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  • Le terre selvagge di Dembraava - Parte 2

    Pippomaster92
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    • Proseguiamo nella scoperta di Dembraava e dei suoi strani ed inquietanti segreti...

    Le Terre Selvagge di Dembraava - Parte 1

    Articolo di GoblinPunch del 26 novembre 2015

    Paladros

    C'è una città morta nel mezzo delle terre selvagge di Dembraava. La foresta l'ha uccisa.

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    La città è un labirinto di radici tortuose e pietre spezzate. Nel secolo trascorso da quando è stata abbandonata gli alberi l'hanno fatta a pezzi. Noi umani non possiamo vedere tutta questa violenza, perché è accaduta troppo lentamente per i nostri sensi. Ma c'è dolore nelle fondamenta fratturate, e anche se non c'è sangue sparso sul terreno, possiamo indovinare la furia che è calata su questo luogo.

    Le mura sono state fatte crollare. I palazzi di pietra sono stati frammentati e i frammenti vengono afferrati da artigli di legno che nei prossimi cento anni finiranno per ridurli in polvere. Le vecchie mappe sono inutilizzabili. 

    La foresta è piombata su questo luogo con tutta la violenza che poteva radunare. I druidi che vedono questa città per la prima volta ne vengono sempre sconvolti. Odiano le città, ma questo è l'equivalente di un elevante che calpesta a morte un bambino. Fa sgomento perché è eccessivo: i druidi non provano dispiacere per la sorte della città, ma sono sorpresi che una foresta possa diventare così feroce. Le foreste hanno emozioni, e quella predominante a Brembraava è il freddo, calcolato odio.

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    I Ranger di Dembraava

    Il loro compito non è facile e molti muoiono cercando di tenere una via aperta. Lo fanno perché così i mercanti possono continuare a passarvi attraverso e arricchirsi.

    Ma alcuni erano, un tempo, ranger di Paladros. La foresta è la casa dei loro antenati, e nella loro testardaggine sperano ancora di poter reclamare questa città-cadavere.

    Non si allontanano molto dalla strada. Nemmeno quando qualcuno di essi viene catturato dai clan di selvaggi e spellato vivo su qualche albero lontano. Nemmeno quando le pelli vengono poi appese sulla strada per provocarli. Sono troppo furbi per cascarci.

    Il Fiato delle Mosche

    Ci sono molti pericoli nelle terre di Dembraava, ma quello che è più temuto è il più subdolo.

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    Viene chiamato Fiato delle Mosche, perché si dice che venga trasmesso dal fiato delle mosche che infestano le carcasse. Altri lo chiamano "Pazzia del Costruttore di Torri", e in effetti è vero che alcuni si mettono a costruire torri nel mezzo della malattia. 

    Negli stadi iniziali si esprime come una leggera psicosi e un forte desiderio di stare da soli. Le persone si agitano e attaccano i propri compagni di avventure o, più comunemente, fuggono nella foresta. (Può essere un bel problema se la persona colpita aveva con sé qualcosa di importante).

    Se la persona malata si avvicina ad una città è necessario trovarla subito e bruciarne il corpo. Se venisse lasciato in vita potrebbe infettare l'intera città. 

    Dopo qualche tempo la persona soggetta alla malattia comincia a mostrare segni di acrofilia e una quasi totale dissociazione della personalità. Li si sente spesso borbottare di cose come sentire la loro stessa voce che gli parla, oppure si sentono frasi come "aprire il sole segreto" o parlare dei "milioni di figli luminosi che ci sono dentro di loro".

    A questo punto della malattia di solito si arrampicano in luoghi molto alti. Alberi, torri, precipizi. Salgono più in alto che possono, là dove le cime degli alberi ondeggiano come navi nel mare.

    E quando sono lì, una volta che sono fortemente aggrappati alla cima degli alberi, entrano nella fase finale della malattia.

    Braccia e gambe divengono rigide e li fissano lì dove si trovano. La schiena si inarca in modo folle, come per i malati di tetano, e le labbra si ritirano in un rictus. Gli occhi si fissano sul sole e le palpebre smettono di battere, e diventano ciechi.

    Molti dicono che a questo punto la vittima è morta. Ma non è cosa certa.

    Infine il fungo si fa finalmente vedere. Le spore cominciano a fioccare fuori dalla bocca della vittima, rilasciate dopo il periodo di incubazione nei polmoni. Gli arti muoiono e si trasformano in una materia resinosa. E in realtà quasi tutto il corpo muore a questo punto, disseccandosi e indurendosi in qualcosa di simile al cuoio.

    Restano in vita solo i polmoni, che continuano ad inalare ed esalare finché l'ultima caloria del corpo non viene consumata (ovviamente anche il cuore è vivo, in questi ultimi momenti). 

    Il fungo è in grado di stimolare i muscoli per conto proprio. Anche se la testa venisse rimossa, o se dovesse marcire, il corpo continuerebbe a respirare. Un intero essere umano semplificato fino ad essere un mantice.

    E un mantice davvero efficiente. Se lasciato a sé stesso, il cadavere continuerà a respirare per settimane dopo la morte del corpo, e ad ogni esalazione emette nuove spore. Cadono come una nevicata spettrale. 

    Questo processo è di grande interesse sia per i guaritori che per i necromanti, che apprezzano le varie gradazioni della morte. Per una persona comune c'è solo la morte, ma per gli esperti ci sono molte, piccole morti. La fine dell'ultimo pensiero di una mente. Il punto oltre il quale una mente non può più essere riportata indietro. La fine del corpo fisico, funzionante. La fine di un singolo organo. La morte dell'ultima cellula nel corpo. 

    Chiedete ad un necromante, e vi diranno che ci vuole davvero molto prima che tutte le parti di un uomo muoiano del tutto. Togliete la testa di un uomo, impalategli il cuore, e diventerà freddo. Ma ci vorrà un giorno perché i suoi spermatozoi smettano di nuotare, e tre giorni perché il suo sangue smetta di avere della vita (i globuli bianchi). Questa maleducata ostinazione a restare in vita, simile ad un ospite che non se ne vuole andare dopo una festa, è il motivo per cui i cadaveri più freschi non sono (paradossalmente) i migliori per la non-morte.

    Ma sto divagando.

    Quando la persona colpita dalla malattia finalmente muore, l'ultimo corpo fruttifero finalmente emerge dai polmoni, percorre la trachea ed emerge dalla bocca, da dove si estende nel cielo. La malattia dissemina anche le sue spore passivamente, rilasciandole lentamente nella brezza. Il corpo fruttifero sembra una specie di corno di cervo di chitina rosa-marrone.

    In questo stadio a metà tra un corpo di carne e una scultura di resina, il corpo viene divorato dai predatori, tra i quali le mosche che sciamano su di esso. Le uova che le mosche depongono nella sua carne vengono intrappolate dalla resina prima della schiusa. Si dice che siano queste mosche a trasmettere la malattia. Ma in realtà i polmoni sono in questo caso l'organo che resta umido più a lungo (e quindi sono i più ricchi di appetitosa carne avariata), e la vista di migliaia di mosche che fanno avanti e indietro dalla bocca dei cadaveri ha dato il nome alla malattia.

    Come il cadavere, anche il corpo fruttifero alla fine si indurisce in una resina secca. 

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    Le terre di Dembraava sono piene di questi resti spaventosi. Attraverso tutta la foresta si possono intravedere cadaveri abbarbicati alle cime degli alberi. Dopo una tempesta li si ritrova sparsi sul terreno, come delle sculture di cera scolpite a rappresentare uomini mangiati dai corvi, in pose contorte. Staccare le braccia e le gambe spesso richiede martello e scalpello, ma molte si spezzano quando i corpi cadono a terra. 

    A volte non cadono mai dalle cime e l'albero cresce attorno ad essi. Se il corpo è abbastanza intatto può essere usato da scoiattoli e vespe come nido. 

    I ranger di Dembraava li chiamano "sentinelle" e li usano come punti di riferimento. Spesso si attribuiscono loro nomi e storie colorite. Ma stanno sempre molto attenti a non toccarli e quelli che cadono a terra vengono lasciati lì dove si trovano. 

    La città di Paladros è piena di queste "sentinelle". Si trovano su ogni tetto in rovina, gli occhi fissi su strade in rovina. Si può vedere, attraverso le costole, ciò che resta del fungo ormai fossilizzato.

    Zhilov

    Nelle terre di Dembraava c'è anche un uomo nero, chiamato Zhilov.

    Un demone dei funghi. Un angelo della guarigione. Uno spirito della fertilità e della crescita. Una cosa strisciante che scava tunnel nel terreno, come un grande intreccio di piccoli vermi bianchi. Una donna con un abito verde. La voce di un uomo che parla da dentro un albero. Non c'è consenso sulla vera natura di Zhilov.

    Ma tutte le storie concordano su una cosa: quando Zhilov è vicino, i cadaveri delle "sentinelle" riprendono a respirare.

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    Tipo Articolo: Approfondimenti

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    Commento consigliato

    Le Fantome

    Inviato (modificato)

    Veramente un bell'articolo, avrei voluto mettere una reazione di gradimento ma il sito me lo impedisce per qualche inenarrabile motivo. Beh, non importa.

    Leggendolo, ho immaginato Goblinpuch chino sulla tastiera, in volto un'espressione indecifrabile, mentre con macabro compiacimento descriveva tutti gli effetti devastanti del fungo. Fungo che, come ormai nella classica tradizione di Goblinpunch, sembra tutto meno che un comune fungo, ma un essere senziente e ostile, che trascende la morte del suo ospite e si propaga in modo innaturale e perturbante.

    Di certo il mondo di Goblinpunch appare estremamente pericoloso e avverso all'umana specie, penso che sommando tutti i pericoli sovrannaturali che possono cogliere un abitante della sua terra c'è da sorprendersi che ci siano ancora persone in vita :'D

    Leggendo il (poco) materiale su Zhilov si potrebbe pensare a un qualche incantatore capace di manipolare le spore, forse tramite qualche tecnica di necromanzia. Personalmente penso però che nella fervida mente dell'autore sia qualcosa di più esotico, qualcosa che sfidi il senso comune: una sorta di manifestazione fisica della "mente" del fungo, la concretizzazione di una mente alveare frutto delle milioni, miliardi di spore che albergano nella foresta.

    Solo una domanda: visto che la foresta viene descritto come un luogo tremendo e pericolosissimo (pieno di tribù di selvaggi, malattie mortali, etc.) come mai le popolazioni che vivono nei pressi del luogo non le stanno dando progressivamente fuoco? Dannazione, la Foresta Amazzonica viene erosa di innumerevoli ettari di vegetazione ogni anno per meri interessi dei coltivatori locali, gli abitati di Dembraava avrebbero motivazioni ben più impellenti e condivisibili per attuare i roghi.

     

    Modificato da Le Fantome
    MattoMatteo

    Inviato

    42 minuti fa, Le Fantome ha scritto:

    Veramente un bell'articolo, avrei voluto mettere una reazione di gradimento ma il sito me lo impedisce per qualche inenarrabile motivo. Beh, non importa.

    Non puoi mettere più di tot reazioni al giorno (lo, so, perchè una volta è successo anche a me), ma non ricordo il numero preciso.

     

    43 minuti fa, Le Fantome ha scritto:

    Solo una domanda: visto che la foresta viene descritto come un luogo tremendo e pericolosissimo (pieno di tribù di selvaggi, malattie mortali, etc.) come mai le popolazioni che vivono nei pressi del luogo non le stanno dando progressivamente fuoco? Dannazione, la Foresta Amazzonica viene erosa di innumerevoli ettari di vegetazione ogni anno per meri interessi dei coltivatori locali, gli abitati di Dembraava avrebbero motivazioni ben più impellenti e condivisibili per attuare i roghi.

    Paura della reazione della foresta?
    E non stò parlando solo dei druidi e dei selvaggi... da come la descrive, mi dà l'impressione di essere "viva", e ben capace di difendersi anche da sola (vedi la descrizione di Palandros).

    Albedo

    Inviato (modificato)

    1 ora fa, Le Fantome ha scritto:

    Veramente un bell'articolo, avrei voluto mettere una reazione di gradimento ma il sito me lo impedisce per qualche inenarrabile motivo. Beh, non importa.

    Leggendolo, ho immaginato Goblinpuch chino sulla tastiera, in volto un'espressione indecifrabile, mentre con macabro compiacimento descriveva tutti gli effetti devastanti del fungo. Fungo che, come ormai nella classica tradizione di Goblinpunch, sembra tutto meno che un comune fungo, ma un essere senziente e ostile, che trascende la morte del suo ospite e si propaga in modo innaturale e perturbante.

     

    Ti sorprenderà sapere che GB non ha nemmeno dovuto usare molta fantasia per creare quel fungo... perchè esiste veramente (o quasi). E sono di diversi tipi.

    Il più "famoso" trasforma le formiche in zombie, ma ve ne sono altri che attaccano anche organismi più complessi, prendono "il controllo" del sistema nervoso e obbligano gli organismi ospiti a tenere comportamenti che facilitano la propagazione del fungo. Ci sono anche dei parassiti che fanno cose simili, tipo portare l'ospite ad esporsi ai predatori perché i predatori sono l'ospite finale del parassita.

    https://www.noidiminerva.it/formiche-zombie/

    Modificato da Albedo
    • Mi piace 1
    Le Fantome

    Inviato (modificato)

    1 ora fa, Albedo ha scritto:

    Ti sorprenderà sapere che GB non ha nemmeno dovuto usare molta fantasia per creare quel fungo... perchè esiste veramente (o quasi). E sono di diversi tipi.

    Il più "famoso" trasforma le formiche in zombie, ma ve ne sono altri che attaccano anche organismi più complessi, prendono "il controllo" del sistema nervoso e obbligano gli organismi ospiti a tenere comportamenti che facilitano la propagazione del fungo. Ci sono anche dei parassiti che fanno cose simili, tipo portare l'ospite ad esporsi ai predatori perché i predatori sono l'ospite finale del parassita.

    https://www.noidiminerva.it/formiche-zombie/

    In effetti ignoravo che esistessero funghi che fossero capaci di "insinuarsi" nell'encefalo dell'ospite per modificarne il comportamento, agevolando così lo spargimento delle spore e il contagio di altri organismi. Confesso che trovo la cosa perturbante.

    Ovviamente GoblinPunch esaspera il tutto al quadrato, arrivando a descrivere macabre "mantice" umane che si arrampicano sugli alberi e che, occasionalmente, tornano a esalare spore al passaggio di un misterioso essere sovrannaturale. 

    Ma mi piace proprio per questo :]

    Modificato da Le Fantome


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