Il portone era veramente immenso. Per tutta la cavalcata fino a quelle mura, Ashling non si era mai chiesta se stesse facendo al cosa giusta, ma soltanto cosa diavolo stesse facendo. Nessuno sapeva che ormai la dea era sua sorella. Ma, d'altro canto, nessuno sapeva che i draghi erano stati risvegliati e che ci fosse una dea a guidarli. Quindi avrebbe semplicemente riferito la sua storia, magari cambiandola un po', omettendo la sua parte. Alissa doveva fallire, doveva cadere ai suoi piedi. E forse gli unici che potevano contrastarla erano proprio i tanto odiati Cavalieri di Jamalièl.
Con questi pensieri era arrivata al portone, dicendo il suo nome e quello dei suoi due compagni, increduli di trovarsi in quel luogo, quando solo pochi giorni prima lottavano per la sopravvivenza in una valle anonima.
Avrebbe parlato al Capo Supremo, sperando che lui le credesse. Se avesse voluto fare su di lei la Prova della Verità... be', avrebbe capito tutto quello che era successo, ma almeno avrebbe saputo che vi era un pericolo mortale. Non le importava quale sarebbe stato il suo destino. Le interessava soltanto sapere che avrebbero fatto di tutto per fermarla.
Assunse una posizione eretta e fiera appena udì il cigolio del portone che si apriva. Vide Burk e Furm fare la stessa cosa ed un leggero sorriso divertito le si disegnò sulle labbra.
Ma appena il portone si aprì, non seppe più se piangere o ridere. Gioia e disperazione si accavallarono in lei, fondendosi nella sua mente fino a creare un unico pensiero.
Vedendo Aixela avanzare a piedi verso di lei, sola, si accorse che i Cavalieri sapevano già tutto. Distolse a difficoltà lo sguardo dalla ragazza che avanzava sicura di sé e vide i riflessi lucenti dei draghi metallici. Quindi era iniziato tutto.
«Ciao.» Disse Aixela, fermandosi sotto il suo cavallo, gli occhi freddi, ma leggermente lucidi.
Ashling non rispose immediatamente. Sentiva che quello che le sarebbe uscito fuori avrebbe assomigliato ad un rantolo. Inoltre capì che, appena avrebbe aperto bocca, sarebbe scoppiata a piangere. Si limitò a fare un cenno della testa, mordendosi un labbro.
Devo scappare... poi continuo...