Vigilia di Natale.
Nel centro commerciale, non troppo grande, le persone sono impegnate nelle loro spese ed ultimi acquisti per Natale.
Sembra una danza frenetica. Un enorme formicaio intento al lavoro.
Le persone escono con enormi e piccoli pacchi colorati, nastrini, lucine ed altro. Veloci. Poche persone si fermano a guardare l’albero appesantito dai troppi addobbi natalizi.
Sembra quasi triste, i suoi rami piegati da bolle colorate e festoni a lui inutili.
Ricorda ancora il boschetto dove era nato, in mezzo agli altri alberi. Se ne stava quieto ed in pace a crescere, dando ospitalità a nidi che gli uccellini avevano deciso di fare su di lui. Poi un giorno sono venuti degli uomini. Hanno preso lui ed altri alberi, li hanno messi su dei furgoncini e li hanno portati lontano dal bosco.
Ora il suo unico nutrimento è un vaso ricoperto con della ghiaia. La poca luce che filtra dalle porte a vetro è pallida e sbagliata e l’acqua a volte la porta una ragazza che fà le pulizie lì dentro. Scosta i suoi rami, l’accarezza, e lui si sente un po’ più vivo.
L’albero guarda il fiume di persone che vanno e vengono.
“io cosa c’entro?” pensa “non dovrei essere qui”
Stanco, sfinito, piano piano accumula la poca energia rimastagli ed inizia a crescere e crescere.
Le persone non lo notano. Il rumore del centro commerciale nasconde il suo crescere e aprirsi.
I suoi rami cercano vie d’uscita cercando di rompere i vetri, di uscire dalle porte.
La gente inizia a vederlo, si sentono urla, corrono spaventati fuori.
In effetti non è cosa da tutti i giorni vedere un “albero di natale” che all’improvviso cresce a dismisura, veloce, e cerca di scappare dal luogo in cui è costretto.
Rompe le vetrate, riesce ad uscire con i suoi rami e finalmente, i suoi rami sentono di nuovo il freddo e la luce dell’esterno, sensazioni a lui familiari.
Non fa del male a nessuno, vuole solo respirare di nuovo e sparire da tutto quel rumore.
Rivuole il suo bosco, i suoi uccellini, i suoi alberi.
Spinto dal desiderio l’albero cresce, rompe e si libera, spingendo i suoi rami fuori, alla luce del pallido sole invernale.
Il muoversi di una delle sue bolle colorate scaccia i pensieri dell’albero che si ritrova di nuovo piccolo ed imprigionato dentro al centro commerciale.
Un bambino sorridente sta giocando con i suoi festoni ma presto una donna se lo porta via con se.
L’albero sembra piegarsi su stesso dalla tristezza. Si rende conto che il suo è stato solo un sogno, che non potrà mai uscire da solo da li e, soprattutto, non potrà mai crescere cosi tanto e velocemente da riuscire a rompere tutto e poter respirare la sua aria.
Ora se ne sta li, in mezzo al via vai della gente, semplice arredamento di un centro commerciale. Passato natale dove lo porteranno?