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Riflessioni sul Drago #1: Un Nuovo Arrivo Riflessioni sul Drago #2: Ricco di Narrativa ma Scarso di Meccaniche Riflessioni sul Drago #3: Scoppia la Polemica Articolo di M.T. Black del 18 Luglio 2018 Il numero 4 di Dragon è stato pubblicato nel dicembre 1976. È lungo 36 pagine, con un prezzo di copertina di $ 1,50. Questo numero si concentrava su un nuovo gioco che stava per uscire per mano della TSR: The Empire of the Petal Throne. Questo numero è dedicato principalmente a The Empire of the Petal Throne, un nuovo gioco di ruolo della TSR. EPT (come era noto) è stato pubblicato nel 1975, rendendolo il terzo gioco di ruolo che la TSR aveva pubblicato in due anni (i primi due erano Dungeons & Dragons e Boot Hill). EPT era basato sul mondo riccamente dettagliato di Tékumel, creato da M.A.R. Barker, professore di Urdu e studi dell'Asia meridionale all'Università del Minnesota e un avido wargamer. Dave Arneson, il co-creatore di D&D, era un membro del gruppo di gioco di Barker all'UMN e lo aveva presentato alla TSR. L'editor Tim Kask è pieno di elogi per il nuovo gioco della TSR, descrivendolo come "il gioco fantasy più dettagliato ad ora disponibile; un vero fenomeno. È destinato a diventare sia un classico che una pietra miliare nei giochi di ruolo fantasy, e meritatamente." Nota anche l'inevitabile confronto tra il Tékumel di Barker e la Terra di Mezzo di Tolkien. Kask giudica che "In termini di sviluppo dei dettagli, penso che EPT abbia la meglio sulla Terra di Mezzo nelle questioni che più interessano i giocatori. Ciò è attribuibile al fatto che EPT è stato sviluppato da un wargamer, e M-E no." Gli articoli di EPT trattano notizie e tradizioni sull'ambientazione, una tabella degli incontri in città, nuovi mostri, un racconto ambientato a Tékumel, una tabella dei tesori e un paginone che illustrata il modello di un tempio. C'è così tanto contenuto, infatti, che la rivista ha dovuto espandersi a 36 pagine per questo numero. Ma a quanto pare è stato tutto inutile, poiché EPT non è riuscito a trovare un mercato. A 25 dollari a copia (oltre 100 dollari di oggi), era molto più costoso di qualsiasi gioco dell'epoca. La TSR non lo ha supportato con altri supplementi e alla fine ha venduto la licenza a Gamescience nel 1980. Altri quattro giochi di ruolo ambientati a Tékumel sarebbero stati pubblicati da varie compagnie negli anni successivi, nessuno dei quali ha ottenuto molto successo commerciale. Tékumel conserva ancora oggi un seguito, con molti siti web, podcast e persino una rivista dedicati all'ambientazione creati dai fan. Barker (che è scomparso) è talvolta chiamato "il Tolkien dimenticato" ed è profondamente venerato dai suoi fan. Torniamo a The Dragon. Ci sono altri due articoli di interesse in questo numero. In "Notes on the Androids on The Starship Warden", il designer James M. Ward presenta ai lettori un gioco di ruolo chiamato Metamorphosis Alpha, che la TSR aveva pubblicato il mese precedente e che può giustamente affermare di essere il primo gioco di ruolo di fantascienza. Jim Ward era un insegnante di inglese e storia che incontrò Gary Gygax in una libreria e subito dopo divenne un giocatore abituale nella campagna di Greyhawk di Gygax. Ward si è unito alla TSR a tempo pieno nel 1980 e ha lavorato a numerosi progetti mentre saliva al ruolo di vicepresidente per i servizi creativi della TSR: è una vera star del settore. L'altro articolo degno di nota è l'unica offerta di Gygax in questo numero, un elenco di libri intitolato "FANTASY/SWORDS & SORCERY: RECOMMENDED READING". Questa raccolta è un chiaro prototipo della famosa "Appendice N" che Gygax avrebbe incluso nella successiva Guida del Dungeon Master. Per molti versi, questo è stato un numero di maggior successo rispetto ai due precedenti, in quanto ha fornito pagine di materiale di gioco di qualità che i lettori desideravano. Ma il contenuto era per il gioco sbagliato! I lettori volevano articoli su D&D, non su EPT. Anche il numero successivo sarebbe stato leggero riguardo al materiale di D&D, anche se avrebbe incluso un famigerato articolo su un mago molto famoso... Link all'articolo originale: https://www.enworld.org/threads/dragon-reflections-4-talking-tekumel.665526/2 punti
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Continuamo a tradurre questa rubrica, che va ad analizzare numero per numero la storia editoriale della celebre rivista Dragon, uno dei pilastri della vita editoriale di Dungeons & Dragons attraverso le edizioni. Riflessioni sul Drago #1: Un Nuovo Arrivo Riflessioni sul Drago #2: Ricco di Narrativa ma Scarso di Meccaniche Riflessioni sul Drago #3: Scoppia la Polemica Articolo di M.T. Black del 18 Luglio 2018 Il numero 4 di Dragon è stato pubblicato nel dicembre 1976. È lungo 36 pagine, con un prezzo di copertina di $ 1,50. Questo numero si concentrava su un nuovo gioco che stava per uscire per mano della TSR: The Empire of the Petal Throne. Questo numero è dedicato principalmente a The Empire of the Petal Throne, un nuovo gioco di ruolo della TSR. EPT (come era noto) è stato pubblicato nel 1975, rendendolo il terzo gioco di ruolo che la TSR aveva pubblicato in due anni (i primi due erano Dungeons & Dragons e Boot Hill). EPT era basato sul mondo riccamente dettagliato di Tékumel, creato da M.A.R. Barker, professore di Urdu e studi dell'Asia meridionale all'Università del Minnesota e un avido wargamer. Dave Arneson, il co-creatore di D&D, era un membro del gruppo di gioco di Barker all'UMN e lo aveva presentato alla TSR. L'editor Tim Kask è pieno di elogi per il nuovo gioco della TSR, descrivendolo come "il gioco fantasy più dettagliato ad ora disponibile; un vero fenomeno. È destinato a diventare sia un classico che una pietra miliare nei giochi di ruolo fantasy, e meritatamente." Nota anche l'inevitabile confronto tra il Tékumel di Barker e la Terra di Mezzo di Tolkien. Kask giudica che "In termini di sviluppo dei dettagli, penso che EPT abbia la meglio sulla Terra di Mezzo nelle questioni che più interessano i giocatori. Ciò è attribuibile al fatto che EPT è stato sviluppato da un wargamer, e M-E no." Gli articoli di EPT trattano notizie e tradizioni sull'ambientazione, una tabella degli incontri in città, nuovi mostri, un racconto ambientato a Tékumel, una tabella dei tesori e un paginone che illustrata il modello di un tempio. C'è così tanto contenuto, infatti, che la rivista ha dovuto espandersi a 36 pagine per questo numero. Ma a quanto pare è stato tutto inutile, poiché EPT non è riuscito a trovare un mercato. A 25 dollari a copia (oltre 100 dollari di oggi), era molto più costoso di qualsiasi gioco dell'epoca. La TSR non lo ha supportato con altri supplementi e alla fine ha venduto la licenza a Gamescience nel 1980. Altri quattro giochi di ruolo ambientati a Tékumel sarebbero stati pubblicati da varie compagnie negli anni successivi, nessuno dei quali ha ottenuto molto successo commerciale. Tékumel conserva ancora oggi un seguito, con molti siti web, podcast e persino una rivista dedicati all'ambientazione creati dai fan. Barker (che è scomparso) è talvolta chiamato "il Tolkien dimenticato" ed è profondamente venerato dai suoi fan. Torniamo a The Dragon. Ci sono altri due articoli di interesse in questo numero. In "Notes on the Androids on The Starship Warden", il designer James M. Ward presenta ai lettori un gioco di ruolo chiamato Metamorphosis Alpha, che la TSR aveva pubblicato il mese precedente e che può giustamente affermare di essere il primo gioco di ruolo di fantascienza. Jim Ward era un insegnante di inglese e storia che incontrò Gary Gygax in una libreria e subito dopo divenne un giocatore abituale nella campagna di Greyhawk di Gygax. Ward si è unito alla TSR a tempo pieno nel 1980 e ha lavorato a numerosi progetti mentre saliva al ruolo di vicepresidente per i servizi creativi della TSR: è una vera star del settore. L'altro articolo degno di nota è l'unica offerta di Gygax in questo numero, un elenco di libri intitolato "FANTASY/SWORDS & SORCERY: RECOMMENDED READING". Questa raccolta è un chiaro prototipo della famosa "Appendice N" che Gygax avrebbe incluso nella successiva Guida del Dungeon Master. Per molti versi, questo è stato un numero di maggior successo rispetto ai due precedenti, in quanto ha fornito pagine di materiale di gioco di qualità che i lettori desideravano. Ma il contenuto era per il gioco sbagliato! I lettori volevano articoli su D&D, non su EPT. Anche il numero successivo sarebbe stato leggero riguardo al materiale di D&D, anche se avrebbe incluso un famigerato articolo su un mago molto famoso... Link all'articolo originale: https://www.enworld.org/threads/dragon-reflections-4-talking-tekumel.665526/ Visualizza tutto articolo1 punto
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@nolavocals Mi sono accorto di un errore in una formula, ti allego il file aggiornato. Il file è un foglio di calcolo con alcune semplici formule e filtri, dovresti poterlo manipolare come vuoi. Ti ho allegato anche un file in versione CSV con i dati finali, senza formule e filtri, che possono rendere più difficile la gestione. Non mi riferivo comunque ai poteri speciali, ma ad incantesimi veri e propri. Per esempio un druido della montagna ha accesso all'incantesimo fulmine, tipicamente accessibile solo a maghi e stregoni. Incantesimi utilizzati da più classi.zip1 punto
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No, ne esistono diversi, forse il più utile potrebbe essere Strixhaven Initiate che ti da una spell di 1 a tua scelta e due trucchetti tra quelli proposti per la scuola, ma non so se ti è permesso prenderlo (reskinnato, come scuole di alchimia ad esempio). Initiate of High Sorcery è specifico di Dragonlance ma anche in questo caso si potrebbe reskinnare e Solinari offre tra le opzioni shield. Iniziato alla magia secondo me è utilissimo se vuoi prendere anche i trucchetti d'attacco che hanno i maghi ma è limitato a 1 volta al giorno, a meno che il tuo DM non ti consenta di usarlo come i telanti usciti successivamente anche con i tuoi slot (cosa che io permetterei da DM).1 punto
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Allora di base il personaggio va bane, considera però un paio di cose: molto difficilmente avrai una competa al 1° livello. In secondo luogo sebbene scudo della fede si presti bene al concept del tuo personaggio ai livelli bassi (1-4) benedizione è troppo più utile per te e per il gruppo e essendo a concentrazione sarebbe più opportuno usare quella. In secondo luogo credo che il numero degli incantesimi che puoi memorizzare sia sbagliato, troppo basso. se non erro è pari al tuo livello da chierico + il modificatore di saggezza, quindi al 2° livello (1 guerriero e 1 chierico) ne avresti 4 (3+1) e non 2 e così via. Poi considerando l'uso che vuoi fare del personaggio e la tua propensione a non essere colpito, credo che una scelta di talento adeguato possa essere un qualsiasi talento che ti permetta di prendere scudo (e possibilmente di lanciarlo con i tuoi slot). Il che aiuterebbe a compensare il mancato utilizzo di scudo della fede.1 punto
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Se non sbaglio in pratica hai distinto tra una caratteristica che offre un bonus e una che dà punti alle abilità. Come mai hai sentito questa esigenza?1 punto
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A1711 Se si ha a disposizione una lista digitale degli incantesimi divisi per classe è abbastanza semplice da ottenere, ma dipende da quello che devi farci. Ti serve sapere quante classi usano un certo incantesimo, quali, o avere una lista che a colpo d'occhio ti permetta di individuarli? EDIT: Dato che ho trovato le liste per classe online in una Wiki, allego il file con (spero) quale che chiedi. Non do assicurazioni sull'accuratezza di quelle liste e immagino che la lista non includa eventuali incantesimi non tipici di una certa classe acquisiti con gli archetipi o in altri modi. PS: occhio che il file ha due fogli, a seconda di quel che ti serve. Incantesimi per classe.zip1 punto
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A1711 Non a livello cartaceo, e non mi risulta nemmeno esista una lista elettronica, ma nella descrizione delle spell in alcuni siti trovi quali classi le possono lanciare, il problema è che, non essendo appunto una lista ma trovandosi nella descrizione, dovresti controllare ogni spell che ti interessa.1 punto
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Per me non ci sono problemi. In ogni caso, inizio a scrivere qui le mie idee: direi di usare la domanda "aperta" per chiedere dettagli sulla posizione di Kalana, mentre userei le domande con sì e no per il piano e le eventuali trappole. Delle cose che dovremmo chiedere, a mio parere, sono: se il piano abbia condizioni ostili alla vita (una domanda generale e, nel caso, indaghiamo), se il conte ha preparato delle trappole a protezione di Kalana e sé stesso e se la magia funziona normalmente sul semipiano.1 punto
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Ho provato a rielaborare il documento seguendo i suggerimenti di @Calabar e @d20.club. Questo è quello che intendevate? Se il paragrafo delle verità dovesse andare bene, vorrei esporlo suddividendolo in tre sottoparagrafi: Etharis (il mondo di gioco), che comprende i primi 3 punti; Ostoya, i successivi 3; Falloheart, gli ultimi 6. Cosa dite? Come ho scritto nel primo post, è un'avventura che vorrei proporre ai miei amici con cui ho già giocato e fatto da master. Se devo fare da master a un gruppo nuovo (o se nel gruppo c'è anche solo una persona nuova) preferisco giocare una one shot per mostrare loro come mastero / vedere come giocano loro piuttosto che scrivere due righe/spiegare a voce. L'elenco di cui parli è esattamente la stessa cosa delle verità di Sly Flourish: una lista di informazioni note ai giocatori e ai personaggi perché conosciute da qualsiasi abitante del mondo di gioco e basilari per l'avventura. Avventura a Fallowheart - Copia.pdf1 punto
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Gottri Rimossi gli oggetti che serviranno a sostenere le accuse verso Brokk ed il suo seguito, mi riapproprio di cio’ che apparteneva alla mia famiglia ma, ricomposto il cadavere, lascio le armi che gli serviranno per difendersi nell aldilà. Non mi intrometto nella faccenda con la erinni, sono ferito in modo molto pesante e non sapreimda dove cominciare. Narratore1 punto
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Skunk Donkey non resistette al prurito ed afferrò una delle genme. L effetto fu strano, per un attimo sembro’ che la pietra l avesse fatto secco ma dopo pochi istanti il ladruncolo si rialzo’ millantando nuovi poteri da sciamano. ”uhm…sara’ “ rispose il ranger aspettando la reazione su Burt1 punto
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Già negli anni passati avevamo dedicato alcune retrospettive a prodotti della White Wolf, come quella sulla Seconda Edizione di Promethean - The Created, quella sulla Seconda Edizione di Vampiri - il Requiem, quella su Demon - The Fallen e quella su Wraith - The Oblivion. Oggi parleremo di Deviant - The Renegades. Le Chronicles of Darkness, almeno nelle edizioni originali in inglese, così come il classico Mondo di Tenebra prima di esse, hanno attraversato numerose peripezie e un innumerevole numero di mostri da interpretare. Abbiamo avuto, nell’ordine: vampiri, licantropi, maghi, mostri alla Frankenstein, creature fatate, fantasmi (più o meno), mummie, demoni (anche qui, più o meno) e un melting pot di mostri provenienti dai nostri incubi. Questi esseri si sono legati piuttosto bene agli antagonisti del classico cinema della Universal, come Dracula, l’Uomo Lupo, la Creatura della Laguna Nera e altri mostri celebri. Cosa rimaneva, oltre agli alieni? Beh, il dottor Jekyll e Mr. Hyde e l’Uomo Invisibile: persone che hanno ottenuto poteri, in questo caso per colpa loro, e che hanno subito una frattura interiore. La loro anima non è più umana, e se non restano ancorati all’umanità, perderanno il controllo fino alla distruzione, spesso spettacolare. Si potrebbe pensare che questo concept, basato su solo due film, sia un po’ limitato. Ma allarghiamo il campo. Pensate all’Incredibile Hulk, in particolare alla versione della serie televisiva degli anni ’70-80: Bruce Banner è suo malgrado investito da radiazioni e si trasforma in una bestia furiosa, perseguitato per il suo alter ego. Più di recente? Akira. Gli esper sono bambini e adolescenti sottoposti a sperimentazioni, ricercati (o ben custoditi) dall’esercito per le loro capacità extrasensoriali. E poi ci sono Kamen Rider, Eleven di Stranger Things, Robocop, gli Street Sharks. Cosa accomuna tutti questi personaggi? Erano umani e non lo sono più, a causa di qualcuno (loro stessi inclusi, potenzialmente) che, tramite esperimenti o incidenti, ha stravolto la loro natura trasformandoli in mostri. Sono perseguitati e cacciati da cospirazioni per via dei loro poteri, a meno che non ne facciano parte, e sono coinvolti in un ciclo continuo di vendetta. Sono devianti, separati irrevocabilmente dalla condizione umana di base. Sono stati modificati, e l’unica cosa che li tiene in piedi è il desiderio di rivalsa verso chi li ha resi tali e verso il mondo che lo ha permesso. Ed è questo, in sintesi, Deviant: The Renegades, l’ultima fatica della Onyx Path nell’universo delle Chronicles of Darkness. Breve riassunto per chi non segue il dietro le quinte: la Onyx Path ha ottenuto dalla White Wolf (acquisita dalla Paradox Interactive) la licenza per le Chronicles of Darkness (Vampiri: il Requiem, Licantropi: i Rinnegati, ecc.). Usa il sistema della seconda edizione del Mondo di Tenebra, noto come Chronicles of Darkness, che non è mai stato tradotto in italiano. E quando parlo di ultima fatica, intendo letteralmente ultima: il manuale base è del 2021, a cui è seguito un supplemento e qualche capitolo sparso in altri manuali, ma è molto probabilmente l’ultimo titolo della linea Chronicles of Darkness, dato che la White Wolf non prevede ulteriori pubblicazioni. Come capitolo finale, è anche, in un certo senso, il canto del cigno. In Deviant, i giocatori interpretano i Devianti (nota: traduzione personale), esseri umani la cui anima è stata distrutta al momento della Divergenza, ossia quando si sono trasformati da umani ordinari a Devianti, a causa del loro Progenitore. Hanno ottenuto poteri, con livelli di forza estremamente variabili da individuo a individuo, ma in cambio hanno sviluppato Cicatrici, che rappresentano difetti del corpo, dello spirito, della mente o semplici limitazioni nell’uso dei loro poteri. Tornando agli esempi precedenti: Bruce Banner e Tetsuo di Akira tendono a perdere il controllo dei loro poteri, Robocop ha perso la capacità di provare emozioni, gli Street Sharks sono fisicamente inumani, e così via. È divertente come gli Street Sharks siano un esempio perfetto per questo gioco, ma andiamo oltre. Non tutti i Devianti sono uguali, non solo per la potenza variabile dei loro poteri. Alcuni, i Rinnegati (detti anche “i nostri protagonisti”), sono ribelli assetati di vendetta. Vorrebbero una vita normale, ma questa non gli è concessa. Le cospirazioni, che possono averli creati o contribuito alla loro nascita, li vogliono per sé: magari morti, magari come cavie, o forse come soldati. Al contrario, i Devoti, spesso antagonisti (ma con un piccolo manuale a loro dedicato), combattono per le cospirazioni. Anche per loro, però, la vita non è semplice. Entrambi i gruppi hanno perso, nella Divergenza, la capacità di definirsi come persone individuali se non in relazione agli altri: i Rinnegati si definiscono in opposizione alle cospirazioni, i Devoti lavorando al loro servizio. Ignorare questi legami significa perdersi nei propri poteri, con Cicatrici che esplodono trascinando i Devianti verso la rovina. Vorrei fare esempi concreti, ma sarebbe tutto spoiler. Kaboom. Tra tutti i giochi del classico Mondo di Tenebra e delle Chronicles of Darkness, Deviant: The Renegades è probabilmente il titolo dal taglio più moderno, grazie a una struttura narrativa più definita. I personaggi vivono in relazione alle cospirazioni: che scelgano di combatterle, collaborare con esse o semplicemente sopravvivere, la loro identità è intrecciata a questi conflitti. Tuttavia, questo non significa che il resto del mondo non abbia peso: il contatto con gli esseri umani è cruciale. Senza le cospirazioni come punto di riferimento, però, i Devianti rischiano di perdere il controllo, crollando sotto il peso delle proprie cicatrici. E non basta distruggere una cospirazione, né la propria, e nemmeno quella che ha cambiato la vita di un compagno di lotta. Le cospirazioni sono infinite e strettamente intrecciate. Possono essere nemiche tra loro, alleate temporaneamente o persino infiltrate da spie reciproche. Questa complessa rete, soprannominata Rete del Dolore, è una minaccia onnipresente, che non può essere eradicata completamente, ma solo affrontata un pezzo alla volta, in una lotta senza fine. Un altro motivo per cui Deviant: The Renegades rappresenta il canto del cigno delle Chronicles of Darkness è che incarna pienamente la filosofia editoriale della linea. Per chi non conoscesse la storia, le Chronicles nacquero come risposta (poi alternativa) al Mondo di Tenebra classico, quando la White Wolf, nei primi anni 2000, decise di chiudere con quest’ultimo. La motivazione principale era che, tra manuali sovrabbondanti, trame contraddittorie e finali apocalittici, l’ambientazione era diventata troppo complessa da gestire, sia per gli autori che per i fan. Le Chronicles puntavano invece a storie più personali, meno globali (niente bombe atomiche sul Bangladesh per eliminare un fondatore di clan di vampiri coff), e a fornire strumenti narrativi per lasciare maggior libertà ai singoli gruppi di gioco. Insomma, meno ipse dixit e più “vi diamo gli strumenti per rendere vostro il mondo”. Questo approccio ha funzionato con alterne fortune a seconda delle creature introdotte nelle Chronicles, ma Deviant, essendo un gioco senza un corrispettivo diretto nel vecchio Mondo di Tenebra, non ha mai subito queste limitazioni. E infatti si distingue per la sua flessibilità. In Deviant non ci sono famiglie, linee di sangue o strutture prefissate a definire i Devianti: ogni personaggio è unico, così come lo sono le cospirazioni che lo circondano. Certo, il manuale offre esempi di cospirazioni da utilizzare, ma non esiste una "mega cospirazione" centrale su cui ruota tutto. È la vostra cospirazione, creata per la vostra storia. Ogni Deviante è mondo a parte. E che mondo a parte. I personaggi in Deviant: The Renegades sono estremamente personalizzabili, molto più che in qualsiasi altro gioco dei due universi horror della White Wolf. I Devianti si distinguono sia per il modo in cui hanno acquisito i loro poteri (per esempio, per un destino avverso, per coercizione o per proprie decisioni) sia per le macro-aree a cui appartengono i loro doni: psichici, mutanti, cyborg, chimere o infusi di energie ultraterrene. I poteri, chiamati Variazioni, sono più di 50, generalmente classificati in livelli da 1 a 5. Si va dalla telecinesi al diventare un gigante, passando per trasformarsi in un lanciafiamme umano o sparare aculei dalle mani. Un’immagine ormai diventata un meme tra i fan del gioco è quella della Deviante che sconfigge un avversario brandendo un pesce elettrico. Tecnicamente possibile, in Deviant: The Renegades! I giocatori decidono insieme quanto potenti saranno i loro personaggi, ma con un avvertimento: più straordinari sono i poteri, più feroci saranno le cospirazioni che li inseguiranno. Un problema storico del Mondo di Tenebra e delle Chronicles è la tendenza a offrire molti strumenti per creare personaggi, ma pochi antagonisti concreti. Non tutti i giochi soffrono di questo limite, ma una buona parte sì. Se cercavate l’eccezione, non è Deviant: The Renegades (spoiler: è Licantropi: I Rinnegati, che curiosamente condivide il sottotitolo in italiano). In Deviant, i principali nemici sono le cospirazioni, composte da umani ordinari, altri Devianti e, se amate il crossover, anche altre creature sovrannaturali - ma qui serve un po’ di lavoro da parte del Narratore. Una particolare attenzione è riservata ai Devianti antagonisti: quelli che hanno perso il controllo durante la Divergenza, i Devianti animali (le manticore) e i Devoti alle cospirazioni. Tuttavia, il supporto per gli antagonisti resta limitato: la varietà di poteri individuali supplisce in parte a questa mancanza, ma non del tutto. Insomma, si poteva fare di più sotto questo aspetto. In poche parole, da grande fan di entrambe le linee editoriali, ammetto di essere dispiaciuto. “Ma come?” direte voi, “Sembravi entusiasta!”. E lo sono: Deviant: The Renegades è un gioco eccellente, con un’idea chiara di cosa vuole realizzare. Va dritto al punto, senza fronzoli, senza un glossario di diecimila parole per decifrare l’ambientazione, né una storia millenaria che incastri i giocatori in vincoli narrativi. Un po’ di respiro ogni tanto fa bene, non possiamo fare tutti i giochi uguali! Eppure, è anche l’ultimo della linea, con pochi manuali all’attivo, nonostante l’elevata personalizzazione avrebbe permesso di espandere il gioco a lungo. Invece, tutto si è fermato. E, da un certo punto di vista, la White Wolf ha i suoi motivi: mantenere due linee editoriali simili può diluire il focus su quella che, per ragioni storiche e commerciali, hanno scelto di promuovere con i videogiochi. Questi ultimi, inoltre, necessitano di ambientazioni già ben consolidate da cui attingere. Quindi, ciao ciao Chronicles. Infine, il sistema delle Chronicles of Darkness, pur aggiornato con la riedizione di dieci anni fa, ha ormai vent’anni ed è pesante sotto diversi aspetti. La quinta edizione del vecchio Mondo di Tenebra (Vampiri: La Masquerade, Licantropi: L’Apocalisse, Hunter: Il Giudizio) ha preso molto dal sistema delle Chronicles, ma non ne è l’erede - essendo poi, tecnicamente, il predecessore editoriale. E non è comunque quello che cerco io. Le Chronicles sono finite? Con la White Wolf e le sue controparti, è difficile dirlo. Gli autori delle Chronicles, però, non si sono arresi: alcuni di loro, compreso quello di Deviant, hanno intrapreso nuove strade per portare avanti la loro visione. Buona fortuna a loro.1 punto
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Concordo con te. E' semplicistico e lo è volutamente. La mia magra esperienza è che, mediamente, ai giocatori interessa giocare, non inoltrarsi nei meandri della storia e delle tradizioni del mondo di fantasia. Quindi, semplifico. Se fosse il mio tavolo, presenterei tutte le informazioni con uno stile scarno, semplicistico e ridotto all'osso. Idealmente una serie di punti. Se, ripeto se, il foglio serve per proporre ai giocatori la campagna (ossia ne hai anche altre), allora direi quanto mi aspetto che sia il peso di combattimento, esplorazione, incontri sociali, politica, ambientazione. Per quanto riguarda il tipo di gioco, se giochi con persone a cui hai già fatto da master, non credo serva a molto. Se no spiegherei in due righe come farai il master. Meglio avvisare prima, per evitare incomprensioni poi. Per le verità, io non le userei affatto, ma farei un elenco dei punti salienti. Esempio (tiro a indovinare, non conosco l'ambientazione): Regno di O * un regno di tenebra, infestato dai non morti * dilaniato dalla guerra civile tra S e R * la guerra è scoppiata quando R si è ribellata alla corte cremisi * la guerra civile ha sprofondato il regno nel terrore e in orrori indicibili. Corte Cremisi * gruppo di vampiri che domina S e il regno di O * mantengono la pace e l'ordine con la paura Provincia di R * guida la ribellione contro la corte cremisi * le sue armate sono guidate dai cavaliere dell'Ordine dell'Alba Ordine dell'Alba * ha raccolto il vessillo della lotta contro la non morte * per eradicare la corte cremisi tutti i mezzi sono leciti. nessuna pietà. ... Secondo me, quello che ti manca davvero è un motivo chiaro per la prima avventura, l'obiettivo dell'avventura, non della campagna. Lo spiegherei in maniera chiara e precisa, in modo da poter poi partire con il botto, in media res, senza perdersi nei soliti inizi tediosi. Quindi preparerei due obiettivi precisi a breve termine, uno se si sceglie R, l'altro per S e farei scegliere ai giocatori. Buon gioco! -toni1 punto
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Inizierei come ha proposto @d20.club, con gli opportuni ritocchi. Ricorda che non serve scrivere la verità assoluta ma solo quella comunemente nota. Inserirei poi una voce che descrive la Corte Crimisi ed eventuali altre organizzazioni note rilevanti. Successivamente le altre voci, che non mi pare abbiano altre dipendenze (ma se mi sbaglio... metti prima quelle che spiegano eventuali nomi o situazioni citate in seguito). Aggiungi tutte le spiegazioni che hai dovuto darmi qui perché non erano chiarissime sul testo. Nella maggior parte dei casi non serve allungare il brodo, basta riformulare. Per la questione dei patroni, posso suggerirti di esporla diversamente: elencarli cioè come persone note e influenti dei regni e alla fine direi che uno di loro potrebbe essere il committente. Così il focus diventa fornire una sorta di panoramica dei personaggi rilevanti (che suppongo sia il motivo per cui vuoi inserirli), lasciando poi le porte aperte ad altre possibilità per quanto riguarda il patrocinio della missione.1 punto
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Normietrix Descrizione: Bracciale di bronzo con semplici decorazioni geometriche. Si adatta automaticamente a qualsiasi taglia e fisionomia, per quanto mostruosa. Funzionamento: Oggetto meraviglioso non comune, richiede sintonia Fintanto che indossi il bracciale ti trasformi in un umano normale, del tutto nella media. Hai un aspetto anonimo, senza alcun segno particolare che dia nell'occhio. Sei di età media, di media statura, con un abbigliamento comune. I tuoi punteggi di caratteristica sono tutti pari a 10, e hai 4 punti ferita. Ogni tua capacità speciale, magica o non magica, è soppressa: non puoi fare niente che non potrebbe fare un umano qualunque. La trasformazione cessa quando togli il bracciale. Se vieni ridotto a 0 punti ferita, il bracciale salta via da solo e l'eventuale eccedenza di punti ferita persi va a carico della tua forma normale. Storia: L'avventuriero aasimar Gnurlo Maxis aveva la fama, la ricchezza e il potere. Eppure non si sentiva speciale: ovunque andasse c'erano altri avventurieri altrettanto famosi, ricchi e potenti, se non di più. Per quanto si sforzasse, era sempre circondato da gente più speciale di lui: razze bizzarre, classi e sottoclassi bizzarre, capacità sempre nuove. Stufo e deluso, andò a consultare l'Alto Indovino, che gli disse: “L'unico modo di essere davvero speciali è essere normali”. Per Gnurlo fu un'illuminazione. Tornato in città, commissionò ad un mago molto perplesso la costruzione del primo normietrix. Licenza: CC BY-4.0 internazionale1 punto
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Se fossero anche in italiano,li preordinerei tutti e subito1 punto
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Tanta roba. La direzione per ora mi piace un sacco. Ne vogliamo sempre di più!1 punto
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Articolo di Talien del 25 Febbraio Abbiamo già discusso di un periodo in cui Dungeons & Dragons era considerato più un giocattolo che un libro. La scomparsa di D&D dai negozi di giocattoli è stato un duro colpo per un hobby che ha trovato il suo spazio in una generazione più giovane. Ora le cose sono tornate al punto di partenza, quando il mercato dei giocattoli è crollato sotto ai piedi della casa madre della Wizards of the Coast, la Hasbro. Foto per gentile concessione di Pixabay. Giocattoli vs. Libri In precedenza abbiamo discusso di come D&D non fosse solamente classificato come “giocattolo” in alcuni mercati, ma anche di come abbia prodotto le sue linee di giocattoli. D&D era venduto nei negozi di giocattoli nei primi anni '80. Il successo del gioco in quei mercati è dovuto in parte alla versione Basic di D&D del Dott. Eric J. Holmes, che ha semplificato le regole e le ha rese più accessibili a un pubblico più giovane. Ma D&D era un giocattolo tanto quanto era un libro, e anche le librerie vendevano il gioco...finché smisero di farlo. A differenza del mercato dei giocattoli, il commercio dei libri spesso comporta una politica di restituzione. La Random House ha smesso di fornire prestiti alla TSR, all'epoca proprietaria di D&D, per le vendite di libri nel 1996 e ha rimborsato un terzo dei prodotti della TSR - per un valore di svariati milioni di dollari. Quel debito accumulato affondò la compagnia, che venne salvata dalla Wizards of the Coast. Le cose ritornarono al punto di partenza quando la Wizards of the Coast (WOTC) fu acquistata dalla Hasbro. La WOTC ha continuato a occuparsi del marchio di D&D, che per anni ha lavorato all'ombra del marchio appartenente al gioco più importante della WOTC, il gioco di carte Magic: The Gathering. Tutto è cambiato negli ultimi anni. Giochi di Ruolo vs. Giochi di Carte La tensione tra D&D e Magic risale ad anni fa, con diversi tentativi falliti di incrociare e contaminare i due marchi. È anche emblematico il fatto che essi appartengano a due mercati diversi: Magic, con una consistenza fisica minore, può essere venduto ovunque, dai negozi di libri alle grandi catene in franchising come Target negli Stati Uniti; Dungeons & Dragons ha abbandonato sia il mercato del libro che quello del negozio di giocattoli per concentrarsi sulle vendite attraverso i negozi di hobby e Internet. Grazie al nuovo CEO di WOTC, Chris Cocks, i due marchi sono finalmente riusciti a produrre degli sforzi congiunti, sotto la forma di The Guildmaster's Guide to Ravnica. Oltre ad un prodotto per D&D, gli sforzi digitali di Magic con Magic: The Gathering Arena hanno aperto la strada agli esports di D&D, che il CEO di Hasbro Brian Goldner ha comunicato con il fiato sospeso (e poi ritrattato). È chiaro che Cocks non ha preferenze e vede entrambi i marchi come fertili proprietà intellettuali che possono andare oltre gli ambienti di gioco di partenza. Questa è una buona notizia per la Hasbro, perché il mercato ha recentemente perso molti dei posti che vendevano gran parte dei loro prodotti. Toys Aren’t Us Il crollo di Toys "R" Us ha causato ondate di shock nel settore, ma è stato uno tsunami per i due principali produttori di giocattoli, Hasbro e Mattel. Toys "R" Us era alla base del 10% delle vendite della Hasbro. Brian Goldner ha spiegato nella conferenza per gli investitori del Q4 che: Per Hasbro, oltre a perdere centinaia di milioni di dollari di entrate da Toys "R" Us, la liquidazione di ulteriori centinaia di milioni di dollari del proprio inventario al dettaglio venduto sul mercato a grandi sconti è stata più incisiva per il 2018 rispetto a quanto noi, ed altri esperti del settore, avessimo stimato. È un evento senza precedenti, ma auto-conclusivo. Prima della sua dichiarazione di fallimento iniziale, Toys "R" Us era il nostro terzo maggior cliente negli Stati Uniti e il nostro secondo maggior cliente in Europa e Asia-Pacifico. In Europa, la sua bancarotta si è imposta su di un mercato che già aveva problemi di disintermediazione attraverso i rivenditori online e i canali di vendita onnicomprensivi, così come agli ostacoli politici ed economici, in particolare nel Regno Unito. Secondo NPD, il mercato europeo dei giocattoli e dei giochi è calato del 4% lo scorso anno nei principali sei mercati. Tutto ciò si è aggiunto ai ricavi Hasbro in calo del 12% a $4,6 miliardi, compreso un calo del 13% nel quarto trimestre. Le implicazioni per Hasbro vanno oltre il patrimonio. Nerf, ad esempio, possedeva uno spazio notevole sugli scaffali di Toys R Us e perciò ha perso una grande opportunità per mostrare il proprio marchio, con la perdita del negozio di giocattoli. C'è stato uno sprazzo di luce nella conferenza Q4 di Hasbro, ed è Dungeons & Dragons. Goldner ha detto che il marchio ha ottenuto “un altro anno da record” all'interno del portafoglio di giochi e che i piani continuano a crescere per espandere D&D in giochi digitali. Goldner ha sottolineato nel Q&A che il fatto che D&D non fosse legato ai negozi di giocattoli si è rivelato in realtà un vantaggio, poiché non è stato influenzato in modo significativo dalla perdita di Toys R Us. D&D è diventato da tempo un marchio online – in questo momento ci sono così tante risorse online che è possibile giocare a D&D gratuitamente - il che fornisce al gioco un vantaggio nel proteggere le proprie vendite dalle fluttuazioni dei canali di distribuzione. La perdita di Toys R Us ha messo in evidenza questo vantaggio e Hasbro ne ha preso nota. Probabilmente in futuro vedremo più attenzione verso i marchi di proprietà intellettuale come D&D. Link all'articolo originale: http://www.enworld.org/forum/content.php?6066-It-s-a-Good-Thing-D-D-Isn-t-a-Toy1 punto
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citazione colta (SoundWave is superior) . tornado in topic ; negli anni 80 ero fan di Games WorkShop , in Italia non c 'erano negozi ufficiali , internet non c 'era , ed il materiale in italiano pochissimo . ho retto la mia passione con le mie sole forze , poi mi sono stufato verso seconda metà anni 90. ironia della sorte , dopo hanno aperto negozi GW ufficiali . negozi che visto gestiti da appassionati e competenti . ma la GW moderna fà politiche di spremuta sui clienti . Hasbro tiene D&D per far soldi , non passione . investe moderatamente e ottiene discreto (in USA) , altrimenti lo scarterebbe . qui (Italia) fanno eventi , ma non essendo Hasbro in campo diretto , la preparazione degli "addetti negozio" riguardo i GDR e solo auto gestita .1 punto
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Articolo di Corone del 1° Marzo I giochi di ruolo hanno bisogno di un gran numero di scrittori e artisti, ma queste persone sono solo una parte dei gruppi che fanno in modo che un manuale venga pubblicato. I restanti componenti di tali gruppi sono spesso poco apprezzati, per quanto il loro lavoro sia fondamentale tanto quanto quello degli altri. Ma la scrittura e il disegno rimangono i lavori a cui le persone pensano quando vogliono "entrare a far parte dell'industria ludica". Sono gli "attori" della creazione di giochi di ruolo, mentre gli altri sono lo "staff tecnico". Quindi, dato che anch'io lavoro dietro alle quinte come tecnico delle luci di un teatro, penso che sia tempo di concedere qualche applauso anche a questi ruoli dimenticati. Incidentalmente, se volete venire assunti da una azienda ludica, la scrittura e le illustrazioni non sono la strada da percorrere: sono quasi sempre commissionate a dei freelancer. Ma le seguenti posizioni sono molto richieste e poche compagnie si farebbero sfuggire una persona di talento dotata di queste abilità! Redattori Un redattore prende la bozza finale dagli scrittori e la corregge per la pubblicazione. Ma non è solamente un correttore di bozze o qualcuno che sistema gli errori grammaticali. Ogni buon scrittore vi dirà che è un buon redattore a fare un libro. Un redattore ha bisogno di un buon istinto per fare in modo che il testo sia più succinto e interessante. Un redattore nel campo ludico deve anche essere in grado di trovare gli errori e le parti più confuse nelle regole come nel materiale narrativo e di ambientazione. Facendo un paragone con le tecniche giapponesi per la creazione di spade, se lo scrittore è il fabbro, allora il redattore è l'affilatore, colui che fa in modo che tutti possano ammirare la vera bellezza della spada. Artisti Grafici Uno dei lavori meno conosciuti in campo artistico è quello dell'artista grafico. Sono coloro che creano i bordi delle pagine, il titolo e lo stile del carattere e il modello generale che verrà seguito in ogni pagina. Questo viene poi consegnato al grafico di layout (quindi una persona che sappia ricoprire entrambi i compiti viene considerata preziosissima). E sebbene i bordi delle pagine e il design dei riquadri potrebbero non sembrare dettagli particolarmente eccitanti, sono ciò che rende un manuale veramente professionale. Ho fatto dei semplici lavori di layout per conto mio e mi sono sembrati ok, ma è solo dopo il tocco del grafico che sono diventati fantastici. Grafici di Layout Anche se volete semplicemente creare una pagina piena di testo, avrete bisogno di qualcuno che faccia in modo che sia ben organizzata. Aggiungete le illustrazioni e la grafica alla pagina e questo lavoro diventa ben più complesso. Sebbene il grafico di layout non abbia le stesse opzioni dell'artista grafico, rimane comunque "l'operaio" dell'azienda. Come un carpentiere che costruisce un giunto perfetto, essi fanno in modo che ogni pagina sembri corretta e si legga senza problemi. Quando aprite un libro e guardate come sono state organizzate le pagine, il "fattore wow" è dovuto principalmente al grafico di layout e all'artista grafico. Capiufficio Al di là dell'effettiva produzione del libro c'è l'intera gestione della compagnia. In generale, le persone tendono a pensare di entrare nel settore ludico così da poter creare dei giochi. Ma spesso le persone dimenticano tutto ciò durante la gestione di una compagnia. Cercare qualcuno che capisca il prodotto, ma possa anche gestire l'ufficio e l'amministrazione della compagnia è una benedizione. I capiuffici sono le persone che fanno in modo che il prodotto arrivi dove deve. Contattano i tipografi e le società di spedizione, si assicurano che gli ordini vengano raccolti e spediti, e che i freelancer vengano pagati. Il loro lavoro viene raramente notato, a meno che non vada storto, perché i migliori di loro fanno in modo che tutto sembri scorrere da sé. Marketing Nel mercato moderno, nessuno conoscerà il vostro gioco a meno che non abbiate qualcuno che sappia sponsorizzarlo. E' difficile trovare persone espressamente dedicate al marketing in una società di GdR, a meno che non sia abbastanza grande. Ci sono un sacco di esperti di marketing, ma pochi conoscono il settore ludico e come raggiungere la comunità dei giocatori (oltre al grande pubblico). Ma se riuscite a trovarne uno, state pur certi che saprà fare la differenza: il vostro prodotto si trasformerà dalla novità sconosciuta a ciò di cui tutti parlano. Spero che questo vi abbia fatto capire cosa ci sia dietro ad una pagina di crediti. Noterete come ogni compagnia sia leggermente differente e, spesso, assuma persone con molte delle abilità citate. Ma qualunque sia il loro lavoro, potete stare certi che qualunque persona il cui nome appare nel manuale ha avuto un ruolo fondamentale nella sua creazione. Link all'articolo originale: http://www.enworld.org/forum/content.php?5991-Unsung-Heroes-of-the-Gaming-Industry1 punto
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ti ringrazio , ma la mia è una testimonianza riferita al mercato , non una richiesta . io ho il mio negozio fisso , gestisco i mie acquisti con i miei dati da anni , se dovessi contare sui negozianti , avrei cambiato hobby . volevo solo evidenziare che se qualche novizio comincia a cercare , si trova davanti negozi che non alimentano la sua iniziativa , e quindi può scoraggiarsi e darsi ad altro .1 punto
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Se ancora ai nostri giorni le risposte che ricevi son sempre le stesse.. ebbeh.. bagli negozi. Non so dove tu vada, ma sono certo che vai in posti non adatti. Basta una Googlata. Ti faccio l'esempio della mia città. Ci ho messo 5 secondi. Sono tutti negozi dove alla domande "mi consigli un GdR" "vorrei acquistare un GdR" "quali nuovi GdR sono usciti", sanno risponderti con cognizione di causa. Prova anche tu1 punto
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confermo e rincaro . è dal 1990 che giro per negozi in cerca di GDR . i vecchi commercianti se gli chiedi GDR ti tiran fuori il Monopoli (successo veramente) , i nuovi sono infognati sul PC a vedere quotazioni di Magic e YouTube . pensate ad un negozio di moto ; spesso il venditore è competente in quanto appassionato . in questo settore no , almeno in Italia .1 punto
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Il sogno nel mio cassetto ora è un Carlo Conti che spara domande a raffica sui GdR all' Eredità.1 punto
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@DarthFeder Premessa: secondo me le grosse catene ogni tanto comprano qualche manuale a caso senza conoscere di cosa si tratti. Per dire, in una Feltrinelli mi sono visto il Manuale Core di Kult venduto vicino ai fumetti per ragazzi. Secondo me è più probabile che sia un limite dovuto a negozianti e distributori nostrani, che non conoscono bene cosa sia il Gdr (lo sanno i negozi specializzati, quelli che ancora sopravvivono, molto più difficile i negozi di giocattoli generalisti e i grossi store) e/o non lo ritengono un prodotto vendibile. Tieni presente che il Gdr di per sè è già un prodotto di nicchia, che di solito interessa a solo una ristretta parte della popolazione; a questo aggiungi il fatto che il nostro è un mercato ristretto, in cui è molto difficile riuscire a fare i grossi numeri di vendita che possono consentire al negozio di rimanere in attivo. Più alti sono i costi (e i manuali non sono prodotti poco costosi), più per un negoziante o anche per un distributore diventa un rischio. Dal punto di vista di un negoziante/distributore italiano, che vive in un paese dove il Gdr è un passatempo da almeno 10 anni diventato moribondo, investire su un mucchio di manuali di Gdr può non sembrare poi questa mossa furba. La crisi del Gdr di una decina di anni fa ha creato grossi danni in mercati molto più grandi come quello americano, figurati cosa ha combinato in un mercato ristretto come il nostro. Fino a circa metà anni 2000 molti negozi di settore erano ancora vivi, le manifestazioni ancora trattavano il Gdr (anche se oramai lasciandogli un piccolo spazietto), certi negozi main-stream ancora osavano mettere sugli scaffali alcuni manuali e ancora certi prodotti di grande fama (D&D, Mondo di Tenebra, Pathfinder, ecc.) erano capaci di mantenere alta l'attenzione dei giocatori e, dunque, rendevano ancora possibile vendere. Con la crisi del Gdr di fine anni 2000, però, e con l'interruzione per qualche anno della pubblicazione addirittura di quei prodotti di grosso calibro su citati, la situazione è andata in stallo: è stato un po' come chiudere bottega senza avvisare la clientela che un giorno si sarebbe riaperto. I clienti iniziano ad andare altrove (internet) e le probabilità che il vecchio negozio riapra diventano basse. I giocatori che volevano comprare, hanno iniziato a comprare online, molti negozi specializzati sono morti, le grosse catene hanno smesso di vendere quei pochi manuali che prendevano in considerazione, e nelle manifestazione di hobbistica il Gdr ha iniziato un po' a sparire. In un mercato in cui già il Gdr era una roba per pochi, non c'è da stupirsi se ora distributori e negozianti si chiedono "D&D? E che roba è?" o se considerano l'acquisto di manuali di D&D come un investimento che non vale la candela. E' vero, D&D 5e è uscito da 4 anni...ma in America e negli altri paesi a lingua inglese, e ha fatto il botto in quei paesi. Da noi, invece, è tornato solo dall'anno scorso. Della sua uscita se ne sono accorti gli esperti e gli appassionati del settore, ma è più difficile che se ne siano accorti anche i negozi di giocattoli generalisti o le grosse catene, figurarsi il pubblico generalista al cui interno un negozio spera di trovare nuovi acquirenti. I negozianti si accorgono di un prodotto se si scopre che fa il botto di vendite. Ma come fa D&D a fare un botto di vendite in un paese con un mercato molto limitato (i giocatori sono pochi), frammentato (non tutti i giocatori italiani sono interessati a D&D) e in cui molti nemmeno sanno cosa sia un Gdr? In America D&D è reso celebre ovunque da grandi star come Joe Manganiello, Vin Diesel, Will Weaton e il cast della serie The Big Bang Theory, oppure da grossi presentatori di Talk Show come Steven Colbert (il suo è uno dei talk Show più seguiti negli USA). In italia chi lo pubblicizza di fronte al grande pubblico? Nessuno di altrettanto famoso. Al limite qualcuno ha sentito la strana curiosità di quel gioco degli anni '80 giocato dai ragazzini di Stranger Things. Certo, D&D potrebbe avere maggiore possibilità di vendere se fosse proposto nei negozi di giocatoli come qualcosa di appetibile per qualunque ragazzino. Ma perchè questo sia possibile c'è bisogno che prima i negozianti sappiano di cosa si tratti. E in Italia questa è una cosa che mi sembra molto difficile. A meno che non giunga direttamente dal pubblico main-stream una richiesta improvvisa di manuali di Gdr (il che creerebbe interesse nei negozianti/distributori), per me è più probabile che in Italia si rimarrà a guardare il Gdr come una cosa per pochi che vende ad ancora meno persone.1 punto
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Certamente, su questo non si discute. La cosa che fa venire il nervoso però è che magari nella stessa libreria ti trovi sullo scaffale i mazzi di Magic, Dobble, Splendor, addirittura cinque copie di 13th Age ma giuro che non ho ancora mai visto una copia del Manuale del Giocatore di quinta edizione in un negozio che non sia un negozio di giochi da tavolo e miniature. Sembra una precisa scelta della WotC l'escludere D&D dagli scaffali delle librerie per distribuirlo solo attraverso i web stores ed i negozi del settore (come si dice effettivamente anche nell'articolo: "D&D è diventato da tempo un marchio online" ), piuttosto che un "no grazie, questo non lo voglio" detto dai librai. Anche perché, anni fa, ricordo di aver visto più di un manuale della 3.5 da Feltrinelli (l'ultimo posto dove mi sarei aspettato di trovare questo genere di cose insomma). Per chi è già a conoscenza di cos'è D&D la cosa non è un problema: si va dal proprio amico-negoziante di fiducia o si fa l'acquisto via internet, ma per i nuovi possibili giocatori è uno svantaggio secondo me. Ci sono centinaia di potenziali nuovi adepti che non cederanno mai al "lato oscuro della Forza" dopo aver sfogliato per curiosità il manuale in libreria, innamorandosi delle illustrazioni e delle incredibili avventure che promette...mi sembra che in questo modo WotC si precluda una fetta di acquirenti. Se io fossi Mr. Hasbro spingerei proprio sulla distribuzione nelle grosse catene di librerie (appunto Feltrinelli, Giunti, Mondadori ecc) nella speranza di conquistare il pubblico ed i "casual gamers" curiosi. Peccato, peccato, peccato!1 punto
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Bisogna vedere quanto dipende dalle scelte della WotC e della Asmodee Italia, e quanto invece dipenda dalle logiche di mercato nostrane. A volte clienti, negozianti e distributori locali influenzano le opzioni di vendita di un prodotto allo stesso modo di quanto può fare l'azienda stessa che lo produce.1 punto
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Questo a mio avviso è un gran peccato: giusto ieri ho fatto un giro in una grande (MOLTO grande) libreria dalle mie parti e sono rimasto un po' deluso quando nella sezione dedicata ai libri per ragazzi ed ai giochi da tavolo ho trovato ogni genere di prodotto tranne un manuale di D&D. C'era mezza collana di Lupo Solitario (tra cui il box del GDR della Raven), alcuni manuali di Pathfinder, giochi da tavolo di tutti i generi (da Dixit a Descent) ma nemmeno uno straccio di impronta di D&D. Il "gioco di ruolo più famoso del mondo" praticamente è reperibile solo online o nei negozi specializzati, dunque di fatto chi non lo conosce e non se lo va a cercare non lo conoscerà mai o non avrà nemmeno la tentazione di comprarlo in fiducia dopo aver sfogliato il manuale in libreria. Peccato davvero.1 punto
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Nel capito del manuale dedicato alla descrizione delle gilde hanno messo un riquadro di "riassunto" in cui descrivono le altre gilde secondo il punto di vista della gilda che viene descritta. Il riquadro in cui le gilde vengono descritte dai boros fa spisciare, perchè per un motivo o per l'altro ogni gilda deve essere riempita di botte e/o assoggettata sotto i boros perchè non c'è nessuno che si salva secondo i loro standard 😂1 punto
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