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Contenuti visualizzati con la più alta reputazione il 19/12/2006 in tutte le aree

  1. Distruggere in male, in ogni sua forma, è di per se un azione volta al Bene. Ti dirò di più, è la massima delle azioni buone, perchè ignora tutti i limiti posti dalla tirannia degli uomini malvagi contro l'ira dei giusti. Il processo altro non è che un rito atto a rendere accettabile l'azione in se, ma non ha alcun valore, si limita a veicolarlo; ne consegue che il paladino non è tenuto a processare nessuno : lui è giudice, lui è giuria, lui è boia. L'unico metro con il quale misurare il mondo è la propria etica, tutto il resto è falsità. Accettare il compromesso veicolato dalle leggi ingiuste significa rinunciare alla propria lotta per il Bene, significa fallire.
    1 punto
  2. Mi piace il post di phate, che mette in luce spunti interessanti. Phate generalizza, ma lo fa onestamente. In quanto, generalmente, è una delle ragioni che vengono fuori storicamente quando si chiede ad un gruppo "perchè il paladino non lo volete ?" Ma questo ci spinge verso altre domande: L'impressione che da il paladino in generale (esempio di Phate) è giusta ? Secondo me si. Magari nessun paladino VUOLE essere una "pigna del deretano", ma ahimè l'impressione generale è quella. Perchè mai ? E qui sta la vera riflessione. Perchè ? O per scelta del paladino, o per conseguenza non voluta del suo atteggiamento (= modo sbagliato di porsi). Ma comunque sia, il succo non cambia: il colpevole è sempre lui, il PALADINO, non la gente che giudica il suo comportamento. Se su 300 persone diverse, 295 pensano la stessa cosa, non è certo per partito preso. Nel caso del Paladino "me-ne-frego-di-cosa-pensano-gli-altri-io-continuo-per-la-mia-strada", c'è poco da aggiungere: il Paladino è cosciente delle conseguenze del suo comportamento, e non fa niente per cambiarlo. Ma non credo (imho) che siano la maggiorità. Gli altri infatti fanno azioni, scelte, e di conseguenza, si comportano in maniera tale che come indirette conseguenze, vengono visti "male" da altri giocatori (e, a livello di PG, "da altri avventurieri"). è possibile porvi rimedio ? Certamente. Un Paladino è maestro delle proprie scelte. Sa di essere un eccezione in un mondo spesso ostile, ma non per questo deve, per forza, combattere da solo. Uno può ruolare un Paladino che combatte da solo, qualsiasi siano le avversità, qualsiasi sia quello che pensa di lui la gente che lo circonda, o può decidere di prestare attenzione anche al suo modo di porsi, cercando cosi di inspirare la gente attorno a lui, di essere un esempio, non solo a livello concreto, ma anche spirituale / sociale. Personalmente, sono convinto che riuscirei a fare accettare/amare un Paladino (ruolato da me), in qualsiasi gruppo non malvaggio. Ripeto: un paladino "palla al piede" è, e sarà sempre, un problema dovuto non alla classe (anche se aiuta), ma al modo di giocarlo. E quindi di scelta del paladino stesso. Anche qui rimane secondo me il problema di fondo: la scelta del paladino nei suoi rapporti e modi di porsi con il mondo che lo circonda.
    1 punto
  3. Così i guerrieri tank, oltre a muoversi di meno, possono essere eliminati senza problemi o con magie sulla volontà o con magie sui riflessi. Se indosso un'armatura completa non mi interessa schivare il pallone, mi basta alzare un braccio e lasciare che l'armatura compia il suo dovere. Oppure lo posso deviare con la spada. Come già detto i riflessi non c'entrano con l'agilità. Non sempre le regole del gioco rispecchiano la realtà, ma sono fatte semplicemtente per rendere il tutto giocabile.
    1 punto
  4. solo che nn e' che posso mettermi ad abbandonare il gruppo perche' se lo faccio addio D&D....basterebbe che le prese in giro esistessero solo nel gioco.
    1 punto
  5. Straquoto. Non ha senso giocare con gente che non ti rispetta.
    1 punto
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