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Attenzione! Leggerlo può causare follia! ^^ Spero vi piaccia... "Sono qui, sospesa a qualche metro dalle mura che difendono una delle poche città ancora libere di Faerun, Murann. Piove. Una pioggia fine e leggera, la solita pioggia d’estate che cade sulla pelle come una carezza. Guardo verso il cielo e piango, sentendo venir meno la forza che mi ha sostenuta fino ad oggi. Nierme rosse moruantë nwalyanya. Lo sussurro piano, nella mia bella lingua. Le gocce di pioggia nascondono il mio dolore… Lentamente le nubi si diradano e si disperdono nell’orizzonte, lasciando che il cielo di Murann si mostri in tutto il suo splendore. E’ bello quasi quanto il cielo della lontana Evermeet… Suono la nostra canzone e guardo il cielo, ora limpido. In questa notte Selûne è splendida come non mai, accompagnata come al solito dal suo grande arco di numerose luci più piccole. Le Lacrime di Selûne… Cerco le tue stelle. Ecco… Alto nel cielo, a Nord, posso vedere il Cerchio delle Stelle di Mystra, un cerchio di grandi e luminose stelle al cui interno si trova la più assoluta oscurità. Quand’ero bambina mi raccontavi che al centro dell’oscurità era sospeso il Castello di Notte di Mystra… Il tuo. Suono ancora, fino a che ad Est non vedo apparire Anadia, l’Araldo dell’Alba. Il sole sta per sorgere. Ripongo il mio flauto, mentre le ultime note svaniscono. Le stesse note che tu suonavi quand’ero bambina per accompagnare i miei sogni, le stesse che io e mio fratello abbiamo suonato mesi fa per salutare la nostra amata isola e le sue coste splendide e selvagge. Un saluto alla meravigliosa Leuthilspar, con le sue belle torri di cristallo scintillante. Un omaggio a Corellon, Nostro Padre, e alle foreste in cui noi elfi viviamo. E che in noi elfi vivono. Ecco… Nell’aria risuona ancora quella stessa melodia. Solo io posso sentirla, chiara e limpida, e quasi riesco a vedere le note che scivolano sui fili magici della Trama, musica che tu, madre mia, mi invii dal lontano piano in cui dimori, il Cuore del Dweomer. Una lacrima scivola sul mio viso e per un istante i raggi del sole che sorge la rendono un prezioso cristallo. Mi manchi, mamma… Il mio pensiero ritorna per l’ennesima volta al tempo perfetto in cui ancora non sapevo nulla delle mie vere origini, quando ancora non ero consapevole del sangue divino che mi scorre nelle vene. Allora io credevo tu appartenessi solo a me e a mio fratello, e a nostro padre e tuo sposo, Ivory. Ora so che non è così. Tu sei Mystra, la Madre di Tutta la Magia, la Signora dei Misteri. Sono orgogliosa di essere tua figlia, come potrei non esserlo? Eppure, madre mia, preferirei cento volte che tu non fossi ciò che sei, per restare accanto a me, ancor più ora che non mi resta più niente, niente oltre a colui che, insieme a te, mi ha insegnato tutto ciò in cui credo e che ha acceso la fiamma che, tu mi dicevi sempre, arde nel mio cuore. Quel fuoco che mi hai raccomandato di non lasciar spegnere mai. Te lo prometto, mamma… Non lo farò. Non lo farò, neppure ora che vorrei svanire come le tenebre che Lathander sta scacciando con il suo arrivo in questa limpida alba di fine estate. Troverò il coraggio… Lo stesso che tu hai avuto tre secoli fa quando, per amore di un mortale, hai lasciato il tuo regno divino e rinunciato alla tua stessa essenza. Dolce Mezzanotte. Ho già detto di essere onorata ogni volta che ti chiamo madre…? Sì. Ma non è perché tu sei una Dea, non è perché è a te che devo la mia Arte, che ti amo tanto profondamente. Per queste cose sollevo a te le mie preghiere ed è a te che mi rivolgo quando ho bisogno di tessere la mia magia sui fili della Trama. Il mio amore per te viene dal dolce ricordo di quando mi tenevi tra le braccia e mi guardavi con occhi pieni di affetto, di quando la tua mano si stringeva intorno alla mia manina, per consolarmi, sorreggermi. Quest’amore viene dalle volte in cui mi hai punita per la mia avventatezza o per la mia cocciutaggine o insolenza. Anche per questo ti voglio bene. Hai forgiato il mio spirito così come i più abili forgiatori elfici creano quelle sottili e perfette lame di metallo bianco e leggero, le cui else ricamate con fiori e foglie dorate destano la meraviglia negli occhi di chi le guarda. E’ grazie a te e all’uomo che chiamo padre che, ne sono certa, saprò sopravvivere al dolore che ora lacera la mia anima. Scosto il mantello, scoprendo le mie catene. Aggancio al polso una delle due estremità e la faccio ondeggiare, ammirando gli splendidi disegni che percorrono i suoi anelli, frutto della maestria di uno dei più grandi forgiatori elfici. Non sono in grado di dire quante volte quest’arma mi abbia salvato la vita. Almeno tante quante lo ha fatto la magia… Almeno tante quante lo ha fatto il mio sposo. Il mio sposo perduto… Respiro a fondo quest’aria fresca che sa di mare e mi ricorda un po’ l’odore della mia lontana isola, la mia cara Evermeet. Per un breve istante la brezza dà sollievo alla mia gola che brucia di lacrime non ancora versate. Ma è solo un istante. Respiro ancora, profondamente, cercando rifugio nei bei ricordi. Non ci riesco… E’ passato troppo tempo ormai, quasi cinque anni, dall’ultimo giorno in cui i popoli di Faerun vivevano liberi e in pace e troppo poco, appena un giorno, da quando ho provato il dolore dell’abbandono. Mi sembra ancora impossibile… Proprio loro, le persone per le quali mi sarei strappata il cuore dal petto, se solo me lo avessero chiesto, mi hanno abbandonata. Mio fratello, il mio adorato fratello, che fin dal giorni in cui nacqui mi considerò come la cosa più bella e preziosa che il sole e la luna avessero mai visto nella loro infinita esistenza, e il mio sposo, il primo uomo che io abbia mai amato e al quale ho donato tutta me stessa, niente di meno, l’uomo che solo pochi mesi fa mi giurò amore eterno nel bosco sacro a Corellon, sono andati via. Si sono stancati, mi hanno scritto. La vita nella foresta è molto più attraente di quella in semi libertà che abbiamo condotto fino ad oggi. Ecco, queste le loro parole. Ma certo, maledizione! Certo che preferisco vivere libera, tra gli alberi della mia patria! Come tutti gli elfi miei fratelli che si trovano qui e che dalla patria si sono allontanati per fermare il folle nemico! Vi siete stancati degli ordini che ci vengono continuamente impartiti, avete scritto ancora… E di fronte a questo mi chiedo dove siano il vostro onore e la vostra lealtà se, e ne dubito per la prima volta, ci sono mai stati. Ordini… Nessuno qui combatte per dovere, ognuno qui combatte per amore. Amore per la propria terra da troppo tempo tormentata, per la famiglia, per gli amici, per la libertà, per ciò che è giusto. Non è per un ordine che due mesi fa ci siamo gettati in battaglia, meno di venti uomini in mezzo a un intero esercito, certi di incontrare così la morte, ma certi di volerla incontrare con le armi in mano! L’ordine era la ritirata, ricordate? La ritirata! Marilin, Keith, Kernan e Hummel sarebbero rimasti lì, a morire per permettere a noi e a ciò che restava del nostro esercito di scappare! E quel giorno, tutti, abbiamo trasgredito agli ordini. Abbiamo coperto la ritirata delle truppe e del popolo e poi… Io ricordo di aver guardato verso i nostri quattro compagni. Keith e Kernan, fratelli, traditori dell’esercito nemico, nella loro forma di draghi blu avevano scatenato tutta la loro magia e tutta la loro forza. Marilin e Hummel avevano risvegliato gli straordinari poteri che gli dei hanno concesso loro. Combattevano, con una forza che non può essere descritta a parole. E resistevano. Ma per quanto ancora ce l’avrebbero fatta? Di certo il tempo necessario per consentire anche a noi la fuga. Ci saremmo rifugiati a Murann, dove nuove interdizioni erano state alzate. Saremmo stati al sicuro, lì. E dopo qualche giorno saremmo tornati a raccogliere i corpi dei nostri amici, se mai qualcosa fosse rimasto… I generali nemici si stavano avvicinando… Fu un attimo. Gwendolyne, la lich, druida rinnegata, volò con il suo drago scheletrico verso Kernan. Meleghost, l’odiato Mago Rosso, apparve davanti a Keith. Due terribili Jarlaith si gettarono contro Marilin e Hummel. Cyrus, il pazzo che ha scatenato questa guerra per la sua folle sete di potere, si scagliò contro Marilin, con un sorriso sadico sul suo volto scuro di drow. Sarebbero morti e non avremmo potuto far nulla per riportarli in vita. Provai un brivido. Non ho versato il mio sangue in tutte queste battaglie per scappare proprio ora. Non mi sono battuta con tutte le mie forze per tirarmi indietro adesso. Non adesso che quattro dei miei amici sono lì, disposti a morire per salvare anche me. Non adesso che il mio sguardo si posa sull’intera vallata tinta di rosso e disseminata dei cadaveri delle donne, dei vecchi e dei ragazzi che ci chiesero un’arma per poter dare il loro contributo, perché non volevano stare a guardare mentre ciò che loro amavano veniva spazzato via. Rivedo la testa di Giltar, il cacciatore drow nostro alleato, fracassata dalla mazza di Cyrus, rivedo il suo volto immobile e deformato dalle ferite e dal dolore, i suoi begli occhi verde pallido fissi nel cielo. Davvero non volevo vendetta per la sua morte? No… Gli ordini sono ordini. E’ vero… Ma io, nel mio secolo di vita, ordini non ne ho mai eseguiti. Nemmeno uno. E non è certo questo il giorno giusto per cominciare! Morte ai nostri nemici! Gurth gothrim lye! Ricordo di aver pensato questo… Poi il mio cuore prese a battere furiosamente, come impazzito. Ricordo che agganciai ai polsi le mie catene chiodate e le strinsi tra le mani come mai avevo fatto, mentre richiamavo alla mente i miei incantesimi. Feci un passo avanti e mi accorsi che anche tutti gli altri avevano fatto lo stesso. Tutti con lo stesso sguardo determinato e sereno, lo sguardo di chi è certo di quale sia la cosa giusta da fare, a prescindere dall’esito. Khalos ed Elara stavano già iniziando a cadere preda della loro furia berserker. Grimm e Kierkan, i due monaci, avevano già stretto i pugni e si erano abbassati, pronti alla carica. Aeron cominciava già a pronunciare parole nell’antica lingua dei draghi, puntando verso i Maghi Rossi che tutti insieme stavano avendo la meglio su Keith. Era determinato a mostrare a quegli stolti maghi senza giudizio tutti i suoi poteri di stregone, avrebbe provato loro che cosa era davvero in grado di fare chi, come lui, non aveva mai avuto bisogno di ricorrere a libri, mentori o teorie per accedere alla Trama. Zeiren, mio fratello, sorrise e impugnò il suo arco incoccando quattro frecce. Presto i nemici avrebbero provato sulla loro pelle la sua micidiale mira. E sarebbero caduti. Ivan, il nostro nano, guerriero forse tra i più grandi mai esistiti, afferrò la sua ascia e digrignò i denti. Seraph, l’elfo dagli occhi del colore della luna, si apprestò ad invocare il Fuoco d’Argento. Cynthya, la piccola barda, cominciò a cantare, ispirando in ognuno di noi la forza che animò i grandi eroi del passato. Krum fece roteare la sua spada a due lame tra le mani, rivolse un sorriso a Cynthya e la prese per mano. Aravilar, l’elfo del sole, l’inventore un po’ pazzo, passò le dita sul suo libro magico e puntò i suoi occhi tra il verde e l’oro sui Maghi Thayan. Non avrebbe risparmiato loro nulla della sua Arte e certamente di molti di loro non sarebbe rimasto nient’altro che vesti rosse e dorate e una manciata di finissima polvere. Tebrin, devoto a Moradin, paladino, simbolo della speranza che non può essere annientata, sollevò il suo martello verso il cielo con un gesto solenne, volto a onorare il suo dio, il suo clan e la sua razza, il bene e la giustizia. Khrann, il mio sposo, si affiancò a me e sorrise, impugnando il suo falchion, la sua Azathara. Ci guardammo intensamente per qualche istante, i miei occhi color lavanda fissi nei suoi del colore dell’ambra. Insieme. Anche questa volta. Forse per l’ultima, ma comunque insieme… Non potevamo vincere, lo sapevamo. Ma potevamo provare. E in quella battaglia dimostrammo tutto il nostro valore… E ora voi dite che vi siete stancati? E’ semplicemente assurdo! Ma non è solo questo, ho ragione? Tu, mio adorato sposo, ti sei stancato anche di me e della mia Arte, la magia, magia della quale tu avresti sempre voluto fare a meno… E credi che io ti abbia tradito. Credi che ti abbia tradito durante la mia ultima missione, con uno dei miei tre compagni. Credi questo. E allora quanto poco sai dell’onore degli elfi, amore mio… Forse è per la nostra lunga vita o forse è per qualcos’altro, ma vedi, quando un elfo ama qualcuno o qualcosa, lo fa per tutta la vita. Noi elfi tardiamo a dimenticare… E in virtù di questo mi chiedo perché Zeiren abbia fatto ciò che ha fatto. Neppure un abbraccio o un ultimo saluto. Solo due lettere scritte di fretta e due stanze vuote. Come, all’improvviso, il mio cuore. Quante volte in questi anni avrei potuto rinunciare a combattere, lasciarmi morire trafitta da una spada nemica. Avrei potuto smettere di sperare in un giorno migliore di quello appena trascorso e abbandonarmi alla disperazione, non ero costretta a sorridere. Ma l’ho fatto, perché volevo sorridere, per te, per mio fratello, per mia madre e mio padre, perché volere essere felice a dispetto di questa maledetta guerra, volevo sopravvivere e vivere pienamente questa vita. E lo voglio ancora, in fondo al cuore, anche se tu, da tempo ormai ragione di molti dei miei sorrisi, sei distante da me. Lo voglio ancora, anche se tu, la persona con la quale desideravo riempire gli infiniti giorni della mia vita immortale, unica manifestazione del mio sangue divino, e con la quale avrei voluto avverare i miei e i tuoi sogni, hai rinnegato il nostro amore. Levandoti l’anello mi hai detto che lo avresti tenuto, perché, comunque fossero andate le cose, ti avevo regalato dei bei ricordi. Ricordi… Dunque non sono nient’altro che questo per te, ora… Solo un pallido ricordo… Cerco di nuovo di soffocare il dolore, mi sembra di impazzire. Guardo verso il mare, il gelido Mare delle Spade, la cui superficie azzurra appena increspata dal vento riluce d’oro e d’argento sotto i raggi del sole ormai sorto. Il cullare delle onde riesce a lenire per un po’ la mia anima ferita e forse il ricordo di un’espressione serena si dipinge sul mio viso, ma non dura a lungo. Allora cerco di rifugiarmi ancora nei momenti di gioia che riesco a richiamare alla memoria…1 punto
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Non necessariamente; il messaggio (pur non pienamente volontario) "w gli alberi, non disboscate, no alle macchine puzzolenti" è molto recente, non antico. (Poi ai tempi di Tolkien i contrari al progresso selvaggio erano conservatori, adesso sono progressisti, vogliono l'ecosostenibile). Ciò dimostra che il miglior fantasy si basa su archetipi perenni, non solo su antichità; e che "conservatorismo" ha molti, molti significati.1 punto
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No, non scrive nulla.... Carica il kernel, arriva alla schermata nera con il simbolino azzurro e la scritta Kubuntu, poi sta lì a oltranza... Se faccio Ctrl+Alt+Canc riavvia... Mi avevi detto di installare la stabile e pensavo fosse un problema della beta... ma a quanto pare non è così.. Sul forum di supporto ho letto qualcosa di simile, risolto con l'istallazione da CD distro anziché DVD... Può essere? Ciao ciao1 punto
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