Senza offesa Nadrim, ma trovo che il tuo ragionamento faccia acqua.
A titolo comparativo, questa frase :
Può, per estensione, essere portata alla vita reale, e suonare così : Se i ladri rubano, è colpa della polizia.
Questo è un non senso. Se i ladri rubano è colpa della loro cultura, quindi della loro educazione ( o mancanza della stessa). Certo, una persona può essere portata al furto da situazioni particolari, ok. Ma proviamo a fare l'estensione, al contrario :
Se un PG "bara", è colpa unicamente del giocatore, della sua mancanza di "cultura di gioco", o dalla semplice presenza di un complesso d'inferiorità grande quanto lo stadio olimpico.
Certo, in un mondo ideale non esisterebbero ladri, come non esisterebbero bari... ma in quello stesso mondo non esisterebbe neppure la polizia, come non esisterebbero master ( o, almeno, non esisterebbe il suo "ruolo di arbitro").
Il master non può fare tutto ciò che vuole, ne a livello pratico, ne, sopratutto, a livello teorico. A livello pratico perchè, semplicemente, non può conoscere ogni regola. A livello teorico perchè il master non è una creature super-partes, distaccata dalla realtà in cui "lavora". Il "sistema gruppo" è semplice componente del "sistema amici", ergo il suo agire è vincolato da tutte le relazioni che sono esterne al sistema gruppo. Spesso e volentieri un master permette una "banfata spaziale", solo per evitare tensioni-ripercussioni esterne a quello che, in fin dei conti, è un semplice gioco. Tutto questo per dire cosa?
Se i giocatori avessero cervello, si renderebbero conto che sono essi stessi i primi arbitri del proprio agire, ergo dovrebbero fare il possibile per limitare al minimo la necessità d'intervento del master... che è li per NARRARE UNA STORIA, non per fare il carabiniere.
Longino, presidente del Partito per la Responsabilizzazione dei Giocatori ( PRG)