Prole Emancipata non ristabilisce il precedente allineamento, quindi se nel diventare prole è diventato malvagio, al massimo recupera livelli da ex-paladino...
Il problema dei PG come non morti in D&D, come ho scritto in altre occasioni, è che spesso non si tiene conto che non è il personaggio che "risorge" come non morto...
Il PG è MORTO, ma il suo CADAVERE (se corporeo) o parte delle sue tracce psichiche residue (se incorporeo) vengono pervasi di energia negativa e da essi NASCE un non morto...
L'anima del PG non è più nel non morto (perfino il lich, che è l'eccezione a questa regola, conserva la sua anima nel filatterio, all'esterno del proprio cadavere) e una volta distrutto il non morto che ne usurpa i resti, il PG può essere tranquillamente resuscitato, se permangono i requisiti...
Salvo l'uso di varianti specifiche di qualche manuale, i non morti base dal Manuale dei Mostri sono praticamente sempre malvagi alla "nascita", senza eccezioni se non l'occasionale fantasma, e non hanno alcun turbamento psicologico o remora sociale riguardo alla propria condizione, se non simulandole per infinocchiare gli amici del PG morto e poterne approfittare come gli aggrada...
Anche se il lich creato contro la sua volontà mantenesse il suo allineamento, il paladino rimarrebbe vincolato dal suo obbligo morale a non associarsi con creature che offendono costantemente il suo codice morale, quali appunto un empio non morto animato da magie malvagie e la cui esistenza infrange ogni ordine naturale delle cose...
Non dimentichiamoci che il rituale per creare un lich è comunque di una malvagità estrema e quindi la sola esistenza di una tale creatura potrebbe essere vista come un affronto da qualsiasi paladino...