Caro Cardano,
il tuo post mi ha molto colpito, perché mi sono rivisto molto leggendo quanto hai scritto.
Similmente a te (ho la tua età + 1 ), per me il Gioco di Ruolo é stato una salvezza. Perso mio padre da ragazzino, anch'io ero piuttosto chiuso e, a parte una compagnia creatasi con alcuni compagni di scuola, mi mancava qualcosa.
Da anni, avevo iniziato a leggere i libri del Ciclo di Shannara di T. Brooks (Tolkien avrebbe atteso ancora) ed un mondo popolato di Elfi, Nani, Orchi ed una moltitudine di creature che si muovevano in un mondo di fantasia si aprì a me.
Di lì a poco, conobbi un gruppo di Giocatori (che da anni giocava a AD&D) ed iniziai a giocare, prima a Dragonlance, poi AD&D.
Finito il servizio di leva (preistoria, eh ), continuai ad approfondire i giochi (non solo D&D, ma anche altri) e si creò quel Gruppo di Amici che ancora oggi, nonostante qualcuno si sia perso per strada, ha un gran piacere a ritrovarsi nel fine settimana a divertirsi a giocare e ridere attorno ad un tavolo.
Sì, credo che, come tu dici, il GdR sia una medicina dello spirito.
Nonostante i problemi, le preoccupazioni, le incertezze della vita reale, gli impegni che ci tengono spesso lontani, Il GdR ha il potere di riunirci, noi "Banda di Fratelli", attorno ad un tavolo e legarci un un momento perfetto di amicizia, condivisione e fratellanza. Questo, almeno, é quello che provo per quello che riguarda me ed i miei amici.
Un saluto
Eldigar