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  1. Ho fatto un sogno… Ero in un bar,con tanti tavoli,tutti pieni.Ho chiesto a un cameriere se ci fossero posti liberi e quello mi indicò un piccolo tavolo circolare,dove vi è seduta una ragazza dai lunghi capelli biondi,e mi disse che li c’era l’ultimo posto libero.Mi avvicinai e mi sedetti,incrociando per un attimo lo sguardo della ragazza. <Ciao..>le dissi,timidamente,nemmeno in sogno sono mai stato un genio delle relazioni sociali. <Ciao>mi rispose ben più allegramente lei. Arrivò il cameriere e ordinammo,casualmente le stesse cose. Passarono vari minuti in silenzio,e lei ruppe il ghiaccio. <Io sono Gabriella,e tu?> <Io sono Ferion(non metto il mio vero nome),piacere>le risposi,un poco a disagio Lei mi sorrise,e sentii la mia faccia diventarmi paonazza Iniziammo a parlare del piu e del meno,prendendo sempre piu confidenza,e l’argomento della discussione cambiò. <Ti piace la natura?>mi chiese,con quel suo bel sorriso Io fui colto di sorpresa dalla domanda. <Abbastanza..studio biologia e può darsi che vada a seguire il corso di veterinario>dissi,con una piccola nota di orgoglio nella voce. <Io adoro la natura,adoro correre per i boschi,sentire la voce degli alberi…> “Ma chi mi è capitata?” pensai,un poco sconfortato. <Che c’è?Ho detto qualcosa che non va?>mi chiese,preoccupata. Iniziai a ridere,per tranquillizzarla. <No,no,va tutto bene..>dissi,e vidi con piacere che era sollevata. Continuammo a parlare dei boschi e degli animali selvatici per un po,quando mi suonò il cellulare:era un messaggio di mia mamma che mi diceva di tornare a casa. <Devo andare…>le dico,sinceramente dispiaciuto. <Peccato..>disse abbattuta<Ci rivedremo?>chiese,speranzosa. <Se è possibile,certo>dico allegramente. Ci scambiammo i numeri di cellulare e mi alzai dalla sedia. <Aspetta che ti accompagno all’uscita>mi disse,ma non si alzò,si spostò all’indietro e si mosse senza alzarsi. Non capii come facesse finche non fu piu coperta dal tavolo:era su una sedia a rotelle. Vedendo l’attrezzo sobbalzai.Mi aveva detto che adorava correre per i boschi,non me l’aspettavo proprio. <Oh,non ti preoccupare..è solo una gamba rotta..dopodomani mi tolgono il gesso>mi disse,quasi leggendomi dentro. “rotta a correre nei boschi” pensai,e lei rise. <A presto>ci dicemmo,sulla porta del bar Passarono alcuni giorni,e mi arrivò un messaggio di Gabriella. Vieni al bosco di *******–un bosco non lontano da casa mia- Arrivo la,e la vedo,in piedi senza gesso,che mi aspetta al limitare del bosco. <Eccomi..perchè mi hai fatto venire qua?>le chiedo. <Volevo mostrarti una cosa molto importante per me..> Io fui molto incuriosito da quella cosa,cosi la seguii nel profondo del bosco. Mi portò in una piccola radura,dove si sedette a terra e mi chiese di fare lo stesso. Aspettammo vari minuti quando sentii un rumore provenire davanti a me,fra gli alberi,qualcosa si stava avvicinando a noi.Un cervo..femmina per la precisione. Si avvicinò tranquillamente verso Gabriella,ma quando mi vide si irrigidì. <Non ti preoccupare,è un amico..>le disse la ragazza,per tranquillizzarla,e la cerva appoggiò il naso contro la sua mano. <Provaci anche tu..>mi disse <Ma l’hai allevata tu?>le chiesi <No,no l’ho incontrata qui,e siamo diventate amiche..>mi rispose felicemente,accarezzando lala cerva. <Ha un nome?> <Lilia..> <Bel nome hai scelto>mi complimentai. <Oh,ma non l’ho scelto io,me lo ha detto lei>mi disse . “A rieccoci”pensai <Non mi credi,vero?>chiese tristemente. <Non è che non ti credo,è che è difficile da comprendere…>cercai di riparare,allungando la mano per accarezzare l’animale selvatico,che si ritrasse. <Perché non parliamo la stessa lingua?> <Diciamo di si..>dissi,ritraendo il braccio,deluso. <Non importa che lingua si parli,il linguaggio del cuore è il piu importante,con esso tutto si comprende,anche quello che si nasconde..se l’uomo lo parlasse non ci sarebbero le guerre..> <Si..>dissi,a disagio,ma dentro me condividevo le parole di quella strana ragazza.. <Prova a comunicare le tue buone intenzioni a Lilia..>mi incoraggiò Gabriella. Un po’ intimorito,cercai di pensare a di parlare in maniera muta e gentile a Lilia,che era il primo animale del bosco che vedevo da vicino,e un po temevo la sua reazione improvvisa.La cerva si avvicinò un poco,ma senti un timore molto piu grande investirmi,anche se mi ero tranquillizzato,poi realizzai:era il suo timore. <Non avere paura>dissi a me stesso e a lei.Sentii la paura piano piano andarsene,e Lilia annusò la mia mano e la leccò Gabriella rise limpidamente di gioia. Mi sentii come se mi fosse stato tolto di dosso un macigno portato per tutta la vita.. Passarono i giorni e i mesi,il rapporto con Gabriella e Lilia migliorò di molto,ed esse divennero le mie migliori amiche,camminavamo per il bosco,giocavamo,e con enorme sorpresa,un giorno ci rendemmo conto che Lilia era incinta. <Ma è fantastico,congratulazioni..che nasca forte e sano..o sana..>le dissi accarezzandole il fianco,e una vampata di calore amico mi avvolse,come gratitudine della cerva. <Sarà una femmina>disse Gabriella,sicura. <Che nome gli daremo?>chiesi,non tentai di chiedere sul come facesse a sapere il sesso del nascituro. <Natura..> <Non è un nome un po’ esagerato per un cerbiatto?> <E perché?>chiese lei,un po’ stizzita. <Che Natura sia..>accettai. Passò il tempo,ed una sera ero a casa mia,quando mi squillò il cellulare. <Pronto?> <Ferion!E’ terribile!>era Gabriella,con un tono di voce quasi rotto dal pianto <Gabriella?Che succede?> <Lilia..Lilia sta per partorire..sta male!> <COSA?? ARRIVO!>buttai giu di colpo e mi precipitai nel bosco,incurante dei tagli dei rovi e dei rami,e arrivai alla radura dove incontravo Lilia,e la vidi,stesa su un fianco,che tremava,con accanto Gabriella che cercava di fare qualcosa. <Eccomi..come sta?>chiesi,col fiatone <Male..ha la febbre,i brividi..>disse la ragazza,con gli occhi lucidi,accarezzando la testa di Leila Mi chinai per cercare di capirci qualcosa,e guardai dove sarebbe dovuto uscire il cerbiatto.. <Lilia..spingi,fallo uscire,coraggio!>quasi le urlai Avvertivo il suo dolore,mentre cercava di fare quello che le avevo chiesto,e senti la voce di Gabriella. <Sta uscendo!> Guardai dietro e vidi un piccolo muso spuntare,ma quasi venne risucchiato indietro. <Lilia!Forza..>la incoraggiai,ma Lilia si lamentò <E’ disidratata…Gabriella,se hai dell’acqua,prova a farla bere>mi sentivo un ostetrico,e ringraziai la tv per non essere a digiuno totale della questione. Gabriella si impegnò a darle l’acqua che aveva in una piccola bottiglia di plastica. <Lilia,ti prometto..TI GIURO che passerai la notte!!>dissi,guardandola nei suoi occhi pieni di dolore e paura. Furono ore molto faticose per tutti,il cerbiatto piano piano usciva… <Natura DEVE nascere,Natura DEVE vivere,farò tutto quello che posso!>urlai,in preda ad una specie di isteria. Con un ultimo lamento,il cerbiatto fu abbastanza fuori da permetterci di tirarlo noi per le zampe davanti. La piccola creatura insanguinata emise un debole gemito,io la presi e la portai davanti alla madre,che nonostante non avesse un grammo di forza le leccò il muso,poi volse il suo sguardo su di me e sentii la sua gratitudine. Un tepore alle mie spalle mi fece girare..erano le luci dell’alba che si infiltravano tra le piante. Tornai a guardare Lilia,che aveva appoggiato la testa a terra. <E’ finita..ce l’hai fatta>le dissi Non ebbi risposta di sorta Appoggiai la mano sul suo fianco,il cuore non batteva più.. Scoppiai a piangere,e anche Gabriella,che aveva preso Natura fra le braccia capì che cosa era successo,e si unì al pianto. Strinsi al petto la testa di Lilia,incapace di accettare la realtà. Impiegammo tutta la mattina a calmarci. <Ti è stata amica fino all’ultimo>mi disse Gabriella. <Perché?>le chiesi,con gli occhi gonfi. <Ha fatto di tutto per resistere fino al mattino,e non farti rompere il tuo giuramento>disse,con lo sguardo basso. Avevamo seppellito Lilia nella radura,e iniziammo a pensare a cosa fare con Natura. <La crescerò io a casa mia,per ora..tu hai fatto abbastanza..>mi disse Gabriella con dolcezza. Quella sera ero su un albero,a guardare la luna,col cuore pieno di tristezza Poi,come se fossi stato un fantasma fuori dal mio corpo,vidi Gabriella con Natura timidamente nascosta dietro le sue gambe,che guardava me da qualche metro di distanza. <Natura deve vivere..Ferion…fa capire questo anche agli altri uomini..>disse L’ultima cosa che vidi furono gli occhi di natura,verdi come le foreste,rossi come il fuoco,blu come il mare,bianchi come il vento
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  2. Perchè è bello! =^.^= E' bello inventarsi delle storie, è bello vivere storie impossibili e anche di probabili. E' entrare nella narrativa, e creare. E' attività creativa nel senso forte del termine, si crea un mondo nella propria testa, che viene condiviso fra tutti i presenti, è comunanza di idee, è divertimento. Ma giocare è anche evasione, è goliardia, è emozione. Si, perchè l'uomo prova emozione anche immaginando gli eventi, senza essere psicotico, perchè è un gioco di empatia, con i compagni reali e con situazioni dinamiche di gruppo puramente immaginate. Giocare è esercizio per la mente e per il cuore:bye: PS Mi piace giocare di ruolo, l'avreste detto?
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