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[Eberron, D&D 3.5] Self Control


Maraz

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Anno 998 dalla fondazione del regno di Galifar I, secondo anno dalla firma del trattato di Fortetrono.

Il Khorvaire giace in una sorta di pace fittizia, retta da una tensione presto destinata a spezzarsi. I popoli sono stanchi, un secolo di guerre ha straziato le anime della gente ed ora i più fiduciosi cominciano a riforgiare le loro armi in aratri per ricominciare la vita di sempre, ma molti ancora nascondono i pugnali sotto le vesti ed affilano con le coti le loro lame.

Ottavo giorno del mese di Lharvion, mezza estate.

Sharn, la città delle torri.

Da che si ricordi sull'Elsa del Fiume Pugnale è sempre esistita un grande insediamento. Per più di due millenni gli edifici si sono ammassati crescendo l'uno sull'altro, e mai i successori hanno distrutto gli edifici dei predecessori. Le fondamenta, ormai adibite a fognature e basi per loschi traffici, mostrano l'architettura goblinoide del primo dominio e man mano salendo verso l'alto si vedono i diversi stili succedersi. Essendo edificata sulle aspre scogliere rocciose dell'Elsa, la città è stata costretta allo sviluppo verso l'alto, verso le nubi. I livelli abitati sono i più alti: questi sono caratterizzati da arcate, ponti, piattaforme e balconate creando un intrecciato inseme di vie. Non sono solo queste "passeggiate", però, gli unici metodi di spostamento in sharn: carozze volanti passano da un ponte all'altro, ascensori magici si muovono su e giù per le varie torri, ed molti altri mezzi magici simili rendono più rapido muoversi nella città delle torri.

Su uno dei ponti della città un quartetto si muove insieme vagando per la città in cerca di riparo dal caldo afoso dell'estate. Uno del gruppo, visibilmente più anziano, parla con tono gentile a quelli che, evidentemente, sono suoi amici:

>... non sarebbe un compito difficile: partireste tra una mesata, un mese e mezzo al massimo, con una carovana... Sì, non me lo dite che lo so benissimo che il treno è il mezzo più veloce, ma mi serve che compriate per me alcune cosette nei luoghi di sosta... è una carovana che parte puntuale tutti gli anni, beh, più o meno puntuale... beh, in realtà parte sempre in ritardo, ma non importa... comunque, da qui viaggerete fino a Zilargo, vi fermerete a Porto Trolan 2 giorni e comprerete quello che vi lascio scritto..., poi piegherete fino a baluardo tornando nel breland per riprendere fiato e rifornire baluardo, appunto... da lì comincierà la parte difficile, dovrete attraversare tutto d'un fiato il darguun, abbiamo i permessi del regnante, ma i Goblin sono divisi in varie fazioni in lotta tra loro, quindi meno state lì e meglio è per voi... costeggerete il fiume Ghaal e arriverete alla foce dove un battello vi aspetterà per portarvi fino al Valenar. detto ciò, basterà che non infastidiate troppo gli orchi del Q'barra quando passerete dalle montagne della fine del mondo ed il gioco è fatto: siete alle Roche di Mror, la vostra meta... allora, che ne dite?"

Finito di parlare i tre interlocutori sorridono, conoscono benissimo il carattere del loro amico e mentore Maximus. Non che qualcuno di loro abbia bisogno di un mentore mago, ma i suoi aiuti nei momenti di difficolta, i suoi consigli e la sua vicinanza si sono rivelati tanto utili quanto affettuosi... ormai è anni che lo conoscono, e nessuno di loro può non averlo in amicizia...

Il vecchio Max porta una bianca barba lunga e spettinata davanti che, mentre parla (e si dice che taccia solo il giorno dei 12 pleniluni), si tocca tentando di darli una parvenza d'ordine ma rendendola in realtà più ridicola... anche i lisci e lunghi capelli bianchi si agitano sulla sua testa senza sosta alcuna, tanto che i suoi amici lo prendono in giro, dicendo che anche una medusa porterebbe i capelli-serpenti più ordinati... ma oggi, sperso tra la barba e la lunga veste blu elettrico, porta anche un'amplissima tracolla piena di rotoli e pergamene...

i suoi occhi azzurri si poggiano sugli amici prpegando silenziosamente che non rifiutino...

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Roland il paladino ascolta le parole del mago accarezzando l'elsa della sua spada. I suoi capelli biondi cadono ordinati sull'armatura dove il simbolo di Dol Arrah risplende vistoso. quando il mago smette di parlare si rivolge a lui:

"Caro Maximus sarò lieto di accettare la tua missione, e la porterò a termine in nome di Dol Arrah. Però avrei bisogno di qualche informazione in più..."

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"Allora Maximus" dico all'anziano mago "cos'è che ti dobbiamo prendere in questi luoghi di sosta? Non tenerci sulle spine... E poi, cortesemente, potresti dirci anche perchè dobbiamo dirigerci verso le Rocche di Mror?" , lasciando sottointendere che con questo accetto la missione, in cerca di nuove gesta da narrare ai posteri. Dopodichè scosto i lunghi capelli dal viso, raccogliendoli dietro le spalle. Intanto cerco di frugare nei miei ricordi per vedere se conosco qualcosa di queste rocche.

Spoiler:  
Faccio una prova di conoscenze bardiche (1d20+lvl brd+mod. int)

"Non mi sembra una passeggiata, comunque" concludendo la frase di prima

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