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In pratica il Big Model sarebbe una trovata pubblicitaria, del tipo "stabiliamo cosa c'è che non va nei GdR e poi facciamo giochi secondo quello che abbiamo deciso"? L'idea di partenza non è sbagliata, peccato per alcuni risultati. A parte che mi sfugge il significato di "giochi per giocare" (quelli che hai [hanno] chiamato "gamisti"): mi sembra faccia riferimento a una logica molto, molto circolare.
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In teoria il "problema" principale che i giochi indie tentano di risolvere è quello del fatto che un giocatore -il master- ha in mano troppa responsabilità e carico di lavoro rispetto agli altri. Poi condividono, almeno per la maggior parte, altre caratteristiche come regole imprescindibili da una certa ambientazione (cosa che non sopporto, ma sono gusti), molto leggere e flessibili (anche se questo comporta i difetti già noti) e una propensione al roleplay piuttosto che allo scontro tattico. Il maggiore problema dei giochi di questo tipo è che (i loro sostenitori) pretendono di essere più di quanto non siano, ipoteticamente includendo anche i pregi, ma non i difetti, dei tradizionali, come scontri tattici e ampia personalizzazione, che però non sono integrate nelle meccaniche. Al tempo stesso, si rifiutano di accettare che i tradizionali possano avere caratteristiche che non sono parte delle loro regole, come l'interpretazione e la risoluzione off-rule di problemi.
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Difatti il paradosso che preferisco è l'altro. Anche se casi di discussioni al tavolo ne ho avuti anche con Pathfinder, resi ancora più folli da un giocatore dotato di raziocinio e logica, ma convinto che qualsiasi cosa limiti la libertà personale sia da evitare, anche se va poi a violare il senso del gioco o il divertimento degli altri. Come nel caso in cui approvava la build "coerente" di un suo compagno (Psion Disincarnato + Iron Mind) perché "non ha senso e la campagna è sempre stata coerente al proprio interno, ma se non c'è nessuna regola scritta a vietarlo, allora lo può fare perché se no è tirannia".
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Tutta roba provata in real: il mio amico che fa scherma medievale, e dunque è affidabile per quanto riguarda il combattimento, ha molto più spazio e riesce più spesso che non il giocatore timido o quello che dice cazsate, nonostante cerchi di essere imparziale; lui sa (e riesce a spiegarmi perché) che una certa azione è possibile, gli altri due no. In altri giochi, un mio amico incapace di parlare (non è muto, fa solo schifo a convincere) poteva tranquillamente giocare un sacerdote profeta delle masse perché le regole lo consentivano. Sono due tipi di paradosso, ma so quale preferisco.
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Se ne discuteva proprio nel topic di come il difetto dei giochi "a buonsenso" (che sono divertenti perché ognuno fa quel che gli pare senza perder tempo con le regole) sia proprio il fatto che il gioco è meno che mai uguale per tutti. Se si parla di minmax, chiunque con una buona memoria e un accesso a internet può diventare il giocatore più forte del gruppo (""democrazia""), ma quando si parla di narrativi, se non nasci imparato non ci puoi fare molto. Se sei convincente come una rapa, il tuo barbaro verrà sconfitto in ogni scontro, mentre il bardo del principe del foro ne uscirà regolarmente illeso. Che poi, questo non rovina necessariamente il gioco, non più di quanto non lo faccia il minmax almeno, ma è un difetto e ne va preso atto. Se gioco a D&D 3.5 sarò conscio del fatto che non tutte le classi sono uguali e adeguerò il mio stile di conseguenza; non vedo perché non dovrebbe essere lo stesso per Powered By Apocalypse. Ma, a quanto pare, certa gente lo vede eccome, il perché.
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Approfondisci, approfondisci. Comunque imho il termine indie applicato ai GdR ha fatto la stessa fine di quello applicato alla musica: all'inizio significava "prodotto indipendentemente", ma ha finito poi per indicare tutte le produzioni simili a quelle che in origine venivano prodotte indipendentemente anche se non lo sono (o non lo sono più). Ovvero, tutti i giochi che hanno le stesse caratteristiche degli originali giochi indie sono etichettati come "indie" indipendentemente dalla produzione.
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Non doveva essere un bel forum. Quanto a fenna, credo che la miglior difesa in suo favore se la costruisca da solo: ogni volta che gli viene chiesto, fornisce un elenco di titoli diversi, adatti e che talvolta non gli piacciono, ma sono adatti alla situazione. Dato che non ce l'ho con il gioco indie (anche se imho non è GdR, ma gioco di società), ma con la politica che va per la maggiore fra i suoi sostenitori, se uno consiglia un gioco indie in un luogo dove sia adatto, senza spacciarlo per la Bibbia o denigrare gratuitamente il tradizionale, a me sta benissimo. Posso capire però che se non si riesce a sopportare un certo tipo di filippica, sia difficile fare eccezioni per chi sostiene di fatto le stesse argomentazioni, pur evitando tutti i mezzi scorretti e insopportabili che di solito vi si accompagnano.