Riflessioni sul Drago #1: Un Nuovo Arrivo
Riflessioni sul Drago #2: Ricco di Narrativa ma Scarso di Meccaniche
Riflessioni sul Drago #3: Scoppia la Polemica
Riflessioni sul Drago #4: A Proposito di Tékumel
Riflessioni su Drago #5: Tracciare Nuove Direzioni
Riflessioni sul Drago #6: é Nata una Star (Trek)
Riflessioni sul Drago #7: Chi Ha Inventato D&D?
Riflessioni sul Drago #8: Un Multiverso Tutto Nuovo
Riflessioni sul Drago #9: Benvenuto Wormy!
Riflessioni sul Drago #10: Snit e Orge
Riflessioni sul Drago #11: Parla lo Stregone!
Riflessioni sul Drago #12: Chtulhu si Risveglia
Riflessioni sul Drago #13: Come Vincere a D&D
Riflessioni sul Drago #14: Dungeons & Dragons Diviso
Articolo di M.T. Black del 21 Ottobre 2018
Il numero 15 di The Dragon è stato pubblicato nel giugno 1978. È lungo 36 pagine, con un prezzo di copertina di $1.50. In questo numero troviamo un sacco di tabelle casuali, il ritorno di Monty Haul e il debutto di un leggendario designer di GDR!
Tim Kask, nell'editoriale, celebra un altro traguardo, lamentandosi però di un pessimo servizio postale:
Benvenuti al terzo anno di stampa di THE DRAGON. Ogni volta che cerco qualcosa in un vecchio STRATEGIC REVIEW, mi stupisco ancora di quanta strada abbiamo fatto. Nell’ultimo anno abbiamo affrontato e superato tutti gli ostacoli sul nostro cammino, tranne uno: il servizio postale statunitense. Non importa quanto cerchiamo di aggirare la loro incompetenza, riescono sempre a rovinare quasi ogni singolo numero.
Come una sorta di regalo di compleanno al contrario, questo numero include una tavola da backgammon illustrata da Dave Trampier. L'immagine è splendida ed è molto difficile da trovare oggi—non esiste nemmeno una buona scansione su Internet.
Kask è particolarmente felice di includere la ristampa di un vecchio racconto fantasy:
In questo numero, siamo felicissimi di presentare THE GREEN MAGICIAN, di Fletcher Pratt e L. Sprague de Camp. Prima di ottenere i diritti, ho passato quasi due anni a cercare la rivista in cui era apparso, senza successo. Sono entusiasta di poterlo pubblicare ora.
Questa storia è l'ultima della sequenza originale di "Harold Shea", un'influente serie di racconti fantasy pubblicati tra gli anni '40 e '50. Questo dimostra ancora una volta l’impegno di Kask nel rendere The Dragon un punto di riferimento per la pubblicazione di importanti opere fantasy scritte da autori di rilievo.
Jim Ward ci porta una nuova rubrica di Monty Haul, descrivendo una recente sessione di gioco alla TSR. In questa partita, Jim e i suoi amici controllano un gruppo di carri armati tedeschi della Seconda Guerra Mondiale, incaricati di conquistare una vecchia fortezza. Una volta arrivati, scoprono che la fortezza è difesa da orchi, manticore, troll, mummie, ghoul e altre creature fantastiche. Alla fine, vengono sconfitti da una tempesta magica che, a detta loro, avrebbe potuto ribaltare l’esito del D-Day per i tedeschi! Ma Ward si consola con alcune "vittorie morali" lungo il percorso.
Gygax ci offre un nuovo Sorcerer's Scroll, parlando di una confusione nata nelle regole originali di D&D a causa della notazione usata per i piedi e le iarde. Ma ciò che colpisce è un suo commento su perché questa confusione sia improvvisamente diventata un problema:
Per circa due anni, D&D è stato giocato senza l'ausilio di strumenti visivi dalla maggior parte degli appassionati. Lo consideravano letteralmente un gioco di carta e penna, e se si presentava una situazione che richiedeva più di una semplice spiegazione verbale, disegnavano o usavano i dadi come segnalini per rappresentare le condizioni. Nel 1976, tra i giocatori di D&D iniziò a diffondersi l’uso delle miniature per rappresentare i personaggi. I produttori di miniature cominciarono a realizzare sempre più modelli pensati per il mercato di D&D—personaggi, mostri, armi, arredamenti da dungeon, ecc. La maggiore disponibilità suscitò interesse, e i vantaggi evidenti nell’uso delle miniature divennero chiari: le distanze potevano essere stabilite con precisione, gli avversari erano ben visibili, e l’uso di modelli dipinti aggiungeva un tocco di eccitazione all’esperienza di gioco. Con il ritorno delle miniature in D&D, il gioco sta tornando alle sue origini, avvicinandosi di nuovo alle battaglie da tavolo simili a quelle del 'Fantasy Supplement' di CHAINMAIL, il predecessore di D&D.
Trovo questo aspetto affascinante, dato che la percezione comune è che D&D delle origini fosse fortemente legato al wargaming. Ma sembra che Gygax abbia inizialmente gestito le partite di D&D con un approccio "Theater of the Mind", senza fare affidamento sulle miniature.
Il numero include anche un gran numero di tabelle casuali, scritte da vari autori. Tra queste troviamo:
- Un generatore di fosse
- Una tabella meteorologica
- Tabelle di incontri casuali per dungeon e per Boot Hill
Ma l’articolo più interessante è "Random Events Table for Settlements and/or Settled Areas". La tabella è ben realizzata, ma ciò che la rende speciale è il nome dell’autore: N. Robin Crossby, un grafico e tecnico elettronico di 24 anni. Questo articolo segna la sua prima pubblicazione nel mondo dei GDR.
Qualche anno dopo, Crossby pubblicò HârnWorld, un'ambientazione fantasy incredibilmente dettagliata e raffinata, accompagnata da una magnifica mappa. Seguirono dozzine di supplementi, e Hârn guadagnò la reputazione di essere un mondo fantasy sofisticato e maturo. Quando incrociai Hârn negli anni '80, provai sempre un senso di riverenza, ma allo stesso tempo mi sembrava troppo complesso e impenetrabile, quindi non ci giocai mai davvero.
Crossby morì nel 2008, lo stesso anno in cui ci lasciarono Gary Gygax, Bob Bledsaw (fondatore della Judges Guild) ed Erick A. Wujcik (co-fondatore della Palladium). La morte non risparmiò il talento, quell'anno. Così va la vita.
Nel prossimo numero: Eric Holmes risponde ai critici, scopriamo perché chierici e maghi non possono usare spade, e Gygax parla di realismo in D&D!
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