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    Morwen

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Contenuti visualizzati con la più alta reputazione il 13/04/2011 in tutte le aree

  1. « La musica ha in sè qualcosa di magico. Bastano poche note per toccare il cuore di una persona. » - Kalem Ervesti Personaggio illustrato da fed_44 e creato da Lone Wolf.
    2 punti
  2. Seraph non percorreva quella strada da ventisette anni. Nulla era cambiato. Come allora, la città era in festa. Nulla era cambiato, ma Cynthya non era più là. Il vento trascinava per le vie e le piazze molte musiche, molte canzoni. Una bambina dai capelli del colore del grano gli offrì un fiore, poi corse via ridendo verso altri fortunati passanti. Rapito dai ricordi, sentì di nuovo la voce della sua sposa cantare splendide canzoni in una lingua sconosciuta tanto simile al suono del vento... Impiegò molti istanti per capire che quel canto non nasceva dai suoi ricordi. Era lì, nell'aria. Seguì quelle parole attraverso la folla, fino a una piccola piazza. E la vide, circondata da decine di bambini che l'ascoltavano estasiati. Come quando la vide per la prima volta, quando se ne innamorò. Ma quella non era Cynthya, e Seraph dovette fare un notevole sforzo per ricordarlo. Per ricordare che non avrebbe mai più rivisto la sua amata sposa. Tuttavia, colei che cantava in quella piazza era tutto ciò che gli restava di lei: sua figlia. Nel silenzio della sera, alla luce di una candela, l’elfo rigirava tra le mani un vecchio diario, le pagine ingiallite dagli anni, le belle incisioni sulla copertina cancellate dal tempo. Era il diario abbandonato da Estel il giorno in cui andò via. Con le mani tremanti cominciò a far scorrere le pagine, come faceva tutte le sere da ormai 10 anni... Nelle prime lesse soltanto ricordi innocenti scritti da una mano infantile. La felicità per l’aver ricevuto quel diario tutto per lei da suo padre... Una minuziosa descrizione di Zofia, la bellissima bambola donatale da sua madre... I giochi con la gemella, i bagni nel ruscello, le corse sui prati, le canzoni che la mamma insegnava loro... D’improvviso il tono gioioso svaniva, soffocato dall’improvvisa morte dell’amata madre. Dopo, non fu più scritta nessuna pagina per due anni, poichè da allora Estel affidò tutto il dolore ed ogni pensiero alla sua Zofia. Il giorno in cui Estel scrisse di nuovo tra quelle pagine era anche il giorno in cui Idril morì. “Non volevo! Non volevo far male alla mia sorellina... Non volevo, lo giuro! Se solo quella pietra non fosse stata là... Ma lei voleva la mia Zofia. La voleva perchè la sua Shanna si è rotta, le è caduta mentre si arrampicava su un albero. La voleva solo per un minuto, ma io sapevo che l’avrebbe fatta cadere e poi neppure Zofia voleva star con lei. Zofia vuole stare solo con me. Ma Idril la voleva e l’ha presa. Le ho chiesto di ridarmela, molte volte, ma ha cominciato a correre con Zofia. Avevo paura che cadesse, allora l’ho inseguita... Le ho afferrato i capelli, l’ho spinta via. Ed è caduta. Anche Zofia è caduta. Il visetto bianco ora è pò rovinato ed anche il vestitino è macchiato d’erba. Mi spiace, Zofia, scusami! Idril non voleva bene alla mia mamma tanto quanto me. Altrimenti avrebbe avuto più cura di Shanna. [...]” Seraph interruppe la lettura, nauseato dal ricordo di Idril riversa sull’erba, con gli occhi spalancati in un’espressione di stupore e i capelli impiastricciati di sangue. Ma ciò che più l’aveva atterrito, in quell’immagine, era Estel: in piedi, accanto alla sorella, con la bambola stretta tra le braccia, non aveva versato una sola lacrima. Come faceva tutte le sere da ormai 10 anni, si rimproverò per non aver saputo impedire che la morte di Cynthya facesse annegare Estel in quell’abisso di disperazione e follia. “Quella strana signora col cappuccio mi ha detto che presto la mamma ritornerà da me! Che meraviglia! Mi ha detto anche che Zofia mi aiuterà, ma io questo lo sapevo già. Ha portato via Zofia per un pò, deve spiegarle bene qual è il suo compito. Come mi manca, però... Da domani non la lascerò mai più! Non ho capito bene che cosa devo fare perchè la mamma ritorni, me lo spiegherà domani mattina sulla collina vicino al ruscello. Ma non importa, farò qualsiasi cosa! Davvero! Ha anche un nome bellissimo. Si chiama Cynthya, come la mia mamma. Non dirò niente a papà, gli farò una sorpresa! Chissà come sarà contento quando rivedrà la mamma... Ho chiesto alla signora se sarebbe ritornata anche Idril, ma ha detto che questo non è possibile. Mi spiace... Mi sarebbe piaciuto tanto stare ancora una volta tutti insieme.” Erano le ultime parole che Estel aveva scritto sul suo diario, la sera prima che andasse via. Da allora, Seraph non l’aveva mai più rivista. Fino a quella sera. Aveva ritrovato le sue tracce pochi anni prima, quando la fama della talentuosa barda aveva cominciato a correre di città in città, e le aveva seguite. E si era accorto che, ovunque sua figlia andasse, quella strana malattia sembrava accompagnarla come un’ancella fedele... La incontrò di nuovo qualche giorno dopo. Seraph era diretto al tempio, Estel veniva dalla direzione opposta. I loro sguardi si incrociarono, lei sorrise e proseguì, senza dir nulla. Era un sorriso innocente, un sorriso gentile. Un brivido gelido corse lungo la schiena dell’elfo, un brivido che gli tolse il coraggio e la parola. Quella bimba non doveva avere più di sette anni. Quando Seraph la vide, adagiata tra le lenzuola candide del tempio, con il volto pallido e i capelli dorati non più lucenti, comprese che doveva fermarla. Quando incontrò lo sguardo di suo padre, quando udì il pianto di sua madre, quando vide nel loro dolore il riflesso di quello che sarebbe stato il suo, comprese che non poteva farlo. Era sua figlia... Era la sua Estel... Era un’assassina guidata soltanto dalla follia. Ma era tutto ciò che gli restava. INTERPRETAZIONE Estel è una mezzelfa alta circa 1.50 m, dal fisico esile. La pelle è diafana e i capelli corvini sono tagliati poco sotto la nuca; gli occhi, nerissimi e dal taglio vagamente a mandorla, sono percorsi da screziature dorate. Un’ametista a forma di goccia perfora la pelle poco sotto l’occhio destro. Gli abiti, dal taglio un poco bizzarro, sono delle più svariate tonalità del viola. Ovunque vada è accompagnata da un gattino dal pelo grigio e da tre bambole incantate: Azure, Scarlet e Violet. In una piccola sacca poco visibile appesa alla cintura porta Zofia, una bambolina di ceramica con un abitino rosa, dal volto scheggiato e dalla treccia castana arruffata, evidentemente molto vecchia. Estel si esibisce da ormai 10 anni, spostandosi di città in città. Si è guadagnata col tempo una certa fama in ambito artistico: i suoi spettacoli sono attesi con gioia ed impazienza da qualsiasi bambino. Agli occhi di chiunque la incontri, ed in particolare del suo piccolo ed affezionato pubblico, Estel appare come una ragazza solare e gentile, una cantastorie come tante sebbene dotata di un raro talento artistico. L’aspetto e il modo di fare innocente sono però soltanto una maschera. Sono tre gli eventi che hanno segnato la sua vita: la morte per malattia della madre, Cynthya, di cui poi ha scelto di prendere il nome e la cui perdita ha minato la sua stabilità mentale; la morte accidentale della sua gemella Idril per sua mano; l’incontro con una misteriosa donna che le ha promesso di restituirle sua madre in cambio di un numero imprecisato di vite e che ha incantato Zofia. Dalla morte di sua madre, inoltre, Estel ha fatto di Zofia la sua unica amica e confidente, desiderando nei suoi sogni di bambina che per magia la piccola bambola si animasse e le parlasse. Successivamente questo desiderio, divenuto ossessione in breve tempo, ha portato alla creazione di Azure, Scarlet e Violet grazie ai lunghi anni di apprendistato presso la stessa misteriosa donna. Estel non sa nulla di lei, nè ha mai visto il suo volto. Tuttavia, aggrappata alla speranza di riavere sua madre, ha in questa donna una fiducia incondizionata. Nonostante il patto stretto, non è del tutto corretto definire Estel una persona ‘malvagia’, in quanto le sue azioni, per quanto consapevoli e perfettamente calcolate, sono dettate da una mente rimasta in parte quella di una bambina, intaccata da una sottile vena di follia. Ciò che fa, gli inganni, gli omicidi, sono per lei la triste ed inevitabile strada da seguire per conseguire i suoi obiettivi e non di rado è presa da sensi di colpa. Si tratta, però, di emozioni passeggere che la diabolica magia di Zofia cancella in pochi istanti. Il suo naturale carisma e l’abilità con le parole le rendono semplice circuire gli altri e, quando queste sue doti non sono sufficienti, non esita ad utilizzare la magia, anche se sempre in modo discreto. Paradossalmente Estel adora i bambini e la loro compagnia. Combattimento Estel preferisce stabilirsi per periodi più o meno lunghi in grandi città umane o multietniche, evitando con cura le regioni elfiche. Non è raro che si unisca a viandanti, avventurieri o carovane di mercanti, se questo le permette di spostarsi di città in città in tutta sicurezza. Utilizza quotidianamente l’incantesimo Allineamento imperscutabile, a prescindere dal luogo in cui si trovi o di quali siano i suoi progetti per la giornata. Se in presenza di qualcuno che lei sa essere in grado di comprendere la sua magia, eviterà o rimanderà ad un momento migliore il lancio dell’incantesimo. Una volta che Zofia ha scelto il suo bersaglio, Estel comincia ad indagare sulle sue abitudini e sulle abitudini di genitori o tutori. E’ raro che in queste occasioni si mostri con il proprio aspetto, preferendo non esporsi troppo. Al momento di agire si prepara scegliendo incantesimi che le consentano di portare a termine il progetto con il minor rischio possibile. Solitamente, inoltre, fa in modo di creare un diversivo charmando preventivamente una o più persone e spingendole ad attirare l’attenzione su di esse. Se dovesse imbattersi ugualmente in qualcuno in grado di mettere a rischio i suoi piani, fa largo utilizzo di incantesimi di ammaliamento e, nei casi più estremi, non esita a ricorrere ad un incantesimo di Allucinazione mortale per liberarsi della potenziale minaccia senza lasciare alcuna traccia visibile. Una volta raggiunto il bersaglio, Estel lo spingerà (con semplici parole, con la magia o con la musica bardica) ad accettare Zofia in dono, cosa che segnerà l’inizio della ‘maledizione’ di Zofia. Estel rifugge con ogni mezzo un eventuale scontro fisico, consapevole della sua netta inferiorità in quasi ogni caso. La sua prima opzione sarà sempre una ritirata (per affrontare, se necessario, la minaccia in un secondo momento dopo un’attenta pianificazione), la seconda un tentativo di prendere il controllo della situazione tramite l’ammaliamento. In caso di fallimento si preparerà allo scontro facendo ricorso per prima cosa ad incantesimi di protezione. Se consapevole della presenza di incantatori cercherà di renderli inoffensivi da subito (con Silenzio, Blocca persone o Bande d’acciaio). Porta sempre con sé una buona scorta di pergamene d’ogni genere. L’uso dello stocco è la sua ultimissima risorsa e soltanto in situazioni di estremo pericolo Estel ordinerà alle sue tre bambole di intervenire per tentare di addormentare gli avversari più deboli con il loro veleno. In tutti i casi, le sue armi migliori restano la calma, la prudenza e l’astuzia. INSERIMENTO NEL GIOCO La scheda di Cynthya Estel Nalthariel utilizza materiale presentato nei seguenti manuali: Manuale del Giocatore, Manuale dei Mostri, Perfetto Arcanista.
    2 punti
  3. un posto dove ogni stanza è in realtà l'accesso ad un piano diverso. Così puoi variare i vari incontri senza che per forza debbano essere collegati ... dal tipico Tarrasque al Monolita Elementale ( maxi elemetale ) alla Divinità Minore nel suo semipiano. soprattutto fai in modo che i PG siano costretti a usare i loro incantesimi e i loro oggetti migliori prima della sfida finale con tutta una serie di trappole, inderdizoni ( muri di forza, campi anti magia, zone di magia morta, zone in cui la magia non funziona a dovere e può diventare pericolosa se usata, un simpatico incantesimo che posto su una porta ad esempio sfrutta gli incantesimi che vengono lanciati contro e li "accumula" in modo da arrivare a lanciare un incantesimo X di livello epico o qualcosa come una palla di fuoco estesa, massimizzata, potenziata da 40d6, un Beholder con occhio anti-magia sul fondo di un baratro pieno di punte attraversaro il quale li aspetta un dragone prismatico ) e carne da macello ( qui vai di non morti e costrutti come i golem che sono immuni a ogni incantesimo che consenta RI ). inoltre nei vari Piani trovi i pericoli specifici come il caldo intenso, il gelo estremo, la mancanza d'aria, l'impossibiità di spostarsi facilmente nel piano della terra, le tempeste di lame nel Pandemoium, gli eserciti di demoni e diavoli , potenti creature celestiali , gravità alternativa e bizzarra che cambia ogni 1d4 round facendo sbattere i pg su ogni parete o muro, la gravità pesantemente aumentata che causa lentezza eccessiva, terremoti, inondazioni, meteoriti ... combattimento subaqueo o in condizioni climatiche estreme, labirinto, oggetti magici intelligenti molto potenti ma con un punteggio di ego talmente elevato che possono facilmente obbligare i PG a fare ciò che vogliono. queste sono solo alcune idee ...
    1 punto
  4. prima cervello, poi cervello. Le regole, per poterle cambiare o ignorare, bisogna prima conoscerle. Poi si può fare quello che si vuole. Ad esempio, tirare le caratteristiche con 3d6+1d8 è praticamente inutile, dal momento che di base il risultato più basso si scarta, e si sommano gli altri. E la differenza fra d6 e d8 è in media di 0.5. Ma da come scrivi ho l'impressione che voi sommiate tutto... Scusa se sembro scortese, ma voi lo sapete che incantesimi rapidi di base NON si può applicare a roba come sciame di meteore e raggio polare, per via dell'aumento di slot? A meno di talenti particolari non si può fare. Come dicevo sopra, prima di cambiare le regole bisogna conoscerle. Altrimenti non ha il minimo senso parlare di cambiare le regole senza stravolgerle o sbilanciare il gioco. ciò è normale. Lo fanno più o meno tutti, consciamente o meno. quando il tuo avversario ha un movimento minimo 3 volte il tuo, l'unica cosa che spacchi è la casella in cui ti piazzi.
    1 punto
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