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Mi è arrivato martedì questo fantastico manga, la serie completa di 24 volumi in italiano. Qui una recensione e qui un'altra, che spoilera un po' di più. Qualcuno di voi lo ha letto o sa dove posso reperire i tankobon non usciti in Italia(la pubblicazione si conclude, ahimè, al numero 24), premesso che non conosco nè il francese, nè lo spagnolo, nè il giapponese? Mi vanno bene anche online, dato che nessuna casa editrice ne ha comprato i diritti, non dovrebbe essere illegale leggerli, o no?1 punto
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[direzione] - siete pregati di postare solo il racconto, senza commenti - Samirah - Ma, mamma…. Un uomo senza musica è come un cielo senza stelle!!! - Disse Morgan che voleva a tutti i costi imparare a suonare la chitarra, - No Morgan!!! Non ti iscriverò a nessun corso di musica. Potresti montarti la testa e poi non risolvere niente. Senza parlare poi che ci vorrebbero come minimo nove anni per imparare a suonarla al meglio - Rispose la madre che, sia ben chiaro, voleva che il figlio suonasse, ma non voleva che poi, dopo avere avuto successo, cadesse in basso per poi non potere più tirarsi su. Quindi dopo pochi altri ribattiti di Morgan, la madre dichiarò chiuso l’argomento. Il giorno dopo Morgan, non andò a scuola, bensì cercò una persona disposta ad ammetterlo come allievo; per i soldi non era un problema, gli avrebbe rubati ai suoi genitori e loro non si sarebbero accorti di niente; d’ altronde, una famiglia ricca con maggiordomi e badanti al proprio servizio, due ville: una estiva ed una invernale, non si sarebbe certo accorta di una sparizione di 25000 lire al mese. Vagò disperato per la città, sotto sguardi torvi di persone che ogni tanto chiedevano il perché lui non fosse andato a scuola, lui non rispondeva e andava avanti facendo finta di niente, con lo zaino in spalla e la testa alta. Morgan, ragazzo bruno con occhi scuri, alto e magro, infatti, non era un tipo che andava male a scuola, senza parlare poi che era figlio di una delle più ricche famiglie del paese. Costeggiando il mare, che in quei giorni autunnali era calmo e il sole ci giocava a dipingere sagome sfumate di un giallo acceso ed intenso, si trovò davanti ad una baracca di legno dentro cui proveniva un soave suono, sicuramente di un pianoforte. Non sapendo cosa fare, Morgan si allontanò, perché pensò che non poteva chiedere ad una persona di quel rango di insegnargli a suonare,ne tanto meno il pianoforte. Ma il suono continuava ad andargli in contro quasi come le brezze gelide che ti bloccano facendoti provare un brivido. Girò sulle sue orme e tornò indietro. Arrivato alla porta di legno marcio della casa, il ragazzo si fece coraggio e bussò due volte su quella porta. Una voce debole dall’ interno rispose: - Chi è, cosa volete?! -, Morgan si sentì sconcertato, non sapeva cosa rispondere; ma dopo poco sentì qualche passo e la porta si spalancò di colpo mostrando un uomo che aveva un reticolo intricato di rughe e macchie su una bella parte della faccia. – Cosa vuoi? – intimò il vecchio, Morgan pronto rispose – Vorrei essere istruito nell’ uso di uno strumento musicale -, cosa aveva fatto?! Lui voleva suonare la chitarra, ma allo stesso tempo aveva un forte fascino per il piano. L’uomo sembrò pensarci su ed intanto lo squadrava da cima a fondo, il ragazzo si sentiva nervoso, a disagio, tanto è vero che si stava mordendo il labbro inferiore, - Mi pagherai? – chiese il vecchio di colpo, facendo sobbalzare Morgan, - Certo – rispose il giovane. A quel punto il vecchio si diede una pacca sulla fronte e disse: - Che sciocco che sono; prego entra, accomodati pure -. Il ragazzo entrò nella casa ed ad accoglierlo trovò un pulcioso cane che fece per saltarli addosso, ma il vecchio lo prese per il pelo e lo rimise a cuccia con un dito posto verso un mucchi di scatoloni posti per terra e dicendo: - Cuccia Sole!!! – e aggiungendo poi: - Scusalo, il fatto è che anche se è vecchio vuole sempre giocare -, d’un tratto si alzò da una poltrona vecchia e strappata una ragazza della sua età, lei aveva degli occhi blu intensi che si notavano spiccando nella “casa”, la sua bellezza pareva disperdersi in quella baracca, il suo posto era nel firmamento, tra le stelle, nel cielo blu dipinto del blu dei suoi occhi di ghiaccio. – Salve, io sono Matilde, e siccome so che mio padre non si è presentato, te lo presento io: lui è Robert – era incantato dalle sue labbra che le sue penzolavano già da un pezzo; era così preso dalla sua bellezza che Morgan quasi non vide la mano della ragazza, ma la strinse e disse con voce impastata: - M…Morgan, p…piacere – balbettando sull’inizio parola e diventando rosso come un peperone. Fu Robert a riscuoterlo dai suoi pensieri: - Allora, io ti insegno a suonare il piano se tu mi pagherai mensilmente 20000 lire – disse senza battere ciglio con un tono che non ammetteva repliche; - Perfetto, affare fatto – disse Morgan entusiasta. . Verrai almeno tre volte a settimana….. lunedì, mercoledì e venerdì, dalle 16 alle18 ok? – disse il connetto; - Si! – esclamai solenne, - Bene ora torna a casa e domani portami 20000 lire per l’iscrizione –. Morgan se ne andò pensando a quella ragazza ed ai sui occhi blu no anzi, dipinti di blu. Quando tornò a casa, notò che i genitori erano calmi, quindi non sapevano niente della sua mancata giornata di scuola, quando sapevano qualcosa che Morgan aveva fatto i genitori erano irrequieti e lo aspettavano sull’ uscio della porta. Dopo il pranzo consumato in religioso silenzio, a base di pesce, Morgan andò in camera sua a pensare di quello che aveva fatto. Solo in pomeriggio verso le 16 uscì di casa ed andò a fare un giro per la città. Naturalmente andò a chiamare Marco il suo più fidato amico. Gli racconto tutto della giornata e soprattutto di quella ragazza, - Morgan, ti sei innamorato, finalmente, iniziavo a pensare che eri gay, per un sedicenne innamorarsi è una cosa facile, quindi ben venuto nella nostra era!!! – scherzò Marco .Dopo altri giri per la città con il suo gruppo di amici, ai quali però non aveva accennato niente Morgan tornò a casa. Trovò la madre che stava animatamente discutendo con il padre, - Si Morgan deve, se vuole, suona… Ciao Morgan tra poco è pronta la cena – disse il padre. Durante la cena Morgan disse al padre: -Non voglio più iniziare a studiare musica – il padre visibilmente sconvolto, come anche la madre, disse: - Va bene –. Quella notte si addormentò presto perché stanco delle emozioni della giornata. Sognò quella notte, e che sogno!!!…. Sognò che si dipingeva le mani e la faccia di blu, poi d’improvviso veniva dal vento rapito e incominciava a volare nel cielo infinito, mentre il mondo pian piano spariva laggiù ed una musica suonava soltanto per lui… Un sogno così non lo farà mai più ma se lo ricorderà per sempre. Dal giorno a venire in poi si dedicò in tutto e per tutto alla musica, come aveva immaginato, non aveva problemi ad incassare soldi dalle tasche dei genitori, senza farsi notare. Oltre alla musica voleva farsi notare dalla giovane Matilde, si erano innamorati. Ed infatti all’alba dei suoi ventuno anni decise di fare un passo avanti, forse era un po presto, stava ancora studiando medicina, ma nulla gli avrebbe impedito di sposarsi. Per sei anni suonò senza che i genitori si accorgessero di niente, ma era venuto il momento di sfondare nella musica. La fortuna gli venne in contro quando su un giornale c’era un concorso per musicisti, che avrebbe dato l’occasione ai vincitori di partecipare ad una serie di gare in tutto il continente. Naturalmente lui approfittò dell’ occasione e invitò i sui genitori in quel teatro dicendogli che era per visionare un’opera importante che a lui piaceva molto. Al teatro Morgan disse ai suoi di aspettarlo seduti ai posti assegnati. Quando il figlio salì sul palco i genitori erano sbalorditi. Poi quando iniziò a suonare il pianoforte i genitori si commossero al suono dello strumento e alla canzone che faceva più o meno così: Penso che un sogno così non ritorni mai più mi dipingevo le mani e la faccia di blu poi d'improvviso venivo dal vento rapito e incominciavo a volare nel cielo infinito Volare oh, oh cantare oh, oh nel blu dipinto di blu felice di stare lassù e volavo, volavo felice più in alto del sole ed ancora più su mentre il mondo pian piano spariva lontano laggiù una musica dolce suonava soltanto per me Volare oh, oh cantare oh, oh nel blu dipinto di blu felice di stare lassù ma tutti i sogni nell'alba svaniscon perché quando tramonta la luna li porta con sé ma io continuo a sognare negli occhi tuoi belli che sono blu come un cielo trapunto di stelle Volare oh, oh cantare oh, oh nel blu degli occhi tuoi blu felice di stare quaggiù e continuo a volare felice più in alto del sole ed ancora più su mentre il mondo pian piano scompare negli occhi tuoi blu la tua voce è una musica dolce che suona per me Volare oh, oh cantare oh, oh nel blu degli occhi tuoi blu felice di stare quaggiù nel blu degli occhi tuoi blu felice di stare quaggiù con te Da li a poco diventò il cantante più conosciuto e la sua carriera terminò con la sua morte per mano della malattia fra le braccia della moglie Matilde.1 punto
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