Sicuramente non permetterei ai PG di spostarsi fuori turno e in aggiunta alla normale economia delle azioni. Anche perché a quel punto non si "sentirebbe" più il fatto di essere in un corridoio stretto, non avrebbe più nessun effetto. Se la scena si svolge in un corridoio stretto, facciamo che quel corridoio stretto conti qualcosa! 🙂
Come ha detto saggiamente @Minsc la risposta può variare a seconda del sistema di regole, ma come linea generale mi regolerei così: si applicano le regole così come sono, ma un personaggio può sostare nello spazio di un altro personaggio se questo li intralcia, disturba, penalizza in qualche modo.
Spiego meglio. Si segue il normale ordine di iniziativa. Mettiamo che vada prima A, poi D, poi B.
A vuole superare il mostro? Benissimo: attraversa le caselle degli alleati, arriva al mostro, e vede se ce la fa a superarlo (a seconda del sistema di regole questo può essere sicuro o richiedere un tiro; ovviamente, se il sistema di regole lo vieta proprio A non avrebbe mai dichiarato tale azione, quindi assumo che lo permetta). Se supera il mostro finisce lo spostamento oltre il mostro, in uno spazio libero, quindi no problem. Se per qualche motivo non riesce a superarlo, beh, si ritrova nello stesso spazio di B: vedi sotto.
Tocca a D. Da master direi al giocatore: puoi spostarti fino alla posizione di testa, dove si trova B, ma questo vi creerà dei problemi perché vi impaccerete a vicenda. Se il giocatore sceglie di andare avanti, si sposta fino al punto in cui si trova B, e poi può fare la sua azione del turno ma subendo la penalità (vedi sotto). Altrimenti può aspettare che B si sia mosso, ma se il regolamento non permette di ritardare perderà il turno.
A due personaggi costretti nella stessa casella io darei come minimo svantaggio (se parliamo di 5e) o -4 (se parliamo di 3e / Pathfinder) a tutti i tiri e a tutte le prove, e darei vantaggio, o +4, agli attacchi contro di loro, visto che si ostacolano a vicenda. Qui entriamo però nel campo delle house rules.