Si era svegliato presto, o forse non si era addormentato affatto.
Gli succedeva sempre così quando programmava un “lavoro”.
“Notte in bianco, la giusta punizione per quello che faccio”. Si diceva sempre.
Quella mattina era abbastanza tranquillo, quasi di buon umore. Girava per il suo monolocale in mutande, da una stanza all’altra, senza sapere esattamente quello che cercava, forse, in realtà, non stava cercando nulla.
Mangiucchiò i suoi fiocchi d’avena distrattamente, quasi non ne avesse voglia.
Il telefono squillò.
Non rispose.
Il telefono squillò una seconda volta.
Lo guardò distrattamente.
Il telefono squillò una terza volta.
Andò a farsi una doccia.
Fuori l’aria era frizzante.
Un sole quasi accecante illuminava le cose senza però riscaldarle. Troppo distante ed indifferente per poterlo fare.
Si chiuse la porta alle spalle e fece i due gradini che lo separavano dai ciottoli del giardino.
“Sembra quasi una reggia vista da fuori” pensava guardando la facciata del suo appartamento mentre si metteva il casco e saliva sul motorino.
L’accese con estrema facilità e se ne andò.
A qualche chilometro di distanza, in una casa isolata, Luca stava facendo colazione col fratellino che non smetteva di piangere.
<<Mammaaa, io devo uscire!!!>> urlò cercando di sovrastare il pianto del fratellino. Così facendo il pianto prese nuovo vigore aumentando di decibel.
“Chissà se respira o mi muore soffocato” si trovò a pensare. Sorrise.
Si alzò e andò al telefono. Compose un numero. Che fece di nuovo. Ed una volta ancora. Nessuno rispose, anche perché non gli dava tempo di farlo.
<<Mammaaaaa!!!!>>
<<Arrivo arrivo!!>>
Una giovane donna arrivò di corsa sui propi tacchi che si facevano sentire rumorosamente.
<<A minuti dovrebbe arrivare la baby sitter, tu non fare tardi come al solito che poi vuole più soldi.>>
Un BIP BIP depresso si sentì fuori casa.
<<Va bene mamma>> prese il casco ed uscì di corsa.
Andarono tranquilli verso il centro senza scambiarsi una parola.
Si guardavano attentamente intorno, quando l’amico fece a Luca un gesto attirando la sua attenzione verso una signora un po’ avanti con gli anni. La borsa pendeva rassegnata dal suo braccio destro. Sarebbe stato uno scherzo. Una volata e via. Quasi non se ne sarebbe nemmeno accorta.
Luca rispose positivamente con la testa.
Puntarono la preda, e partirono.
La signora, quasi spaventata dall’improvviso rombare del motorino, si ritrasse un po’ verso il marciapiede.
Il motorino si avvicinò alla signora. A Luca bastò allungare il braccio per prendere la borsa che, con un sonoro urlo della signora, non fece resistenza e si fece portare via facilmente.
<<Al ladro!!>> Sentirono i compagni mentre il motorino litigava col marciapiede.
La ruota davanti sfregava malamente sul marciapiede facendo perdere il controllo del mezzo al suo autista. Caddero malamente per strada. Luca, tenendo ancora la borsa, andò a finire la propia corsa contro un auto parcheggiata. Il compagno riuscì a cavarsela con più fortuna.
<<Luca!!!>>gridò all’amico che a terra non si muoveva.
Si alzò zoppicando e cercò di andare verso il compagno mentre già si sentiva il suono di una sirena della polizia.
Spaventato andò verso il motorino, provò ad accenderlo, miracolosamente, con qualche colpo di tosse, il motorino riprese vita.
Salì e partì subito incurante del semaforo rosso.
Una frenata, un rumore di parabrezza infranto e tutto diventò buio.