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L'umano esemplare ti permette di avere guarire di classe, però non fa salire il LI (almeno il primo livello, gli altri 2 sì).1 punto
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Molta roba interessante non è mai stata tradotta. Il mio consiglio è di cominciare a leggere i manuali in inglese magari con un traduttore a portata di mano per i vocaboli sconosciuti, dopo un po' non avrai più bisogno del traduttore. Io ho fatto così, e ora vado a meraviglia. Per il resto, se mai dovessi interessarti a Fields of Blood, personalmente l'ho trovato dal lato delle regole per la guerra poco efficace. Può andar bene per regolare scontri fra truppe "comuni", ma quelle per le creature mostruose non funzionano bene. Sono invece interessanti gli incantesimi da battaglia e le regole per la gestione di un regno.1 punto
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Puoi trovare qualcosa nell'Adventure Path di kingMaker. Mi pare che nella prima avventura sispieghi come gestire il dominio e nella terza ci siano le regole per la guerra. In alternativa ci sono Warpath della Adamant (basato sul regolamento di Pathfinder) o Fields of Blood che è un generico d20. Ma se tanto devi riadattare e hai quelli dlla 3.5 magari la spesa è inutile.1 punto
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Purtroppo c'è parecchia confusione in giro su come funziona la magia divina. La magia divina non equivale a una preghiera rivolta al tuo dio che interviene direttamente (oppure no, a seconda di come gli gira). Se fosse così che bisogno ci sarebbe per i chierici di guadagnare livelli? Tanto non serve saper fare nulla per chiedere a qualcuno di risolvere i problemi per conto tuo. Come dice Dei&Semidei, "è l'allenamento, l'abilità e la dedizione dell'incantatore che rendono la preparazione e il lancio degli incantesimi [divini] possibili". La divinità fornisce semplicemente la magia, l'energia grezza. Il resto, ce lo mette tutto il chierico. Tanto è vero che, sempre come scritto in D&S, persino le divinità hanno bisogno di livelli da chierico o da druido per poter incanalare il proprio potere divino nella forma di incantesimi divini. Diversamente, sapranno solo usare le capacità magiche che il loro status gli conferisce.1 punto
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Sono riuscito a concludere questo libro intorno al 13 Febbraio eppure solo ora ho deciso di tentare di scrivere una recensione del medesimo. Perché? Forse perché mi sono dedicato nel frattempo alle altre letture (George R. R. Martin, Stephen King e Andrzej Sapkowski principalmente), forse perché semplicemente non ne avevo voglia - il che sarebbe la più probabile delle due opzioni In ogni caso mi sento in dovere di scrivere questa recensione, con uno scopo ben preciso: rendere più famoso ciò che è l’inizio di una saga che probabilmente ha tutte le carte in tavola per piazzarsi tra le migliori saghe fantasy attualmente in circolazione, cioè “Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco” di George R. R. Martin, “La Ruota del Tempo” di Robert Jordan e “La Caduta di Malazan” di Steven Erikson. E dopo questa breve premessa do l’inizio alla recensione vera e propria… Via! I PERSONAGGI La storia viene rappresentata principalmente dai 4 punti di vista di 4 differenti personaggi. Kaladin era un capitano di un unità di lancieri del Alethkar ma ora è diventato uno schiavo (e come? Si scoprirà tramite numerosi flashback), un uomo schiacciato dal peso di vite che ha visto scomparire… Ma che per un motivo inspiegabile attirerà a se una vento-spren (gli spren sarebbero degli spiriti che corrispondono a dei sentimenti o elementi delle cose… Esistono per esempio i morte-spren, fiamma-spren, rabbia-spren, gloria-spren e così via) che si rivelerà una compagna curiosa che maturirà una nuova personalità assieme a Kaladin. Kaladin verrà poi assegnato a lavorare per gli eserciti Alethi sulle Pianure Infrante, un luogo abitato da bestie sanguinarie e dagli Parshendi, un misterioso popolo di combattenti, accusati di aver assassinato il re del Alethkar. Kaladin lavorerà come un pontiere (le pianure sono formate da un insieme di giganti tavolati di pietra attraverso quali si fanno strada ampi canyon, quindi per combattere gli Alethi si servono di ponti mobili trasportati dagli schiavi) ma si renderà ben presto conto che la sua situazione è addirittura peggiorata: durante gli scontri contro i Parshendi, i guerrieri delle pianure concentrano le proprie squadre di arcieri per abbattere un maggior numero possibile degli pontieri per fermare l’avanzata degli Alethi. Come farà Kaladin ad uscire da questa situazione? E che cosa vuole Syl, la vento-spren che lo accompagna, da lui? Perché Kaladin, da un ufficiale dell’esercito ora è costretto a servire col proprio sangue in una delle guerre più spietate che hanno sconvolto il regno di Alethkar? Shallan è la figlia di un nobile di Jah Keved. Viaggia su una nave fino a Kharbranth, una delle città libere, per diventare pupilla di Jasnah Kholin, una delle studiose più sapienti (e allo stesso momento più pericolose) di tutta Roshar. In verità lo scopo di Shallan non è apprendere ma rubare… Rubare il particolare Animutante di Jasnah, un oggetto che è in grado di tramutare un materiale qualsiasi in un altro materiale (ad es. roccia in fumo). Eppure, giunta sul posto Shallan è letteralmente rapita dalla personalità di Jasnah e da tutte le novità che la circondano… Lo scopo del suo viaggio viene però costantemente rivitalizzato dal fatto che la sua famiglia può essere in un grave pericolo. Ma da cosa? Dalinar Kholin ricopre la carica del Altoprincipe di Alethkar ed è il fratello dell’assassinato re Gavilar. Dalinar tempo fa era conosciuto sotto il nome di “Spinanera”, il poderoso guerriero che assieme al fratello riunì i principati di Alethkar in un unico e potente regno. Dopo la morte del fratello, Dalinar cambia… Innanzitutto si sente in colpa per la morte di Gavilar (il giorno della sua morte era steso ubriaco sotto il tavolo durante il banchetto di corte, mentre l’omicidio avveniva qualche stanza più in là) e per questo dedica la sua vita per proteggere Elhokar, l’erede del re. Anche Dalinar si trova a combattere sulle Pianure Infrante ma non può partecipare costantemente agli scontri perché soffre di un malanno strano: durante le altempeste (originale highstorms) la sua mente viene invasa dalle visioni delle epoche passate, conflitti e avvenimenti storici di indubbia importanza ma che paiono incomprensibili. Nel nome di queste visioni, Dalinar trascura i suoi compiti bellici, decidendo invece di tentare di capire cosa è accaduto a suo fratello (che diventò una persona più isolata qualche settimana prima dell’assassinio) e di costruire fondamenta più robuste per l’intero regno. Tuttavia verrà aspramente criticato dagli altri Altiprincipi, specialmente da Sadeas, anch’egli una persona che stava vicina al Re Gavilar. Ultimo ma non meno importante personaggio che introduco (nel libro compare per primo, se non contiamo il prologo) è Szeth-figlio-figlio-Vallano, il Senzavero proveniente da Shinovar. Szeth all’apparenza sembra un uomo indifeso, basso di statura e dal volto innocente ma in verità fu la sua Stratolama (e le sue strane abilità magiche) ad abbattere il re Gavilar (il combattimento viene descritto nel primo capitolo del libro quindi non si tratta di uno spoiler). Dopo l’assassinio Szeth passa da padrone in padrone, in quanto (per colpa di un fatto che non viene svelato) è costretto ad obbedire a chiunque trovi la sua Giuripietra. Szeth però è un assassino singolare: piange mentre uccide, in quanto i Shinovar disprezzano la violenza (fare il soldato è la peggiore cosa che un uomo possa fare nella società ideata dagli Shin) e attraverso i suoi occhi vediamo quanto è particolare il suo popolo (ad esempio camminare sulla pietra per lui è quasi blasfemo). Szeth però è contento di cambiare costantemente il suo padrone, in quanto nessuno si rende realmente conto di ciò che è in grado di fare e di ciò che ha fatto… Szeth, l'Assassino in bianco L’AMBIENTAZIONE Roshar è un mondo speciale. La sua superficie viene spesso flagellata dalle altempeste, tempeste talmente forti che sono in grado di strappare uomini e oggetti dal terreno e scaraventarli chilometri più avanti. La fauna e flora si adattò a condizioni simili: la maggior parte degli animali assomiglia ai vari tipi di crostacei ed è in grado di proteggersi dagli effetti delle altempeste grazie ai propri gusci mentre molte piante semplicemente hanno imparato a nascondersi nel terreno roccioso appena ne giunge una. La società (almeno nelle nazioni di Alethkar e Jah Keved, dove viene ambientata la maggior parte degli avvenimenti de “La Via dei Re”) è suddivisa in due caste: gli Occhiscuri (servitù, schiavi, contadini, artigiani ecc.) e gli Occhichiari (nobiltà). La religione principale è il Vorinismo, un culto che presuppone l’esistenza del Folgopadre servito dagli Araldi, guerrieri che comandarono agli uomini di formare gli ordini degli Cavalieri Radiosi. I Cavalieri Radiosi lottarono per migliaia di anni contro una minaccia oscura, i Nichiliferi, secondo molti uomini sono proprio questi nemici dell’umanità ad aver portato con sé le altempeste. Dopo svariante Desolazioni (guerre degli Araldi e degli Cavalieri Radiosi contro i Nichiliferi) la guerra giunse al termine e gli uomini regnarono su Roshar. Tuttavia, poco dopo la vittoria finale, i Cavalieri Radiosi lottarono contro l’umanità che giurarono di proteggere, scomparvero in circostanze misteriose e abbandonarono i doni degli Araldi, le stratopiastre e le stratolame, l’unici oggetti in grado di rivaleggiare contro i poteri e gli alleati degli Nichiliferi. Le stratopiastre e le stratolame sono estremamente preziose in tutta Roshar. Si tratta di armi che oltrepassano con una facilità estrema qualsiasi genere di materiale e di armature che non solo possono resistere a una quantità paurosa di colpi ma anche di ripararsi da sole (anche se lentamente) e donano una forza paurosa a chi le utilizza. Non dovrebbe stupire nessuno il fatto che numerose nazioni combattono tra di loro per impossessarsi di questi oggetti spaventosi. Un uomo dotato di una stratopiastra o di una stratolama viene chiamato “Stratoguerriero”. Un uomo che uccide un Stratoguerriero può prendersi la sua piastra o la lama (o entrambe) e farsene ciò che vuole: durante le battaglie alcuni occhiscuri sperano ardentemente di uccidere con un colpo fortunato un Stratoguerrierio (non solo per gli artefatti che porta ma anche perché il possesso di tali oggetti garantisce l’entrata nella casta degli occhichiari!). Interi popoli di Roshar scendono in battaglia per appropriarsi di una singola stratopiastra, con risultati immaginabili. La magia si basa sull’utilizzo degli oggetti magici piuttosto che sulla “magia in sé” (come accade per esempio in D&D). Gli animutanti servono per “tramutare” la materia per adattarla alle esigenze personali, mentre la folgoluce che dà il nome alla saga può essere usata da una manciata di personaggi (come l’assassino Szeth) per compiere gesta veramente fuori dal comune. Un furioso duello tra due Stratoguerrieri! IL LIBRO La storia raccontata nella “Via dei Re” inizialmente mi pareva confusionaria (certamente sapere cosa sta a significare che qualcuno è un “occhichiari” o che cosa siano le “altempeste” prima della lettura sarebbe piacevole e utile ma le lacune di questo tipo vengono colmate man a mano che ci si addentra nella storia) e troppo “strana”. La seconda impressione è più che naturale: avete mai visto un modo simile a Roshar? Io no, e ne sono rimasto piacevolmente colpito. Certe opere fantasy tentano di emulare più o meno fedelmente il medioevo europeo (la saga del Witcher di Sapkowski o le Cronache di Martin, tra molteplici esempi) e molti autori imboccano questa strada. Brandon Sanderson invece si discosta dalla massa, offrendoci un mondo originale e regolato da dalle leggi, certamente simili, ma diverse dal nostro mondo… Eppure tutto segue una logica, non è forzato, è naturale e semplicemente funziona! Nel corso della vicenda si imparano molte cose sulla mitologia e sulla storia di Roshar e senza l’ombra di dubbio posso dire che si tratta di un’ambientazione studiatissima. I personaggi sono descritti molto bene, tramite la scelta di parole dell’autore possiamo comprendere, almeno in parte, ciò che provano e perché fanno ciò che fanno. I combattimenti e soprattutto i duelli tra i Stratoguerrieri sono descritti con maestria tale che possiamo immergerci in ogni singolo colpo sferrato dai combattenti come sé stessimo guardando un film come i “300” in 3D e HD contemporaneamente. Semplicemente wow! Verso la fine del libro alcune domande trovano risposte, altre provocano altre domande e certe rivelazioni… Le ultime 200 pagine sono assolutamente da leggere tutte di un fiato (dopo aver terminato questo volume di ben 1146 pagine dovevo sprecare qualche ora per ritrovare la mia mandibola che nel frattempo probabilmente ha preso fuoco alla luce di alcune scoperte riguardanti la trama). Una delle scene più "tamarre" del volume CONCLUSIONE Che posso dire di più? “La via dei Re” è un'ottima introduzione alle “Cronache di Folgoluce” e con ansia sto aspettando il prossimo volume (che si concentrerà con maggiore enfasi o su Shallan o su Dalinar o almeno… Così ha detto Sanderson!) che arriverà nel 2013. Sanderson ha creato un mondo vivo e dinamico, dove le antiche leggende e la vita che vivono i personaggi della saga cominciano a intrecciarsi in maniera preoccupante e sinistra, rivelando verità che potrebbero sconvolgere il destino di tutti, non solo dei soldati Alethi e dei feroci guerrieri Parshendi. Tuttavia, il libro ha qualche problema: la lunghezza è giustificata in parte dalla importanza che Sanderson dà alla descrizione del mondo ma ci sono dei momenti dove, almeno a mio parere, si ha a che fare con dei veri e propri “punti morti” dove la narrazione non va avanti e non si scopre nulla di nuovo su Roshar (ma forse alcuni di questi “punti” verranno chiariti nei prossimi volumi della saga). I personaggi, anche se fatti bene, danno l’idea di essere troppo “puri” nei loro intenti ma anche qui aspetto le evoluzioni che l'autore potrebbe schiantarci addosso nel secondo libro. Roshar, il posto dove sono ambientate le "Cronache della Folgoluce" VOTO Vi piacciono le saghe fantasy di spessore epico che vi terranno occupati per parecchi giorni? Se si, questo libro fa assolutamente per voi. 8 e mezzo meritatissimo1 punto
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