I Mondi del Design #20 - Le Molte Sfumature degli Stili di GdR (trovate i link agli articoli precedenti di questa serie nell'articolo #20)
Articolo di Lewis Pulsipher del 09 Agosto 2019
"Player Agency" significa che il gioco permetta ai giocatori di fare cose nel gioco che abbiano effetti reali sul lungo periodo, specialmente per quanto riguarda le conseguenze, non solo per il successo o il fallimento. Alcune campagne ne offrono molta, altre solo un pò. I giocatori seguono soltanto un copione o hanno la possibilità di prendere decisioni le cui conseguenze sul lungo periodo siano significativamente diverse da quelle di un altro giocatore?
"Gioco appositamente per essere un agente che influenza le cose nell'universo. Guardo Netflix o leggo un libro per essere uno spettatore. Devo poter controllare qualcosa."
– Kaze Kai
L'argomento player agency è un tema controverso nel game design. Ci sono giochi con "regolamenti emergenti" che sono "aperti", opposti a giochi "progressivi" che sono "chiusi", oppure giochi "sandbox" che sono aperti, opposti a giochi "lineari" che sono chiusi. I primi di ciascuna coppia possono portare ad una forte player agency, i secondo quasi mai. Aggiungerei una terza coppia: giochi, che sono aperti, contro rompicapi, che sono chiusi, poiché in un rompicapo puro si deve seguire la soluzione sviluppata dal designer.
La player agency è importante perché molti giocatori di vecchia data vogliono il controllo, vogliono agency, eppure molti creatori di giochi e di avventure vogliono avere il controllo, togliendolo ai giocatori. È la differenza che c'è tra, per dire, Candyland o Snakes&Ladders (niente agency), e giochi come Diplomacy o Carcassonne. Per gli adulti, Tris non ha praticamente player agency, dal momento che è un rompicapo che si conclude sempre in pareggio, se giocato bene.
Quando un GM arbitra una specifica avventura per gruppi diversi, la risoluzione tende ad essere la medesima per ogni gruppo (al di la del successo o del fallimento), o le risoluzioni tendono a essere variegate? Se è vero il primo caso, si configura come un'avventura lineare, se è vero il secondo, è più una "sandbox".
I libri possono aiutarci a capire meglio. La maggior parte dei romanzi non hanno "reader agency": il lettore (=reader, NdT) sta solo a guardare. I film non offrono "agency" allo spettatore. D'altro canto, "Fighting Fantasy" e altri libri simili in cui "voi siete qui e fate voi le scelte", in cui scegliete cosa fare fra tre azioni possibili, garantiscono al lettore/giocatore una certa agency sul breve periodo. (Bandersnatch della Dark Mirror è un esempio più recente.) Anche se alla fine, se il giocatore vince, si vince in un modo soltanto. I videogiochi in genere permettono ai giocatori di influenzare le piccole cose nel breve periodo, ma non su larga scala. Tra un'ampia player agency e nessuna player agency troviamo dei giochi che danno una falsa impressione di player agency, impressione che si può ricreare in un'avventura di GdR così come in un gioco a sé stante. Il videogioco di The Walking Dead è stato spesso lodato per le scelte che il giocatore doveva fare, ma alla fine tutto si conclude nella stessa maniera, non importa quello che il giocatore abbia fatto (date uno sguardo a questo riferimento per il diagramma di tutte le scelte). Mass Effect è un altro gioco che è stato fortemente promosso per le scelte dei giocatori, ma si conclude nello stesso posto a prescindere dalle decisioni prese.
La totale player agency crea delle diramazioni della storia che non si ricongiungono poi nello stesso posto: le scelte dei giocatori continuano a ramificarsi. La ragione per cui questo è raro nei videogiochi è che più scelte e più ramificazioni significano più sviluppo, che costa caro. Nei GdR da tavolo, un buon GM può fornire quante ramificazioni siano necessarie, potendo improvvisare alla bisogna.
L'unico posto in cui la player agency è raramente messa in discussione è nei giochi da tavolo competitivi, specialmente nei wargame. Eppure anche qui, molti dei vecchi giochi della SPI forzavano più o meno i giocatori a seguire la storia. E molti "giochi" all'Europea sono più dei rompicapi che veri e propri giochi, perciò i giocatori devono seguire una delle varie soluzioni possibili ("strade per la vittoria").
Perché un designer non dovrebbe fornire Agency? Emotivamente non riesco a capirlo, ma posso farlo razionalmente. Alcuni game designer sono narratori frustrati (o creatori di rompicapi) che hanno scelto di non usare le forme tradizionali di narrazione come libri, film, commedie, narrazione orale. Vogliono fornire "esperienze". Ma per poterlo fare con un mezzo che non è pensato per questo, devono introdurre limitazioni ai giocatori per mantenere il controllo della narrativa.
Solo i giochi (contrariamente ai libri o ai film) offrono la scelta di avere agency o meno. Non c'è nulla di sbagliato nella "mancanza di agency", se i giocatori se la aspettano, come nei tipici film e romanzi. Non sto dicendo che sia sbagliata, solo che molti giocatori con molta esperienza non amano la mancanza di agency.
Vi consiglio di porvi una domanda generale: "sto imponendo le mie idee e conoscenze al gioco, o sto permettendo ai giocatori di usare le proprie?" Parte di questa risposta è rilevante per la player agency. Quale che vogliate che sia la risposta, spetta a voi stabilirlo.
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