Io faccio il DM da 15 anni quasi nel mondo dei giochi di ruolo e ho sempre effettuato i tiri nascosti dietro lo schermo. Ho sempre lasciato gestire ai giocatori i tiri dei loro personaggi, anche quelli che dovrebbe fare il master, per questione di velocità di gioco e per insegnare al giocatore di interpretare in base ai tiri e non al metagioco. Non rivelo mai i dati dei mostri, tanto dopo un po' i giocatori li capiscono ugualmente, e baro sui risultati dei tiri nascosti quando è necessario.
Trovo necessario barare quando un tiro sfortunato decide arbitrariamente il destino del giocatore. Trovo più corretto ignorare la morte di un buon giocatore che ha sempre interpretato bene piuttosto che dargli punti esperienza aggiuntivi. Considero che il destino premia coloro che giocano bene donando loro un'occasione aggiuntiva. Con questo non dico che sempre tutti si salvano, capita di morire nei combattimenti o nelle trappole o perché il giocatore non si sforza di giocare ma trasforma il D&D in un videogioco. I miei giocatori temono la morte dato che non è un evento abituale, noto invece in altri gruppi di giocatori, dove la morte è presente spesso, che non si gioca da gruppo, non ci si salva o ci si aiuta più di quanto non faccia comodo. I giocatori non si affezionano ai personaggi perché la scure della morte è sempre presente sulle loro teste.
Per longevità e per ricompensa preferisco fare tiri segreti e barare in modo equilibrato (anche se suona strano) per premiare solo i giocatori e solo coloro che giocano bene.