Vai al contenuto
  • Retrospettiva: Planescape

    aza
    • 4.180 visualizzazioni
    • Viste le recenti voci sul possibile ritorno di questa ambientazione per D&D 5E, vi offriamo una retrospettiva sulla storica ambientazione Planescape.

    Il multiverso di D&D si è sviluppato per lungo tempo un po' a singhiozzo. Gary Gygax voleva inserire nel gioco entità demoniache, esseri soprannaturali e, occasionalmente, fieri guerrieri celesti, ma queste creature, non dovevano risiedere nel mondo dell’ambientazione, dovevano venire da ‘altrove’. Ciò ha condotto alla creazione di varie altre dimensioni e piani di esistenza. Durante la vita di Advanced Dungeons and Dragons 1a edizione (1978-89), molti scrittori e game designer aggiunsero i propri piani di realtà, fino a quando il tutto divenne complicato e caotico. Le varie ristampe del Manuale del Giocatore e della Guida del Dungeon Master tentarono di razionalizzare questa palude confusionaria di universi paralleli, ma fu solo con il Manuale dei Piani, scritto da Jeff Grubb nel 1987, che il multiverso di D&D venne codificato.

    manual_of_the_planes_1e.jpg
    Manual of the Planes (1987)

    Grubb sviluppò l'idea di un Primo Piano Materiale composto da varie realtà. Queste realtà erano i mondi simili alla Terra già esistenti, come Toril (casa dei Forgotten Realms), Oerth (Greyhawk) e Krynn (Dragonlance). Intorno a queste realtà turbinano le dimensioni Eterea e Astrale, al di là di queste due si trovano i piani elementali o interni (fuoco, terra, aria e acqua) e i sedici Piani Esterni, che formano una cosmologia simile a una ‘grande ruota’. Questi Piani Esterni comprendono luoghi di grande bene, come il Monte Celestia, e luoghi di profonda malvagità, come l'Abisso, dimora della dea Takhisis di Dragonlance e della dea drow Lolth. Luoghi dove la Guerra Sanguinosa tra baatezu e tanar'ri infuria da e per tutta l'eternità. Su suggerimento di un altro scrittore, Grubb introdusse anche il Piano di Concordant Opposition come una sorta di terreno neutrale d'incontro tra i diversi piani della realtà.

    adnd1e_cosmology.jpg
    I Piani Esterni (1987)

    Questa disposizione, migliorata in altri prodotti, venne mantenuta all'incirca fino all 1993. In quel periodo la TSR (l’editore originale di D&D –ndr) stava cercando di sviluppare una nuova ambientazione ‘insolita’, sulla base del successo di Dark Sun e di Ravenloft. La sensazione che si aveva era che tra i Forgotten Realms, Dragonlance e Greyhawk il genere “fantasy classico” fosse già ben coperto. Inoltre, la 2a edizione di AD&D era stata rilasciata nel 1989 e, a parte una breve menzione nella Guida del Dungeon Master, i piani d’esistenza non venivano trattati. La richiesta da parte dei giocatori per un aggiornamento del Manuale dei Piani era forte. Fu così che la necessità di ulteriori informazioni sui piani e di un nuovo mondo di gioco si fusero assieme in un’ambientazione interamente incentrata sui piani di esistenza. Il navigato game designer, nonché sviluppatore capo di AD&D 2a Edizione, David ‘Zeb’ Cook (da non confondere con Monte Cok –ndr) venne messo a lavorare su questo progetto.

    Da notare che all’epoca David Cook aveva smesso di leggere romanzi fantasy tradizionali per concentrarsi su “lavori sperimentali” i quali resero i piani ancora più surreali. Queste fonti d’ispirazione includono Dizionario dei Chazari (1984), L'artefice (1960), Einstein's Dreams (1992), Le città invisibili (1972).

    Oltre a questo, mentre lavorava su Planescape, adattò varie fonti storiche. Gran parte di questo lavoro si tradusse nella creazione del “cant” (La Parlata dei Piani –ndr) - un linguaggio slang usato a Sigil. La parlata dei piani è basata sul gergo elisabettiano mescolato ad un po’ di slang alla Dickens.

    pic2858568.jpg
    Planescape Campaign Setting (1994)

    La scatola dell’ambientazione Planescape fu rilasciata nel 1994 e immediatamente suscitò meraviglia. Non era la tradizionale ambientazione di Dungeons & Dragons. La grafica e il layout dell’ambientazione erano qualcosa di mai visto prima: tenui colori pastello, suggestive immagini e colori inconsueti. Aprendo la scatola si provava lo stesso stupore, trovandosi davanti a gigantesche mappe che illustravano l’intero multiverso e diagrammi schematici che mostravano le interconnessioni tra i vari piani.
    I manuali inoltre, si dilettavano delle incomprensioni e incredulità che il lettore sicuramente provava, e si riferivano ad esso come “tagliaccio*” (cutter –ndr) o “babbo*” (berk –ndr).

    E' un gran ciurmatore quel tagliaccio, ti venderebbe sabbia nel deserto.Era normale trovarsi disorientati dalle dimensioni e dalla portata dell’ambientazione e anche i giocatori, strappati dai loro accoglienti mondi alla Tolkien, si trovavano del tutto confusi dalla brulicante follia del cosmo. Sebbene non ci fosse nulla che impedisse loro di utilizzare le razze tradizionali come elfi o nani, l'ambientazione suggeriva razze nuove, interessanti e soprattutto autoctone come githzerai, tiefling o bariaur. Ovviamente i giocatori più restii ai cambiamenti dopo qualche ora con i manuali mettevano via il tutto per tornare a giocare in qualche classico dungeon.

    Per coloro invece che continuarono a giocare a Planescape, essa divenne rapidamente l’ambientazione per GdR più gratificante e interessante mai pubblicata. L’ambientazione è letteralmente infinita e adatta a qualsiasi tipo di gioco possibile. I gruppi di giocatori, particolarmente quelli che amano giocare di ruolo e sovvertire aspettative e ambientazione, apprezzarono moltissimo l’atmosfera inusuale e sfruttarono a pieno e con gioia il vasto glossario di nuove frasi e termini colloquiali che costituiscono la parlata dei piani.

    Uno dei capolavori di David Cook fu l’introduzione della città di Sigil nelle Terre Esterne (Outlands - il nuovo nome del piano di Concordant Opposition), un terreno neutrale d’incontro da poter usare anche come base per incursioni in altri piani. Sigil divenne rapidamente una delle città fantasy più iconiche di D&D, a tal punto che i giocatori possono trascorrere intere campagne e partecipare a intrighi tra le fazioni della città, ignorando il resto dell’ambientazione.

    Ma… la fiamma che brucia col doppio dello splendore dura la metà del tempo…

    Ci fu una graduale flessione del materiale pubblicato per Planescape (dovuta anche ai problemi finanziari della TSR) e nel 1998 venne rilasciato il prodotto finale: il terzo Planescape Monstrous Compendium, contenente nuove creature dell’ambientazione. Esso fu l’ultimo prodotto pubblicato a distanza di quattro anni dal boxed set originale. Planescape fu un enorme successo di critica, vincendo numerosi premi sia per il game design che per l’aspetto grafico indimenticabile, ma non catturò i cuori delle masse. I critici sottolinearono che, mentre i piani erano divertenti da visitare per una pausa dal classico ‘ammazza l’orco’, non necessariamente significava voler vivere lì. Inoltre lamentavano che “gli infiniti recessi dell’universo” troppo spesso si fermavano a futili argomenti filosofici e non portavano all’azione di fronteggiare e sconfiggere demoni come avrebbero auspicato.

    manual_of_the_planes_3e.jpgmanual_of_the_planes_4e.jpg
    Manual of the Planes (2001) – Manual of the Planes (2008)

    Le edizioni successive del gioco (la 3a e la 4a) modificarono e integrarono moltissimo del materiale di Planescape. Durante la terza edizione alla cosmologia tradizionale della ‘grande ruota’ vennero affiancate cosmologie alternative, come quella presentata nell’ambientazione di Eberron. La quarta edizione addirittura introdusse una nuova cosmologia come cosmologia di base di D&D. Ma nulla di tutto ciò che venne pubblicato raggiunse i livelli di una vera e propria ambientazione coerente, come si ebbe col Planescape Campaign Setting.

    Un risvolto ironico in questo racconto si ha un anno e mezzo dopo che Planescape venne abbandonato. La Black Isle pubblicò un gioco per computer basato su Planescape usando il motore Infinity, già presente nel popolarissimo Baldurs Gate. In Planescape Torment il giocatore riveste il ruolo di un guerriero immortale senza memoria che deve girare attraverso Sigil e in varie parti del multiverso per cercare di recuperare i propri ricordi e la sua mortalità. Il gioco ottenne un buon successo di vendite e avrebbe potuto generare molto interesse verso l’ambientazione di Planescape… se fosse stata ancora in produzione.

    I Mondi di Planescape

    Il cuore dell’ambientazione di Planescape, e normalmente il primo punto di sosta per i visitatori, è Sigil, La Città delle Porte, chiamata anche La Gabbia. Sigil si trova al centro del multiverso infinito (la qual cosa è impossibile ma anche vera), e galleggia sopra un picco di altezza infinita (anche in questo caso impossibile ma vero). Essa si trova al centro delle Terre Esterne (Outlands). La città si trova sulla superficie interna di un anello immenso, simile a un gigantesco pneumatico, il quale ruota lentamente sopra la cuspide. L'architettura della città è un miscuglio di un milione di differenti culture e periodii di tutto il multiverso.

    Sembri un ciurmatore a caccia di tintinnoli.La città è sede di sedici fazioni, tra cui la Trista Cabala (Bleak Cabal), i Cinerei (Dustman), i Custodi del Fato (Doomguard), gli Uccisori Pietosi (Mercykillers) e gli Harmonium, i quali sposano diversi punti di vista filosofici e ideologici. La maggior parte delle campagne di Sigil sono basate su personaggi che vengono coinvolti nelle dispute tra le fazioni. In Factions Wars, uno dei pochi meta-eventi nell’ambientazione, alcune parti della città vengono devastate e diverse fazioni messe fuorilegge o distrutte. Sigil è anche sede di molti portali o passaggi che conducono in qualsiasi parte del multiverso. Alcuni sono ben noti, segnalati e aperti per uso pubblico. Altri sono ‘bloccati’ e possono essere utilizzati solo da coloro che possiedono una chiave planare. Alcuni portali sono nascosti in bella vista (come una porta normale, per esempio) oppure possono trasportare solo quelli di una certa razza, o solo in determinati giorni, o semplicemente per un capriccio. Mappare i cancelli planari in Sigil è un passatempo per alcuni studiosi e maghi.

    sigil-the-city-of-doors.jpg
    Sigil

    Povera zolla, ora che lo hanno arpionato è cibo per il dragone.La città è governata da un'amministrazione burocratica che risponde alla Signora del Dolore (Lady of Pain), un'entità imperscrutabile e completamente enigmatica. La Signora si presume essere una divinità, in quanto i suoi poteri all'interno della Città delle Porte sono assoluti, ma dal momento che lei si rifiuta di rispondere e scortica vivi coloro che cercano di adorarla, questa domanda è di difficile risposta. Una teoria è che Sigil sia davvero una ‘gabbia’ e la Signora sia al tempo stesso sovrana e prigioniera. La Signora ha un’espressione perennemente serena, si muove galleggiando a diversi centimetri dal suolo, e la sua testa è circondato da una rosa di lame. Queste lame non sono mai state utilizzate direttamente (quantomeno in presenza di qualcuno in grado raccontarlo), ma di tanto in tanto gli esseri che cercano di tenderle un agguato vengono improvvisamente smembrati semplicemente facendo un passo nell'ombra delle lame. La Signora normalmente non favorisce questo tipo di violenza, più semplicemente i trasgressori vengono banditi in una sorta di ‘dimensione carcere’ costituita da labirinti. La Signora può anche, semplicemente volendo, chiudere o terminare qualsiasi portale planare in città, o aprirne di nuovi. I poteri del Signora si estendono anche al blocco a tutti gli altri dei di accedere a Sigil. In breve, non si scherza con lei.

    Lady2.jpg
    La Lady of Pain

    Chiudi un occhio, è uno smarrito di fuori e non sa tener chiusa la scassagrana.Al di là di Sigil si trovano le Terre Esterne (Outlands), uno dei diciassette Piani Esterni. Le Terre Esterne sono un terreno neutro dove carovane di merci e di viaggiatori si incontrano o semplicemente ci passano attraverso. Ai ‘bordi’ del piano (anche se sono infinite come tutti i piani,  hanno anche un bordo; vedi immagine) ci sono città commerciali e portali che conducono agli altri Piani Esterni: Elysium, Beastlands, Arborea, Ysgard , Limbo, Pandemonium, Abisso, Carceri, Ade, Gehenna, Baator, Acheron, Mechanus, Arcadia, Monte Celestia e Bytopia. Questi piani variano in dimensioni (anche se sono tutti, ovviamente, infiniti) e in composizione. L’abisso è un baratro immenso costituito da migliaia di livelli popolati da varie creature malvagie, mentre Mechanus (chiamato anche Nirvana) è costituito da vasti ingranaggi di mille miglia e macchine con città e interi regni seduti tra ingranaggi e leve.

    outlands.jpg
    Le Outlands

    Il Piano Astrale, una sorta di mare di energia insolita dove gli dei vanno quando muoiono, collega i Piani Esterni al Primo Piano Materiale. Il Primo Piano Materiale è inoltre collegato e circondato dal Piano Etereo, casa di piccoli semipiani (il semipiano del terrore, dove si svolge l’ambientazione di Ravenloft si trova nel Piano Etereo). Il piano etereo collega inoltre il Primo Piano Materiale ai Piani Interni (piani elementali), che consistono di varie forme di energia.

    19420_ps_planes.jpg
    Schema del Multiverso

    Conclusioni

    L’ambientazione di Planescape alla fine ha fornito ciò che molti fan di D&D chiedevano da molto tempo: un’ambientazione davvero originale, in cui i tradizionali elfi, nani, orchi e draghi fossero messi in disparte a favore di nuove razze (o razze precedentemente esistenti, ma meno note), e dove l’enfasi fosse meno incentrata sul combattimento e più sul gioco di ruolo, sull’appartenenza a fazioni o sul perseguire certe idee filosofiche.

    L’idea fu buona e cattiva allo stesso tempo. Buona, perché incoraggia le idee radicali e un diverso tipo di gioco; cattiva, perché a meno che i giocatori non siano immersi completamente in questo tipo di campagna, rischia di diventare alquanto ingannevole. I DM tendono ad apprezzare l’ambientazione perché possono prendere i personaggi ultra-potenti che sono ‘eroi invincibili’ nel loro mondo e metterli in una situazione in cui non sono nessuno; mentre i giocatori non sempre apprezzano del tutto questo approccio. Ma il più grande problema dell’ambientazione è che può risultare difficile trovare e mantenere un filone narrativo coerente nel vasto infinito multiverso, soprattutto per DM incauti o inesperti.

    Tuttavia, per gruppi che hanno voglia di qualcosa di diverso e un DM disposto a fare qualcosa fuori dagli schemi, Planescape è sicuramente la migliore e più versatile ambientazione di Dungeons and Dragons, ed è un peccato che non sia stata ripubblicata durante la 3a e 4a edizione. Sarà interessante vedere se la faranno tornare in grande stile per la quinta edizione di D&D.


    * le traduzioni dei termini di Planescape in questa recensione sono prese dal favoloso sito planescape.it a cui vi rimandiamo per conoscere meglio l’ambientazione e la Parlata dei Piani.

    Molto del materiale di Planescape è disponibile in PDF sul sito dmsguild.com. Questo è il link diretto alla scatola dell'ambientazione.

    Modificato da aza


    Feedback utente

    Commento consigliato

    Ji ji

    Inviato (modificato)

    Credo che la migliore ambientazione di D&D sia Dark Sun.

    Mi piace Planescape. Il suo problema maggiore è che di solito chi viene attratto da D&D non è interessato al cosiddetto weird fantasy bensì a un fantasy molto stereotipato e classico. Sigil è Michael Ende mischiato al weird mischiato al pulp, entusiasmante, ma non ciò che cerca il giocatore di D&D medio, che preferisce Boz il barbaro senza cervello, Drugo il nano burbero dalla sete leggendaria e con il cuore d'oro, e Dalmeron Vydrianhis l'elfo snob e bellissimo e saggissimo e ecosostenibilissimo, a qualsiasi Githzerai con la spada liquida.

    La sua originalità invece meriterebbe maggiore considerazione tra i giocatori di D&D. Quante volte ho letto di tentativi di giocare campagne di D&D nella Terra di Mezzo o a Westeros... ma non funziona, il mago con la palla di fuoco e il chierico metamagicodivino alto tre metri e mezzo per tutto il giorno non c'entrano nulla. Invece in Planescape magicamente trovano il loro spazio, le meccaniche idiosincratiche di D&D qui non devono simulare nulla ma sono invece la base delle atmosfere. Planescape è fatta su D&D e davvero dà al gioco una coerenza che nelle altre ambientazioni manca.

    Comunque la mia versione preferita del multiverso è quella di Mystara e del set Immortal Rules.

     

    Modificato da Ji ji
    • Mi piace 3
    Maiden

    Inviato

    Quoto Ji ji praticamente in assoluta totalità, aggiungo solo il mio peso alla sua considerazione.

     

    Il giocatore medio di Dungeons & Dragons, purtroppo, non si evolve. Annaspa continuamente nel solito stereotipato mondo, molte volte annoiandosi dell'ambientazione stessa, trita, ritrita, con i suoi pro e contro. Ma arrivato a questo punto non cambia quel qualcosa che potrebbe favorirlo e rinvigorirlo se non completamente ma almeno in parte e ricade nel solito cambio di campagna, illudendosi che questa sia la chiave per continuare nel suo hobby. Poi ognuno ha i suoi gusti, la sua visione, io mi limito a riportare quello che con l'esperienza da Giocatore e Dungeon Master (e narratore), ho accumulato. I giocatori più felici e contenti, propositivi e poco annoiati di giocare sono quelli che hanno avuto modo di provare regolamenti e giochi diversi, pur rimanendo sempre in ambito gioco di ruolo e a me questo sembra ovvio ma forse non lo è.

     

    Planescape per Dungeons & Dragons di quinta edizione, ci spero da morire. Il mio desiderio è avere ancora più scelte di ambientazione e sembra che questa volta ci si possa fare a spostarsi dai soliti Reami Dimenticati.

    • Mi piace 1
    Lord Karsus

    Inviato

    Quello che sapevo prima di leggere questo articolo era che "Planescape" era una vecchia ambientazione precedente alla 3.X, da cui sono stati esportati i Piani e la cosmografia. 

    I Piani e la cosmografia della 3.X mi sono da sempre sembrati qualitativamente superiori alla media delle idee di D&D.

    Parlo ad esempio della struttura da realtà virtuale di Bytopia, ripresa in Inception e Doctor Strange. Hanno fatto un film solo su quel concept, Upside Down. Oppure della forma a toroide di Sigil.

    Parlo dell'idea eccezionale di assegnare ai tre allineamenti del bene tre "estetiche" diverse: iconografia cristiana per Legale Buono (Celestia), gli animali antropomorfi (che stan simpatici a tutti, vedi Disney) per il Neutrale Buono (Elysium) e finalmente quel capolavoro di concept per il Caotico Buono, gli Eladrin (Arborea): nome elegante, l'atmosfera "crepuscolare" e spaziale, i colori fosforesceti... gli Eladrin mi sembrano la prima vera rivitalizzazione degli Elfi tolkeniani, e soprattutto il primo compromesso davvero artistico tra l'eleganza europea degli elfi tolkeniani e l'estetica "fosforescente" delle rivisitazioni di quegli stessi elfi in america (tipo i trashissimi elfi di Warhammer). Tanto è vero, che in 4E hanno a mio dire giustamente relegato gli Elfi a semplici umanoidi boschivi e hanno fatti degli Eladrin i veri Elfi, perché suscitavano davvero quel sense of wonder. Menzione d'onore per la storia dietro l' Ebdomario Celestiale (nel primo flusso di anime del mondo, scelsero di sacrificarsi e vennero eletti a celestiali supremi). 

    Parlo della "Società delle sensazioni", che ha preso la cultura psichedelica e l'ha sublimata a filosofia. 

    Parlo delle Carceri, che è semplicemente l'idea più bella che ho mai visto in un manuale di D&D.

    E molta altra roba.

    (Menzione di disonore per l'orribile "Signora del dolore". Il concept è forte e originale, ma a livello estetico è ridicolo, l'enfasi sulle lame è estremamente "mundane" rispetto al concept... il nome poi fa schifo. Avesse chiamato quell'entità chessò "Abisso di luce", non so, qualcosa di poetico... è la cacca di coniglio sulla torta).

    Se le illustrazioni a colori pastello sono fatte dagli stessi autori del Manuale dei Livelli Epici, sono le mie illustrazioni preferite. Sembrano raffigurare cose accadute davvero un miliardo di anni fa...

    Posto che "sperimentale" è una parola grossa, brutta e cattiva, leggo adesso per la prima volta che l'autore si è ispirato a Borges e a Calvino e a molti altri autori sperimentali, e che ha ricevuto molti premi internazionali di critica. Non mi meraviglio. È giusto che sia così, non mi meraviglio, Planescape è palesemente un'opera ambiziosa e originale.

    Appena adesso ho letto che l'autore si è ispirato dall'ascolto della musica di Peter Glass (minimalismo) e soprattutto ai Pere Ubu! Per chi non li conoscesse, sono uno dei gruppi più originali della storia della musica Rock, hanno inventato la New Wave (sono anche io un fun dei Pere Ubu)... questo per me è estremamente sintomatico del tipo di lavoro che l'autore di Planescape aveva in mente. Ancora, non mi meraviglio...

    Tutta questa roba mi ha sempre "puzzato" di troppo curato, troppo pensato, troppo ambizioso (anche a livello letterario) per essere D&D.

     

     

     

    • Mi piace 3
    Dracomilan

    Inviato

    Dato che nessuno l'ha citato fino ad ora, elevo un cantico di odi a Tony Di Terlizzi, l'autore delle illustrazioni di Planescape, colui che diede all'idea dell'ambientazione il suo look&feel (reinterpretando brillantemente concept triti e ritriti, vedere anche i primi cocept della Lady of Pain di Knutson).

    A conferma del tono da 'concept album' che contraddistinse la creazione di Planescape, per la prima volta nella storia di D&D un solo artista illustrò un intero boxed set dall'inizio alla fine (Brom aveva avuto un peso anche maggiore nello sviluppo del tono di Dark Sun, ma non ebbe l'occasione di illustrarlo completamente).

    Il risultato fu epico.

    • Mi piace 1
    Ji ji

    Inviato

    Quoto il buon Karsus sulla signora del dolore. È proprio una burinata stridente, dal nome a ogni suo singolo attributo :-(

    • Mi piace 1
    SNESferatu

    Inviato

    Se stiamo qui a elencare i difetti di Planescape (no, perché per i pregi non c'è quasi bisogno), io sono sempre stato diviso sull'uso del gergo dei piani. Insomma, i vari "berk", "dark", "clueless". Sì, davano quel tocco di personalità al setting ma erano davvero necessari? Io li ho sempre sentiti come di una pesantezza completamente evitabile. Era come se avessero aperto un manuale della White Wolf, dato un'occhiata al glossario e avessero pensato "Noi non siamo da meno, rendiamoci ancora meno comprensibili!". A volte leggere certi manuali diventava quasi un compito, specie per quelli narrati in character.

    Poi vabbè, le fazioni. Alcune restano nel mio cuore (Bleak Cabal e Sign of the One in primis!) mentre ho sempre schifato Harmonium e Mercykillers e in parte i Fated che mi sono sempre sembrati molto più limitati rispetto agli altri. Non riesco quasi a vedere un personaggio eroico tra i loro ranghi, nonostante tutte le possibili spiegazioni. Forse mio limite? Oltre al fatto che leggo troppa sovrapposizione tra Harmonium e Mercykillers... è necessaria una divisione tra una fazione che cattura i criminali e una fazione che punisce i criminali?

    Invece a me il design della Signora del Dolore piace abbastanza... ma ho un odio personale per ogni cosa che è volutamente inspiegabile, quindi mi va bene il nome, il design, i suoi "passatempi"... ma datemi una storia. Non mi interessano le battute su sei scoiattoli con una cappa e un anello della levitazione.

    • Mi piace 2


    Crea un account o accedi per commentare

    Devi essere un utente registrato per poter lasciare un commento

    Crea un account

    Crea un nuovo account e registrati nella nostra comunità. È facile!

    Registra un nuovo account

    Accedi

    Hai già un account? Accedi qui.
     

    Accedi ora

  • Tag Popolari

×
×
  • Crea nuovo...