al codice penale dell'altro documento:

Se combattere e morire contro il male risultasse inutile oltre che uno spreco delle forze del bene che senso ha? Ci si immola al bene supremo per il solo gusto di farlo e per non essere puniti? La "ritirata o fuga" non è codardia se è parte di una strategia o se comunque, esaminata la situazione con saggezza, il paladino stesso capisce che sarebbe un sacrificio inutile morire contro un nemico estremamente superiore.

Ripeto: Buono non vuol dire stupido.

Ma nel momento in cui entri in contatto con un Forza del Male intenta a far del Male,anche se superiore come potenza non puoi rimanere a guardare questa forza uccidere e devastare senza fare nulla,o peggio scappando. Credo sia molto logico e normale.

Anche un paladino può essere ingannato, i paladini non sono divinità onniscenti, è una cosa da tenere in considerazione. Piuttosto che dannare all'istante il paladino in questione piuttosto direi che dovrebbe essere "condannato" a fare ammenda punendo egli stesso il malvagio che si è rivelato tale nonostante la sua falsa redenzione.

Se un malvagio con abili trucchi e incantesimi (e con prove di abilità) riesce ad ingannnare il paladino è giusto che poi se scoperto venga punito, ma l'incapacità di percepire il male e intendere il vero scopo del malvagio può essere dettato dall'inesperienza o a una serie incredibilmente sfortunata di lanci di dadi da parte di un giocatore.

Il fatto non intenzionale dovrebbe essere messo su un piano diverso dal puro e semplice tradimento.

Lasciare in vita un nemico sconfitto e dargli addirittura una seconda opportunità è una GROSSA responsabilità che ci si prende e come tale se succede qualcosa ricade ANCHE su di te in quanto potevi fermare quella forza una volta per tutte.

Certo gli inganni ci sono,i trucchi e tutto il resto e ovviamente in sede di processo verrano sicuramente valutate tutte le attenuanti,non ho detto che è tutto automatico,certamente un Paladino non può lasciarla liscia se per un suo errore di valutazione o leggerezza un falso redento commette altre nefandezze,ci si prende la responsabilità del caso.

Personalmente non applico mai pietà,ma sono politiche personali;-)

Nella sezione "Il prossimo":

Modificherei il vite umane con "vite innocenti" o "vite dei giusti"; se vogliamo applicarlo ad un gioco di ruolo dove ci sono SEMPRE molteplici razze mi sembra un po' limitante come termine.

Obiezione accolta:-D

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