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  • Retrospettiva: AD&D 1E Monster Manual

    Psyco
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    • Facciamo un tuffo nel passato e andiamo a sfogliare il Manuale dei Mostri di AD&D 1E.

    Il Manuale dei Mostri di AD&D è stato il primo manuale a copertina rigida per Dungeons & Dragons ed è stato un enorme passo avanti, sia per il gioco che per la TSR (l’editore originale di D&D – NdR). Nelle sue 112 pagine troviamo stipati oltre 350 mostri per il nuovo gioco “Advanced” Dungeons & Dragons, e la loro presentazione e il loro layout furono rivoluzionari.

    La maggior parte dei giocatori oggi non ha idea di come i mostri venivano presentati nei manuali originali di D&D: sotto forma di lunghe tabelle e, nelle pagine seguenti, c’erano dei paragrafi che descrivono e spiegavano le forme speciali di combattimento che sfruttavano. Il Manuale dei Mostri ha cambiato questo approccio: ogni singolo mostro aveva ora le sue statistiche insieme alla sua descrizione e normalmente anche una illustrazione. Avere le immagini della maggior parte dei mostri fu un grande passo avanti rispetto ai manuali originali di D&D e ha aiutato molto sia DM che giocatori.

    Questo manuale è stato “il primo” di tante cose che oggi diamo per scontate: il primo manuale a copertina rigida, il primo dedicato interamente ai mostri e il primo manuale di AD&D.

    Se Eldritch Wizardry ci ha dato i demoni, il Manuale dei Mostri ci ha dato i diavoli e i Nove Inferi, i draghi metallici, i non morti più potenti e molti altri mostri. Inoltre ha aggiunto molte sottorazze agli elfi, nani ed halfling: Elfi dei Boschi, Acquatici, Mezzelfi e Drow; Nani delle Colline e delle Montagne; Halfling Alti e Tozzi. Quindi non solo più mostri, ma anche più dettagli sui quelli che già conoscevamo.

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    Copertine rispettivamente del: 1977, 1983, 2012

    Le illustrazioni sono state fatte da David C. Sutherland III, David Trampier, Tom Wham e Jean Wells, con la copertina originale di Sutherland. Jeff Easley ha illustrato la copertina rivista alcuni anni dopo. Mentre la copertina originale non vincerà mai alcun premio per l'abilità tecnica, l'idea di mostrare le creature sia sopra il suolo che in un tunnel sotto terra è stata sicuramente un'idea eccellente – anche se ha dato agli addetti al layout della TSR un problema su dove mettere le scritte del prodotto!

    Sutherland e Trampier hanno realizzato la maggior parte delle illustrazioni, ma la più memorabile per me è la vignetta di Tom Wham riguardante un gruppo di avventurieri che incontra una lince in un deserto innevato. È abbastanza in contrasto con il modo relativamente serio in cui quasi tutto il resto viene disegnato e descritto.

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    I mostri sono descritti in base a: N. per incontro (nelle terre selvagge), Frequenza, Classe armatura, Movimento, Dadi vita, % in Tana, Tipo di tesoro, Numero di attacchi, Danno/Attacco, Attacchi speciali, Difesa speciale, Resistenza magica, Intelligenza, Allineamento, Taglia e Capacità psioniche.

    In teoria, la frequenza veniva utilizzata per determinare il loro numero sulle tabelle degli incontri casuali e sul terreno, ma non conosco molti che l’abbiano usata in quel modo. N. per incontro era un valore problematico, poiché raramente corrispondeva a qualcosa di utile: quanti se ne potevano incontrare in un dungeon sarebbe stato un valore decisamente più importante, ma quel valore si trovava nella GdDM. Lo scopo di % in Tana era per capire se (a) avevate incontrato il mostro nella sua tana in un incontro casuale nelle terre selvagge, e (b) vedere se aveva qualche tesoro.

    C'è una certa propensione delle statistiche verso il rendere i mostri utili per un gioco nelle terre selvagge. È qualcosa che non ha avuto un grande utilizzo nei successivi supplementi di D&D, i quali tendevano ad essere ambientati in sotterranei o in luoghi più controllati, ma almeno l'opzione c’era per quelli che la volevano!

    Gary Gygax ha tratto i mostri da Original D&D e dai suoi supplementi, dalle riviste (Dragon e Dungeon) e in parte ne ha creati di nuovi. Nella prefazione per l'ispirazione/creazione di nuovi mostri, infatti, ringrazia Steve Marsh, Erol Otus, Ernie Gygax e Terry Kuntz, anche se è improbabile che siano entrati inalterati nelle pagine del manuale: praticamente ogni mostro è stato cambiato nelle statistiche e nell’aspetto rispetto alla versione originale (se non altro perché il sistema AD&D, pur attingendo da Original D&D, era in realtà un nuovo sistema con parametri diversi).

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    Il nuovo AD&D, quando uscì il Manuale dei Mostri, non era ancora da considerarsi come “definitivo”. La cosa si evince anche da un fatto curioso: non c'è nessun mostro nel manuale con una CA di 10. In OD&D, una CA di 9 era considerata la peggiore (nessuna armatura). Nel Manuale del Giocatore di AD&D, Gygax ha aumentato questo valore a 10, ma la cosa non si riscontra nel Manuale dei Mostri, che è stato rilasciato, ricordiamolo, un anno prima del Manuale del Giocatore.

    La filosofia alla base del design dei primi mostri di AD&D era semplice: mostri stimolanti da sfidare e con caratteristiche derivate dalle leggende. In effetti, la maggior parte dei mostri era semplice e in realtà possedeva solo valori di CA, DV, #AT e danno. Tuttavia, alcuni piccoli cambiamenti hanno avuto un grande impatto: un Gargoyle era una bestia abbastanza standard, ma il fatto che fosse necessaria un'arma +1 o migliore per ferirlo lo trasformò in un temibile nemico per i gruppi impreparati o di basso livello. I ghoul paralizzavano con un colpo le vittime, i wight avevano la spaventosa capacità di risucchiare i livelli. E visto che gli incantesimi per ripristinare quei livelli persi erano di alto livello e difficili da acquisire, questi non morti di basso livello diventarono un incubo per i giocatori.

    I mostri che hanno ricevuto maggiore attenzione sono stati gli umanoidi – come orchi, goblin, coboldi – assieme ai pezzi grossi di D&D: demoni, diavoli e draghi. Questi ultimi tre avevano ciascuno una sezione descrittiva generica prima delle voci dei singoli mostri che componevano tale sezione. Ci sono alcune regole interessanti qui che chiariscono cose non descritte altrove. Ad esempio, "Tutti i diavoli possono dirigere i loro attacchi contro due o più avversari se ne hanno modo", un chiaro caso de "l'eccezione che conferma la regola" visto che implica il fatto che normalmente un mostro non possa dividere i propri attacchi contro più avversari. Molti dei demoni e diavoli più potenti avevano la possibilità di lanciare incantesimi, con vari incantesimi di esempio. I draghi avevano una probabilità di poter parlare e lanciare incantesimi – oltre a poter essere scoperti mentre dormivano nelle loro tane e a poter quindi usare attacchi non letali su di loro (il che dava adito alla possibilità di rivenderli in seguito!)

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    Il Manuale dei Mostri di AD&D presenta un'omissione importante: i PE e il livello dei mostri. Questi valori verranno forniti – talvolta in modo abbastanza impreciso – in una tabella riassuntiva nella GdDM. Soltanto nei successivi manuali dei mostri di AD&D verranno inclusi questi valori. Quindi non c'erano all'epoca regole rigide e veloci per determinare una sfida corretta per un gruppo di avventurieri di un certo livello. La GdDM dava alcune linee guida, che spesso non funzionavano. Il modo migliore per giudicare la difficoltà di un incontro era dato dall'esperienza acquisita durante il gioco. La cosa all’epoca non mi disturbava; ci sarebbero volute le successive edizioni per farmi comprendere l'utilità di un Grado di Sfida – specialmente con molti nuovi mostri mai usati prima.

    La resistenza alla magia era uno di quei valori che, per la sua poca chiarezza, causava molte discussioni. La percentuale di base (quella indicata) era riferita ad un utilizzatore di magia di 11° livello; questo valore veniva incrementato o decrementato del 5% per ogni livello di differenza dell’attaccante. È una regola piuttosto goffa che per fortuna AD&D 2E ha reso una percentuale secca.

    Nonostante questi difetti, la qualità del manuale non ne risente. I piccoli problemi riscontrati non adombrano le novità che ha introdotto e la natura generalmente poco complessa dei mostri è apprezzabile. Questo non vuol dire che i mostri di D&D non possano diventare complessi, ma gestire un Orco in AD&D è sicuramente una cosa semplice e ha portato a partite emozionanti.

    Questo Manuale dei Mostri certamente non vi travolge con i dettagli: il Doppleganger ha solo poche righe di descrizione e non ha nulla sul suo habitat e sulla sua società, ma già solo la sua capacità di mutare forma racchiude in sé i semi per un’avventura. E poiché la maggior parte dei mostri presenti deriva dalla mitologia, i giocatori già si potevano fare un'idea e immaginarsi di cosa si trattava (o potevano in ogni caso scoprire facilmente altri dettagli).

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    Alla fine, il Manuale dei Mostri è stato un lavoro eccezionale, facendo ciò che era necessario per permettere ai Dungeon Master di gestire al meglio il gioco. Le versioni successive avranno sicuramente fornito diversi livelli di complessità e dettaglio, ma sono ancora colpito da quanto sia eccellente il materiale fornito da questo manuale. È stato sicuramente il punto di partenza di molte avventure memorabili della mia giovinezza. Sfogliando una delle mie copie fisiche o sfogliando il PDF, provo lo stesso senso di meraviglia che ho provato 40 anni fa.



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    Commento consigliato

    MadLuke

    Inviato

    Io lo uso ancora per conoscere l'"Activity cycle" e applicare la regola del Morale.

    • Mi piace 3
    Checco

    Inviato

    20 minuti fa, MadLuke ha scritto:

    Io lo uso ancora per conoscere l'"Activity cycle" e applicare la regola del Morale.

    Quindi usi ancora quello della seconda edizione. L'articolo, invece, è sul manuale della prima.

    Tornando in topic, l'articolo mi è piaciuto, anche se non mi trovo d'accordo quando l'autore scrive: Il modo migliore per giudicare la difficoltà di un incontro era dato dall'esperienza acquisita durante il gioco. La cosa all’epoca non mi disturbava; ci sarebbero volute le successive edizioni per farmi comprendere l'utilità di un Grado di Sfida – specialmente con molti nuovi mostri mai usati prima.

    La prima edizione di AD&D (di sicuro all'epoca della pubblicazione dei tre manuali principali) era/è un gioco Old School: quale sarebbe stata l'utilità di un Grado di Sfida in un gioco del genere? E questo senza entrare nel merito della qualità del Grado di Sfida così come poi sarà effettivamente sviluppato in seguito.

    • Mi piace 2
    The Stroy

    Inviato

    All'epoca però l'assenza di GS non era parte di un obiettivo di design, ma semplicemente una cosa a cui non avevano pensato. Non so quindi se sia corretto parlare di utilità della sua presenza o assenza, in mancanza di un'agenda ben definita come quella che retroattivamente applichiamo adesso.

    • Mi piace 1
    Checco

    Inviato (modificato)

    1 ora fa, The Stroy ha scritto:

    All'epoca però l'assenza di GS non era parte di un obiettivo di design, ma semplicemente una cosa a cui non avevano pensato. Non so quindi se sia corretto parlare di utilità della sua presenza o assenza, in mancanza di un'agenda ben definita come quella che retroattivamente applichiamo adesso.

    Sono convinto che l'assenza di un GS non sia stata una scelta calcolata di design, su questo sono d'accordo, ma lo scopo del gioco (e qui parliamo invece di una scelta di design), non è massacrare mostri incontro dopo incontro, è saccheggiare tesori e possibilmente farlo a costo zero, perché hai quattro risorse in croce e i mostri spaccano. Si evince chiaramente che i mostri rappresentano un pericolo che sarebbe meglio evitare: alla fine fine, il gioco spesso non vale la candela perché valgono pochi XP rispetto ai tesori e anche quelli cosiddetti di “basso livello” hanno abilità speciali spesso semplicemente fortissime.

    EDIT: poi, figurati, se vogliamo limitarci a usare il GS come indicatore della difficoltà media di un mostro, potrei anche capirne l'utilità (e, forse forse, rileggendo, è proprio quello che intendeva l'autore dell'articolo), ma l'idea che gli incontri debbano essere, da regole, tarati sui PG ne è un'altra. Non so, ripeto, rileggendo l'articolo, potrebbe anche darsi che abbia inizialmente frainteso l'autore.

    Modificato da Checco
    • Mi piace 1
    Mezzanotte

    Inviato

    Secondo me il grado di sfida è una naturale emanazione del meccanicismo di D&D. Se i giocatori sono definiti anche in base al livello dei loro personaggi possono esserlo anche gli avversari. E a questo punto mettere in relazione le due cose diventa matematica.

    • Mi piace 2
    Nyxator

    Inviato (modificato)

    En passant sugli Xp e la calibrazione. (sebbene esista una tabella per valutare quanti Xp in più danno le capacità di un mostro)

    La Rinascita di Vecna. È di Monte Cook.

    Range consigliato: 3-6 pg di 5°-7°

    SPOILER ALERT   alcuni degli avversari in spoiler

    Spoiler

    • Lupi (branco da 12) 120pe l'uno, ma basta seccarne due. 

    • Guerrieri di 4° 175pe l'uno (uno per pg)

    • Guerrieri di 4° (due per pg, se il party triggera casini)

    • 1 Guerriero di 6° 420pe (se si insiste a triggerare casini)

    Bene o male l'andazzo iniziale è questo, poi ecco l'apocalisse (che al giorno d'oggi ha i suoi perché come allora anche a livello di storytelling) che farebbe gridare allo scandalo tutti i cultori del GS by Raw e dell'impostazione di gioco nessuna fuga/nessuna resa. 

    • Narek 9000pe (ma si può parzialmente aggirare, ammesso non si perda tempo nelle due occasioni in cui puoi farlo o si scivoli). Fa 2d6 attacchi a round. Con 4 o più txc a segno afferra, ti stritola e comincia a tirarti giù (ci si può liberare?  Sì, ma bisogna superare una prova di Forza per ogni attacco a segno)

    E via così, con altalene da 3 da 420pe l'uno, 3 da 65pe l'uno, alcuni da 2000-3000pe, fino al boss mago4/sacerdote16 da 9000pe e i suoi minion.

    Modificato da Nyxator
    • Mi piace 1
    Checco

    Inviato (modificato)

    3 ore fa, Mezzanotte ha scritto:

    Secondo me il grado di sfida è una naturale emanazione del meccanicismo di D&D. Se i giocatori sono definiti anche in base al livello dei loro personaggi possono esserlo anche gli avversari. E a questo punto mettere in relazione le due cose diventa matematica.

    In 1a edizione non è così matematico. Esistono mostri da 1 HD che non hanno abilità speciali e valgono 10 XP +1 HP aggiuntivo per HP (la larva) e mostri da 1/2 HD (ripeto: mezzo dado vita) con charm, anti-magico e un valore in XP di 32 +1 XP aggiuntivo per HP (il nixie). E potrei fare diversi altri esempi più o meno "sballati".

    C'è una sorta di livello dei Mostri basato sul loro valore in XP, ma non è equivalente a un livello dei PG, ha più a che fare con il livello del dungeon su cui andrebbero incontrati.

    2 ore fa, Nyxator ha scritto:

    La Rinascita di Vecna. È di Monte Cook.

    Ed è di 2a edizione. In 1a le cose sono diverse. I valori in XP non sono uguali. In 2a edizione l'equazione 1 XP = 1 GP è opzionale.

    Tra l'altro, giusto come curiosità, sul Monster Manual non sono neanche indicati i valori in XP dei mostri.

    Modificato da Checco
    aggiunte info
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    Nyxator

    Inviato (modificato)

    56 minuti fa, Checco ha scritto:

    Ed è di 2a edizione

    Yes. Era solo per dire che la calibrazione degli scontri è basata più sull'avventura e l'esplorazione in sé che su un ipotetico calcolo del Gs che funge da campana di vetro a tutela dei pg.

    Modificato da Nyxator
    • Mi piace 1
    nolavocals

    Inviato

    Il 19/2/2020 alle 11:55, MadLuke ha scritto:

    Io lo uso ancora per conoscere l'"Activity cycle" e applicare la regola del Morale.

    idem

     

    • Mi piace 1


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