azzeso96 Inviata 10 Ottobre 2008 Segnala Inviata 10 Ottobre 2008 Siate clementi, è la prima volta che imbraccio una penna (la mia tastiera )... Sono poche righe di prova, successivamente posterò L'INIZIO Questo racconto si intitola: LA FINE ______________________________________________________________ ...la torre giaceva lì, nell'oscurità. Quell'ultimo attacco l'aveva distrutta ed ora tutte le storie in essa racchiuse scivolavano via col vento e lui, l'ultimo rimasto, guardava dentro quel buio, che nascondeva alla vista i corpi della strage. Nulla era rimasto: né un compagno, né un nemico, né un profumo. Lui era lì e sentiva che doveva andarsene, ma qualcosa lo tratteneva. Dal buio un lamento, si, un corto ma rincuorante lamento. Si diresse verso quel pianto e, raggiunta la zona da cui proveniva, gridò: “chi va là?”. Nulla si udì. Aspettò qualche secondo, trasse di tasca un accendino e disse:”Forse non mi vedi ma segui la luce del mio acc...”. Un dolore lancinante alla caviglia lo colpì, cadde massaggiandosela. Subito sentì un dolore al collo, non sentì più nulla. Il mostro si alzò ansimando e, strappatogli il braccio, uscì dalla foschia e ululò al nuovo dì 1
doria Inviato 10 Ottobre 2008 Segnala Inviato 10 Ottobre 2008 L'italiano è corretto...magari se scrivessi qualcosa di più lungo
azzeso96 Inviato 10 Ottobre 2008 Autore Segnala Inviato 10 Ottobre 2008 L'italiano è corretto...magari se scrivessi qualcosa di più lungo Perdoni la mia cortezza mentale(). E' la prima volta che scrivo un racconto. Prometto che i prossimi racconti saranno sicuramente lunghissimi.
Selvaggio Saky Inviato 10 Ottobre 2008 Segnala Inviato 10 Ottobre 2008 Scritto bene. aspetto di vedere se oltre alla tecnica, da accudire e far fiorire, ci sono anche le idee giuste^^
Gorthar Bonecrasher Inviato 11 Ottobre 2008 Segnala Inviato 11 Ottobre 2008 Not bad at all... Comunque, in attesa di leggere "L'Inizio" e quindi non potendomi basare su quello, esprimo il mio commento qui. ...la torre giaceva lì, nell'oscurità. Quell'ultimo attacco ( Sarà che non mi piace usare "quello" "questo" senza aver descritto la cosa in precedenza, ma qui metterei semplicemente "L'ultimo attacco") l'aveva distrutta ed ora tutte le storie in essa racchiuse scivolavano via col vento e lui, l'ultimo rimasto, guardava dentro quel buio, che nascondeva alla vista i corpi (mhmmm... c'è qualcosa in "i corpi della strage" che non mi suona bene... bho... mettere "le vittime" sarebbe scontato, mi riservo di pensarci meglio) della strage. Nulla era rimasto: né un compagno, né un nemico, né un profumo. Lui era lì e sentiva che doveva andarsene, ma qualcosa lo tratteneva. Dal buio un lamento, si, un corto ma rincuorante (forse un piccolo inciso per sottolineare perchè rincuorante. Un "Un altro sopravvissuto?" a seguire potrebbe starci bene) lamento. Si diresse verso quel pianto e, raggiunta la zona da cui proveniva, gridò: “chi va là?”. (oltretutto se il lamento è "rincuorante" perchè il protagonista agisce in maniera guardinga anzichè farsi prendere da un entusiastica falsa speranza?) Nulla si udì. Aspettò qualche secondo, trasse di tasca un accendino e disse:”Forse non mi vedi ma segui la luce del mio acc...”. Un dolore lancinante alla caviglia lo colpì, cadde massaggiandosela (Nah... a cadere dopo esserti ferito la caviglia non la massaggi come azione istintiva, al limite te la tieni stretta). Subito sentì un dolore al collo, non sentì più nulla. Il mostro si alzò ansimando e, strappatogli il braccio, uscì dalla foschia e ululò al nuovo dì Aspetto di leggere l'Inizio. Ciao!
Aerys II Inviato 11 Ottobre 2008 Segnala Inviato 11 Ottobre 2008 Come Gorthar, anche io ti propongo la mia "revisione". ...la torre lì giaceva, nell'oscurità. Quell'ultimo attacco l'aveva distrutta: ora tutte le storie in essa racchiuse scivolavano via col vento e lui, ultimo rimasto, guardava dentro il buio,quel buio che nascondeva alla vista i corpi martoriati, silenziosi testimoni della strage. Nulla era rimasto: né un compagno, né un nemico, né un profumo. Lui solo era lì e sentiva che doveva andarsene, ma qualcosa lo tratteneva. Dal buio un lamento, sì, un corto ma rincuorante lamento. Subito si diresse verso quel pianto e, raggiunta la zona da cui proveniva, gridò: “chi va là?”. Attese. Nulla si udì. Aspettò ancora qualche secondo, trasse di tasca un accendino e ancora gridò:”Forse non mi vedi ma segui la luce del mio acc...”. Un dolore lancinante gli esplose a una caviglia, si chinò d'istinto per massaggiarla. Poi un dolore nuovo, al collo, quindi il nulla. Il mostro si alzò ansimando e uscì dalla foschia. Brandendo il braccio strappato di lui, ululò al giorno nuovo. In generale comunque devo dire: "Bravo!" P.S. Per inciso, sarebbe carino un thread dove a turno uno propone a grandi linee un tema/scena/situazione/dialogo e ci si può sbizzarrire a svilupparlo. Niente papiri naturalmente, non parlo di racconti completi, ma di fare quello che spontaneamente abbiamo fatto qui: confrontare diversi modi di rendere una medesima scena, così da imparare ciascuno dagli altri e da acquisire un po' di apertura. Non lo apro io perché: a)Sono pigro b)Dopo sembra che io voglia fare il "professore" e non mi va c)Sono pigro P.S. La tua firma ha l'acne?
demiurgo Inviato 12 Ottobre 2008 Segnala Inviato 12 Ottobre 2008 P.S. Per inciso, sarebbe carino un thread dove a turno uno propone a grandi linee un tema/scena/situazione/dialogo e ci si può sbizzarrire a svilupparlo. Appoggio. Fa sempre bene un po' di palestra. Se mi viene in mente qualcosa apro il thread. @azzeso96: ho letto, poi commenterò.
demiurgo Inviato 3 Novembre 2008 Segnala Inviato 3 Novembre 2008 Non ho poi aperto quel thread, causa poco tempo e tante cose già in ballo, ma almeno mi sono deciso a commentare. Il brano è bello, con qualche imprecisione ma sicuramente una buona scena, ben studiata. Mi ha fatto pensare a Cloverfield. Complimenti. Invece che commentare sul testo azzardo anche io una mia revisione, visto l'andazzo di questo thread La torre giaceva lì, nell'oscurità, distrutta da quell'ultimo attacco. Tutte le storie in essa racchiuse, ora si disperdevano nel vento. Non era rimasto nessuno: né un compagno, né un nemico, né un profumo. Era solo. Sentiva che doveva andarsene, ma qualcosa lo trattenne. Dal buio un lamento, sì, un breve ma rincuorante lamento. Si diresse verso quel pianto. "C'è qualcuno?" Attese, ma non ottenne risposta. Trasse di tasca un accendino [...] e disse: ”Forse non mi vedi ma segui la luce del mio acc...” Un dolore lancinante alla caviglia lo colpì; cadde, e subito sentì un dolore al collo, poi più nulla. Il mostro si alzò ansimando e, strappatogli il braccio, uscì dalla foschia e ululò al giorno nascente. Questa riscrittura si base sui miei gusti personali: frasi più brevi e via tutto il superfluo. Dove ho messo "[...]" è perché secondo me, nel momento in cui c'è il flash dell'accendino, andrebbe descritta visivamente (almeno in parte) la scena, come un fotogramma. Ehi, non dimenticare di postare il prequel
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