Vabbe' che D&D è solo un gioco, quindi divertiamoci in qualunque modo ci pare e tanti saluti... Ma il mondo fantasy è ontologicamente differente da quello reale, per questa ragione il voto di pace non ha possibilità d'esistere.
Nel nostro mondo il voto di pace e non violenza parte dal presupposto religioso o filosofico che siamo tutti figli dello stesso dio, o dello stesso cosmo (in una concezione panteistica) o che comunque tutti concorriamo alla stessa grande vita. Per questo motivo, di pure non immediata comprensione, per quanto a livello superficiale taluni si scannino, in realtà siamo tutti fratelli e figli dello stesso madre o padre. Farci male l'un l'altro sarebbe come se la nostra mano destra picchiasse la sinistra (roba che ti sbattono in una cella imbottita e buttano la chiave). Bene.
In un mondo fantasy tutta questa premessa filosofica o religiosa invece non c'è, non si è affatto tutti figli dello stesso dio: uno è figlio di Takkisis e l'altro di Paladine, uno è una creatura celestiale e l'altro demoniaca, una ha iscritto nella propria natura il male e la sofferenza, l'altro la gioia e la felicità.
Per questo motivo un buono non ha solo il diritto, ma anche il dovere di sopprimere le creature che appartengono agli dei dell'oscurità, che causano sofferenza nel mondo. Se lasciasse fare non sarebbe bontà, sarebbe solo buonismo e lassismo.
Dante amava Dio e non di meno all'inferno ricacciava a manate in faccia l'iracondo Filippo Argenti che rappresentava appunto il peccato. Dante cioè non perseguita l'uomo ma la cattiva natura dell'animo che egli rappresenta.
Allo stesso modo un uomo buono nel mondo fantasy non può non desiderare di uccidere un servitore di Chemosh, per esempio.
Spero di essermi spiegato decentemente.
Ciao, MadLuke.