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  • Otto lezioni che ho imparato guardando Matt Mercer

    Pippomaster92
    • 7.204 visualizzazioni
    • Vi presentiamo alcuni consigli su come gestire le vostre partire, estrapolati dalla celebre web series Critical Role, condotta da Matt Mercer.

    Una breve introduzione per coloro che non sapessero di cosa si va a parlare: Matthew Mercer è un celebre doppiatore americano di anime e videogames, che negli ultimi anni ha acquisito grande notorietà tramite la sua web series chiamata Critical Role, in cui funge da DM di D&D 5E ad un gruppo di suoi colleghi. Critical Role, ospitato dal canale Youtube Geek & Sundry, è visionabile su molte piattaforme ed è tra gli show più di successo legati a D&D 5E, visionato da milioni di spettatori

    A meno che non siate appena giunti nel multiverso dentro il fagotto di una cicogna, senza dubbio avete sentito parlare di Matthew Mercer. Probabilmente è il Dungeon Master più famoso del mondo grazie a Critical Role, il gioco che viene trasmesso su Youtube - anche se io l'ho scoperto lavorando alla serie web della Wizard of the Coast, "Force Grey".

    Non avrei mai pensato, nemmeno in un milione di anni, che guardare altra gente giocare a D&D potesse essere interessante: invece mi sono appassionato alle prime stagioni della serie, dove i personaggi erano impersonati da giocatori davvero spassosi come Utkarsh Ambudkar, Chris Hardwick e Jonah Ray. Con il proseguimento della serie sia Chris che Jonah hanno abbandonato, e con loro la serie ha un po' perso mordente, ma continua ad essere molto interessante e continuo a seguirla. In realtà è stato proprio questo a farmi capire che non stavo seguendo la serie per vedere i giocatori sconfiggere i nemici e scambiarsi battute (anche se è molto divertente), ma continuavo a guardare nuovi episodi per come Matt Mercer arbitrava il gioco.

    Perché? Perché guardare Matthew Mercer fare il Dungeon Master è come guardare Lionel Messi giocare a calcio. Sei catturato e affascinato dalla vista di qualcuno che gioca al meglio della sua disciplina. 

    Allo stesso modo, come quando guardo Messi, accetto semplicemente che non sarò mai al suo stesso livello in termini di performance (vale sia per il calcio che per il gioco al tavolo), ma sono comunque in grado di ricavare degli spunti interessanti per migliorare le mie capacità di Master.

    Dopo la recente maratona dell'intera serie "Lost City of Omu", ho raccolto alcune cose che ho imparato guardando Matt Mercer fare il Master...
     

    1. Più dettagli rendono il gioco vivo.

    Matthew ha talento sia per immaginare che per descrivere il mondo che i suoi giocatori abitano, e ogni cosa è descritta nel dettaglio: ogni mostro, ogni magia e ogni colpo di spada è reso in tecnicolor, in modo che sia possibile sentirsi come di fronte ad un film. Prima di vedere Matt come DM tendevo a giocare in modo abbastanza meccanico. Se un giocatore mi diceva "lancio dardo incantato sull'orco", io davo vita ad un dialogo come "Ok, tira 3d4+3 danni" "10 danni, è morto?" "No, è ancora vivo".

    Matthew invece direbbe qualcosa del tipo "Tre bianchi fulmini saettano dalla punta delle tue dita e si dirigono verso l'orco con la precisione di missili teleguidati. Boof, boof, boof, esplodono uno dopo l'altro nel suo petto e lui tentenna per il dolore. Stringendo i sui denti affilati da predatore, ulula un grido di guerra nella sua lingua e ti carica". 

    Non credo di dovervi dire quale delle due situazioni è la più interessante, vero?
    Ovviamente ora sto cercando di modificare il mio stile di gioco in questo senso, la sfida è tener traccia nel caos della battaglia della dozzina di cosa che accadono, mentre al contempo si deve mantenere l'agilità mentale necessaria a dare forza vitale alle descrizione...ma sto migliorando.
     

    2. Non dire no, dì "puoi provarci".

    Confesso, sono sempre stato un DM molto restrittivo. Mi piace il realismo e, inoltre, mi piace che i personaggi si guadagnino il loro status di eroe, e non voglio che si aspettino di cavarsela in ogni situazione solo perché sono i protagonisti. Questi significa, storicamente, che spesso ho vietato o bloccato sul nascere le manovre più bizzarre che i personaggi hanno cercato di intraprendere. Questo, ovviamente, è frustrante per i giocatori e toglie loro parte del divertimento.

    Ci sono due cose che Matt fa quando uno dei suoi giocatori arriva con qualche piano particolarmente bizzarro e ho cominciato a fare lo stesso. La prima cosa che Matt fa è assicurarci che il personaggio comprenda l'aspetto logistico di quello che intende fare. Siccome D&D avviene per la maggior parte nella nostra testa, è naturale che una persona immagini una situazione in un modo e che un'altra lo faccia diversamente...anzi sono sicuro che spesso siano decisamente differenti! Semplicemente, rispiegare lo scenario con più dettagli è sufficiente a chiarire le idee al giocatore, specialmente se il piano è destinato a non funzionare...una volta che hanno capito che il fiume è gonfiato dalle piogge infernali e che lo stesso Michael Phelps non potrebbe resistere a lungo nuotando in armatura a piastre, potrebbero non essere più così propensi ad affogarsi da soli. 

    La seconda risposta di Matt alle idee folli è dire semplicemente "puoi provarci!", e mi piace molto questo metodo perché concede ai giocatori pieno controllo sulle proprie capacità di successo... quanto è grande o piccola questa possibilità, sta a te deciderlo. E se/quando si fallisce, si apre la strada a qualcosa di memorabile ed epico. Certamente molto meglio che bloccare sul nascere la creatività dei giocatori e lasciarli a noiosi colpi di spada fatti per mancanza di alternative. 

    Mi sono reso conto che molti dei momenti migliori del gioco arrivano quando un DM lascia fare ad un giocatore qualcosa di stupido. Infatti, è quel momento dei film in cui le cose cominciano ad andare di male in peggio e la tensione raggiunge il suo culmine...spesso con un po' di umorismo.

    Anche se questo significa dover usare una CD di 25 o 30, vale la pena lasciar fare ai giocatori e godersi la carneficina che ne risulterà...
     

    3. Usa i tiri di dado come ispirazione per le descrizioni.

    Questo è legato al mio primo punto, ma quello che amo davvero dello stile di Matt è come sia in grado di trasformare il bianco e nero delle meccaniche in varie sfumature narrative. Se qualcuno fallisce un attacco per un solo punto, è l'occasione di Matt per descrivere come la freccia raggiunga sicura il bersaglio per poi essere deviata dall'elmetto dell'hobgoblin senza infliggere danno. Un personaggio che evita una palla di fuoco permette a Matt di descrivere l'incredibile acrobazia che mette al sicuro il bersaglio dalla furia delle fiamme. Il picco drammatico di un tiro vitale di Acrobazia e di come il personaggio raggiunga l'altro lato del burrone per un pelo, mulinando poi le braccia per evitare di cadere all'indietro nella fossa di lava bollente. 
    In altre parole continua a mettere in discussione il sistema binario di successo/fallimento implementandolo con elementi puramente narrativi ma di sicuro successo.
     

    4. Lascia descrivere ai giocatori il colpo di grazia.

    Di solito Matt prende in mano il compito di descrivere le azioni...ha senso. Come Dungeon Master ha l'arbitrio sul mondo. Un giocatore può tentare qualunque cosa, ma quello che accade è completamente legato all'interpretazione del DM. Comunque, quando un giocatore riduce un mostro a zero punti ferita il DM può concedere al giocatore in questione carta bianca: il risultato dell'azione è già deciso e come questa avviene è solo questione di stile. 

    Quando questo accade al tavolo di Matt lui si rivolge al giocatore con un sogghigno e chiede (rivelando implicitamente che hanno ucciso il cattivo!) "Allora, come vuoi farlo?"

    Questa è l'occasione per i personaggi per dare adito alle loro (violente) fantasie e lascia la possibilità di immaginare esattamente come questo personaggio possa infliggere il colpo mortale. Spesso abbelliscono il colpo con frasi come "e sputo sul cadavere" o "poi pulisco il sangue dalla mia lama e aggiungo e stai giù, bast*rdo". Tutti amano immergersi nel potere dei propri personaggi e fornire ai giocatori le redini per un momento (specialmente in un momento in cui l'esito delle azioni è già noto) permette loro di dare un apporto creativo al gioco e di diventare dei narratori a loro volta. Inoltre, è il momento in cui i personaggi si sentono più tosti. 

    La cosa è così apprezzata che vale la pena tenere gli occhi aperti per altre occasioni in cui, come DM, puoi passare il volante ai giocatori...loro adorano questi momenti e il gioco ne guadagna sotto l'aspetto narrativo.

    Per la cronaca, c'è un ottimo esempio di questo punto nel primo episodio di Force Grey, quando il druido del gruppo distrugge un t-rex non morto nelle giungle del Chult: egli evoca un'orda di porcospini che scaglia una letale salva di spine!
     

    5. Non devi essere schiavo delle regole.

    I giocatori spesso (consciamente o meno) interpretano le proprie capacità come molto più potenti di quanto le regole non dicano chiaramente, e quindi penso sia giusto ricordare loro che non è così...altrimenti, se i giocatori si aspettano di poter eccedere il loro potere su base regolare, non riuscirai più a gestirli e darai vita a una serie di situazione spiacevoli. 
    Comunque, come Matt Mercer dimostra in questo episodio di The Lost City of Omu, è totalmente accettabile permettere ai giocatori di travalicare le regole in un momento chiave.

    Nell'esempio che ho condiviso, il barbaro del party ha perso la sua mano destra...la prospettiva di continuare con un personaggio mutilato non è molto divertente! Considerando che combatte con un'arma a due mani, resterà un'anatra zoppa per il resto dell'avventura. Il gruppo cerca disperatamente di aiutare e il paladino, avendo già scoperto che l'incantesimo Ristorare Inferiore non avrebbe funzionato, descrive nel dettaglio come egli prenda la mano del suo amico, la metta vicino al moncherino sanguinante e ed elevi una preghiera disperata al suo Dio. 

    Ora, per come sono scritte le regole, non c'è modo che l'imposizione delle mani possa riattaccare arti mozzati, ma invece di dire "mi spiace amico, ma questo è oltre il tuo potere", Matt ha detto al paladino di fare un tiro di Religione. Questo è chiaramente un momento cruciale e, con l'aiuto dell'ispirazione bardica e dell'incantesimo Guida, il tiro risulta un bel 27. Questt'ultimo è lo spunto che Matt utilizza per descrive che il Paladino raggiunge i Nove Inferi attraverso i piani di esistenza e giunge faccia a faccia con Tiamat, la sua terrificante divinità. Le cinque teste della divinità annuiscono e concedono aiuto al Paladino. Non è così semplice, però...un'esplosione di luce bianca si dirama dal polso del barbaro, infliggendogli 10 danni, e la sua nuova mano gli da una sensazione di estraneità e sembra intorpidita. 

    Lasciando piegare le regole ad uno dei giocatori, Matt ha permesso la creazione di un momento epico - al quale da più che giustizia con la sua descrizione - e aggiunge qualcosa di unico e memorabile al gioco. Il fatto che sia accaduto al di fuori delle regole lo rende anzi ancora più epico. E il fatto che abbia richiesto chiaramente un tiro molto alto, e che comporti delle conseguenze negative, evita l'impressione che il Master abbia semplicemente lanciato un osso ai suoi giocatori. Da l'idea che si siano meritati questo premio.

    La morale della storia è che se vuoi uscire dal RAW (Rules As Written, ovvero le regole così come sono scritte, NdT), Chris Perkins e Jeremy Crawford non verranno da te per devastarti la casa, confiscare il tuo Manuale del Giocatore e bandirti dal gioco per sempre.

    Infatti, è esplicitamente scritto in ogni edizione di D&D che abbia mai giocato (per la precisione la prima, la seconda e la quinta) che le regole sono pensate per essere infrante e interpretate. (Niente di tutto ciò, sfortunatamente, ha mai impedito a certi rules lawyers di dare in escandescenze sui forum quando qualcuno ha suggerito metodi alternativi di gestire una situazione. Ma questo è un altro post...)
     

    6. Tentare il Disastro. 

    Una cosa che ho visto fare a Matt in diverse occasioni è permettere un peggioramento delle situazioni già problematiche. Come detto prima, permettere ai giocatori di fare cose stupide significa che queste possono accadere senza l'intervento diretto del Master. Comunque, anche se i giocatori stanno compiendo scelte sagge e agiscono all'unisono e con competenza - o magari proprio per questo - è bene essere aperti all'idea che le cose possano peggiorare. C'è un evento che mi ha colpito in particolare, durante un episodio recente di Force Grey. Mentre il party tenta di calarsi lungo uno strapiombo viene attaccato da alcuni gargoyle. Questo sembra già abbastanza brutto, ma proprio mentre qualcuno lancia una palla di fuoco Matt ne approfitta per far notare che le corde hanno preso fuoco. Ora si che la storia si fa interessante!
     

    7. Addentrati nella visione che i giocatori hanno dei loro personaggi.

    Come DM il tuo compito è quello di facilitare le fantasie dei tuoi giocatori e non il contrario. Spesso lotto con questo concetto, ad essere onesto. Ho una visione piuttosto specifica del fantasy - mi piace duro e cupo e trovo l'high fantasy troppo sciocco per essere divertente. Ma..penso che un buon DM debba restare con la mente più aperta possibile. Quando un druido nel party evoca un branco di castori e li fa parlare come gangster di Chicago, magari devi solo adeguarti...e divertirti!
     

    8. Non svendere il gioco.

    Un'altra cosa che mi piace dello stile di Matt come Master è che lui non si rivolge molto ai giocatori fuori dal gioco - o comunque lo fa il minimo indispensabile. Una volta che ha descritto una scena, tende a fare un passo indietro e a lasciare ai giocatori la scelta di cosa fare, senza spinte. A volte, quando faccio il Master finisco per fare "fuoco, fuochino" con i giocatori, rispondendo inconsciamente al desiderio dei personaggi di essere accompagnati e guidati: con espressioni facciali, indizi verbali o istruzioni velate che li guidino lungo la strada giusta.

    Ma perché il gioco possa offrire vera autonomia, penso che quando i giocatori si trovano davanti ad un dilemma sia giusto mettere la propria faccia da poker e lasciarli decidere da soli; a costo di far compiere qualche scelta sbagliata o lasciarli andare nella direzione sbagliata.

    Come giocatore, tendo naturalmente a cercare di leggere tra le righe quello che il Master vuole farci fare, ma apprezzo di più quando non mi viene detto nulla e sono obbligato a prendere una decisione da solo o con il gruppo.

    Sfortunatamente per me, un po' come Messi è velocissimo e abilissimo nel tenere la palla attaccata ai piedi, ci sono cose di Matt che non posso imparare semplicemente guardandolo: o almeno non è sufficiente osservarlo e basta.

    Essendo un attore professionista ha un'ampia gamma di voci ed espressioni facciali che non avrò mai e, ad essere onesto, non sono abbastanza sicuro di me da dare il massimo sotto l'aspetto teatrale; perciò non sarò mai abbastanza bravo da eguagliare i Master più attoriali che riescono a raggiungere un altro livello di immersione.

    A prescindere dai vostri talenti o limiti, comunque, non c'è ragione per non cercare di migliorarsi come Master. Dopo tutto, migliorare in qualcosa che si ama è qualcosa che può dare enorme soddisfazione e, in questo caso particolare, può anche migliorare il divertimento di altre persone.

    Perciò il mio obbiettivo quando osservo un Master esperto come Matt è di non emularlo mai completamente, ma di prendere ciò che riesco ad implementare con facilità, piccoli trucchi insomma, e aggiungerli al mio gioco. 

    Comunque, ora basta parlare di me...cosa avete imparato guardando Mr. Mercer? O chi altri (sia esso un Master celebre che possiamo seguire su Youtube o un vostro amico che eccelle in quest'arte) vi ha insegnato tutto?

    Condividete le vostre storie qui con noi!

    Concludo con il primo episodio di Force Grey!

     

     


    Tipo Articolo: Approfondimenti

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    Commento consigliato

    The Stroy

    Inviato

    Avevo provato a guardare il primo episodio della seconda stagione di Critical Role, ma per qualche ragione master e giocatori mi erano risultati talmente antipatici che non sono riuscito ad andare oltre i primi minuti.

    Al di là di questo, tutte le pratiche descritte nell'articolo sono ottimi consigli di GMing.

    A costo di passare per rules lawyer, un modo per migliorare ulteriormente i punti 5 e 7 è (paradossalmente) introdurre regole per gestire i fuori-dalle-regole.

    Ad esempio io permetto ai giocatori di andare "fuori scheda" usando l'ispirazione, o una risorsa più rara e importante concessa ogni sessione a due giocatori meritevoli votati dai giocatori stessi (che avrebbe potuto concedere l'intervento di Tiamat descritto nel post).

    Quanto al peggiorare la situazione, si può fare importando la GM intrusion dal Cypher System, che una volta introdotta può fare tante altre cose utili (ed è un modo perfetto per assegnare ispirazione).

    Dico che introducendo regole come queste il gioco migliora perché fa sentire i giocatori meno in balia dell'estro del GM, e al tempo stesso dà al GM una struttura, che fra l'altro lo incoraggia a creare più spesso scene interessanti e divertenti come quelle descritte.

    • Mi piace 7
    Hero81

    Inviato

    Bell'articolo. Unico appunto: le descrizioni avvincenti. Trasforma ogni singolo colpo in una descrizione? In tal caso non durano una vita i combattimenti?

    • Mi piace 1
    SNESferatu

    Inviato

    23 minuti fa, Hero81 ha scritto:

    Bell'articolo. Unico appunto: le descrizioni avvincenti. Trasforma ogni singolo colpo in una descrizione? In tal caso non durano una vita i combattimenti?

    Le descrizioni delle azioni sono molto veloci, nulla che rallenti troppo il gioco. Poi, come Matt, anche i giocatori fanno lo stesso. Il mago Caleb prende la componente della magia, descrive rapidamente cosa fa, lancia l'attacco. Roba da meno di dieci secondi. Dire "attacco lo gnoll grande" "ok lancia il dado" "ho fatto 22" "hai colpito, lancia per i danni" sarà più veloce ma non fa molto show biz :grimace:

    • Mi piace 2
    Mezzanotte

    Inviato

    Qualsiasi master/giocatore con esperienza arriva a conclusioni simili.

    La vera classe sta nell'applicarle in maniera convincente.

    • Mi piace 2
    Pippomaster92

    Inviato

    Diciamo che sono consigli per Master novizi, perché appunto come dice Mezzanotte la maggior parte di quelli esperti già applica alcune di queste regole in modo naturale.
    Non tutti lo fanno, badate bene: conosco master che le regole 2, 7 e 8 non le applicano manco morti!

    In parte dipende anche dallo stile che si vuole dare. 
    Io personalmente sono sempre per il "Si, ma" piuttosto che per il "No", mentre per quanto riguarda il punto 7 ho delle difficoltà. In realtà, alla fine siccome gioco alla pari con il mio gruppo anche se sono il DM non impongo i miei gusti sugli altri. Però è anche vero che non mi piace per niente quando un personaggio stona molto nel gruppo/nella storia, e tendo a farlo presente. 

    • Mi piace 3
    The Stroy

    Inviato

    Il 11/4/2018 alle 19:02, Hero81 ha scritto:

    Bell'articolo. Unico appunto: le descrizioni avvincenti. Trasforma ogni singolo colpo in una descrizione? In tal caso non durano una vita i combattimenti?

    Io più o meno faccio come Mercer e devo dire che i combattimenti non si allungano.
    Innanzitutto, il tempo che ci si mette a descrivere un'azione ("Mi avvicino e provo un fendente") non è più lungo di quello che serve a dichiararla ("Mi muovo in mischia e attacco con la spada"). Inoltre la descrizione viene percepita come scena
    che avanza, mentre la dichiarazione come una pausa nell'azione.
    Poi ovviamente le descrizioni infiorettate prendono un po' di tempo in più, ma se necessario si può recuperare limando da altre parti, ad esempio:
    - dichiarare i numeri bersaglio (CA, TS dei nemici, eccetera) invece di tenerli segreti
    - tirare attacchi e danni contemporaneamente
    - prendere le medie su alcuni dadi di danno
    - descrivere l'azione mentre il GM fa i suoi calcoli, o in altri tempi morti

    8 ore fa, Pippomaster92 ha scritto:

    In realtà, alla fine siccome gioco alla pari con il mio gruppo anche se sono il DM non impongo i miei gusti sugli altri. Però è anche vero che non mi piace per niente quando un personaggio stona molto nel gruppo/nella storia, e tendo a farlo presente. 

    Per questo ho trovato sia molto comodo fornire ai giocatori immagini di riferimento prima dell'inizio della campagna.
    Ho notato che una decina di .jpeg trovate su Pinterest o Google facciano un lavoro migliore per creare coerenza estetica nella campagna di un documento di ambientazione di 20+ pagine.

    • Mi piace 2
    Pippomaster92

    Inviato

    9 minuti fa, The Stroy ha scritto:

     

    Per questo ho trovato sia molto comodo fornire ai giocatori immagini di riferimento prima dell'inizio della campagna.
    Ho notato che una decina di .jpeg trovate su Pinterest o Google facciano un lavoro migliore per creare coerenza estetica nella campagna di un documento di ambientazione di 20+ pagine.

    È una cosa che faccio, in realtà produco un pdf di 5-10 pagine con immagini, descrizioni di png/ambientazione/situazione, possibili HR e così via. Ma può capitare lo stesso.

    • Mi piace 1
    Hero81

    Inviato

    Cita

    Io più o meno faccio come Mercer e devo dire che i combattimenti non si allungano.
    Innanzitutto, il tempo che ci si mette a descrivere un'azione ("Mi avvicino e provo un fendente") non è più lungo di quello che serve a dichiararla ("Mi muovo in mischia e attacco con la spada"). Inoltre la descrizione viene percepita come scena
    che avanza, mentre la dichiarazione come una pausa nell'azione.
    Poi ovviamente le descrizioni infiorettate prendono un po' di tempo in più, ma se necessario si può recuperare limando da altre parti, ad esempio:
    - dichiarare i numeri bersaglio (CA, TS dei nemici, eccetera) invece di tenerli segreti
    - tirare attacchi e danni contemporaneamente
    - prendere le medie su alcuni dadi di danno
    - descrivere l'azione mentre il GM fa i suoi calcoli, o in altri tempi morti

     

    Ma allora perchè non giocare direttamente ad un gioco dove:

    * i combattimenti sono veloci, brutali e  hanno dietro una matematica semplice.

    * la qualità della descrizione dei giocatori conta.

    Non so se esistono giochi simili.

    Awaken può essere un gioco cosi? I primissimi D&D con pochi pf e tutto lasciato all'inventiva dei giocatori?

    Non so ma mi pare che descrivere ogni mossa non si possa applicare a tutti i giochi.....

    • Mi piace 1
    DedeLord

    Inviato

    Grazie per aver condiviso queste "visioni" del fare il master, grazie davvero. Mette voglia di migliorarsi e nel leggere le minime scene del loro gioco che hai descritto, capisco che ho molto da migliorare! :grimace:

    • Mi piace 2
    The Stroy

    Inviato (modificato)

    13 ore fa, Hero81 ha scritto:

    Ma allora perchè non giocare direttamente ad un gioco dove

    Perché mi piacciono le regole di D&D/13th Age/SotDL (ovvero la roba che ho giocato negli ultimi tre anni)?

    Espandendo: da nessuna parte ho scritto che mi piacciono i combattimenti brutali; tutti e tre i giochi hanno combattimenti veloci, se li si struttura per quello; la matematica non è certo complessa, ma le opzioni, a differenza di un O/B/AD&D sono abbastanza da rendere il gioco interessante e spesso dal punto di vista tattico; i giochi in cui "la descrizione conta" solitamente sono la fiera della supercazzola, e gli effetti delle descrizioni (in genere la possibilità di applicare un bonus) si verificano così di frequente che diventano la norma ---> di fatto le descrizioni non servono a nulla.

    Modificato da The Stroy
    • Mi piace 2
    SilentWolf

    Inviato (modificato)

    @Hero81 Non c'è bisogno di cambiare Gdr per utilizzare metodi di gioco come quelli utilizzati da Mercer o descritti da @The Stroy. ;-)
    Anzi, spesso si tratta di accorgimenti utilizzati dagli stessi designer di D&D.

    Riguardo, ad esempio, ai metodi suggeriti da The Stroy nella parte da te quotata, Mike Mearls:

    • tira tipicamente attacchi e danni contemporaneamente nelle sue campagne.
    • suggerisce sempre di usare la media dei tiri (ad esempio per i danni) per velocizzare e semplificare il gioco.
    • sia lui che Crawford suggeriscono spesso di dare maggiore spazio alla descrizione narrativa o agli elementi narrtivi, anche durante le situazioni d'azione, per aiutare i giocatori a sentirsi maggiormente coinvolti (le descrizioni narrative aiutano a coinvolgere emotivamente i giocatori, che dunque sono più propensi a seguire con interesse la campagna).

    La questione non è quanto la descrizione conti o meno in gioco dal punto di vista regolistico. Piuttosto, suggerimenti come quelli forniti fin qui in questo topic (da Mercer o da altri) servono ad aumentare il coinvolgimento dei partecipanti al gioco (così da aumentarne il divertimento) e a semplificare a tutti l'esperienza di gioco.
    Si tratta, inoltre, di metodi di gioco che non dipendono da un sistema in particolare, ma che sono spesso e volentieri utilizzati a prescindere dal sistema utilizzato.

    Modificato da SilentWolf
    • Mi piace 1
    Hero81

    Inviato

    Cita

     i giochi in cui "la descrizione conta" solitamente sono la fiera della supercazzola, e gli effetti delle descrizioni (in genere la possibilità di applicare un bonus) si verificano così di frequente che diventano la norma ---> di fatto le descrizioni non servono a nulla.

    Ho giochicchiato a Exalted e non direi che le descrizioni non servono a nulla: i bonus non sono irrilevanti. 

    Io pure cerco di descrivere il piu possibile ma uso Shadow of the Demon Lord. Se provassi con Pathfinder, magari agli alti livelli, credo che dopo la prima mezz'ora tutti si annoierebbero e diverrebbe quasi naturale tornare a '19? colpito. tira 1d10+12 per i danni'. Mi riserverei le descrizioni per i momenti piu significativi: morti importanti, critici che ribaltano la situazione ecc...

    Con questo non voglio criticare il modo di giocare o i gusti in fatto di giochi di nessuno....

    • Mi piace 1
    The Stroy

    Inviato (modificato)

    7 ore fa, Hero81 ha scritto:

    Ho giochicchiato a Exalted e non direi che le descrizioni non servono a nulla: i bonus non sono irrilevanti. 

    Con Exalted non so come funzioni, facevo riferimento più a cose come Dungeon World, D&D se è concesso di cambiare le caratteristiche di appoggio alle abilità, il sistema di background di 13th Age. Ma onestamente non mi sentirei nemmeno a mio agio ad assegnare bonus significativi in base alla qualità della descrizione, mi sembra troppo arbitrario e incline a preferenze.

    7 ore fa, Hero81 ha scritto:

    Io pure cerco di descrivere il piu possibile ma uso Shadow of the Demon Lord

    SotDL è letteralmente il gioco più simile a 5e che abbia mai visto - cioè al D&D di cui parliamo, visto che ci basiamo sulla campagna di Mercer. Non vedo in che modo descrivere possa funzionare bene nell'uno e suscitare perplessità nell'altro, visto che i due regolamenti sono praticamente "universi paralleli" (vantaggio/boon, sottoclassi/path, eccetera): se va bene di qua, va bene anche di là.

    Ovviamente in un Pathfinder il discorso è diverso, più che altro perché le regole richiedono troppi calcoli e controlli incrociati per mantenere una descrizione fluida, ma non è il caso in esame.

    Modificato da The Stroy
    • Mi piace 1
    Hero81

    Inviato

    si: il mio punto era che il suggerimento non è universale in quanto in molti giochi il combattimento è troppo lungo e complesso. Ma a Shadow e D&D 5th è possibile descrivere e  tenere l'attenzione alta. Unico neo: mi piacerebbe che le regole in qualche modo incoraggiassero a descrivere e magari ad essere creativi. Magari non ogni colpo, solo quelli cui si vuole dare maggior risalto.....c'è in effetti un gioco che prevede 'stunt descrittivi' : un retroclone low power poco conosciuto chiamato Low Fantasy Gaming

    • Mi piace 2
    The Stroy

    Inviato

    L'ispirazione e i punti eroe/azione in 5e, e la Fortune e alcune Forbidden Rules in SotDL secondo me sono un buon compromesso. Mettono sotto i riflettori alcune azioni particolarmente importanti, che è naturale descrivere con un po' di attenzione in più.

    In generale secondo me un sistema a punti per limitare l'uso dei "bonus descrizione" è necessario, altrimenti finisce che si applicano a tutti i tiri e quindi scompaiono, invece di risaltare.

    • Mi piace 1


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