Non ne vado molto fiero, ma da un po di tempo mi chiedo se io non sia in realtà poco portato al GDR e a "vivere" avventure immaginarie.
Immergersi completamente nell'atmosfera, provare emozioni, respirare l'aria di un mondo diverso, ecco, queste sono esperienze che, per una circiostanza o per l'altra, con mio grande rammarico non ho ancora avuto modo di provare.
E vorrei capire, col vostro aiuto, se c'è qualcosa che non va in me, nel qual caso cosa, e comunque condividere questi pensieri con chi del GDR ha saputo cogliere le sfumature e le finezze, e magari ricevere qualche consiglio e indicazione.
Premesso: Io sono un niubbo.
Le mie esperienze si contano sulle dita di una mano.
L'inizio con i GDR è stato più o meno traumatico.
Tutto quello che conoscevo di D&D erano le "regole".
Un mio conoscente -al tempo amico- mi raccontava di quanto si divertiva con le sue avventure super-eumate style, cazzeggio alla grande, background scritto in calce alla scheda (ne ricordo un che era più o meno così: "Al monastero tutti mi sfottevano e mi trattavano male ma adesso ho deciso che vado a fare l'avventuriero e dimostrerò che sono un figo". QUESTO era il background)
Così mi feci l'idea -sbagliata- che il GDR fosse quello, o comunque sapendo che per molti era divertente, mi venne voglia di provare una cosa simile.
Un gruppo per giocare a D&D non lo trovai, ma qualche tempo dopo mi capitò di frequentare delle persone che giocavano a Vampiri, che è l'antitesi di quello che avevo in mente.
Alla richiesta del master di farmi un personaggio "complesso profondo con un background di almeno qualche pagina bella densa", in un gioco molto articolato, considerato che io sono una persona che -oltretutto- pecca di iniziativa nella vita stessa, avendo pochi obiettivi, andai più o meno in palla, e giocai malissimo, svogliatamente, senza divertirmi, e ne dedussi che
1) Il master non masterava bene (e oggi so che è vero)
2) Io non sapevo che pesci prendere per giocare (ed è tutt'ora vero)
Ora, dopo aver giocato comunque in maniera superficiale (ah, che cosa triste XD) in luoghi dove non sarebbe stato consentito (ossia avendo non-giocato diverse partite, per pura ostinazione di cercare di capire cosa fosse realmente questo cavolo di GDR), penso di avere esaurito la mia voglia di eumate. Insomma,
sono arrivato al punto, a cui arrivano tutti i giocatore prima o poi, in cui il GDR -nel senso di interpretazione- inizia a diventare interessante.
Ho solo qualche rimpianto per non aver potuto vivere la fase "ammazza come mi diverto a fare fuori tutti", visto che ora come ora so che non mi darebbe nessuna soddisfazione -ma prima era quello che cercavo e avrei comunque voluto arrivare da solo a stufarmene-.
Il problema, dopo questa logorroica premessa (scusatemi), è che, seppure nelle ultime partite qualcosa sto capendo, mi manca ancora quel coinvolgimento emotivo, quell' "entrare nel personaggio".
Faccio passi in avanti, comincio ad assaporare l'idea di vivere una storia, ma forse mi mancano degli esempi di GDR coi controcazzi da cui imparare, o l'impegno, non so.
Ho anche pensato ad alcuni personaggi che mi piacerebbe molto giocare, e ho scritto un background piuttosto serio -e parecchio lungo, a cui mi sono anche affezionato- per D&D, ma...
...ma comunque sento tutto troppo finto.
Non riesco a entrare nel personaggio al 100%.
A emozionarmi, ridere, sognare IN GAME, provare empatia, anzi, immedesimazione, in un costrutto mentale idealizzato.
Non ancora, e vorrei avere qualche suggerimento essendo per me questo un terreno nuovo, per afre esperienza e capire meglio se la cosa fa per me, come, individuare che tipo di gioco preferisco e cose del genere.