Respiro male aria densa e filamentosa, appiccicosa afa che mi chiude i polmoni e mi annebbia il pensiero.
Barcollo privo di equilibrio, satollo e ubriaco di umidità, con un vuoto alla bocca dello stomaco che mi risucchia e non mi riempie, che è il mio centro, verso cui ogni mia cellula tende, calamita di me stesso.
Ma poi mi tuffo.
Subacqueo annaspo, inghiotto il mare senza sputarlo fuori.
Assorbo e assimilo e assolutamente aspetto di colmare col calmo mare il malconcio me.
Gonfio, tronfio, sbronzo e bronzeo il tamarro che mi teme mi guarda dall'alto della costa con fare mesto.
Oggi egli non si immergerà, non mi sfiderà, non affronterà la mia ira perchè io sono il Leviatano e adesso son quarzi per tutti...
AUGH...
...e chiamatemi Ismaele che ci devo dire un paio di cose...