Dove vivo io l'approccio al GdR è un po' più particolare.
Gruppi di gioco non ce ne sono molti, eh, i piccoli paesi della padana -.-"
Per cui, a parte i ragazzi con cui ho giocato originariamente, i miei contatti più numerosi furono quelli che cominciarono a giocare con me (eh, i miei figliuoli), e quelli che successivamente cominciarono a giocare con loro.
Direi che, fra figliuoli e nipotini, dovrei aver introdotto al GdR una ventina di persone circa, eh, son soddisfazioni
Premessa OT per far capire che tipo d'esperienza formativa ho avuto in campo GdR (e quindi anche la sostanza alla base delle mie risposte).
Nel mio caso, tanto cambiare master quanto cambiare giocatori sarebbe stato problematico. Ma, devo dire, grossi contrasti non ci sono stati.
Col tempo, ciascuno ha sviluppato un proprio gusto al GdR.
A mio fratello g.g. piacciono molto le narrazioni, le scene cinematografiche e le situazioni epiche, a mio fratello Arghetiland i combattimenti e le ottimizzazioni dei personaggi... ed è una frana quando deve agire socialmente in-game, a volte è stato sul punto di farne di quelle
In generale, a molti di quelli che hanno giocato con me sono piaciute le storie che creavo e il mio modo di narrare, e anche se non sempre c'è stata una completa sintonia, in genere si è andati avanti, si può imparare dagli errori e anche confrontandosi con gli altri. Non nego di aver fatto qualche cavolata all'inizio, è normale.
Per cui, data la mia precedente esperienza credo di poter dire che coi miei gruppi anche introdurre un GdR dove la figura del narratore non sia tanto essenziale non dovrebbe essere un problema. Come scritto, si possono raggiungere dei compromessi, o comunque parlare con gli altri