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Tradizione I persecutori erano strane entità biotecnologiche, sviluppate prima della catastrofe nucleare dalla corporazione Trinity, una delle più grandi aziende del pianeta, nei suoi laboratori di ricerca biotecnica situati nella città di Venere. La Trinity aveva numerosi appalti militari con l'esercito Europeo (istituito nel 2035 a seguito di una proposta francese e con a capo proprio la Francia, con lo scopo di creare un ulteriore forza bellica di deterrenza sul confine con la Cortina di Ferro). Non è chiaro quando la Trinity abbia ultimato il progetto legato ai Persecutori, ma alcuni di essi divennero operativi intorno al 2072, svolgendo per lo più attività di "pulizia" strategica di bersagli sensibili: dissidenti politici, attivisti, manifestanti, sindacalisti, comunisti, giornalisti, qualsiasi categoria umana ritenuta problematica poteva rientrare nel mirino di un persecutore. Uno dei fatti più atroci che riguardano queste brutali creature fu l'operato di un persecutore in particolare, P5, che venne mandato a "sedare" un violento sciopero proprio in seno alla Trinity di Venere nel 2075: sembra che uccise da solo oltre 100 uomini, che tentarono inutilmente di aggredirlo con armi improvvisate. Non è chiaro se dopo la catastrofe nucleare dei persecutori siano rimasti attivi, né quale potrebbe essere il loro comportamento in assenza di ordini o direttive. Fatto sta che si trattava di creature biomeccaniche create appositamente per uccidere, anche se non entrarono mai a far parte di nessun esercito regolare e la loro esistenza venne continuamente smentita sia dalla Trinity che dagli apparati militari e dai governi. Possibile aspetto (Illustrazione a opera di autore sconosciuto) (Illustrazione a opera di autore sconosciuto) (Illustrazione a opera di Dennis Carlsson) A seguire, il blocco statistiche di un persecutore: (Nella seconda parte approfondirò meglio le abilità del persecutore e darò una descrizione più approfondita delle temibili tecniche rokushiki) ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Come si può già intuire dalla breve descrizione dei persecutori e dal blocco statistiche, si tratta di un nemico molto superiore al comune essere umano, dotato di statistiche non comuni, oltre che a una padronanza completa di ogni manovra di combattimento e di tutte le rokushiki! La sua pelle di amianto gli garantisce una discreta armatura naturale, che fa si che colpi troppo deboli non riescano a infliggerli danni alla salute. La sua resistenza alle armi di durezza di 7 o inferiore fa si che ogni arma che sia fatta di titanio o di metalli più vili (tra cui ferro, ghisa, acciaio, etc.) possa infliggergli solo danni non letali, e l'immunità a fuoco e ustioni fa si che anche l'efficacia di armi termiche o laser sia comunque mitigata. L'unica limitazione del persecutore è il suo essere un combattente esclusivamente corpo-a-corpo: se si riesce a tenerlo alla larga (cosa non banale) o a portarlo in uno spazio aperto, può essere relativamente facile per un gruppo ben equipaggiato e organizzato sopraffarlo. Ma la forza di un persecutore è proprio quella di aggredire i propri bersagli nei labirintici vicoli delle metropoli prebelliche, con il favore dell'oscurità, della pioggia o della nebbia, muovendosi come uno spettro tra i cornicioni, i balconi e le sporgenze dei palazzi, per poi irrompere con rara ferocia sui bersagli e abbatterli con un solo colpo. Ringrazio la cara @licet_insanire per avermi aiutato nella stesura di questa creatura! Come di consueto, grazie per la lettura.3 punti
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Decidete di dividervi, ognuno seguendo la propria pista. Anche se nel caso di Jayla non si tratta di una vera e propria pista, ma tant'è... Alla locanda, Loren e Shelatan "Quindi volete davvero solo... parlare? Be', sì. Ho assistito all'incidente stamattina, come tutti d'altronde. Ma non ho visro granché. Mi sono subito nascosto nella botte, quando qualcosa dopo l'esplosione mi è caduto in testa. Questa." Mette sul tavolo una strana collana con delle gemme rosse fuoco. Per il giovane halfling potrebbe sembrare un semplice gioiello, ma i vostri occhi da avventurieri riconoscono dei glifi magico su ogni gemma "Pensavo di rivenderla... magari siete interessati? Diec... venti dragoni!" Da Mirt, Emmett "Prego, Lord Mirt vi riceverà nella sala da biliardo." Il maggiordomo alla porta è pomposo e pretenzioso quanto la villa che ti ritrovi davanti all'indirizzo datovi da Mirt. Aspetti qualche minuto, poi il corpulento arpista entra nella lussuosa sala da biliardo in cui ti ritrovi. "Mi hai trovato per pura fortuna, sai? Stavo uscendo per affari piuttosto importanti! Dimmi tutto, ma rapido e senza fronzoli: diritto al punto!" Dal ricettatore, Jayla e Jayden Vi muovete a vostro agio nel quartiere poco raccomandabile dove normalmente portate pezzi da rivendere. Le gemme che sono finite in maniera del tutto casuale nelle tasche di Jayla causano una pressione piacevole, che preannuncia un bel po' di dragoni. Quando entrate, un campanaccio stonato annuncia il vostro ingresso, che provoca l'ingresso di uno gnomo brutto e dall'aria cattiva. "Ah, siete voi... Che mi avete portato stavolta? Una spada magica che non funziona più? O un anello in oro che però è bronzo?"2 punti
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Ho appena scritto l'ultimo post della campagna che masterizzo e nel primo paragrafo ci ho messo tutte le suggestioni recepite ieri sera leggendo uno dei primi capitoli di "Memorie da una casa di morti" di Dostoevskij, in particolare l'atmosfera con cui rende la routine della vita nelle baracche tra i detenuti dei campi di lavoro in Siberia. E' una cosa che faccio ogni volta che posso, un paio di mesi fa ho trasposto l'incontro di Georg Karnowski de "La famiglia Karnowski" col medico del quartiere nella visita dei PG a un anziano geografo che gli può procurare una particolare mappa. Tutto questo non per dire che io sia il Dostoevskij o il Singer del gdr, e neanche il migliore dei narratori bensì una cosa ben più semplice e importante: leggete! Se volete giocare bene, sia scrivendo da master che interpretando un PG c'è solo una cosa possibile da fare: leggere più che si può! Non romanzi fantasy (la cui qualità poi spesso è a dir poco biasimevole) e tanto meno ammazzarsi di videogiochi o di fantomatiche guide per master, guide per giocatori, 100 idee per il background o altro insulso materiale da smanettoni. Bisogna invece leggere parecchio! E mica libri qualunque bensì i capolavori della storia della letteratura, che non ha la minima importanza non abbiano nulla da spartire col genere fantasy. Quanto più si ci si immergerà nelle storie di persone diverse tra loro, di qualsiasi epoca e luogo a cui appartengano, più si accresce il proprio bagaglio culturale che poi permette di inventare storie e personaggi, giocanti o meno, di maggior spessore, più ricchi di personalità, più avvincenti da interpretare. ...E poi ovviamente, il piacere della lettura è il piacere della lettura. Anche fermandosi solo a quello.1 punto
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Grazie per l'avviso, io ho le firme disattivate. A proposito, aspetto @Darakan per il turno di Malek. Ti do ancora qualche ora, altrimenti darò per scontato attacco sull'arciere ed eventualmente se lo abbatti raggiungi gli altri.1 punto
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Come scritto in firma, avviso che da domani fino a metà Agosto sarò meno presente sul forum. Proverò a rispondere quando possibile, ma nel caso mi stiate aspettando il master può muovere tranquillamente Boruma.1 punto
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Come scritto in firma, avviso che da domani fino a metà Agosto sarò meno presente sul forum. Proverò a rispondere, soprattutto durante i combattimenti, ma nel caso mi stiate aspettando il master può muovere tranquillamente Nash.1 punto
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Taggo @Crees un vero esperto di dungeonworld. Per quel che mi riguarda se parte qualcosa verso settembre/ ottobre, mi candido; ora in prossimità delle vacanze non avrei proprio tempo.1 punto
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Wellentag 17 Sigmarzeit 2515 i.c. - Notte [pioggerella - fine primavera] Markus si allontanò una decina di metri per attirare l'attenzione lontana. Li prese un grosso sasso e lo lanciò in direzione di un albero morto i cui rami subito si ruppero facendo rumore Hans e Knocken ne approfittarono per attraversare la strada, subito seguiti dallo stesso Markus @Knocken1 punto
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Ciao! Ho pubblicato una breve "pillola" con un trucchetto per la scrittura di dungeon che ho trovato utile: Pillola: stanze con presagi – Dietro lo Schermo (wordpress.com)1 punto
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Le notizie che portate sono degne di un'accurata indagine da parte di questo Consiglio riprende la parola Lord Nanther che sarà guidata dal Lord delle Chiavi come la sua carica compete. Sono certo che ogni Casata metterà le sue risorse a disposizione affinché ogni altra risorsa della Rete Nera venga portata alla luce e trattata come merita. L'interrogatorio si sposta ora nei confronti della Turani, la quale, aiutata dalla magia che le viene impartita, riferisce al Consiglio di Melvaunt quanto già in parte sapete: Il capo del mio popolo, il grande Ertuğrul Kahan, ha in mente di fare dei Turani la guida di una nuova Orda, benedetta dal sangue del Lupo Asena, che per prima diede i natali alla nostra stirpe e ora ha benedetto con nuovo vigore i suoi figli, o almeno così il Kahan e la sua corte credo. Io però scorgo un grande male, una fame vorace e atavica, che mangerà il mio popolo, il vostro popolo, tutto il mondo. Il rituale nelle rovine serviva per riaprire il passaggio magico che avrebbe riportato i guerrieri del mio popolo nelle nostre terre natali. Per tempo immemore, gli orchi di Xul-Jarak hanno usato quel portale per condurre coloro che sono troppo vecchi o consumati dalla vita per combattere verso quello che credevano un paradiso fatto di eterna battaglia. Noi, allo stesso modo, pensavamo che questi orchi vecchi e stanchi giungessero da un altro mondo. Soltanto quando l'Orda di Yamun Kahan si spinse cavalcando sin qui conoscemmo la verità, cioè che gli orchi stranieri venivano semplicemente teleportati nelle nostre terre e che tutti apparteniamo allo stesso mondo. Poi non molto tempo fa, Ertuğrul Kahan trovò il rituale segreto per compiere questo viaggio in direzione opposta e cominciò a maturare il piano di cui ora siete venuti a conoscenza. Se volete ritrovare il vostro sangue, dovrete recarvi nella Steppa del mio popolo, molto lontano da qui. Il tempo è avaro, il prossimo Kurultai, la grande riunione dei popoli delle steppe, avverrà al prossimo equinozio d'estate, tra quattro lune. Possiamo portarvi nel Rashemen tramite la magia interviene ancora una volta Lord Nanther. Da lì in poi, però, dovrete cavarvela da soli. Dovete riportare a casa Erwin Galdekund, costi quel che costi.1 punto
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Figaro Lamalesta La situazione creatasi pare davvero promettente, ma Pota ci richiama ben presto all'ordine Sono pronto a far- ah, ma non può proprio aspettare? domando, per poi scuotere la testa D'accordo, ma spero che non sia per metterci di nuovo in guardia dopo l'incidente nella Foresta dell'Arcobaleno. Te l'ho detto, pensavo davvero che quelle fossero solo delle strane sigarette, ecco. Il fatto che poi il mio canto fosse più simile al deragliare di un carro è stato tutto... un effetto collaterale, ecco provo a spiegare. Aggrotto la fronte quando scopro che in realtà il tutto sembra motivo di un ingaggio, pronto ad ascoltare le spiegazioni del nostro impresario. E dopo, finalmente, raggiungere le groupie.1 punto
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Credo che il discorso di @bobon123 (come d'altronde quello del post originale) vada oltre lo specifico confronto tra le edizioni 3.5 e 5 per fare considerazioni generali. Non ha detto che un sistema più semplice è necessariamente migliore. Ha detto (e condivido) che esistono due tipi di semplicità: la "semplicità negativa", che è la negazione di quella che ha chiamato "complessità": semplificare togliendo contenuti, scelte strategiche, varietà di situazioni; la "semplicità positiva", che è la negazione di quella che ha chiamato "complicazione": semplificare senza togliere contenuti, scelte strategiche, varietà di situazioni, ma rendendo più agevole, diretta, intuitiva l'interfaccia verso quegli stessi contenuti, scelte, situazioni. Ha poi ammesso, credo (e anche qui concordo), che la quinta edizione, rispetto alla 3.5, ha sia una maggiore "semplicità negativa" che una maggiore "semplicità positiva". Quindi la scelta tra le due è opinabile, è appunto questione di gusti: ognuno di noi sceglierà se la maggiore complessità (cosa bella) della 3.5 vale la candela della sua maggiore complicazione (cosa brutta). Ha però concluso che non è corretto generalizzare asserendo che qualunque richiesta di maggiore semplicità sia necessariamente un sintomo di stupidità / instupidimento: è invece una richiesta perfettamente naturale e comprensibile, che andrebbe solo incanalata, da parte dei designer, verso una maggiore "semplicità positiva" anziché "semplicità negativa".1 punto
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Sono davvero in totale disaccordo con questo post 🙂 Si confondono quattro contrari di "semplice": "complicato", "complesso", "ricco", e "difficile". Non sono la stessa cosa: voglio un software o un sistema ricco e complesso, ma non lo voglio complicato o difficile da usare. Einstein ha detto* che un modello deve essere As simple as possible, but not simpler. Più semplice possibile, ma non tanto semplice da perderne il senso, la complessità emergente. Semplificare, sintetizzare, togliere il grasso e lasciare il muscolo, trovare il modo più diretto per far funzionare una meccanica, è la chiave per rendere esplicita la complessità del sistema, la ricchezza di opzioni, ma togliendo tutte le parti superflue che aggiungono solo complicazione inutile e annacquano il gioco. Creare un sistema semplice (non complicato, non difficile) ma non-semplice (complesso, ricco) prende tempo ma migliora il prodotto: lo distilla. Non bisogna fare l'errore di pensare che scrivere tanto, fare più regole per gestire ogni aspetto, così come mettere più opzioni in un software, prenda necessariamente più tempo che scrivere meno o mettere meno regole e meno opzioni. Può essere ovviamente: qualcosa può essere semplice nel senso di non complicato, non difficile, ma anche non complesso e non ricco. Ma non è necessariamente il caso. Ne è la prova questo mio post, lungo tre paragrafi, che diluisce e basta la citazione di sette parole di Einstein* e la rende meno efficace. Per forgiare quelle sette parole, è stato speso sicuramente molto più tempo e talento che per scrivere questo mio post. Finisco con un'altra citazione, di Pascal, che termina la lettera al cugino (mi pare) con Questa lettera è più lunga delle altre perché non ho avuto tempo di farla più breve. * Non ci sono prove in realtà che abbia detto proprio questa elegantissima frase, pare sia una efficace sintesi giornalistica di Roger Sessions di un pensiero meno chiaro e conciso: Einstein scriveva bene, ed era molto arguto, ma non era il suo talento principale.1 punto
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La complessità non è un pregio (come ben sa chi ha avuto a che fare, ad esempio, con la burocrazia del nostro amato paese); la complessità è un costo, quindi deve corrispondere a un beneficio pari o superiore, altrimenti è dannosa. Con questo non voglio criticare i gusti di nessuno, sia chiaro: sono un grande amante della 3.5 e penso che i gusti di tutti vadano rispettati; oltretutto è solo un gioco. Ma credo che sia troppo duro, e forse troppo facile, liquidare la richiesta di semplicità (di interfacce meno sofisticate) come un sintomo dell'instupidimento delle masse. Penso invece che sia il sintomo che i creatori del gioco non sono riusciti ad offrire a codeste masse dei benefici sufficienti a giustificare la complessità proposta, o, se i benefici ci sono, non sono riusciti a comunicarli in modo adeguato. Oltretutto, la "complessità" non è un valore oggettivo ma dipende dalla percezione, che varia da persona a persona. Nel mio piccolo ho il pallino dello sviluppo di regole alternative e perfino di interi regolamenti. E mi rendo conto sempre di più di come la complessità percepita da me (che conosco bene le regole, le maneggio tutti i giorni, vedo chiaramente il senso che c'è dietro) è quasi sempre molto minore rispetto alla complessità percepita dai giocatori. Ma è la loro percezione che conta, perché sono loro i miei utenti, le persone che devo andare a soddisfare e divertire. Quindi, o riesco a far loro percepire anche i vantaggi in modo almeno altrettanto "forte", o devo rassegnarmi a semplificare. È giusto così.1 punto
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Non credo sia corretto stabilire che la progressiva "semplificazione" di un sistema equivalga a un "instupidimento" progressivo degli utilizzatori.1 punto
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