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  1. Sesbassar

    Sesbassar

    Concilio dei Wyrm


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  2. fed_44

    fed_44

    Concilio dei Wyrm


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  3. Ithiliond

    Ithiliond

    Supermoderatore


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  4. Ash

    Ash

    Circolo degli Antichi


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Contenuto popolare

Contenuti visualizzati con la più alta reputazione il 01/06/2011 in tutte le aree

  1. « Nel nome dell'Eterno Dormiente, difenderò il Grande Ghiacciaio a costo della mia stessa vita! » - Sir Maximilian Alexis, Alto Cavaliere del Grande Ghiacciaio, Spada Onorevole di Ulutiu, Uccisore di Draghi Personaggio illustrato da fed_44 e creato da Sesbassar per il contest "Miglior Cavaliere"
    2 punti
  2. « I libri possono insegnare molto, ma non tutto. Per questo ogni tanto è bene alzarsi dalla scrivania e andare a farsi un giretto per il mondo! » Athanasius Weirman, insegnante di trasmutazione presso l’Accademia di Magia “La Torre d’Argento” Personaggio illustrato da Francescabaerald e creato da Lone Wolf
    1 punto
  3. Ultima creazione sul filo della lana! Ecco a voi Frate Ernest, monaco lesser tiefling! Spoiler: « L’Occhio della Mente vede ben oltre ai normali occhi. Tu credi di vedere? In realtà sei cieco. » - Frate Ernest, Monaco degli Zeloti della Parola Scritta, Osservatore nel Silenzio Aggiungo domani INTERPRETAZIONE Da aggiungere domani Combattimento Ernest può combattere in diversi modi: può fare affidamento sui suoi poteri per fare più danni (Espansione e Adrenaline Boost), oppure per mantenere meglio il controllo del campo (Espansione + Extend Reach + Prodezza), altrimenti può utilizzare i suoi lurk augment per compiere attacchi ancora più devastanti (Additional Sneak Attack) o per indebolire gli avversari (Stunning Attack o Mental Assault). Se ha bisogno di colpire più facilmente può fare uso di Precognizione Offensiva, e guadagnare un notevole aumento al tiro per colpire. E’ un ottimo scout visti gli alti punteggi di Muoversi Silenziosamente e Nascondersi, e grazie al talento Darkstalker può avvicinarsi a praticamente qualunque mostro da nascosto. Fuori dal combattimento i poteri gli permettono di levitare, di parlare con i morti, di teletrasportarsi, di evitare accecamento o assordamento. INSERIMENTO NEL GIOCO Manuali usati: Age of Mortals (AoM) Arcani Rivelati (UA) Eberron Campaign Setting (ECS) Champions of Valor (CoV) Complete Mage (CM) Complete Psionic (CP) Complete Scoundrel (CS) Ambientazione Forgotten Realms (FRCS) Manuale Completo delle Arti Psioniche (EPH) Lords of Madness (LoM) Manuale dei Mostri (MM) Manuale dei Mostri 3 (MM3) Secrets of Sarlona (SoS) Specie Selvagge (SS) Esempio di incontro Vedete un monaco vestito con un saio in cui è inciso il simbolo di Deneir, il dio della conoscenza. Un paio di piccole corna spuntano dalla sua fronte: “Benvenuti stranieri, vi accolgo con gioia nel nostro umile monastero. Se vi comporterete con il dovuto rispetto questa sarà la prima ed unica volta che mi vedrete. Che il vostro soggiorno sia pacifico e fruttoso...” LI 23: Frate Ernest. Frate Ernest Lesser Tiefling (PGTF) Creatura Deformata Magicamente (MM3) Monaco* 2°/ Lurk (CP) 10°/ Monaco 8° L/B Aberrazione Media Iniziativa: +29; Sensi: scurovisione 18 m; Ascoltare +22, Osservare +22 Linguaggi: Comune, Celestiale, Abissale, Elfico, Nanico altri a caso ______________________________________________________________________ Grado di sfida: 22 Modificatore di livello: +3 (+0 utilizzando la regola variante di Arcani Rivelati) LEP: 23 ______________________________________________________________________ CA: 54, contatto 44, colto alla sprovvista 25; (+11 Des, +8 armatura, +14 Int, +4 monaco, +2 naturale, +5 deviazione) Pf: 10d8 + 10d6 +100 (170 pf; 20 DV) Resistenza: Eludere, Resistenza al freddo, al fuoco e all’elettricità 5, RI 31 Tempra: +17; Riflessi: +22; Volontà: +14 ______________________________________________________________________ Velocità: 18 m (12 quadretti) Spazio: 1,5 m; Portata: 1,5 m (3m/3m con Espansione, 3m/4,5m con Espansione e Extend Reach; 4,5m/4,5m con Espansione aumentato, 4,5m/6m con Espansione aumentato e Extend Reach) Mischia: Colpo senz’armi +30 (4d8+3 crit. 20/x2) (6d8+4 con Espansione, 8d8+5 con Espansione aumentata) Attacco base: +14; Lotta: +17 (con Espansione +21, con Espansione aumentata +25) Opzioni di attacco: Raffica di colpi (considerando l’incantamento velocità +30/+30/+30/+30/+25/+20; con snap kick in più +28/+28/+28/+28/+28/+23/+18) Azioni speciali: Attacco furtivo psionico +2d6 Poteri da Lurk conosciuti (LM 10°; tiro salvezza CD 24 + livello dell'incantesimo; ): 1° Adrenaline Boost (CP), Precognizione Offensiva (EPH), Espansione (EPH), Sinesteta (EPH) 2° Extend Reach (CP), Levitazione psionica (EPH), Prodezza (EPH), Carica del Leone psionica (EPH) 3° Eliminare Invisibilità (EPH), Evitare Individuazione (EPH), Speak with Dead psionic (CP) 4° Dimension Door psionic (CP) Punti Potere a disposizione: 97 Capacità magiche (LI 20°): 1 volta al giorno - oscurità ______________________________________________________________________ Caratteristiche: For 16, Des 32, Cos 20, Int 38, Sag 10, Car 6 Qualità speciali: RI 31, holy strike, spell reflection, prayerful meditation, eludere, purezza del corpo, integrità del corpo, colpo ki (legale), lurk augment Talenti: 1°: Monastic Training (lurk) (ECS), Heroic Surge (AoM), Carmendine Monk (CoV), Arma Accurata; 2°: Iniziativa Migliorata; 3°: Darkstalker (LoM); 6°: Tashalatora (SoS); 9°: Espandere Conoscenza (Espansione) (EPH); 12°: Snap Kick (ToB); 15°: Attacco Naturale Migliorato (MM); 16°: Espandere Conoscenza (Carica del leone psionica); 18°: Sovraccaricare (EPH) Difetti: Mano Tremula, Riflessi Scarsi Abilità: Acrobazia +36, Ascoltare +22, Autoipnosi +27, Concentrazione +26, Conoscenze (arcane) +26, Conoscenze (psioniche) +39, Conoscenze (religioni) +25, Diplomazia +18, Muoversi Silenziosamente +34, Nascondersi +36, Osservare +22, Utilizzare Oggetti Psionici +16 Skill Trick conosciuti: Clarity of Vision (CS) Proprietà: Collana delle armi naturali della velocità +5 (SS) (128.600), Manuale della Rapidità d’Azione +5 (137.500 mo), Tomo del Chiaro Pensiero +1 (27.500 mo), Bracciali dell’Armatura +8 (64.000 mo), Guanti della Destrezza +6 (36.000 mo), Fascia dell’Intelletto +6 (36.000 mo), Anello della Protezione +5 (50.000 mo), Manuale dell’Esercizio Fisico +4 (110.000 mo), Terzo Occhio della Rivelazione (EPH) (112.000 mo) ______________________________________________________________________ Purezza del Corpo (Str): Ernest è immune alle malattie non magiche. Integrità del Corpo (Sop): Ernest può curare le sue ferite. Ha a disposizione un ammontare di 20 ferite da curare (anche non consecutivamente). Initiative Boost (Str): Ernest somma il suo modificatore di Int a Iniziativa (+14). Psionic Sneak Attack (Str): Come attacco furtivo normale. Lurk Augment (Str): Ernest può scegliere fino a 2 lurk augment per attacco, per un totale di 24 volte. Gli augment che sceglie di solito possono essere: Additional Sneak Attack, Stunning Attack, Mental Assault, Sneak Attack Undead Varianti (*) Monaco: Prayerful Meditation (CC), Holy Strike (CC), Spell Reflection (CM), Monaco di Eberron (ECS) Ritengo che meriti il tier 3 se non altro perchè il lurk è una classe ignobile PS: Quando sapremo il risultato del contest precedente? Ormai è terminato questo e se ne inizierà un altro... ci tenete sulle spine ah?
    1 punto
  4. Hiro nacque 34 anni fa nella capitale di Kara-Tur, Otosan Uchi, da degli appartenenti alla famiglia Kakita, e venne addestrato fin da giovane nella Scuola di Scherma del Clan della Gru. Già dai primi giorni di addestramento come bushi della Gru, i suoi mentori notarono la sua superiore agilità, il suo intelletto acuto, e la sua forza di personalità: egli batteva i suoi avversari in ogni competizione che riguardasse la prontezza di riflessi o l’arte oratoria, riuscendo in ricercati e ispirati esercizi di retorica che avevano come tema il bushido, anche se nei combattimenti in cui era cruciale la forza bruta la sua corporatura esile lo faceva partire da una posizione di svantaggio. In questi primi anni si meritò il soprannome di "giunco", poichè anche Hiro come il giunco è fine e flessibile, si piega ma non si spezza mai. Col proseguire degli allenamenti, il giovane bushi dimostrò una spiccata propensione per il duello iaijutsu, disciplina che gli riusciva particolarmente bene a causa del suo fisico esile ma rapido: nessun compagno lo eguagliava, neanche gli altri allievi provenienti dal Clan della Gru. I suoi maestri terminato l’addestramento di base, raccomandarono alla famiglia di farlo proseguire verso questa strada: la strada del Maestro di Iaijutsu. Solo a pochi bushi scelti tra i tanti bushi del Clan della Gru è concesso l’onore di entrare in questo gruppo di guerrieri di elitè, e Hiro fu uno di questi. Aveva appena 17 anni quando incominciò l’allenamento intensivo nel palazzo del Clan della Gru: furono anni difficili. I maestri della Gru pretendevano l’eccellenza in ogni mossa, e questo anche per un giovane dotato come Hiro richiese tempo e dedizione. Ogni mattina si svegliava prima dell’alba, raffinando i propri sensi e sviluppando i suoi muscoli sempre verso la rapidità e la precisione più che sulla potenza. Oltre che nel duello Iaijutsu, Hiro continuava ad allenarsi per conto proprio anche nel tiro con l'arco, poichè tale competenza lo faceva sentire più completo come guerriero. Con la pazienza, la meditazione giornaliera, l'esercizio fisico, giunse a distinguersi tra i suoi compagni, e poco dopo aver compiuto 22 anni entrò a far parte dei magistrati di un signore terriero, di nome Naganori, durante una solenne cerimonia in cui suo padre gli diede il daisho di famiglia: una spada kakita in giada, l'anatema di ogni creatura demoniaca. Hiro aveva ormai sviluppato un fisico asciutto, era di statura bassa rispetto alla media, aveva imparato a tenere i capelli secondo il taglio richiesto ai samurai, e si vestiva unicamente con dei vestiti del colore del suo Clan, azzurro e argento. Per conto del suo signore assieme agli altri magistrati sgominò bande di briganti, risolse dispute nel volgo, e ristabilì la giustizia dove essa veniva violata. Così passarono 3 anni in relativa pace, ma questa vita tranquilla non era abbastanza per Hiro, il quale sentiva il bisogno di dimostrare la sua capacità superiore nel combattimento. Una sera un cortigiano di un signore che governava un terreno confinante, appartenente al Clan del Granchio, venne a richiedere al signore di Hiro un aiuto particolare: alcuni shugenja del Granchio erano stati rapiti da dei maghi neri per estorcere da loro delle informazioni, e purtroppo gli oni che li seguivano erano troppo numerosi per le forze possenti ma ristrette del suo signore. Aveva quindi bisogno dell’aiuto di uomini armati di spade efficaci contro le creature corrotte. Appena seppe di questo Hiro si precipitò dal suo signore per ottenere il permesso di far parte della delegazione di Lame Kakita che sarebbero partite alla volta del reame vicino, dimodochè potesse dimostrare il suo valore in una battaglia vera. Il suo signore era riluttante a mandare uno dei suoi migliori bushi in una missione così pericolosa, ma Hiro per convincerlo fece leva sul principio della compassione (Jin) che ogni samurai dovrebbe rispettare nei confronti di chi è nel momento del bisogno. Messo alle strette dall’abile retorica di Hiro, il suo signore lo mise a capo della spedizione, e gli donò due oggetti che l’avrebbe protetto dalle offese dei suoi avversari: un paio di bracciali magici, forgiati dai suoi più abili shugenja, e un manto magico che conferiva una certa protezione contro le magie dei maghi neri. Hiro si recò dai suoi genitori per salutarli prima della missione, e per ottenere la loro benedizione. Il padre si mostrò preoccupato, poichè il nonno di Hiro morì in un duello con un ronin corrotto dalle Lande Oscure, il quale utilizzò ogni tecnica scorretta per poter sconfiggere l’onorevole Lama Kakita. Si premurò di dargli due reliquie dei suoi antenati. La prima era un antico arco regalato agli avi della propria famiglia dal fondatore del Clan minore della Vespa, Tsuruchi. Una leggenda antica diceva che quell’arco aveva la forza di 100 frecce, e un arciere abile come Hiro avrebbe potuto trarne certamente vantaggio. La seconda invece era un paio di stivali incantati, che i suoi antenati utilizzavano per muoversi più agilmente e velocemente. Indosso ad alcuni bushi particolarmente dotati la leggenda diceva che potessero focalizzare la forza della loro personalità per infliggere danni più ingenti. Così il valoroso Hiro si avviò verso le lande infestate dalla corruzione dei maghi neri, armato di determinazione e coraggio. I combattimenti che lo aspettavano erano però tutto fuorchè semplici: la delegazione di Lame Kakita ebbe modo di mettere a dura prova le proprie capacità in un’imboscata di Haino no Oni, che in una cinquantina circa attaccarono le venti Lame. Le superiori capacità tattiche dei bushi volsero presto il combattimento dalla loro parte, infatti si trovarono praticamente illesi alla fine del combattimento. Tutti a parte uno. L’invidia è una delle armi che le Lande Oscure utilizzano più spesso per corrompere lentamente i samurai, anche i più virtuosi. Vi era infatti un bushi che seguiva nell’ombra i progressi di Hiro, un bushi che cercava di trattenere con tutto se stesso il sentimento malizioso che si insinuava nel suo cuore ogniqualvolta Hiro ottenesse qualche riconoscimento. Questo bushi rispondeva al nome di Akihito Kakita, ed era secondo solo a Hiro nell’abilità con la katana. Durante l’imboscata Akihito venne colpito da un arma corruttrice portata da un Haino no Oni: invece di lasciare che i piccoli frammenti di giada che le Lame avevano portato con se lo curassero, Akihito lasciò che la corruzione risiedesse nel suo animo, e incominciò ad intrattenersi con desideri malvagi; lentamente la sua invidia nei confronti di Hiro si trasformò in ossessione, e la corruzione lo portò fino alle estreme conseguenze del tradimento. Una notte durante il viaggio verso i territori del Granchio, Akihito si prenotò per fare da guardia la notte, e silenziosamente, mentre gli altri compagni dormivano, li uccise uno ad uno. Risparmiò solo Hiro, poichè per lui aveva in mente qualcosa di diverso: voleva batterlo dove sapeva che Hiro era più forte di lui. Quando finì di compiere il suo gesto depravato, svegliò Hiro di soprassalto, e si mise in posizione di attacco: rapidamente Hiro si alzò in piedi e impugnò la sua katana. Con gli occhi lucidi per l'omicidio efferato che il compagno aveva appena compiuto gli disse: « Perchè stai facendo questo Akihito? Eravamo tutti amici qui... » Mentre il sangue dei compagni scorreva sul terreno, Hiro si accorse che il bushi corrotto aveva una aura particolare intorno agli occhi, i quali incominciavano a emettere un bagliore oscuro: « Tu, maledetto, hai sempre ottenuto i favori di tutti, senza compiere sforzi! Tu hai usurpato ciò che era mio di diritto! E ora pagherai per i tuoi continui affronti: ti mostrerò di cosa sono capace! » Hiro era incredulo: non ricordava infatti di aver mai sfidato l'onore di Akihito, e questo discorso non corrispondeva al vero. Ormai le Lande Oscure avevano rapidamente corrotto tutto di Akihito, e incominciavano a corromperne anche i ricordi. Con una lacrima che gli solcava il viso, Hiro accettò la sfida di Akihito. Il duello fu uno dei più rapidi che Hiro avesse mai compiuto: il bushi corrotto era infatti già di per se inferiore a Hiro in quanto a tecnica e rapidità (pur essendo una Lama Kakita, non era un Maestro di Iaijutsu), e la corruzione delle Lande Oscure aveva non solo ottenebrato i suoi pensieri, ma anche indebolito il suo fisico. Con un rapido attacco, Hiro sguainò la katana dei suoi antenati: in quel momento gli sembrò che il tempo si fermasse, e che i suoi avi fossero lì con lui, per sostenerlo. La lama di giada si illuminò alla luce del fuoco da campo, e un suono sordo significò la fine della vita del giovane Akihito. Il corpo senza vita del giovane bushi cadde, mentre la testa rotolava nella parte opposta. Hiro si diresse verso il paese più vicino per ottenere i servizi di uno shugenja, in modo da poter assicurare ai suoi compagni una degna sepolura, e per evitare che la corruzione di Akihito lo risvegliasse come oni. Il giorno dopo, con il cuore ricolmo di dolore per la perdita insensata dei suoi compagni, Hiro si diresse verso i territori del Granchio, per poter confermare il suo sostegno, anche se i suoi amici erano morti. Quando giunse al castello del signore i possenti bushi del Granchio iniziarono a deriderlo: non potevano credere che un bushi così magrolino potesse seriamente aiutarli nella missione che dovevano intraprendere. Il suo aiuto invece si rivelò fondamentale non solo nella ricerca dei maghi neri (che fu affidata principalmente agli shugenja rimasti nel castello), ma anche nella loro eliminazione. Quando i bushi raggiunsero il nascondiglio dei maghi neri infatti le loro magie si rivelavano inefficaci contro Hiro, poichè si fermavano a pochi millimetri dalla sua veste protettiva. Egli poteva così concentrarsi sul combattimento: durante la battaglia contro il capo dei maghi neri, il malvagio arcanista riuscì a lanciare un incantesimo potente che bloccò sul posto molti bushi del Granchio, ma non Hiro, il quale si potè muovere indisturbato verso il mago e attaccarlo con la sua lama di giada incantata. Se non fosse stato per il manto regalatogli da Naganori, probabilmente sia lui che gli altri bushi sarebbero andati incontro ad una morte orrenda, dopo inenarrabili torture. Quando gli shugenja rapiti furono liberati, il signore regalò a Hiro, in segno di gratitudine per il suo aiuto, un antico mantello magico che si diceva potesse rinsaldare la forza delle parole di chi è fedele al bushido, dimodochè potesse convincere sempre anche il più scontroso dei Granchi quanto onorevole può essere un Maestro di Iaijutsu. Hiro fece poi ritorno alle terre del suo signore, e lì è ancora fedelmente in attesa del suo prossimo incarico. INTERPRETAZIONE Caro Yoshimo, Ho letto l’ultima lettera che mi hai mandato, e non sono felice della piega che sta prendendo la situazione. Come ben sai non apprezzo gli spargimenti di sangue, a meno che non siano assolutamente necessari. Sai quante volte ho accettato riparazioni incruente, a volte anche per offese gravi, e sai anche che non è mai stato per debolezza. Il tuo onore va difeso, senz’altro, ma vi possono essere numerosi modi di ripagazione che non debbano sfociare nell’omicidio. Ricordi di quando il bushi Fujio Bayushi, in preda ai fumi del sake, ha asserito che io non sapessi in realtà maneggiare la spada, ma che fossi unicamente fortunato? Se ricordi bene io gli chiesi semplicemente cosa avesse voluto che facessi per dimostrargli il contrario, e una volta accortosi dell’enormità che aveva detto, non solo fu costretto a scusarsi, ma venne anche punito severamente dal suo signore, per la sua avventatezza e irresponsabilità. Il popolano di cui mi hai parlato ha agito male, ma per come ho potuto constatare di persona, ha agito in buona fede, ed è pronto a rimettersi alle tue Gi e Jin. Ha compreso di aver sbagliato, ed è disponibile a fare tutto il possibile per aiutarti a ristabilire il tuo onore. Non sempre perdonare è segno di smidollatezza, a maggior ragione se chi ha errato ha compreso di errare. E' bene evitare di rendere più greve la situazione: sai che se è possibile risolvere i problemi con le parole, io lo preferisco. Nondimeno, è il tuo onore ad essere in ballo, e più che darti il mio umile, per quanto autorevole, parere, non posso fare. Noi magistrati accetteremo la tua decisione quale essa sia, purchè non contravvenga alle leggi del nostro signore Naganori. Ti saluto quindi con l’augurio di poterti rivedere in situazioni più distese e gioiose, come una delle numerose feste che il signore Naganori indice e che ci hanno sempre portato gaudio. - Hiro Kakita, Magistrato del daimyo Naganori e Lama di Giada del Clan della Gru Combattimento Hiro può attaccare in mischia i nemici colti alla sprovvista, facendo ingenti danni grazie a Iaijutsu Focus e gli Stivali della Danza Mortale. I nemici lontani subiranno invece gli attacchi eseguiti con Ala della Vespa (che permette di fare il doppio degli attacchi), ed Hiro può utilizzarla efficacemente anche se ha deciso di muoversi grazie a Tiro Multiplo. Se invece non ha bisogno di muoversi può attaccare con Tiro Rapido. INSERIMENTO NEL GIOCO La scheda di Hiro Kakita utilizza materiale presentato nei seguenti manuali: Perfetto Avventuriero, Perfetto Combattente, Campioni della Rovina, Guida del Dungeon Master II, Avventure Orientali, Dragon Compendium. Adattamento Hiro è un personaggio di Kara-Tur, l'ambientazione orientale dei Forgotten Realms, ma il materiale usato lo rende perfetto per ogni ambientazione che utilizzi Oriental Adventures come base. Ovviamente una razza che aumenti la Des o il Car è benvenuta al posto dell'umano: ad esempio il Catfolk o l'Aasimar, ma anche l'Elfo Grigio o l'Halfling. I due livelli da Samurai del Perfetto Combattente si possono cambiare per qualcosa di più adatto, come 2 livelli da Samurai di Oriental Adventures, Guerriero, Paladino, Warblade, Swordsage; in un'ottica di pura ottimizzazione, si potrebbero prendere due soli livelli da Samurai di Oriental Adventures e otto da Factotum, puntando su Int e Car piuttosto che su Des e Car. Se la competenza nel tiro con l'arco non interessa, si possono facilmente potenziare la capacità da charger di Hiro, prendendo la trafila di talenti da charger (Attacco Poderoso, Attacco in Salto, ecc.), anche se tematicamente sono poco adatti.
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  5. Nicolas Flamewrath II, figlio cadetto di Lord Flamewrath, Messo Reale e Araldo di Sua Maestà entrò, titubante, nella grande sala del trono. La stanza, all’ultimo piano della Torre di Maz-Durak, era fatta di spoglia pietra. Qua e là, sulle pareti, troneggiavano arazzi neri e scarlatti, che ritraevano orribili scene di morti e massacri. I candelabri d’oro sormontati da candele nere, disposti nei quattro angoli, creavano una luce tanto fioca da essere semplicemente spettrale. La stanza sembrava deserta: persino il grosso trono di ferro scuro, adornato di ossa e teschi, era vuoto. Il Messo Reale fece qualche incerto passo avanti nella stanza, guardandosi intorno. Sudore freddo gli colava lungo l’elegante vestito. In quel momento, avrebbe preferito trovarsi da qualsiasi altra parte; l’unica cosa che l’aveva spinto a prestarsi a quella che sarebbe stata – ne era quasi certo – una missione suicida, era il prestigio della sua casata. La gloria dei suoi antenati. Il buon nome della sua famiglia. Tutte motivazioni molto convincenti, mentre ci si trovava nei grandi castelli delle Terre Libere, ma che iniziavano a perdere mordente ora che Nicolas era entrato nella cupa Torre. E il Signore delle Ombre non sembrava essere lì. Forse avrebbe fatto meglio a… « Benvenuto, Lord Flamewrath. » La voce, tonante e cavernosa, lo fece sussultare e volgere nuovamente lo sguardo verso il trono di ferro. Nicolas sapeva che fino a poco prima era vuoto, e non aveva visto entrare nessuno…eppure, adesso era lì. Una massa di oscurità dalla forma vagamente umanoide, assisa regalmente sul trono, sembrava squadrarlo con due occhi luminescenti color brace. Il messo reale deglutì per due buoni motivi: il tono di scherno con cui l’essere lo aveva apostrofato, e l’orrenda creatura che era comparsa vicino al trono. Aveva forma e dimensioni vagamente equine, ma il viso era un teschio, le cui orbite vuote sembravano attrarre ipnoticamente lo sguardo; al posto degli zoccoli, aveva artigli prensili a cinque dita; e la sua criniera pareva interamente composta da fiamme violacee. Il Signore delle Ombre stava accarezzando la testa di quella orribile visione con fare assente, come se per lui fosse una cosa normale...deglutendo ancora, Nicolas si obbligò a compiere il suo dovere, inginocchiandosi con il viso a terra. « M-mio signore…il Re delle Terre Libere vi p-porge i suoi omaggi…attraverso la mia modesta persona… » « Ma non mi dite, Lord Flamewrath. E la vostra visita è dovuta solo a questo? » rispose la voce oscura, carica di ironia e malignità. « C-certamente no…il Re delle Terre Libere vi prega di accettare, insieme ai suoi omaggi, anche questa spada incantata, » Nicolas la porse, ancora nel fodero, con gesto teatrale « appartenuta al grande eroe elfico Mariall Ten’edras. » « E credete che questo possa interessarmi, Lord Flamewrath? » « E’…è una spada carica di storia, e si dice che sia stata usata per uccidere il grande Wyrm rosso che… » « Non vorrei interrompere la vostra interessante storiella, ma ho una domanda. » lo fermò il Signore delle Ombre, alzando quella che poteva essere forse una mano « Il dono di una spada, nella lunga storia elfica, è stato più volte utilizzato come messaggio di sfida. Devo forse dedurne che le Terre Libere intendono contrastare il mio dominio? » la voce crebbe, fino a far risuonare le pareti della stanza dell’eco di un’ira incontenibile. « M-mio signore… » deglutì ancora il messo, che aveva iniziato a tremare incontrollabilmente « Io… io non so…io non credo…io…io… » « Voi avete un giro di clessidra per uscire dalla mia dimora, Lord Flamewrath, » disse il Signore delle Ombre, facendo comparire dal nulla una piccola clessidra di vetro, che rimase sospesa a mezz’aria sopra la sua mano « prima che io rilasci Blackdeath alle vostre calcagna. » La belva ai piedi del trono emise una specie di stridio, sentendosi chiamata; poi fissò le orbite vuote su Nicolas, che dal canto suo iniziò ad arretrare prudentemente. « Ma…m-mio signore…io…io… » balbettò ancora. « Mezza clessidra, Lord Flamewrath. » sibilò il Signore delle Ombre. Il messo reale si esibì allora in una poco regale fuga disordinata, facendo cadere a terra la spada, e lanciandosi a capofitto giù per gli scalini della torre, sentendo già sul collo il fiato della belva infernale chiamata Blackdeath. Raggiunta l’uscita montò sul suo cavallo, spronandolo al galoppo. Se fosse riuscito a tornare vivo, avrebbe dato le dimissioni. *** Il Signore delle Ombre guardò dalla finestra della sua torre il messo reale allontanarsi. Fece un gesto casuale nell’aria e i cupi addobbi della stanza iniziarono a scomparire l’uno dopo l’altro, lasciando il posto a bassi mobili di legno e tappeti ricamati dai colori sgargianti. Il trono tornò ad essere un comodo scranno ricoperto di cuscini, e gli arazzi con scene di massacro vennero sostituiti da allegri drappi, decorati con motivi geometrici. La terribile figura di Blackdeath sfumò e si ridusse, fino a tramutarsi in un cane di piccole dimensioni; la clessidra scomparve. E, infine, anche l’imponente ammasso di tenebra che era il Signore delle Ombre vorticò e diminuì di dimensione, assumendo le sembianze di uno gnomo di mezza età, dai lunghi capelli neri e dallo sguardo astuto. « Direi che si è preso una bella paura, non credi Blackdeath? » sorrise, rivolto al cane. « Bau! » confermò il botolo. « Spero non ne risenta. » sospirò lo gnomo « Ma questa messinscena è, ahimè, necessaria. Da generazioni, è la presenza del ‘Signore delle Ombre’ che mette al sicuro le nostre terre. Chi vorrebbe mettersi contro un essere dalla fama così terribile? Noi gnomi non disponiamo certo di imponenti eserciti come gli umani, o di dimore imprendibili come nani ed elfi…tuttavia, questo è uno dei casi in cui un certo ingegno e una buona predisposizione alle magie di illusione riescono a compensare ampiamente. Certo, qualcuno deve pure accollarsi il ruolo del ‘Signore delle Ombre’…non mi entusiasma particolarmente, ma è la tradizione, capisci? E’ dai tempi del nonno del nonno di mio nonno che gli Shadowlaw forgiano le illusioni necessarie a mantenere il nostro piccolo inganno…una specie di tradizione di famiglia. » « Bau! » abbaiò impaziente il cane. « Sì, ho capito…andiamo, Blackdeath. Mia moglie vuole ancora che passi dal mercato, e se arriviamo in ritardo per pranzo sarò io a subire l’ira di un essere sovrannaturale! » Ridendo alla sua stessa battuta, lo gnomo salì in groppa al cane e i due iniziarono a scendere trottando le scale della cupa torre. INTERPRETAZIONE Svirnel Shadowlaw è uno Gnomo che, sfruttando i privilegi di classe del Mago delle arti d’ombra, è in grado di utilizzare le sue illusioni per emulare qualsiasi magia di invocazione o evocazione (creazione) di pari livello. Queste magie non sono però del tutto reali, bensì reali al 10% per livello della magia, più 20% per la sua capacità di classe Magia delle ombre potente. Utilizzando in modo saggio il talento Incantesimi della terra, quando tocca il terreno (cioè praticamente sempre) le magie che aumenta di livello utilizzando Incantesimi Intensificati contano come se fossero di un livello più alto. Combattimento Per quanto scritto sopra, ogni magia di invocazione o evocazione (creazione) emulata in questo modo da Svirnel è reale al 30% + 10% per suo effettivo livello, fino ad un massimo del 90% per le magie di 6° livello. Dato che può scegliere sul momento quale magia emulare sfruttando immagine minore alzata ai vari livelli da Incantesimi della Terra, Svirnel è incredibilmente versatile; può inoltre cercare di mantenere due incantesimi che necessitino di concentrazione grazie al talento Concentrazione straordinaria. Anche in caso questo tentativo fallisse la sua capacità di Illusioni estese farà sì che le sue illusioni rimangano comunque ancora per qualche momento sul campo di battaglia. La tattica di Svirnel è indicativamente quella di evitare sempre il combattimento. Grazie alla sua capacità Mantello delle ombre ha perennemente occultamento (40% di probabilità di essere mancato), e se possibile non entrerà in battaglia senza immagini speculari (1d4+4 immagini) o invisibilità migliorata insieme a qualche illusione (ha dozzine di immagini programmate nella sua sala del trono) che faccia credere ai suoi avversari che lui si trova in un altro punto. INSERIMENTO NEL GIOCO La scheda di Svirnel Shadowlaw utilizza materiale presentato nei seguenti manuali: Manuale del Giocatore, Razze di Pietra, Perfetto Arcanista. Adattamento “Il Signore delle Ombre”, questo è il nome che – di sussurro in sussurro – si spande per le terre vicine alla Sua oscura torre. Un mago malvagio, di inusitata potenza, dicono alcuni. Un Demone, proveniente dai più bui recessi dell’Inferno, aggiungono altri. Le uniche cose certe sono l’immensa quantità di orride creature al suo servizio (demoni, draghi, fantasmi e orrori troppo terribili per essere descritti) e il suo ferreo dominio sulle pacifiche comunità gnomesche circostanti. Tutti i suoi ‘sudditi’ sono troppo terrorizzati per ribellarsi, e non osano neanche richiedere l’intervento dei regni vicini, per paura di scomparire per sempre nella notte. Numerosi gruppi di Avventurieri in cerca di fama e gloria sono partiti alla volta della Torre di Maz-Durak, solo per tornare terrorizzati, avviliti, sconfitti...o non tornare affatto. L’umile opinione di chi scrive è che gli artigli del “Signore delle Ombre” potrebbero protrarsi a ghermire prede ben più appetibili delle comunità gnomesche e, vista l’estensione terrificante del suo esercito di mostri, una ipotetica guerra non si concluderebbe senza pesanti perdite da parte nostra. Dovremmo dunque ritenerci soddisfatti che costui eserciti il suo dominio solo sulle terre vicine a Maz-Durak, e non abbia mai mostrato l’intenzione di nuove conquiste. La condotta migliore non è sempre la più nobile, dicevano gli antichi: il mio consiglio è di non eseguire nessun tipo di azione che potrebbe contrariare il dominatore di Maz-Durak, per lasciare la situazione il più possibile stabile; e, anzi, cercare di blandire il tiranno con doni e tributi. Aiutare le popolazioni oppresse ci porrebbe in una difficile situazione, dalla quale non potremmo uscire senza danni. E per quanto riguarda gli Gnomi, che gli Dei abbiano pietà delle loro anime. - Estratto dal resoconto di Nam Telias, il Saggio sulle Terre di Maz-Durak
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  6. « Hai mai pensato al fatto che la realtà cambia per ogni individuo? È una bella giornata per farlo… Sele it a moi! » - Il vecchio Wese Wese è un umano enigmatico che pare vivere in un mondo a sé. Riconoscibile immediatamente come uno che non è completamente a posto, sorprende in più di un occasione dimostrando capacità e conoscenze insospettabili. Si fa chiamare “Vecchio Wese” sebbene sia relativamente giovane, e parla spesso di sé come se fosse defunto. Lo si trova nei luoghi più disparati: dal retrobottega del fabbro al dungeon infestato, fino alla camera da letto della principessa. INTERPRETAZIONE Questo personaggio non è stato creato per essere particolarmente performante in combattimento. Il motivo per cui è stato creato è unicamente quello di avere un personaggio caratteristico. Di seguito segno alcuni spunti e idee che hanno mi hanno guidato nella sua costruzione. Poliglotta, Wese incomincia discorsi che immancabilmente non finisco o perdono quasi subito il senso. Spesso passa da una lingua a un'altra a metà frase, e da un discorso verbale a uno telepatico. Se scompare per qualche secondo dalla vista non è strano vederlo apparire in un posto totalmente diverso. Sulla schiena porta una grossa falce che non è in grado di usare senza ricorrere all'incantesimo Tocco del padrone; non trasporta e si rifiuta di trasportare oggetti magici. E' bravo a creare oggetti alchemici ma li vende a prezzi improponibili (anche se non è attratto dal denaro). E' affascinato dai combattimenti ma non vi prende mai parte, inoltre zoppica vistosamente. Ogni tanto lancia charme su persone a caso, facendo poi dire al bersaglio frasi senza senso al primo che incontra. Similmente lancia spesso bocca magica in luoghi e su oggetti disparati, con condizioni e messaggi strampalati. Wese possiede anche un famiglio, Theodor CXXI, e un compagno animale. Pare ignorare ciò che dice il suo corvo e non gli risponde mai direttamente (verbalmente), ma parla spesso con il compagno animale, Taba, che improvvisa spesso degli spettacolini per il suo padrone. Aveva lanciato ipnosi sul suo famiglio; adesso Theodor non riesce a dire no a Wese quando questi gli chiede di fare una giravolta su sé stesso (e lo fa spesso quando Theodor sta parlando ad altri). Theodor CXXI ha una sua personalità spiccata: in genere è lui che parla o contratta con gli estranei quando si tratta di questioni serie. Odia il proprio nome che trova (giustamente) pomposo e preferisce farsi chiamare Ennuy. Possiede un forte senso di responsabilità e intavola lunghi discorsi telepatici con Wese (ma nessuno sa cosa si dicono). Adora gli oggetti luccicanti e la birra. Combattimento Wese non prende mai parte volontariamente ad un combattimento. Se coloro con cui sta viaggiando vengono attaccati, si limita ad osservarli pensoso da bordo campo, eventualmente allontanandosi se qualche avversario si avvicina pericolosamente. Tuttavia possiede delle valide controdifese ad eventuali attacchi. INSERIMENTO NEL GIOCO La scheda di Wese utilizza materiale presentato nei seguenti manuali: Manuale del Giocatore, Guida del Dungeon Master, Manuale dei Mostri, Perfetto Arcanista, Arcani Rivelati. Adattamento Il gruppo potrebbe imbattersi casualmente in Wese durante uno dei suoi viaggi. I personaggi potrebbero quindi guadagnarsi la sua fiducia e viaggiare assieme a lui, a patto che siano disposti a sopportare qualche discorsi insensato.
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  7. « In me sono racchiusi tremila anni di tradizione. Parliamo di scuola elfica di spada… credi davvero di avere una speranza? » - Gilthas Saeros Sharpblade Appartenente ad un casato nobiliare minore, Gilthas Saeros Sharpblade ha ricevuto un'educazione degna della casata reale. Nonostante il carattare poco piacevole è molto apprezzato tra le guardie del re, di cui fa parte, per le sue incredibili capacità. Attualmente è il principale candidato per il ruolo di capitano delle guardie reali. Gilthas nutre un amore non corrisposto per la principessa elfica Nimuel, in presenza della quale assume un atteggiamento meno arrogante. L'impossibilità di coronare il suo sogno d'amore ha portato Gilthas a dedicarsi anima e corpo al perfezionamento della sua arte della spada. INTERPRETAZIONE Gilthas possiede maniere impeccabili, ma si è spesso distinto per la sua presunzione e la sua arroganza. Combattimento Quando Gilthas è coinvolto in un combattimento, si pone subito nella stance Island of Blades, che gli permette di essere particolarmente efficace con l'arma impugnata. Questa è la stance d'elezione dell'elfo, che la cambierà solo quando si trova in difficoltà e necessita di maggior potenza difensiva. In tal caso passa alla stance Absolute Steel, mentre quando non è in combattimento o quando deve combattere contro ostici avversari invisibili userà Hearing the Air. In genere all'inzio del combattimento è sua abitudine fare uso delle manovre di livello più basso, per passare a quelle più potenti contro avversari più ostici. In qualità di Eternal Blade, la sua tattica principale consiste nel potenziare i suoi attacchi o depotenziare il nemico con perfetta efficienza (Guided strike, Defensive insight e Tactical insight). Una volta per incontro poi, può decidere di prodursi nella spettacolare Island in time, che gli consente, combinata con Time Stands Still, di ottenere 4 turni di fila. Infine in casi di estrema necessità, grazie a Eternal Training, può ottenere una manovra Devoted Spirit o Diamond Mind in più per l'intera durata dell'incontro. INSERIMENTO NEL GIOCO La scheda di Gilthas Saeros Sharpblade utilizza materiale presentato nei seguenti manuali: Manuale del Giocatore, Perfetto Combattente, Tome Of Battle.
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  8. Il Gioco Per prima cosa è necessario chiedersi cos'è D&D 3.x, come funziona, e quali sono le peculiarità che lo rendono diverso da altri gdr. La 3 ed. di D&D si configura da subito come un gioco di ruolo provvisto di un corposo regolamento, il quale risulta semi-realistico e presta molta attenzione al combattimento ed alla costruzione del personaggio. Nel manuale del giocatore sono descritti principalmente il regolamento generale, e le varie opzioni di cui i giocatori dispongono per poter creare il proprio personaggio; in particolare, buona parte di queste opzioni ha un funzionamento puramente bellico (o in qualche modo relativo al combattimento), non di quotidiana utilità, e questo è il punto che a noi dovrebbe interessare. Ciò non significa che il gioco sia destinato a giocatori EUMATE, ma che al contrario D&D 3.x stabilisce dei canoni precisi per il funzionamento delle azioni ostili, senza però intrappolare nel regolamento l'aspetto prettamente interpretativo del gioco di ruolo. Con questi presupposti, enunciamo i tre principi fondamentali per il corretto svolgimento del gioco (in breve, principi di gioco): 1. Il divertimento dei giocatori e del DM sono l'effetto fondamentale che ogni campagna deve produrre. 2. Il combattimento è parte fondante di D&D 3.x, ed è sconsigliabile tentare di portare avanti una campagna facendone a meno. Per chi non ama gli scontri o i regolamenti complicati, esistono numerosi gdr molto più semplici ed intuitivi (a cominciare dalle edizioni più vecchie). Prima di giocare a D&D 3.x è opportuno leggere attentamente la sezione Combattimento del manuale del giocatore, meglio se in inglese o con il sostegno delle errata ufficiali (chiedendo aiuto sul forum quando non è chiaro qualche passaggio). 3. L'interpretazione è il motivo per cui si gioca e per cui il gioco è nato, la cui coerenza va promossa in ogni situazione, anche relativamente al principio #1. Campagna e compagnia «Chiedersi se il proprio pg sia più forte di quello degli altri» Veniamo ora allo svolgimento del gioco: D&D è un gioco di squadra, in cui i giocatori formano una compagnia, collaborando al fine di raggiungere determinati traguardi che la campagna creata dal DM porrà loro di fronte. Non esiste un altro modo corretto di giocare. Perché? Cerchiamo di visualizzare le motivazioni: - Agire indipendentemente dal resto del gruppo, significa forzare il DM ad interrompere la sessione corrente. Come risultato, gli altri giocatori dovranno aspettare un certo periodo di tempo (proporzionale al numero di giocatori "autonomi") prima di poter effettivamente giocare, e quindi si annoieranno o si distrarranno (eventualmente disturbando il gioco altrui), contravvenendo al principio #1. - Gli scontri 1v1 in D&D non sono assolutamente bilanciati né divertenti. Più alto è il livello, più l'esito degli scontri singoli si decide con il lancio di un dado (leggesi tiro di iniziativa). Insomma, in una campagna tipica, è sconsigliabile avere un gruppo non coeso (anche se potrebbe essere necessario che il gruppo si divida per brevi periodi). Ciò non toglie che in situazioni particolari, come campagne di basso livello in cui partecipano solo un paio di giocatori, potrebbe essere possibile fare altrimenti senza contravvenire ad alcun principio di gioco. PowerPlay e Ottimizzazione «Lamentarsi di un giocatore che sembra prestare troppa attenzione al combattimento e alla scheda» Una cosa che ho notato, è che spesso, soprattutto quando si è inesperti, si guarda con disapprovazione chi sembra essere (anche soltanto un minimo) più attento di noi alla propria scheda. Tralasciando il caso umano di chi crede che per fare GdR si debba necessariamente essere popolani di livello 1, potrebbe essere utile porsi la seguente domanda: Qual'è la vera differenza tra PP e ottimizzazione? Il primo termine, per l'accezione che gli viene attribuita, è uno stile di gioco che considera soltanto l'aspetto regolistico del gioco, senza prestare attenzione a quello interpretativo. Durante il gioco, il PP tipico si limita a descrivere a grandi linee le proprie azioni, e spesso dialoga utilizzando termini tecnici inesistenti nella realtà del gioco. Il secondo invece rappresenta la tendenza dei giocatori a prestare particolare attenzione agli aspetti regolistici del gioco, senza necessariamente trascurare l'interpretazione. (Volendo metterla sul piano delle impicazioni logiche o insiemistico: PP => Ottimizzazione ma non vale il viceversa; oppure l'insieme dei PP è un sottoinsieme proprio dell'insieme degli Ottimizzatori) Concludendo, mentre è chiaro che il PP danneggia lo spirito del gioco, l'ottimizzazione (nei limiti imposti dal DM) è spesso necessaria per il suo regolare svolgimento. Infatti: - Un PP non rispetta il lavoro che il DM ha svolto per cercare di creare la giusta atmosfera nel gioco, rovinandola, e quindi viola il principio #1. - Un personaggio non ottimizzato può risultare, e quindi sentirsi, inutile durante i combattimenti (ma anche fuori da questi), violando il principio #1.
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  9. No mi spiace, sono della provincia di Ravenna. Mi sa che è un po' troppo lontano...
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