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simo.bob

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Informazioni su simo.bob

  • Compleanno 17/06/1986

Informazioni Profilo

  • Sesso
    Maschio
  • Località
    Genova
  • GdR preferiti
    D&D 3.5
  • Occupazione
    Libero professionista
  • Interessi
    Lettura, motociclismo, modellismo
  • Biografia
    Qualcuno mi sta impersonando in questo GdR chiamato vita

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Punti Esperienza

  1. Evinrude Goodbottle Sono a terra ma non mi perdo d'animo. Il botta e risposta dei due incantatori mi stupisce un po' ma sono sempre più curioso di come andrà a finire questo confronto tra compagni di avventura. @Alonewolf87 @Darione
  2. @Alonewolf87 aspettiamo te per sapere come procedere, non so l'effetto di ciò che ha fatto Dardan può influenzarci.
  3. La voce torna ancora una volta dopo una pausa vibrante in cui quell'oscurità densa sembra stringersi ancor di più addosso al tiefling. "Io dormo…ma sognando...parlo...a chi...sa ascoltare........Ti ho...atteso.......Tu sei...diverso........Tu sei...pronto..........Tu saprai...quando sarà...il momento..." Poi la voce cessa di botto ed è come se anche tutte le entità ciclopiche che attendevano nel Vuoto cessassero di premere sulla coscienza di Keidros. I sensi tornano ad ovattarsi, il silenzio, il buio, l'incoscienza. Eldon sveglia i suoi compagni dopo un tempo che gli pare consono. Tutti sono riposati e nuovamente in forze. Keidros apre gli occhi riconoscendo subito lo studio, le finestre con l'illusione, la voce degli amici, anche se il sogno o la visione resta ben vivida nella sua mente insieme ad ogni sensazione che l'ha accompagnata. "E ora che facciamo? Abbiamo un sacco di cose da leggere, non sappiamo di chi fidarci ma credo avremo bisogno di aiuto... che dite?" chiede Eldon, che evidentemente ha rimuginato tutto il tempo sul prossimo futuro durante il suo turno di guardia.
  4. Quel tempo immobile e interminabile di attesa non fa che accrescere i timori di Keidros. Poi, come se arrivasse da mondi di distanza ma con una forza inarrestabile, una singola voce fa zittire tutte le altre. Anche definirla voce è azzardato: sono visioni in un linguaggio sconosciuto, è lenta e non è generata da nulla di simile di una bocca umana, ma è come se lo spazio stesso ne fosse l'origine. "Ora...sai........liberaci........Tu senti...il vuoto...vero?...il peso...della...tua...esistenza, ...così piccola, ...così limitata.......Io posso...liberarti.......il mondo...che conosci...è...una prigione..........IO...ti mostrerò...cosa si cela...oltre i veli........." Una pausa interminabile lascia il silenzio totale nella mente di Keidros.
  5. Keidros continua a fluttuare ma in qualche modo gli sembra di essere in posizione eretta, anche se sopra e sotto in quella condizione perdono quasi di significato. Il tiefling invoca l'arma ma qui il suo Patto non sembra funzionare e Hatreyus non risponde. Mentre cerca di capire come questo sia possibile gli sembra di scorgere qualcosa in quell'oscurità insondabile, tanto che dopo poco Keidros riesce a vedersi le mani, anche se gli sembra di non usare gli occhi ma di percepire la realtà intorno a sè con qualcosa di più dei suoi soliti sensi. Davanti a lui, l’oscurità non è solo assenza di luce, ma una sostanza pulsante, densa e liquida come un oceano senza superficie, brulicante di forme che non dovrebbero esistere. Ombre ciclopiche si muovono in uno spazio che non ha dimensioni fisse, rivelando sagome colossali come montagne dormienti, il cui respiro stesso è un mormorio nella trama della realtà stessa A tratti, echi di voci immense risuonano nel buio, frasi incomprensibili pronunciate con toni che vibrano nelle ossa, nel sangue, nell’anima, mischiandosi alle voci che ora, chiare, parlano nella testa dei tiefling: "sogniamo nei vortici del vuoto...il sangue dei mondi...mglw'nafh...il ciclo si chiude...apri i cancelli di ciò che è stato sepolto...il buio canta il nostro nome...fhtagn...fhtagn...i tuoi pensieri non sono tuoi...ti abbiamo sempre parlato...senti il battito al centro del Nulla...R'lyeh...l’ora è prossima..." E poi, all’improvviso, Keidros si accorge di un chè di davvero preoccupante: tra quelle masse colossali, qualcosa si è accorto di lui.
  6. Eldon concorda e aiuta gli amici a barricarsi. La porta sembra solida e può essere bloccata con un robusto chiavistello e su quella i tre aggiungono mobili, tavole e tutto quello che trovano. Ormai i tre hanno perso il senso del tempo, ma il riposo arriva presto. Decidono i turni, preparano il campo il più confortevolmente possibile e per una volta riposano finalmente in un luogo davvero confortevole malgrado tutto. La notte per Keidros però non è così tranquilla. Si sveglia improvvisamente, al buio più totale, completamente disorientato e con tutti i sensi ovattati. Le voci aliene che hanno iniziato a chiacchierare nella sua testa si fanno più chiare e insistenti. Provengono da lontanissimo ma con una forza inarrestabile, appartengono a diverse entità che a volte parlano in coro, altre volte si alternano, altre ancora parlano tutte insieme rendendo impossibile comprendere ciò che dicono. "Svegliaci...il peso delle anime...mglw'nafh...apri i Cerchi...ti vedo...fhtagn...il tempo non è nulla...Cthulhu...stiamo arrivando...eoni di nulla...ph'nglui...la sua dimora..." Pian piano il tiefling riprende coscienza e riesce ad aprire gli occhi, ma si ritrova al buio, fluttuante, nel silenzio più totale. L'ultimo ricordo che ha è quello della stanza illuminata dalle finestre illusorie, il suono del camino crepitante, il ruvido giaciglio sulla sua pelle. Ora invece gli sembra di galleggiare in un liquido denso ma senza consistenza nè temperatura, che non lo bagna ma lo avvolge come fango. Prova a muoversi e con fatica riesce a cambiare posizione, ma non trova nulla a cui aggrapparsi o da afferrare. Passa qualche minuto e la situazione non cambia.
  7. I tre finiscono di esplorare le stanze, con un tremito quando passano dalla porta sbarrata che cela al di là l'Arco e la creatura. Eldon esita un attimo: "Ce ne andiamo dunque? Jebbeddo tu sei sfinito, anche noi siamo stanchi. Fuori ci sono Ogre e chissà cosa che potrebbero crearci non pochi problemi. Sicuri di voler abbandonare questo posto?" Segue comunque i due, aiutando lo gnomo nell'avanzare.
  8. I tre tornano ad esplorare la struttura. Frugano un po' meglio nella stanza con il cadavere del funzionario di Cimbar, spostando i resti dei mobili e scavando tra le macerie. Keidros recupera alcuni oggetti d'arte di valore: due coppe in bronzo, un pettine d'oro, alcuni segnaposto in argento e gemme. Eldon trova dentro il cassetto schiantato si un armadio, un piccolo borsello in cuoio con dentro quello che sembra essere un kit essenziale da notaio: diversi tipi di fogli e pergamene in un panno cerato per proteggerle dall'acqua, penna e inchiostro, qualche bastoncino di cera colorata, un cucchiaino e una candela, un sigillo in legno ancora da intagliare. A ben vedere, tutto il kit sembra infuso da qualche incantamento di illusione, forse studiandoci un po' potrebbe risultarne qualcosa di utile. Jebbeddo invece, più interessato ai documenti e simili, trova una parte di una mappa raffigurante il Faerun nord occidentale. Visto il colore dell'inchiostro sono segnati sicuramente di recente dei cerchi su Baldur's Fare, Sundabar e Luskan, mentre ci sono due piccoli triangoli rovesciati, uno su Iron Keep dell'isola di Oman e uno su Waterdeep.
  9. Evinrude Goodbottle Dalla mia posizione cerco di richiamare l'attenzione del nostro nuovo compagno di avventure. "Ehi ser... Che aspetti? Siamo qui! La mossa della curcuma mette sempre un po' a disagio." @Alonewolf87 @SIIP
  10. Lo gnomo controlla il tomo e, osservandone il retro, riconosce i simboli incisi sulla pelle: sono molto simili a quelli che vide anni prima a Baldur's Gate, su quel tappeto nel palazzo del quartiere dei Bassifondi poco prima dell’apertura del primo Cerchio di Vuoto. Il triangolo equilatero rovesciato risalta sempre su tutti. Messo via anche questo tomo i tre continuano a controllare la scrivania e trovano, in un cassetto, alcune scarselle con diversi preziosi: un centinaio di monete d'oro, un sacchetto di diamanti e due blocchi di ambra grezza. A lato della scrivania invece Eldon trova un piccolo taccuino, con il nome di Michares sulla copertina. Al suo interno si trovano pagine e pagine di numeri legati a nomi di persone, beni o servizi. Sembra essere una lista di spese fatte da Michares che, da buon funzionario, teneva traccia di tutto. Nessun nome dice qualcosa ai tre, che però trovano tra le ultime pagine indicato "Groozor", con diversi pagamenti in monete e, a margine, una nota: "Lasciato borsa con chiave al dannato Ogre. Non uscirò finchè non avrà concluso l'Arco."
  11. I libri vengono accuratamente riposti nella borsa, quindi il tiefling si avvicina alla scrivania. Nuovamente la ragnatela compare sopra al tomo centrale. Keidros e gli altri si avvicinano e cercano di capire come procedere, controllando i punti di ancoraggio dei fili, gli spazi liberi, eventuali reazioni della ragnatela alla vicinanza di altri oggetti, ma nulla accade. Quando poi Keidros si avvicina un pò di più, sporgendosi sulla scrivania per controllare meglio la parte più lontana dal bordo, Jebbeddo si accorge che i fili si ritraggono da lui, in particolare da una tasca. Controllando meglio, capisce che nella tasca era custodito l'anello con il marchio di Thogloron e che i fili sono resi visibili proprio da quello e che si ritraggono quando ci si avvicinano, liberando il manoscritto. Riescono così a recuperare anche il libro con il grande triangolo rovesciato in copertina.
  12. Jebbeddo recupera uno ad uno i libri e li mette nella borsa finché non arriva a quello che, per descriverlo, potrebbe definire il Codex, visto che quella parola è l'unica immutabile nell'aspetto di quell'oggetto. Quando lo prende in mano appare come un tomo incredibilmente antico le cui pagine sembrano essere fatte di sostanza onirica, che mutano colore e consistenza ogni volta che vengono sfiorate. Jebbeddo tenta di sfogliare quell'artefatto misterioso ma quello che accade è che è il Codex a sfogliare Jebbeddo, o meglio quella è la sensazione che lo gnomo ha. È come se ogni pagina raccogliesse informazioni da lui, scandagliasse la sua mente e la sua anima per comprenderlo, adattando poi la sua forma e i suoi contenuti ai desideri e le ossessioni del lettore. In poche pagine a Jebbeddo sembra di aver scoperto diversi misteri per la cui spiegazione un ricercatore come lui darebbe anche la vita, ma allo stesso tempo si sente svuotato ed estremamente debole, tanto da vacillare per un istante.
  13. Jebbeddo legge i titoli dei sei tomi più interessanti: - Litania del Vuoto, un grimorio rilegato in un cuoio chiaro con venature violacee. - Gli Antichi dal Profondo, un tomo con una spessa copertina in carta nera con un inchiostro che cambia colore a seconda dell'angolazione con cui lo si guarda. - Un insieme di lastre di metallo brunito legate insieme da anelli di metallo bluastro senza un titolo vero e proprio. - Il Corpus degli Arconti del Vuoto, più che un tomo vero e proprio una raccolta di fogli, pergamene, lastre e tavolette rilegate con uno spago dorato. - Un libro dal titolo in una lingua che nessuno dei tre conosce, con una fibbia che accoglie un lucchetto di bronzo aperto. - Il Codex, un oggetto che definire libro è un azzardo: la sua forma continua a cambiare non appena si distoglie lo sguardo così come la grafia con la quale è scritto, restando un libro solo quando osservato e diventanto un oggetto vivo alla periferia della vista.
  14. L'avvertimento di Keidros sembra fondato perché, non appena lui si avvicina alla scrivania, sopra ai volumi compare come dal nulla, quasi svelata da una nebbia magica, una fitta rete di fili rossi sottilissimi che protegge i tomi. Dopo un attento studio i tre convengono che si tratti di una trappola in qualche modo resa visibile dalla presenza del tiefling: non appena si avvicina i fili compaiono, mentre svaniscono quando si allontana. Stessa cosa accade alla vetrina. A quanto pare la vicinanza di Keidros dissolve una qualche illusione che cela una libreria piena di tomi e pergamene singolari e dagli svariati argomenti, tutti sicuramente molto antichi.
  15. I tre tornano alla stanza precedente dove hanno lasciato una sola porta da esplorare. È in legno decorato con finiture di bronzo, di pregiata fattura. Al suo interno i tre scoprono una stanza principesca, uno studio con una scrivania centrale decorata e intagliata, un paio di poltrone in velluto blu e una elegante vetrina con cristalli e un paio di bottiglie. Sulla scrivania sono sparsi alcuni volumi, ma al centro c'è un grosso tomo rilegato in pelle nera con in copertina inciso grossolanamente un grosso triangolo rovesciato di colore blu acceso. Una grande finestra tonda con una illusione simile a quella dell'ingresso si affaccia su una valle innevata illuminata da un basso sole invernale.
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