Strikeiron Inviato 30 Marzo 2008 Segnala Inviato 30 Marzo 2008 Mi sto leggendo il tutto. Per ora, in linea teorica, il problema principale appunto è il contesto. Cioè, vuoi fare: un codice "generico" per Paladini OPPURE un codice "generico" per Paladini della 3.5 ? (o per la 4ed ?) Perché a secondo dell'obiettivo, devi lavorare in maniera diversa. Imho, fare un codice generale per i paladini della 3.5 non è molto fattibile. Cioè, lo sarebbe, ma sarebbe dopo smentito da ogni singolo ordine paladinico con le sue eccezioni... Questo perché i Paladini sono tutti molto diversi in 3.5. è un lavoraccio, insomma Per questo e per la futura applicazione della 4 edizione sarebbe meglio essere generici e quindi proporre una casistica generale dei paradossi morali nei quali può incorrere un paladino. Di conseguenza diventerebbe più un trattato sul come interpretare un paladino... e di conseguenza sarebbe più interessante che fare tutte le varie casistiche. Il problema imho è che il paladino è molto difficile da interpretare bene e quindi, più degli altri pg, necessiterebbe di un due righe in più per meglio comprenderne la gestione. Poi fare tutte le casistiche a seconda delle divinità sarebbe meglio lasciarlo a chi in futuro ne voglia fare l'applicazione a qualsivoglia manuale. Tutto rigorosamente il sopraddetto imho.
Godric il Paladino Inviato 21 Maggio 2008 Autore Segnala Inviato 21 Maggio 2008 Scusate il ritardo ma ho avuto poco tempo per continuare. Allora oggi posto la BOZZA del Trattato di Diritto Penale del Codice,dove si analizzano i vari crimini o qualsiaso cosa che il Paladino può far di male. QUindi le procedure di arresto e processuali. In fondo i vari capi di accusa con le pene previste. Nota Bene: le pene non sono collegate direttamente al crimine. Mi spiego ci sono i possibili reati divisi per entità (Bene,Legge ecc) e poi le possibili pene che la Corte decide in base a come è andato il processo. SUGGERIMENTO. Per leggere questo documento è consigliabile leggere i documenti precedenti a questo in modo da riuscire a capire. li posto tutti e tre così vi agevolo;-) REGOLA DEGLI ORDINI PALADINICI.doc CODICE PALADINICO diritto penale.doc 1
Godric il Paladino Inviato 21 Maggio 2008 Autore Segnala Inviato 21 Maggio 2008 E qua invece il primo con le 60 regole...lo metto qua perchè 3 files tutti insieme non si possono allegare;-) XCodex_paladini2.doc 1
Ospite Happy Jedi Inviato 22 Maggio 2008 Segnala Inviato 22 Maggio 2008 Non avevo mai notato questo thread (anzi, a marzo nemmeno ero registrato )... Lo trovo un lavoro curato e lodevole come iniziativa ma ho alcuni dubbi nella questione leggi varie, nello specifico: MALE: 4. Non è permessa ritirata dinanzi al Male, esso va combattuto sempre e comunque, scappare dinanzi a esso è considerato un atto di viltà. Giammai un Paladino si tirerà indietro, esso è lo scudo che protegge i giusti e li proteggere fino all’ultimo respiro sfidando la minaccia in un onorevole duello.Mi sembra estremamente limitante e ottusa come regola, capisco che non si fugge dal male e non ci si ritira mai però "paladino" non deve anche essere sinonimo di "stupidità". In questo modo si spingono i giovani ed inesperti paladini a ricercare sempre e comunque battaglia anche quando l'inferiorità è evidente (un classico esempio: drago rosso grande dragone GS21 e paladino umano livello 5, in base a quanto dici il paladino dovrebbe mettersi sulla strada del dragone alzando lo scudo mentre tutto il suo party se la da a gambe molto saggiamente). In questo modo entro breve tempo non esisterebbero più paladini perchè tutti andrebbero a caccia di situazioni impossibili dove immolarsi per il Bene Superiore. A tal proposito mi riferisco anche al codice penale dell'altro documento: • Compiere atti di codardia verso un agente del Male, scappando o lasciandolo libero di compiere malvagitàSe combattere e morire contro il male risultasse inutile oltre che uno spreco delle forze del bene che senso ha? Ci si immola al bene supremo per il solo gusto di farlo e per non essere puniti? La "ritirata o fuga" non è codardia se è parte di una strategia o se comunque, esaminata la situazione con saggezza, il paladino stesso capisce che sarebbe un sacrificio inutile morire contro un nemico estremamente superiore. Ripeto: Buono non vuol dire stupido. 7. In cuor suo ogni Paladino può decidere della vita di un agente del Male sconfitto, può, a sua discrezione, decidere se ucciderlo e porre fine alla sua esistenza o scegliere di redimerlo e trasformarlo in un agente del Bene Superiore. Ma se il convertito si prodigherà ancora in atti malvagi il Paladino che gli ha offerto la redenzione è da considerarsi un traditore per la poca lungimiranza e la leggerezza del suo atto.Anche un paladino può essere ingannato, i paladini non sono divinità onniscenti, è una cosa da tenere in considerazione. Piuttosto che dannare all'istante il paladino in questione piuttosto direi che dovrebbe essere "condannato" a fare ammenda punendo egli stesso il malvagio che si è rivelato tale nonostante la sua falsa redenzione. Se un malvagio con abili trucchi e incantesimi (e con prove di abilità) riesce ad ingannnare il paladino è giusto che poi se scoperto venga punito, ma l'incapacità di percepire il male e intendere il vero scopo del malvagio può essere dettato dall'inesperienza o a una serie incredibilmente sfortunata di lanci di dadi da parte di un giocatore. Il fatto non intenzionale dovrebbe essere messo su un piano diverso dal puro e semplice tradimento. Nella sezione "Il prossimo": 6. Qualora il Male metta in pericolo delle vite umane, il Paladino deve salvarle tutte, non può permettersi di fare calcoli, 100 non è mai meglio di 1 e una non è mai meglio di 100. Modificherei il vite umane con "vite innocenti" o "vite dei giusti"; se vogliamo applicarlo ad un gioco di ruolo dove ci sono SEMPRE molteplici razze mi sembra un po' limitante come termine. Il tutto ovviamente IMHO.
Godric il Paladino Inviato 22 Maggio 2008 Autore Segnala Inviato 22 Maggio 2008 MALE: Mi sembra estremamente limitante e ottusa come regola, capisco che non si fugge dal male e non ci si ritira mai però "paladino" non deve anche essere sinonimo di "stupidità". In questo modo si spingono i giovani ed inesperti paladini a ricercare sempre e comunque battaglia anche quando l'inferiorità è evidente (un classico esempio: drago rosso grande dragone GS21 e paladino umano livello 5, in base a quanto dici il paladino dovrebbe mettersi sulla strada del dragone alzando lo scudo mentre tutto il suo party se la da a gambe molto saggiamente). In questo modo entro breve tempo non esisterebbero più paladini perchè tutti andrebbero a caccia di situazioni impossibili dove immolarsi per il Bene Superiore. E' un problema di interpretazione e in effetti sembra in questo modo che un Paladino cerchi un demone a caso e lo attacchi senza pensare minimamente. Invece no. il senso di questa legge è "Una volta accettata la battaglia,quindi qualora il paladino sfida,se lo ritiene opportuno,o viene sfidato da una forza ostile,non si potrà ritirare. Accettata battaglia la si porta a termine vincendo o perdendo" Spero ora sia più chiaro. A tal proposito mi riferisco anche al codice penale dell'altro documento: Se combattere e morire contro il male risultasse inutile oltre che uno spreco delle forze del bene che senso ha? Ci si immola al bene supremo per il solo gusto di farlo e per non essere puniti? La "ritirata o fuga" non è codardia se è parte di una strategia o se comunque, esaminata la situazione con saggezza, il paladino stesso capisce che sarebbe un sacrificio inutile morire contro un nemico estremamente superiore. Ripeto: Buono non vuol dire stupido. Ma nel momento in cui entri in contatto con un Forza del Male intenta a far del Male,anche se superiore come potenza non puoi rimanere a guardare questa forza uccidere e devastare senza fare nulla,o peggio scappando. Credo sia molto logico e normale. Anche un paladino può essere ingannato, i paladini non sono divinità onniscenti, è una cosa da tenere in considerazione. Piuttosto che dannare all'istante il paladino in questione piuttosto direi che dovrebbe essere "condannato" a fare ammenda punendo egli stesso il malvagio che si è rivelato tale nonostante la sua falsa redenzione. Se un malvagio con abili trucchi e incantesimi (e con prove di abilità) riesce ad ingannnare il paladino è giusto che poi se scoperto venga punito, ma l'incapacità di percepire il male e intendere il vero scopo del malvagio può essere dettato dall'inesperienza o a una serie incredibilmente sfortunata di lanci di dadi da parte di un giocatore. Il fatto non intenzionale dovrebbe essere messo su un piano diverso dal puro e semplice tradimento. Lasciare in vita un nemico sconfitto e dargli addirittura una seconda opportunità è una GROSSA responsabilità che ci si prende e come tale se succede qualcosa ricade ANCHE su di te in quanto potevi fermare quella forza una volta per tutte. Certo gli inganni ci sono,i trucchi e tutto il resto e ovviamente in sede di processo verrano sicuramente valutate tutte le attenuanti,non ho detto che è tutto automatico,certamente un Paladino non può lasciarla liscia se per un suo errore di valutazione o leggerezza un falso redento commette altre nefandezze,ci si prende la responsabilità del caso. Personalmente non applico mai pietà,ma sono politiche personali;-) Nella sezione "Il prossimo": Modificherei il vite umane con "vite innocenti" o "vite dei giusti"; se vogliamo applicarlo ad un gioco di ruolo dove ci sono SEMPRE molteplici razze mi sembra un po' limitante come termine. Obiezione accolta:-D
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