Wolf Inviato 5 Febbraio 2005 Segnala Inviato 5 Febbraio 2005 Per mike: boh si,altre car ce ne sono ma l'hanno già scassinata? cmq ok, dopo o domani posto qualcosa per continuare Posso anche metterti nei pasticciì?? Per nheme: si che ce ne frega,credo che tutti lo abbiano letto. Solo che devi introdurlo tu nella storia..cmq mi sembra interessante e diverso dal solito, e ci sta dentro
Strikeiron Inviato 7 Febbraio 2005 Segnala Inviato 7 Febbraio 2005 Vivo nell'oscurità della notte, perchè ancora la luce del giorno mi ferisce gli occhi. Per fortuna di qui non passa nessuno, solo questi gatti randagi che non hanno paura di nulla e di nessuno. Tantomeno di me. Ricordo poco ancora. E' come se la mia vita partisse dall'esplosione, quella che mi ha scaraventato fuori dal mio appartamento. Da allora vivo nel buio... qualcuno porta da mangiare a queste bestie ed io ne approfitto. Perchè non ho altro modo per sopravvivere. Una volta forse, nella mia vita precedente avrei avuto schifo di questo? Non ricordo. Soltanto quelle ambulanze e quelle sirene hanno spezzato la tranquillità del mio rifugio oscuro. Ma non mi hanno trovato perchè per lungo tempo sono piombato nell'oscurità e non mi sono mosso, forse non ho neppure respirato... e poi ho iniziato a sognare. E lentamente è stato come se il sogno e la realtà perdessero i confini che li separano. E mi sono svegliato in questo angolo sporco della città. Avrei dovuto essere in fin di vita, debole e disperato. Ma non lo sono: ho solo un appetito mostruoso. Ma in qualche modo ho trovato da mangiare. In qualche modo sono uscito di qui ad ammirare la luce di una falce di luna che mi ferisce gli occhi, mentre pian piano mi abituavo all'oscurità. Allora sono tornato indietro...mi sono rifugiato ancora in questo piccolo angolo sporco ma sicuro. E quasi ho smesso di respirare nel terrore. Perchè vedo nella notte, distintamente, come mai ho la sensazione avrei mai visto prima. Ed i miei passi sono leggeri, più leggeri del normale. I muscoli agili e pronti a scattare, i miei sensi in allerta... Sono io questa cosa? Non lo so. Mi rifugio ancora di più in questa oscurità e cerco nella mia mente...frammenti di ricordi tornano a me, ma è come un puzzle privo di significato. Un gatto. Un giornale. Un treno. Cosa significa tutto questo? E soprattutto: cosa farò quando uscirò da qui? Scusate se la tiro lunga, ma mi sto preparando per entrare in maniera credibile...poi chissà, agari Nemo si inventa qualcosa
nhemesis Inviato 9 Febbraio 2005 Segnala Inviato 9 Febbraio 2005 fermi tutti! 2 cose: 1 strike ci ho capito davvero poco di ciò che ti è successo, ma vedrò se riesco a inserirmi alla tua storia, dato che pullula di gattastrofi...(ti mando prima il pezzo in cui mi integro via mp...) 2 ho scritto il mio primo paragrafo, sta sera lo correggo e lo trascrivo sul computer... per il primo dopocena sarà vostro..... hehehe arrivo!
nhemesis Inviato 9 Febbraio 2005 Segnala Inviato 9 Febbraio 2005 eccovi la prima parte... lo so che è corta ma rende di più se sezionata in 3 topic separati... -Bel micio...- Disse la ragazza, distesa a terra con ancora i vestiti strappati, accompagnando le parole con la mano allungata verso la testa del micio; "stupida..." penso il micio spalancando le fauci facendola scivolare in un inferno di fuoco e luce... 1/3 miao
nhemesis Inviato 9 Febbraio 2005 Segnala Inviato 9 Febbraio 2005 2/3 se ripensava a quelle parole, sussurrategli pochi minuti prima, sentiva la rabbia crescergli sotto la pelle. una scarica elettrica, che dal collo percorreva la schiena sin lungo le code. Ma non aveva certamentre tempo per quello... (al momento...) aveva un ultimo compito da svolgere quella sera... chiuse gli occhi, distese i lunghi baffi frustò per un pò l'aria con le code in attesa ... e ... okkey, ora sapeva. Si avviò con calma, saltando da un tetto all'altro, non ci sarebbe stata pietà quella quella sera... non con quelle parole che gli risuonavano nella testa... NESSUNA PIETA!
nhemesis Inviato 9 Febbraio 2005 Segnala Inviato 9 Febbraio 2005 3/3 il cielo sopra, le rosse tegole sotto alle tue vellutate zampe, e tu li in mezzo, con il corpo a rincorrere un impegno, con la mente a raggiungere l'ombra di un ricordo... un sogno profumato di tulipani e risa d'estate, o colorato del rosso delle leggere foglie e del mosto in fermento... ma come per tutte le cos, giunse l'inverno, che colse Edelwey, la sua dolce padrona, e compagna di vita... Ritiratasi a vita privata alla giovane età di 35 anni, sfruttando un computer portatile e una abilità innata per il gioco in borsa, la giovane Edelweiss, si era potuta dedicare allo sport, e alla lettura, le uniche due attività che riuscivano a consolarla dopo la morte dei genitori... non amava molto gli animali, ma quel pomeriggio qualcosa cambio per lei... era appena stata in libreria per comprare un libro, quando sulla strada di casa lo vide... al primo sguardo sembrava solo un gatto soriano, dal pelo rosso/arancione, con del pelo un pò più lungo intorno al collo, quasi un collare bige di pelliccia... ma, nonostante avesse ben 3 gonfie code rosse, quasi quali quelle di una volpe, a colpirla furono quegli occhi blu, circondati da un bianco quasi luminoso... fu per questo che decise di fermare la macchina, scendere, prendere il gatto e farlo sedere i macchina, al suo fianco, ignara di quanto grande sarebbe stato il legame che li avrebbero uniti per i mesi successivi... uniti fino alla morte... miao!
Wolf Inviato 9 Febbraio 2005 Segnala Inviato 9 Febbraio 2005 Io e la schifezza tutta nera abbiamo perso troppo tempo. Quegli altri due sono già risaliti in un altra macchina, una Panda vecchio modello. Ma procedono lentamente. Probabilmente il bestione che si è messo alla guida fatica a starci comodo, e peserà anche qualche quintale, quindi sono obbligati ad andare piano. Siamo fortunati. Osservo il mostro nero saltare il muretto e iniziare a rincorrerli stando in parte alla strada. E' molto restistente, allora. Io sono sfinito. Ho fatto un volo niente male, se è per quello, ma sono veramente stanco. La rigenerazione delle ferite è molto comoda, ma stanca tantissimo se si tratta di ferite serie. Ho bisogno di nutrirmi. Mi osservo attorno, ma non vedo niente. Sembra che a parte me non ci sia niente altro qua. Poi un movimento attira la mia attenzione. Si, in quella casa che sembra vecchia e abbandonata, a quella finestra, si è mossa una tenda. Non riesco a controllarmi, e il pensiero di cibo fresco mi risveglia gli istinti più animali, e ruggisco rumorosamente mentre con due balzi inizio ad arrampicarmi sul muro, per raggiungere quella piccola ed esile finestra al secondo piano. In pochi istanti la raggiungo, e senza aspettare mi tuffo dentro ad essa. Subito un urlo raggiunge le mie orecchie. Mi alzo sulle zampe posteriori, con calma e osservo la scena. Una ragazza, mezza nuda, è distesa su un letto. Dal colore della carnaggione e dai capelli biondi chiari, quasi bianchi intuisco che dev'essere straniera. Forse moldava. Forse bulgara. E il tipo che è in piedi accanto, con una sedia in mano con l'intento di colpirmi, dev'essere un cliente. Si, capisco velocemente, dagli odori che permeano la stanza, che sono capitato nel luogo di lavoro di una prostituta straniera. Faccio un passo avanti, leggendo e assaporando la paura e il disgusto negli occhi di quell'uomo. Mentre avanzo osservo velocemente la stanza, e capisco che si tratta, probabilmente, di un camionista. E' tutto tatuato, e un portachiavi a forma di boccale di birra è nel commodino li affianco, con chiavi con il simbolo della mercedes e una scritta. Si dev'essere per forza un camionista. Faccio un altro passo, tra le urla della ragazza. L'uomo mi aggredisce con la sedia, che si frantuma sul mio avambraccio. Gli occhi spalancati dell'uomo hanno solo il tempo di vedere la mia bocca azzannare la sua gola, e poi si spengono in sussulto scomposto. Bevo il suo sangue e mangio la sua carne, per qualche istante. Poi muore e mi disinteresso a lui. Alzo gli occhi, con la mente invasa da un solo pensiero: il cuore di quella ragazza! Le salto addosso, piantando subito gli artigli nel suo petto e strappando il cuore pulsante con la bocca. Immediatamente sento le forze tornarmi, come un fiume in piena, ad ogni sussulto di quel muscolo ancora vivo in bocca mia. Ruggisco di nuovo, furiosamente, e poi mi lancio fuori dalla finestra con un unico balzo, verso il terreno solido. Il pranzo è stato soddisfacente. Mentre sono ancora in aria sento il suono delle sirene della polizia, probabilmente chiamate per uno strano incidente avvenuto li sotto, e già in allarme per quanto successo alla stazione. Il mio olfatto super sensibile trova subito l'odore dell'essere tutto nero. Lo riconoscerei tra mille, ora. Un solo istante, per raccogliere le idee, e finalmente inizio a correre nella direzione della macchina. Sono molto più veloce di prima, e corro sull'erba per pulirmi i piedi dal sangue che impregna il mio pelo. Raggiungo, seguendo la scia, una strada più grande, a due corsie per direzione, divise da un guardrail in mezzo. Sento l'odore farsi più forte, segno che mi sto avvicinando. Devo solo sperare che ce l'abbia fatta a stare dietro a quella macchina, la creatura nera. Ad un certo punto svolta a destra, poi a sinistra, e nuovamente in una grande strada. Noto dei segni neri di sgommata a terra, freschi, mentre passo come un fulmine. Forse il colosso di ferro si è accorto di essere seguito. Poi li vedo, li infondo. O meglio, vedo l'essere nero che corre. Ma non vedo la macchina. Sta procedendo lentamente, o cosi mi pare, e forse si è stancato. Chissà, può tornare a mio vantaggio. Circa un chilometro dopo lo raggiungo, dopo che ha svoltato in una strada secondaria. Non spero che non si sia acorto di me, e corro allo scoperto. Poi, poco più avanti, vedo anche la Panda. E' in fondo alla strada, una strada chiusa, tra due palazzi, e la macchina è accesa. Alla guida c'è il mutante più piccolo, quello trasformista. Il colosso di metallo è fuori dalla macchina, in piedi, con le braccia incrociate, che aspetta. Sta guardando la cosa nera, e ora anche me. E sorride. "Volete il ragazzo?E' qui, venite a prenderlo" ci schernisce, indicando la macchina. Faccio un passo in avanti, avvicinandomi a Macchia Nera. Si ora lo chiamerò cosi. Mi ricorda quello di Topolino, tutto nero cosi. Lui si volta di scatto a guardarmi. Ha gli occhi strabuzzati, a osservarmi il volto, e non capisco perchè. Poi intuisco. Sono ancora ricoperto di sangue, e se nè accorto. Quello che mi chiedo è se sia sconvolto o interessato da questa cosa. Ma non mi interessa, ora. Voglio quel ragazzo! Ruggisco, di rabbia e furia, e poi spicco un salto sul muro del palazzo a destra. Mi aggrappo alle sue mattonelle, e guardo il robopoc. Lui si prepara allo scontro. Io piego le gambe, e mi lancio contro di lui, come lanciato da una fionda. Atterro sul suo petto, ma non come si aspetta lui. Atterro morbidamente, attutendo la caduta e l'urto. Questa volta non mi faccio male sbattendo contro il suo corpo. Lui barcolla un po', dopotutto peso parecchio da trasformato. E' svelto ad afferrarmi per una gamba, e sbattermi a terra. Esattamente quello che volevo. E come mi aspettavo vedo anche la bestia nera fiondarsi verso di noi. Deve aver intuito che una volta abbattuto questa montagna di ferro, diventa facile recuperare il ragazzo. Il bestione si gira, tenendomi sempre per la gamba, e guardando Macchia nera avvicinarsi. Ma forse non si aspetta la mia reazione. Mi trasformo e ritorno umano, e pian piano mi accascio al suolo. Chissà, potrebbe anche cascarci. La mia caviglia sta lasca nella sua mano stupita, ed è facile fingere un movimento naturale mentre svengo e liberarmi dalla sua presa. Attendo qualche secondo, sentendo i passi di Macchia avvicinarsi e le ruote della macchina che sgommano mentre parte a tutto gas nella direzione opposta alla sua. Ho paura. In forma umana sono molto più vulnerabile, e basterebbe un singolo calcio dell'ammasso di ferraglia, per spezzarmi tutte le ossa. Ma la fortuna è dalla mia parte. Si gira ad aspettare Macchia, ridendo per la gradita sorpresa. Però un imprevisto mi frega un po'. Macchia si ferma, a circa 5 metri dall'altro. Deve aver calcolato che da solo, stanco come probabilmente è, non ce la può fare. E si volta un secondo a guardare la Panda che si allontana. Ed è qui che sbaglia. Metalloman si scaglia contro di lui, lento ma pronto di riflessi, per coglierlo impreparato. Il trucco funziona a metà, e Macchia è costretto a distendersi a terra e rotolare per evitare il suo colpo, ma lo schiva. Si inseguono per quattro cinque metri, ed è quanto mi basta. Mi alzo di scatto, trasformandomi velocemente. E' faticoso farlo, ma devo. Entrambi si girano a guardarmi, ma è tardi ormai. E lo sguardo di stupore, rabbie e odio negli occhi del mio avversario mi diverte oltremodo. Con un balzo finisco dieci metri oltre a loro, e inseguo la panda, incurante dell'urlo di rabbia che sento alle mie spalle. Pochi minuti e la raggiungo. Le salto sopra, scoperchio il tetto e vedo il ragazzo sul sedile posteriore. Lo afferro, mentre il trasformista impreca. Ma lui non è importante. Spicco un balzo e finisco in parte alla strada. Voltandomi vedo una sagoma nera che cerca di inseguirmi, ancora in lontananza. Rido di gusto, e corro verso i palazzi. Non ce la farà mai a inseguirmi e raggiungermi, è troppo stanco. Ancora qualche minuto, e nessuno più segue la mia ombra, mentre svanisco tra i palazzi di questa città sconosciuta. Ma so dove devo andare, e presto il vegliardo avrà il ragazzo, come promesso. Ma le condizioni sono cambiate... dunque, cosi dovrebbe andar bene Airon, MikeT che non l'ho messo nei casini, e io posso architettare quello che ho in testa... A voi, sperando che questo post scritto in fretta e confuso si capisca ababstanza...
Airon Inviato 9 Febbraio 2005 Segnala Inviato 9 Febbraio 2005 allora allora...dopo questo post TUTTO cambierà! ho lasciato una certa libertà a tutte le sotto-storie che ognuno di voi si sta creando, ma c'è un bel colpo di scena...spero che qualcuno mi assecondi un pochino... il viaggio...un inferno. Poi il nulla. … … … Dolore!!! … … … Molto dolore!!! … … … FLASH!!!!! <<Mi raccomando Doc, fatelo soffrire, ‘sto bastardo. Il suo compare mi ha quasi distrutto in quella stazione!>> <<Non si preoccupi, Bullseye, il ragazzo verrà trattato come descritto nel progetto e poi sarà dalla nostra parte…>> … … … Dolore!!! … … … AAAARRGH!!! Mi sveglio di colpo dopo quello che può essere un anno o un’ora…e i miei sensi sono talmente intorpiditi che si svegliano uno alla volta. Il primo è il tatto, provato dall’estremo dolore che provo in ogni singola cellula rigenerante… Sono disteso, immerso per metà in un liquido, con tubi che mi escono da braccia e naso. C’è una temperatura leggermente troppo fredda per uno disteso in un liquido, che pare leggermente viscoso. I miei muscoli agili sono intorpiditi come mai, mi sembra di aver corso la maratona, e di avere un colpo di sonno. Risvengo. … … … Un colpo di tosse devastante mi sconquassa lo sterno e mi estrae i tubicini dal naso…sono di nuovo sveglio e dolorante…ora sento l’odore asettico che si può sentire in ospedale, acqua ossigenata, ma anche composti chimici, e l’inconfondibile odore di metallo. Forte, pungente sgradevole. Metallo. Magneto! Mi ha tradito! Forse è lui… No. No, sono io che ho tradito lui, che gli sono venuto meno al momento dell’attacco. Io che sono rimasto immobile, che non l’ho aiutato e che mi sono fatto catturare…la memoria torna poco a poco. L’autostrada. L’uomo lupo. Il tipo di metallo. Gusto. Ho un saporaccio in bocca che neanche dopo la sbornia di capodanno condita da un piatto di cipolle soffritte starebbe a paragone. Il combattimento a Varese; Magneto, il treno, Forge, l’assalto alla stazione, io che mi paralizzo, incurante dei miei poteri rigeneranti che mi possono far reggere un combattimento con gente anche più forte di me… … DOLORE!!!!!!!!! … Dolore… cosa stavo pensando…Rigenerante! È chiaro che mi hanno rapito per la mia peculiare natura di mutante… Udito! Sento il ticchettare di una tastiera, diversi fluidi che ribollono, quello che sembra un compressore, e voci, molte voci, che sono colpi d’ascia nel mio cranio tormentato. Un laboratorio, è chiaro come la luce che mi colpisce dritto negli occhi e che mi impedisce di vedere qualsivoglia cosa…ho un conato di vomito, subito represso, ben sapendo che vomitare in quella posizione significa soffocare. Il dolore si fa sentire ovunque, allo sterno, nella giunture, sulla spina dorsale, in testa, ma soprattutto nel collo, insopportabile, devastante, mi macella, mi uccide, so che sto per svenire di nuovo… Poi una mano mi afferra per i capelli e mi solleva per metà fuori dalla vasca. Un’altra mano brusca mi strappa tubi dal corpo, provocando brevi e pungenti fitte sulla mia cute. Mi schiaffeggiano violentemente e questa volta vomito, davvero, mi vomito sul petto mentre qualcuno mi tiene mezzo sollevato e con il capo chinato avanti. Dopo un ultimo spasimo di tosse, mi arriva una secchiata di acqua gelida addosso che mi scuote del tutto, e sveglia un po’ il mio corpo rimbambito dalla chimica e dal pugno del gigante di ferro. E finalmente sento l’ultimo senso, il mio senso personale, la mia maledizione e la mia salvezza, la mia peculiarità…sento un formicolio piacevole sotto la pelle, sento il fattore rigenerante viaggiare lungo le arterie e le vene, ricomponendo un corpo smontato, attivo, è molto attivo, sotto la mia pelle molecole organiche vengono assemblate e sostituite a velocità pazzesca, tessuti vengono ricostruiti da zero, muscoli atrofizzati riprendono la loro forma abituale, snella e scattante. Poi qualcuno mi punta di nuovo quella dannata luce negli occhi, trapanandomi il cervello. Chiudo gli occhi doloranti e sento che le robuste braccia mi sollevano e mi sbattono a terra, qualcuno mi lega le mani dietro la schiena, strette, mi segano i polsi. Alzo lo sguardo e tra me e la luce si pone un tizio alto e magrissimo, ma ne vedo solo il contorno perché è controluce. Sembra indossare un lungo camice. <<Oh, il ragazzo prodigio, eccoti, ti sei svegliato…>> Lo guardo con gli occhi socchiusi, cercando di scorgere i suoi tratti, ma è abile a tenersi tra me e la luce. Continua a parlare con un tono sibillino e a voce così bassa che si fa fatica a sentire. Giro la testa, facendo scrocchiare tutte le vertebre del collo, cercando di guardarmi intorno, ma qualcuno mi afferra la testa e me la gira verso la luce con un colpo secco che con un doloroso “Clac” si libera dall’indolenzimento. <<Ora, ragazzo, dimmi leggi i fumetti? Sì, che li leggi, a tutti i ragazzini piacciono, vero? Ti divertono…Sono un’ottima fonte d’ispirazione i fumetti vero? Credi che anche la Natura vi si sia ispirata? Sì che lo pensi, vero ragazzino? Sei un piccolo ragazzino presuntuoso e ignorante, e credi di aver capito cosa ti è successo. Sei un idiota, un codardo, lo sai almeno questo vero?>> Mi fa impazzire. Mi sforzo di capire ciò che dice tra le sofferenze del corpo, ma quando lo capisco sono disperato e vorrei non averlo sentito. Ha ragione, sono uno sciocco. Ma non mi lascia neanche il tempo di vergognarmi… <<I miei assistenti, i miei fidati assistenti, che conoscono poco il nostro progetto, ma sono comunque molto più intelligenti di te, dicono che non dovrei dirti nulla prima che il trattamento sia finito. Ma voglio che tu sia cosciente mentre ti parlo.>> <<Vedi, prima dicevo che i fumetti sono frutto d’ispirazione…vero, verissimo, ma non per la natura, né tantomeno per…mpffff…Dio…vabbé…queste idee del popolo ignorante mi fan sempre sorridere. Sono piuttosto fonte di ispirazione per qualcuno di più geniale, qualcuno come me, naturalmente, e il Capo. Vedi, ragazzino, anche il più geniale degli scienziati, anche io e il capo possiamo fare errori…siamo soggetti al Caso, il Fato, chiamalo come vuoi, è questa l’unica cosa che la scienza non può controllare…neppure la mia geniale scienza.>> Fatelo tacere per carità…fatelo tacere… <<Non ti sei mai chiesto perché sono sorti all’improvviso tutti questi supereroi in Italia? No? Già, sei troppo stupido e piccolo. Bene, l’inettitudine dei miei sottoposti ha fatto sì che oltre metà del mio lavoro andasse perduta…lustri di ricerca scientifica andati in fumi…un simbionte perso ad Ancona, un ragno mutante a Roma...ascolta ragazzino, ricordi il caso delle bottiglie di acqua minerale avvelenate, mesi fa? Cosa credi che ci fosse i quelle bottiglie? C’erano i miei esperimenti, ecco cosa c’era! Mutanti a Venezia, a Udine, un gatto a Trieste che porta la follia della preveggenza a chi lo incontra…la natura sta impazzendo, dice qualcuno, ma sbaglia! La Natura perderà di fronte alla mia scienza! La natura è inferiore! Cerca di ribellarsi, ma non ce la fa…sai qual è la risposta della natura ai miei esperimenti, alla creazione del simbionte, dei mutanti?>> No, non lo so e non lo voglio sapere, e lui pare capirlo dalla mia smorfia. <<Sei tu, ragazzino. Dodici milioni di euro per sintetizzare il gene del DNA che consente di creare campi magnetici. Oltre quaranta per dar vita al simbionte…sai quanto sono costati gli studi per un fattore rigenerante che resista al rigetto dell’organismo? Quasi venti cavie umane. E la Natura, che non sa difendersi, sforna te, con il tuo fattore rigenerante gratuito…e sai, funziona.>> afferra una provetta dove è contenuto quello che pare a tutti gli effetti in pezzo di carne, della mia carne <<Oh sì che funziona. Come nei fumetti. Succedono anche altre cose, la Natura ti manda aiuti…universi che si incrociano, magari…chissà…alieni? Presto si sentirà di mostri ed esseri magici, esseri ancora più incredibili di voi…supereroi? Ma non diciamo eresie, vi posso concedere il “mutanti”, ma supereroi? Ci vuol coraggio, esperienza per essere veri supereroi, non come nei fumetti. Infatti nella realtà, i supereroi non esistono; sì è vero, sto divagando. Ma ascoltami ancora per qualche minuto…>> Oramai sono cosciente e ben sveglio, e la mia mente sta pian piano accettando quello che ho appena sentito. Questo tizio è pazzo, ma è anche un genio, se ciò che dice è vero. E non sembra mentire. <<Ascolta, ragazzino, ti dico questo, e sarà l’ultimo tuo ricordo da padrone della tua mente.>> Afferra una siringa contenente quello che pare mercurio. <<Questo siero trasforma le ossa, agisce su calcio e carbonio, li cristallizza in maniera diversa, modella i legami chimici secondo i miei voleri. E sai cosa si ottiene dalle ossa, unendovi questo siero? Oh sì, una “lega” mi si passi il temine scorretto, tra acciaio e diamante. Adamantio, ragazzino. Ora sei un fumetto. Non sei stato aperto, il tuo scheletro non è stato sostituito. Ma il risultato non cambia, Wolverine. E come Wolverine, anche tu dimenticherai il passato adesso. Osserva qui…>> estrae un pendolo e lo ondeggia in modo ipnotico… io vedo alle sue spalle esseri aberranti, il gigante di ferro, esseri che cambiano forma in continuazione, un uomo con un braccio di pietra, e il pazzo assassino, pelato, che entrò in moto alla stazione. Quello è umano, capisco, completamente, ma è pericoloso come e più degli altri. Lui non serve perché è obbligato, è un mercenario, uno che prova piacere nell’uccidere e guadagna da ciò…poi inizio a percepire il torpore dell’ipnosi, è piacevole, dopo tutto questo dolore…perché resistere… ok...via libera ai salvatori (spero) se volete lasciarmi nelle loro mani per i miei cambiamenti...vi capisco!
Strikeiron Inviato 10 Febbraio 2005 Segnala Inviato 10 Febbraio 2005 Accidenti Airon molto molto bello! Nel sonno dormo raggomitolato e mi sveglio quasi alla fine del sogno. Giusto in tempo per sentire i muscoli del mio corpo contrarsi con degli spasmi, ma non è per il freddo. Forse è per la paura, o piuttosto per qualcos'altro... qualcosa che si impossessa di me e richiede la mia attenzione. Non è la trasformazione, no. Quella è già avvenuta. E' piuttosto il suo ricordo... un dilagare di immagini che mi dice chi ero e che che cosa sono ora. Mi sembra impossibile, ciò nonostante ora lo sento. Un attimo prima ero soltanto un relitto di un qualcosa di umano. Ora non sono più un relitto perchè non sono neppure più umano. Non del tutto almeno. Scatto in piedi con un movimento sinuoso ed equilibrato. Nella mia vita non mi ero mai sentito in questo modo. Ma ad essere sinceri la mia vita non è stata molto lunga. La mia rinascita è avvenuta solo due settimane fa. Ma ora so perfettamente cosa mi è successo. Gli spezzoni frammentati si ricompongono a dirmi che ho perso tutto: la mia casa, i miei amici, la mia identità ed ora, complice della notte, posso finalmente correre e saltare tra i tetti...camminare in un misterioso equilibrio sui cornicioni e saltare con un'agilità ed una forza che non ho mai conosciuto. Qualcosa mi dice che se anche cadessi riuscirei a sopravvivere. Forse per merito della coda che mi è cresciuta. Difficile nasconderla quando dovrò andare in giro di giorno... ma un modo lo troverò. Adesso è notte e posso sfogarmi finalmente, posso provare i miei nuovi poteri ed insieme l'esaltante sensazione per quello che sono diventato. Da quassù, dove soffia un vento freddo e fastidioso la città pare addormentata. E' quasi un addio il mio. Perchè adesso che ho scoperto chi ero e chi posso ancora essere devo fare qualcosa. Devo scoprire chi mi ha fatto morire... ...e forse anche chi mi ha fatto rinascere. Mi sento strano quassù, quasi come un inutile vendicatore. E mentre i miei sensi si espandono a comprendere la città sotto di me sento cose che stanno avvenendo in questo preciso momento, come pure quelle in procinto di accadere. Potrei fermarle, ma non mi interessa. Sono solo io adesso al mondo e devo soltanto preoccuparmi di me stesso. Questi nuovi poteri saranno difficili da sfruttare, ma sarà piacevole farlo... intanto posso cominciare a far fruttare le mie capacità. Dovrò procurarmi qualcosa che si intoni con il mio compito: qualcosa di nero per scivolare velocemente in queste notti ed arraffare il denaro che mi serve. Dopo quando sarò di nuovo in piedi caccerò coloro che mi hanno fatto questo. Sicuro: la pagheranno.
MikeT Inviato 10 Febbraio 2005 Segnala Inviato 10 Febbraio 2005 Sono sfinito. Siamo sfiniti. Io corro e mi arrampico da non so quanto tempo, mentre il simbionte cerca in ogni modo di rendermi più forte, pur di arrivare nei pressi della macchina. E, come se non bastasse, mi girano le scatole, e non poco. Non tanto perché non sto raggiungendo la macchina, quanto perché si tratta di una Panda con dentro tre persone, fra cui una sottospecie di scatola di sardine formato The Rock. So che vanno lenti, ma in due siamo troppo sfiniti per raggiungerli comunque. Ne sento le gomme stridere, e seguo le tracce sul terreno. Se non avessi il simbionte, sicuramente sarei steso sull'asfalto tre chilometro fa, garantito. Eccoli! Stavolta li ho... Un momento, quello non è il... sì, insomma... il lupo, ecco. Sbaglio, o è... coperto di sangue? Non mi dà nemmeno il tempo di pensarci, che si lancia contro il bestione di metallo, sfruttando un muretto laterale per darsi una spinta. Ottimo: forse in due riusciremo ad aver ragione di questo affare. Il colosso lo afferra, e lo sbatte in terra. Odio dirlo, ma... ora è distratto. Raduno le mie ultime energie, mentre, chissà perché, in testa mi sta suonando una canzone dei Kamelot. Me la ricordo meglio di quanto pensassi... Ma qualcosa mi ferma. C'è qualcosa che non quadra, in tutto questo. Il lupo è tornato umano. Questa non ci voleva: ho letto abbastanza storie sui mannari da immaginare che questo significhi che non è più cosciente. Oppure che sta architettando qualcosa... Mi accorgo appena che me lo sta tirando addosso, e lo schivo proprio per un pelo! Lo seguo con lo sguardo, notando che avevo ragione: si è ritrasformato, e questo significa che aveva un piano furbo in mente. Ora insegue la macchina. Odio pensarlo, ma devo affrontare l'evidenza: sono troppo stanco per inseguirlo. Anche il simbionte chiede riposo. Spero solo... spero solo che il lupo sia dalla mia parte. Mentre il bestione urla impotente, ne approfitto per una piccola vendetta, prima di andarmene. Mi scaglio su di lui, atterrandogli con tutto il mio peso sul ginocchio. Sarà pure di metallo, ma le giunture sono sempre il punto più debole. Sono sicuro di essermi fatto più male io di lui, con questa mossa, ma il rumore che ha fatto il metallo non è stato propriamente piacevole. Rotolo da una parte, e fuggo, arrampicandomi su un cavalcavia, e dispendendomi. Torre degli Asinelli. Dicono che chi vi salga sino sulla cima non si laurei. Be', temo che la mia vita universitaria sia un po' andata a quel paese, con gli ultimi fatti... E, comunque, non ho usato le scale per arrivare in cima. Abbiamo fame. Non abbiamo una casa. Non sappiamo se quello che abbiamo fatto e non fatto oggi sia giusto. Abbiamo due omicidi sulla coscienza. Che vita di m***a. Perché mi sta succedendo proprio questo? Deve essere una specie di compensazione di qualche tipo, dato che fino ad ora ho vissuto piuttosto bene. Voglio dire, so' che moltissime persone se la passano ben peggio di me, ma non è comunque una bella situazione. Mi servono risposte. Risposte e... be', perdono per i miei errori. Forse, l'uomo che abbiamo incontrato prima potrebbe fornircele. Sì, se solo sapessimo dove trovarlo... Basta piangerci addosso, ora, e scendiamo a trovarci un riparo di qualche tipo. Direi che il passo è stato compiuto. Venom is back. -MikeT
nhemesis Inviato 13 Febbraio 2005 Segnala Inviato 13 Febbraio 2005 x airon, mi sa che la storia del gatto che ha fatto avere il potere a strike fa confondere il MIO micio con un altro... xstrike 1) che potere avresti adesso? controllo su hardwere, ma per ora non l'ho capito, comunque... xstrike 2) dato che venire fin da tè sarebbe una bella camminata, e non posso avendo perso la padrona (ultima parte da aggiungere nel mio inizio...)venire li in treno o macchina, ti andrebbe di venire fino a qui o almeno a venezia? miao
Amministratore Subumloc Inviato 13 Febbraio 2005 Amministratore Segnala Inviato 13 Febbraio 2005 L'attesa è snervante. Sto consumando il pavimento dell'appartamento di Forge, a furia di andare su e giù. Quanto sarà passato dallo scontro alla stazione, due o tre ore? E del tizio viscido nessuna notizia. Fuori sento l'incessante lamento delle sirene. I casi sono due: o sono vicino a un ospedale (potrebbe essere, dato che non cosco affatto Bologna), oppure stasera in città c'é parecchio movimento... ma preferisco rimanere qua in attesa. Per lo meno, so cosa fare per passare il tempo. Ho finito di ascoltare la registrazione che mi ha lasciato il defunto Forge. Quel ragazzo era un genio; ha simulato decine di utilizzi del mio potere che io non avrei neanche immaginato. E adesso li devo provare tutti. Tanto, di materiale qua dentro ce n'é quanto ne voglio... Punto uno: sviluppare calore. Non posso creare fiamme, ma come in un forno a microonde, dovrei riuscire ad aumentare la temperatura degli oggetti. Provo a riscaldare un cubetto di metallo (chissà a cosa serve!), che tengo sospeso col mio potere... funziona! La "cosa" prima manda qualche scintilla, ma poi cambia colore, diventa rossa incandescente... la spedisco nel lavandino prima di fare danni. E questa è fatta. Punto due: migliorare il controllo dei "campi di forza". Questo non sarà troppo difficile: riesco ad usarli come barriera, e anche per sollevarmi da terra. L'unica cosa che mi manca è utilizzarli in una via più "attiva"... colpire bersagli a distanza, per intenderci. Chiudo gli occhi, e focalizzo le energie elettromagnetiche che mi circondano in un punto davanti a me. E poi... devo spingere questo punto lointano da me... niente. Riprovo per un pò. Al quarto o quinto tentativo, ce la faccio, sento il focus delle mie energie allontanarsi da me con la velocità di un proiettile... e colpite il tavolo della cucina, facendo cadere i trabiccoli che c'erano sopra. Bene, due sono fatte. Ora non mi resta che il punto tre: controllo dei campi elettrici. Anche in questo caso il procedimento è semplice, è lo stesso degli accendigas che abbiamo in casa. Tenendo gli indici tesi, cerco di raccogliere le cariche elettriche della stanza tra le mie due dita... click. Click. Click. Piccoli archi di energia violetta mi scorrono tra le mani. Click. Click. Click. Ora li devo solo... CRACK! un piccolo fulmine si allunga da me, colpisce il televisore di forge e lo fa esplodere. Beh, a lui non servirà più. Ora che ho provato questi nuovi trucchi, dovrei continuare a esercitarmi. Ma perché Macchia Nera non mi chiama? Aspetta... non Macchia Nera... a chi assomigliava? Non riesco a ricordarmelo... Sento dei passi che si avvicinano, salendo le scale fuori dall'appartamento. Con un gesto, spengo tutte le luci della casa, e mi porto in un angolo in modo che dalla porta non mi possano vedere. Qualcunosfonda la porta con un calcio. Nella cornice illuminata dall'esterno, vedo entrare due sagome. La prima si avvicina all'interruttore della luce, ma dubito che riuscirà a farlo funzionare... L'altra accende una torcia. Grazie a questa nuova fonte di luce, intuisco che i due sono armati di fucile, come quelli che mi aspettavano in stazione. I due si dividono. Uno dei due viene nella mia direzione, mentre l'altro si allontana verso la cucina. Si va in scena. Con un altro gesto, riaccendo le luci, mentre colpisco il primo soldatino con un pugno di energia cinetica, che lo manda in volo contro la parete. E uno è K.O. Il suo compagno si volta verso di me, e con un urlo di terrore apre il fuoco. Non è un problema. Blocco tutti i proiettili a circa un metro di distanza dal mio corpo, lasciandoli cadere a terra senza danni. A giudicare dalla mira dimostrata, o il tizio è cieco oppure ha sbagliato lavoro. Il secondo soldatino mi guarda, con gli occhi, spalancati, poi getta in terra l'arma, si mette in ginocchio e comincia a piangere e implorare pietà. Io sono quasi più teso di lui. So che il mio successo dipende da quando credibile sono. Mi avvicino a lui lentamente, con passi misurati, e mi fermo davanti a lui. Quando solleva gli occhi, con voce gelida gli chiedo chi sono e cosa vogliono da me. E l'omino comincia a parlare. Parla di un laboratorio, di un ragazzo mutante, e di un progetto di sperimentazione riguardo alla manipolazione genetica umana. E soprattutto mi spiega come arrivare a questo laboratorio. Gli faccio cenno di andarsene. Lui si alza, si carica sulle spalle il suo compagno svenuto, e prende la porta. Non so se mi ha detto la verità. Se è vero, ho trovato chi mi può dare risposte. Ho trovato chi ha preso Airon. Ma soprattutto, ho trovato chi pagherà per tutto questo. Raccolgo lo scatolone con la scritta "Airon" e me ne vado, dopo aver sistemato le altre cose. Non mi volto nemmeno, mentre le prime lingue di fuoco si alzano da quello che era l'appartamento del geniale Forge. Da adesso, sono in guerra.
Strikeiron Inviato 14 Febbraio 2005 Segnala Inviato 14 Febbraio 2005 Il problema ora è di rifarsi una vita. Sono stato in quella che era casa mia una volta, ma ho raccolto ben poco di utile: nell'esplosione è praticamente bruciato tutto. C'è da stupirsi veramente che io abbia potuto cavarmela con solo qualche graffio. Avrei dovuto morire qui dentro. Ma per come mi sento ora, così stranamente vivo e sensibile ad ogni suono e rumore, potrei veramente essere morto. Nell'altra vita un giornale mi aiutava a conoscere le cose prima che accadessero, ma poi…ricordo vagamente che prima dell'esplosione avevo capito qualcosa. Frugo febbrilmente tra le macerie, ma sono ormai quasi completamente sicuro che non troverò nulla. Avrei bisogno di un'identità almeno. Documenti, soldi…. Ma qui non c'è nulla del genere. Per un istante mi sono distratto da quanto stavo pensando. Questi vuoti di memoria mi accadono sempre meno spesso ormai, è come se lentamente mi stessi abituando a questa forma, a queste sensazioni. Prima l'istinto che ho acquisito mi sommergeva come una marea, sopprimendo ogni mia capacità di controllo. Ma ora che la mia umanità, o quanto ne rimane, si è completamente integrata con quello che sono diventato mi è più facile cercare di ragionare. Cerco la stanza che chiamavo bagno ed a fatica la ritrovo. E' notte anche stavolta, ma per i miei occhi è come se fosse pieno giorno. La luminosità diffusa della città è più di quanto mi serva per vedere. Ed allora vedo che almeno lo specchio si è salvato. Strano. Contemplo la mia immagine: sporco ed arruffato. Ma per il resto sembro ancora umano, la coda da questa prospettiva non si vede. Niente pelo, né baffi, né orecchie lunghe. Ecco forse la pelle sulle mani si è un po' ispessita e le unghie sono più dure ora che crescono quasi appuntite. Ma non ci giurerei. Per il resto ingannerei chiunque. Beh, forse sarò costretto a trovare un paio di occhiali scuri, non si sa mai, visto che adesso la mia pupilla non è più che un cuneo sull'iride. Casomai capitasse che mi trovassi a girare di giorno, in piena luce. Ritorno in quella che era la cucina. Non ne è rimasto molto. Se non sbaglio ero proprio qui quando è esploso tutto. Della finestra rimane un buco cieco senza telaio…di qui si vede perfettamente la città. Rabbrividisco mentre il mio istinto quasi mi sussurra di andare a caccia. Oppure è la paura per quello che ho appena pensato? Di qui sono tre piani per arrivare a terra: come ho potuto sopravvivere? Salto sul davanzale e mi acquatto con agilità per guardare meglio di sotto. E' un bel volo, ma non mi fa paura. E poi non ho nulla da perdere: soltanto devo appurare ciò che il mio istinto mi suggerisce e cioè che ce la posso fare. Che posso cadere da questa altezza senza rompermi nulla. Salto ed è come se lo avessi fatto da sempre, seppure il terrore gonfi le mie sensazioni in un fiotto improvviso di adrenalina. Ma la sento: la coda si muove ed i muscoli si flettono a darmi equilibrio. Atterro perfettamente bilanciato, leggero come un soffio, pronto a scattare di nuovo. E lo faccio in un folle impeto che mi trascina attraverso al città addormentata. Non conosco più la paura delle vertigini e le cadute non sono più un problema: non per questo corpo. Quando l'impeto si esaurisce mi trovo nella periferia. Un insieme di case addormentate. Se non posso più avere un'identità, me la posso però costruire di nuovo e per farlo mi occorrono dei soldi… il resto verrà da solo. Individuo la finestra giusta. Non sarà difficile raggiungerla e prendere tutto quello che mi serve. Alle prime luci dell'alba torno al mio nascondiglio. I soldi non sono più un problema: ho depredato decine di appartamenti nella notte. Forse dovrei sentirmi in colpa. Forse il mio vecchio io si sarebbe sentito così. Ma non io. Io devo sopravvivere. E non mi fermerò davanti a nulla per farlo. Prima di tutto dovrò fare un buon bagno. Non mi piace stare sporco troppo a lungo. E dopo mi mescolerò a quei poveri limitati umani. Ma non rimarrò qui in questa città… non ora che le mie capacità sono troppo grandi per questi limitati confini. Poi non so se è solo una sensazione, ma ero passato per Venezia prima di trovare una bomba in casa mia. Sono quasi sicuro che chiunque l'abbia fatto deve avere qualcosa a che fae con quella città. E mal che vada scuramente sarà un ottimo posto per nascondermi… e per procurarmi altri soldi. Nemo sto arrivando!
nhemesis Inviato 15 Febbraio 2005 Segnala Inviato 15 Febbraio 2005 grande strikkilolo! ora aspetto la risposta all'mp, così creo l'ultimo post di introduzione...
Strikeiron Inviato 16 Febbraio 2005 Segnala Inviato 16 Febbraio 2005 Finalmente a Venezia. È stato meno difficile di quanto avessi pensato all'inizio: sono bastati un paio di lenti scure ed un buon impermeabile ampio per evitare di dare troppo nell'occhio. Negli ultimi giorni ho imparato che i soldi possono essere una lingua universale; soprattutto se sei costretto a girare senza documenti come faccio io. Sorrido al controllore del treno, una splendida ragazza che mi controlla il biglietto. Chissà se le passerebbe la voglia di ridere qualora potesse vedere attraverso queste lenti scure. Per non parlare di quello che nascondo sotto l'impermeabile… Potrei sghignazzare di queste battute sporche, ma mi mantengo impassibile. Non devo tradirmi…nessuno deve capire cosa in realtà io sia. E per questo sono teso e nervoso, a tratti euforico perché ce la sto facendo. Se il mio vecchio io avesse potuto conoscermi si sarebbe ritratto da me con disgusto, a volte ne sono quasi sicuro. Meglio dire quasi perché in realtà è come se le mie amnesie stessero ancora lì, a bloccare la mia capacità di vedere cosa realmente sia successo quella sera. Approdo in questa città d'acqua e mi rendo subito conto, uscendo dalla stazione dei treni, che questa è la città perfetta per nascondersi: tanti posti dove rubare quanti quelli dove sparire. E già questo è un aspetto non trascurabile. Sì, mi dico, ho fatto bene a venire fin qui. L'unico problema che potrebbe presentarsi sarebbe quello di cadere in acqua se mai si può chiamare così quella roba nerastra e puzzolente che come petrolio dorme placida nei canali e lambisce le pietre bianche di questa strana città. Vorrà dire che starò attento a non cadere: ho la capacità per evitare che accada e l'acqua, data la mia condizione, non mi piace molto. Il fatto è che non vedo l'ora di muovermi tra questi tetti. I canali che suddividono l'intrico delle calli saranno ideali per rallentare chiunque possa scoprirmi e rincorrermi durante le mie scorribande notturne. E poi qui non sarà sicuramente difficile trovare qualche casa nuova, qualche nascondiglio accogliente dove fermarmi per un po' in attesa di decidere quale sarà la mia prossima mossa, visto che sono venuto qui alla ricerca di una non ben definita vendetta. Cammino in mezzo alle frotte di turisti della domenica ora: fanno veramente un fracasso d'inferno. Così però posso sgusciare tra loro senza essere notato ed inoltrarmi in quello che era il quartiere ebraico. Qui nessuno mi noterà. Attendo con crescente impazienza ora che la notte avvolga questa città per introdurmi finalmente ai suoi misteri.
Wolf Inviato 16 Febbraio 2005 Segnala Inviato 16 Febbraio 2005 cadere in acqua se mai si può chiamare così quella roba nerastra e puzzolente che come petrolio dorme placida nei canali e lambisce le pietre bianche di questa strana città. ehi ehi ehi non stracciarla. Non fa cosi schifo l'acqua. E' si sporca, ma nn fino a sto punto.. Bella cmq. Al max faccio anche io una cappatina da quelle parti
Strikeiron Inviato 16 Febbraio 2005 Segnala Inviato 16 Febbraio 2005 ehi ehi ehi non stracciarla. Non fa cosi schifo l'acqua. E' si sporca, ma nn fino a sto punto.. Bella cmq. Al max faccio anche io una cappatina da quelle parti Proprio questo desideravo e cmq OT quello che è caduto nell'acqua dal ponte di rialto nel film il mercante di venezia dev'essere morto!
nhemesis Inviato 16 Febbraio 2005 Segnala Inviato 16 Febbraio 2005 aaaaargh sono in ritardo! devo correre subito! devo scrivere l'ultimo inizio e andare a venezia a trovare lo stakino e il cane mannaro.... ooops... intendevo dire il catman e il wolfman... aspettatemi!
Joram Rosebringer Inviato 16 Febbraio 2005 Autore Segnala Inviato 16 Febbraio 2005 Una speranza tramutatasi in delusione. Un sogno in rovina. Proprio ieri sembrava che finalmente avrei potuto vivere la mia vita con mia moglie, ma alla fine è bastato un solo giorno per far crollare tutto. Ragioni econimiche, altre affettive... tutte cose degne di questo stupido mondo reale. Mi viene da ridere quando penso alla parola "reale". Come può definirsi reale un mondo in cui tutti hanno superpoteri? Come posso definirmi reale io stesso? Non so. Sono nella confusione più totale. E forse... da oggi hanno ragione a considerarmi un criminale. Sono andato al lavoro stamattina, finché mi arriva la notizia dell'impossibilità del trasferimento di mia moglie. Ed il mondo è andato in frantumi, nonostante tutti i miei sforzi di riattaccare i cocci. Una volta mi sarei sfogato chiudendomi nella mia fortezza di silenzio che nessuno poteva abbattere. Ora invece mi sono ritrovato in un batter d'occhio sul tetto più alto della mai sede di lovoro. Ma stavolta non c'ero andato per guardare il panorama. Mi misi il costume e mi lanciai di sotto, iniziando a volteggiare per le vie di Roma come un diavolo in costume. Non ricordo di aver mai raggiunto velocità simili. Il brutto però era che non avevo soddisfazione nel volteggiare, che non sentivo nulla, neanche quella libertà che mi entrava da tutti i pori. Non ho fatto nessuna capriola, nessuna acrobazia per uil puro piacere di farla. Semplicemente volteggiavo selvaggiamente, per il solo gusto di sfogarmi. E non mi bastava. Vidi una macchina fare un'infrazione ad un semaforo, passando con il rosso. Lanciai quindi una tela sulle ruote e la incollai all'asfalto. Poi scesi a terra e scardinai lo sportello, gettandolo via. Presi per il bavero il conducente e lo guardai fisso negli occhi, buttandolo a terra e legandolo sull'asfalto, in mezzo alla strada. Poi ripresi a volteggiare. Atterrai sul tetto di un autobus e con la mia tela agganciai e rovesciai tutte le macchine parcheggiate sulla corsia preferenziale che impedivano il passaggio. Mi dedicai poi a quelle in sosta selvaggia. Legai al palo un motorino ed il suo conducente che avevano al sola colpa di correre troppo, rischiando di investire dei pedoni. Ma non mi bastava. Mi diressi verso la stazione Tiburtina, lanciando ogni tanto una tela per sfogarmi, per rimediare ad un torto, anche effimero. Dietro di me potevo vedere decine di macchine sottosopra e di gente legata dalla ragnatela. Atterrai sul tetto della stazione e rubai un pacchetto di sigarette al tabaccaio. Mi sollevai leggermente la maschera e iniziai a fumare in silenzio. Ogni boccata era data con una cattiveria mai vista. Aspiravo quel fumo con al speranza che mi calmasse, ma serviva soltanto ad aumentare la mia frustrazione. Gettai la mia sigaretta ridotta ad un filtro fumante e scesi sui binari. Non so cosa avessi in mente. So solo che cominciai a colpire selvaggiamente la locomotiva del treno, finché non sentii le mie mani doloranti e non vidi la carrozzeria ammaccata. Vedevo degli uomini venire verso di me, tenendosi a distanza per paura e sorpresa. Saltai in aria e ricominciai a volteggiare verso il palazzo dove lavoro. Arrivato sul tetto presi l'enorme insegna e la sradicai. E in quel momento urlai tutta la mia rabbia. Un urlo che fece fgirare tutti, anche quelli che stavano otto piani sotto, sulla strada. Un grido che fece uscire sul terrazzo parecchia gente, solo per poi ritirarsi dentro, in preda alla paura. Li sentivo dire frasi come "l'Uomo Ragno è impazzito". Poi scagliai l'insegna contro il palazzo, fracassando molte finestre. E continuai ad urlare, finché anche la mia voce fu solo un ricordo. Poi mi gettai in ginocchio, piangendo. Mi ripresi quando sentii le sirene della polizia che svegliarono il mio istinto, portandomi al bagno dove mi cambiai di nascosto. E rimasi lì... in lacrime.
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