Prologo - Un tremolìo nel Velo
Non era ancora sorto il sole quando Bainzu Doddore si stiracchiò, preparandosi alla consueta meditazione mattutina. Lontano dalla falsa e viziata nobiltà della capitale Arcoria, egli si trovava nei pressi di Biancocascata, un piccolo angolo di paradiso che sorgeva nel cuore dei boschi a ovest. La piccola congrega di ninfe locale, a causa di episodi di rapimenti occorsi negli anni precedenti, si era dimostrata inizialmente molto schiva con il druido, almeno fino a quando non respinse una volta per tutte lo squartatore grigio da cinque tonnellate che da settimane stava devastando buona parte degli arbusti presenti. La capo congrega delle ninfe, Luscinia, offrì quindi incondizionata ospitalità a Bainzu, ora amico del gruppo. Come da tradizione, però, Bainzu dovette fare i conti con l’interesse che il suo legame aveva creato: le ninfe, capaci di riconoscere il talento, non mancarono di mostrarsi interessate alla possibilità di unirsi ad un mortale di così grande potere e dare alla luce un possibile futuro eroe.
Quando quella buia e nebbiosa mattina inizò a meditare, lontano dalle polle in cui vivevano quelle splendide creature, sentì ben presto che qualcosa era cambiato. Il rumore che udì fu come quello di un violento strappo, tale da risuonare da ogni angolo e ogni direzione nello stesso momento. Bainzu sentì una breve folata di vento prima di sentirsi insolitamente leggero. Seduto in meditazione gli bastò lanciare un’occhiata attorno a sé per vedere pigne, fili d’erba strappati e perfino un coniglio confuso sollevarsi in aria e fluttuare lentamente come se fossero stati bolle di sapone.