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simo.bob

Circolo degli Antichi
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  1. Code "Lenny" Ashtrayer Halfling bardo Vedendo quale sarà la nostra via d'uscita accetto volentieri di andare a chiamare il ragazzo, per evitare di scendere per primo nello scarico. Mentre vado in là cerco un fazzoletto tra i miei averi e me lo annodo sul volto, per tentare di proteggermi quanto possibile naso e bocca, quindi lego i capelli in una crocchia stretta e alta per evitare che si lercino svolazzando qua e là. "Sento già il bisogno di un bagno caldo..." mormoro. Se trovo il ragazzo nell'armeria dove lo abbiamo lasciato lo esorto a raggiungerci quanto prima e torno dai miei compagni.
  2. Edwin sollevato dal ritrovamento decide rapido il da farsi. "Facciamoli uscire subito, il Ferus potrebbe tornare da un momento all'altro." Eldon intanto ha fasciato la ferita e invocato la sua divinità per dare sollievo al soldato, che ora può alzarsi. "Andiamo subito." Il gruppo si avvia verso il boccaporto sprangato quando tutti si fermano al suono terribile che proviene dal ponte inferiore. "E' lui..." dice Balorak. Sembra un misto tra il frinire di migliaia di cicale, lo stridere di roccia su roccia e l'infrangersi di centinaia di vetri. Un verso terrificante seguito dal rumore di qualcosa che si sposta noncurante di tutto ciò che gli sta intorno. Il gruppo arriva rapido al boccaporto e bussa. "Aprite, abbiamo trovato dei sopravvissuti." intima Edwin, e subito la botola si spalanca. I movimenti più in basso aumentano e si fanno sempre più vicini.
  3. Dalla stanzetta dentro la porta si sente un urlo spaventato seguito da un accesso di tosse. La stanzatta subito dopo la porta è distrutta con una violenza senza eguali. Resti di mobilio sono sparsi ovunque. Sul fondo alla luce di Edwin compare la cella, formata da solide sbarre ancorate allo scafo della nave con una pesante porta ferrata a chiudere. Dentro due persone, un vecchio quasi sicuramente thayan che tossisce con violenza e un giovane soldato a terra, ferito molto gravemente all'altezza del ginocchio destro. "Balorak, sei vivo!" Esclama Edwin. "Che gioia vederti Edwin. Sono vivo solo grazie a Kiram, questo valoroso giovine. Soccorretelo quanto prima." Eldon si sbriga ad aprire la porta, chiusa col chiavistello, e una volta dentro si adopera per tamponare la ferita e rimettere in sesto la guardia. "Avete ucciso la bestia? E' terrificante Edwin. Uscita dal peggiore degli incubi. Non c'è stato niente da fare."
  4. Nel silenzio si sentono ancora leggeri scricchiolii provenienti da poppa, ma nessun lamento o altro rumore. Jebbeddo sente che la sua arma è carica e piena di potere. Edwin si avvicina lento alla porta, svelando segni insanguinati come di qualcosa che viene trascinato al di là della porta.
  5. Il gruppo di avvicina alla botola, mentre le guardie si occupano di radunare li vicino i beni dei dignitari da riportare subito a terra. Il secondo ponte è immerso nell'oscurità e nel silenzio. Il gruppo inizia a scendere le scale, mentre Edwin estrae una verga in metallo chiaro, liscia e rastremata verso la punta, che con un crepitio si accende, illuminando a giorno tutto intorno a loro con una luce chiara e limpida proprio come quella solare, anche se meno intensa. Una volta giù Edwin si rivolge verso le guardie. "Chiudete e sbarrate il passaggio, aprite solo quando noi quattro saremo di ritorno. Non aprite a nessuno in fuga." Detto ciò si volta a guardare la reazione degli altri tre, per verificare che non ci siano obiezioni. Come al suo solito Edwin non è a capo della spedizione ma gli risulta facile comportarsi da tale. La botola si chiude, escludendo la fioca luce dal ponte superiore. Un rumore di merce smossa e scricchiolio metallico arriva dalla nave, ma nessuno riesce a capirne la provenienza esatta. La stanza in cui si trovano è il dormitorio dei marinai. Qui ci sono le cuccette e i letti, le amache e qualche mobile ribaltati, come se qualcuno avesse furiosamente cercato qualcosa nella stanza. Due corpi senza vita giacciono a terra, parzialmente smembrati. Dai vestiti sembrano essere agenti doganali. "A poppa un piccolo magazzino e quella che potremmo definire una cella, per eventuali problemi durante la navigazione. A prua altre sale comuni e la cambusa." dice Edwin. E proprio quando termina il suo discorso uno scricchiolio di legna e un debole rumore simile ad un lamento giungono da poppa, la cui porta è accostata e con i soliti evidenti segni di artigli.
  6. Il gruppetto lascia in fretta la stanza senza trovare nulla di più. Jebbeddo capisce che il mostro non può essere di taglia più grande di quella di un umanoide e trova, in un colpo di fortuna durante le sue speculazioni, un frammento chitinoso bluastro incastrato nel legno. Sembra essere la punta di una chela o la scheggia di un esoscheletro, forse indizio della forma insettoide del ferus. Si sa che possono assumere infinite forme, dai pelosi mostri simili ad orsi degeneri a molli artropodi tentacolari e chitinosi insetti aberranti. Edwin sembra apprezzare l'idea di Jebbeddo: "Non abbiamo mai avuto bisogno di attirarli, a dire la verità. A Eltabbar semplicemente aspettavano il calar della notte per poi sciamare fuori dal Cerchio di Vuoto. Potremmo fare qualcosa per ingannarlo, forse, e fargli credere che è calata l'oscurità." Intanto esplorano la stanza di prua. Qui la situazione è meno grave: mobili e sedie sono spostati o ribaltati, come se qualcosa fosse passato senza troppo garbo, ma la furia che ha devastato le altre stanze non ha colpito questo luogo. Edwin chiede di recuperare i beni sparpagliati e di metterli in un sacco da lasciare alle guardie. Insieme recuperano borse, zaini e bauletti, i beni dei dignitari ospiti della nave, e li raccolgono all'ingresso. Keidros, frugando in disparte in un momento in cui Edwin discute con Eldon su cosa usare come sacco, trova sollevando un tappeto un anello in un metallo azzurrognolo con incastonata una pietra rossa a foggia di goccia. Per il resto il ponte è sicuro e non c'è altro di interessante.
  7. Edwin purtroppo non ha visto la bestia personalmente e, alla domanda di Jebbeddo, si dispiace di non aver chiesto maggiori informazioni al thayan responsabile del disastro. "Una mancanza da parte di tutti noi." ci tiene a sottolineare. Detto questo sembra apprezzare l'idea dello gnomo di chiudere la botola e controllare il ponte. Si premura di consigliare a Keidros una gamba di un tavolo di legno distrutto per bloccare saldamente l'apertura. "A prua c'è la mia stanza. Non c'era nulla di interessante quando siamo scesi, io e i miei compagni di viaggio abbiamo portato via tutti i nostri beni. A poppa forse c'è ancora qualche bagaglio, comincerei da lì." Arrivati alla porta, la scena è abbastanza raccapricciante. Due corpi maciullati sono sparpagliati per la stanza devastata. Dai rottami di armatura sembrano essere due guardie. Armadi, letti, tavoli. Tutto è stato distrutto dalla furia del Ferus, ma di lui nessuna traccia.
  8. Il primo ponte coperto è abbastanza illuminato, complici le grandi aperture laterali per le scialuppe che vengono calate da questo livello per facilitare le operazioni di carico. I due soldati si posizionano ai lati della scala, in guardia come suggerito. Sotto coperta i rumori del porto e lo sciabordio dell'acqua sono molto attenuati, l'odore di legno e salsedine molto forte. La sala comune è devastata, tavoli e sedie rovesciati e distrutti, graffi e colpi sulle pareti, cassapanche divelte. Le due porte a poppa e a prua sono divelte e la botola che porta al secondo ponte coperto è spalancata, ma intatta. Del ferus nessuna traccia.
  9. Code "Lenny" Ashtrayer Halfling bardo Annuisco alle parole di Neldor: "Una via di fuga sarebbe davvero un regalo degli dei. Cerchiamo di capire cosa sta succedendo in città e mettiamoci alle spalle questa caserma infestata quanto prima." Quindi mi rivolgo al pellegrigia:"Tu sembri il più informato su questa maledizione. C'è modo di salvare una persona morsicata da questi non morti?" Quindi mi metto a girare intorno al lavabo, cercando i segni del passaggio segreto come fessure, meccanismi, contrappesi. "Intanto finiamo di riempire il lavabo, potrebbe essere lui la chiave. Forse deve essere pieno fino all'orlo."
  10. Eldon pensa di essere utile sfruttando un trucchetto di evocazione imparato durante gli studi con una setta di chierici di Kelemvor. Edwin continua. "Alla luce ci penso io. Ho avuto la sfortuna di dover combattere quelle creature con la Resistenza e ho imparato molte cose. Come hai ben intuito, queste creature sono vulnerabili ai danni radianti e i loro attacchi diventano più deboli alla luce del sole. Sono riuscito a recuperare una Verga Solare, un oggetto studiato appositamente per contrastare questi mostri durante le spedizioni nei Cerchi di Vuoto. Per noi sarà come avere una torcia ma per il Ferus sarà come guardare direttamente il sole. Ha ancora poche cariche, ma credo che questo sia un utilizzo più che necessario." Il gruppo si arrampica sulla nave e la loro piccola imbarcazione subito di allontana. Le due guardie sono risolute ma visibilmente preoccupate, mentre Edwin sorride sornione come al suo solito e si avvicina al boccaporto. Con un paio di gesti e parole magiche dissolve il glifo di interdizione. "Siamo pronti?"
  11. Code "Lenny" Ashtrayer Halfling bardo Resto in disparte ad osservare le operazioni sul corpo necessarie a ridargli un pò di dignità. Intanto mi interrogo sulla questione del lavabo e proprio non riesco a capire cosa ha spinto il soldato ad agire in quel modo. Mi guardo intorno cercando anche qui se c'è qualcosa di utile da utilizzare contro i nostri nemici e poi, incuriosito, osservo Zarkov trovare qualcosa.
  12. La spedizione viene approntata in poco tempo. I sei volontari salgono sul natante insieme a due marinai, mentre quattro piccole lance li scortano con a bordo arcieri e incantatori. Dopo saluti e "in bocca al lupo" di rito, il viaggio per uscire dal porto è agevole. Edwin spiega in breve com'è costituita la nave thayan. "Ci sono tre ponti coperti. Il primo con la sala comune, le camere degli ufficiali o degli ospiti a poppa e a prua, il secondo con mensa, letti, parte della cambusa e armeria, infine l'ultimo, la stiva. Il ferus è stato visto libero, quindi potrebbe essere ovunque. E là sotto è dannatamente buio, quindi sarà come combatterlo in piena notte. Lascerei i soldati a guardia del boccaporto principale. Se qualcosa andasse storto potrebbero rapidamente dare l'allarme, cosa ne dite?" L'imbarcazione intanto arriva in vista dell'elegante trialberi thayan da cui pendono diverse catene che lo ancorano al fondo. La scorta si ferma a distanza di tiro mentre il gruppetto continua ad avanzare, diretti ad una rete lasciata penzolare dal fianco della nave per le operazioni di imbarco.
  13. Mentre il gruppo si dirige fuori dal palazzo con tutta una coda di guardie, curiosi e funzionari, Edwin racconta cos'è successo nel suo paese. "Da quando siete andati via la situazione è precipitata. Eltabbar è caduta a causa di un attacco in forze del nemico. Migliaia di Ferus e Volucer, un fiume in piena scaturiva dal Cerchio di Vuoto. Il loro numero era sovverchiante, non abbiamo mai sentito di nulla di simile. Poi sono arrivati i loro alfieri, i Malleus. Alcuni parlano di decine di Malleus, un numero inimmaginabile fino a poco tempo fa. Le difese stavano reggendo, la Resistenza aveva subito pesanti perdite ma non arretrava grazie alla loro preparazione e alla strategia difensiva. Ma poi un nuovo tipo di creatura è uscito dal Cerchio, decretando la nostra sconfitta. Li hanno chiamati Eversor. Sono enormi e potentissimi, usano la forza bruta per schiacciare tutto ciò che incontrano e non sembrano accusare alcun tipo di attacco. Impotenti, i difensori sono stati messi in rotta. La città è persa." Edwin si ferma un attimo, sinceramente colpito dal racconto. "Abbiamo cercato di riorganizzare le difese. I mostri di giorno non si muovono e stanno nascosti, ma la notte sciamano sulle terre del Thay. Sembra non apprezzino il mare, da cui stanno ben lontani. La Resistenza ha quindi creato un cordone di sicurezza tra Nethetir e Surthay a nord, sperando di contenere l'avanzata del nemico. Ma a nord la situazione sembra essere critica. Poi c'è stato il terremoto. Non sappiamo cosa possa averlo provocato ma alcuni maghi rossi temono sia stato aperto un nuovo Cerchio di Vuoto, questa volta in una zona isolata per cui non abbiamo ancora avuto notizie a riguardo. Sarà un altro punto da chiarire, in futuro. Tornando a noi, sarei molto interessato alle vostre ricerche. Potremmo mettere a fattor comune molte cose e aiutarci ancora una volta a vicenda. Ne parleremo una volta risolto questo contrattempo sulla nave." Tra le chiacchiere il gruppo raggiunge il molo. La grande folla si è dispersa una volta che la nave thayan ha preso il largo. Alcune guardie presidiano una barca da pesca. Il kej-hab informa che quello sarà il mezzo con cui raggiungeranno l'imbarcazione. Scialuppe con arcieri e maghi circonderanno la nave per evitare che la creatura fugga, anche a costo di distruggere la nave.
  14. "Benissimo, allora organizziamo subito la spedizione." dice il kej-hab. "La nave sarà stata già allontanata dal porto ormai. Appronteremo un piccolo natante per voi, messer Edwin e due guardie scelte che vi accompagneranno in questa impresa. Possiamo partire subito o avete bisogno di prepararvi?" Detto questo inizia a dare ordini e consegne in modo che venga preparato il tutto. Edwin intanto si avvicina ai tre con un sorriso: "E così le nostre strade si incrociano nuovamente e inaspettatamente. Cosa vi porta qui?"
  15. Il palazzo dello sceptanar è magnifico: marmi, vetri colorati, metalli scintillanti e piante rigogliose lo rendono uno spettacolo architettonico. Attualmente è pesantemente presidiato da diversi drappelli di guardie che tengono lontani i molti curiosi che gironzolano in cerca di novità sugli ospiti thayan. I tre si presentano e vengono fatti passare, scortati da un piccolo drappello di guardie. Vengono introdotti un una sala laterale in cui il kej-hab sta discutendo con altri ufficiali della guardia e un personaggio familiare, già incontrato dai tre durante la loro permanenza in Thay, Edwin che subito li riconosce. "Questa è sicuramente una sorpresa inaspettata. Bentrovati." Il kej-hab, stupito, guarda Jebbeddo in cerca di risposte e poi si rivolge ai presenti. "Signori mi sono preso la libertà di contattare i nostri Amachaq. Hanno già dimostrato di essere più che degni della nostra fiducia. Vorrei coinvolgerli nelle operazioni che stiamo discutendo. E vedo che anche il nostro ospite li conosce. Spero possa confermare la mia buona impressione di loro." Edwin prosegue: "Sicuramente, capitano. Ho collaborato con loro in Thay per alcune indagini. Mi sono fidato e con ragione del loro operato. Sicuramente possono essere le persone giuste per questo intervento. E sarei felice di accompagnarli, se me ne date licenza. La nave resta territorio thayan, è giusto ci sia anche un nostro rappresentante e mi offro come volontario." il kej-hab pensa a come procedere e si consulta qualche istante con alcuni ufficiali, poi si rivolge ai tre. "Bene, sentiamo se i nostri amici sono disponibili. Abbiamo un problema con il natante appena giunto in porto con una delegazione di thayan. Un...folle... ha avuto la pessima idea di tentare di portare qui un Ferus, una delle temibili creature che escono dai cerchi di vuoto. A sua detta voleva smuoverci, voleva dimostrare la loro pericolosità in modo da convincere lo Sceptanar a mandare aiuti a nord. Tutto quello che ha ottenuto è stata la morte di due dignitari thayan, tre agenti doganali e quattro delle nostre guardie. Edwin è riuscito a bloccare il boccaporto con un glifo, ma la creatura è libera sottocoperta. L'imbarcazione è ancora carica di beni, vorremmo evitare di affondarla. E' necessario dunque che qualcuno entri ed elimini il problema. Potete occuparvene? Ovviamente sareste degnamente ricompensati."
  16. Eldon è molto interessato alla situazione in città. "Se qualcosa di pericoloso si nasconde nella nave potremmo proporci di esplorarla. Ci conoscono, abbiamo già reso servizio alla città, potrebbe essere un buon modo per scoprire qualcosa di nuovo. Da quanto ho sentito potrebbe addirittura esserci un ferus là sotto! Ricordate, c'è un fitto mercato nero delle parti di quelle creature. Magari ne hanno imbarcato uno pensando di essere al sicuro e invece qualcosa poi è andato storto durante l'attracco. Andiamo dal Kej-hab, scopriamo cosa c'è là sotto." Intanto il gruppo arriva alla taverna. Una cameriera li accoglie con un messaggio. Proprio il Kej-hab li ha cercati e richiede la loro presenza al palazzo dello Sceptanar.
  17. Il ragazzino è ben contento di aver trovato un lavoretto facile. Un tiefling e un halfling, una coppia facile da individuare. Sorride a Jebbeddo e parte spedito, attirato dall'idea della prossima moneta che potrebbe intascarsi. Jebbeddo aspetta un paio di ore massimo sorseggiando bevande fresche da boccali mediamente puliti in quella locanda affollata, ma poi la sua intraprendenza viene ripagata. Il ragazzino entra tronfio nella locanda, individua lo gnomo e accompagna al suo tavolo i due, allungato il braccio per farsi dare la meritata ricompensa.
  18. Jebbeddo si avvicina a una delle locande vicine in vista che già da fuori si capisce essere affollata più del solito, forse proprio a causa dei turisti. Li vicino sta bighellonando un ragazzetto sui 9 anni, mal vestito e che osserva i passanti, forse in cerca di prede facili alle quali sfilare qualche denaro.
  19. La guardia non sembra sapere molto di più di quanto ha già detto. "Maghi rossi veri e propri non ce ne sono, dicono. Forse qualche attendente minore o qualche apprendista. Sono stati ricevuti dallo sceptanar e ora alloggiano nel palazzo, ma non credo vi sarà permesso avvicinarvi. Diciamo che l'arrivo ha preoccupato parecchio e..." la guardia abbassa la voce e si avvicina per riferire un ultimo interessante particolare: ...si dice che uno dei dignitari si sia cacciato in guai seri per suoi certi traffici e che lo sceptanar sia adirato." Dei suoi amici intanto nessuna traccia. Sono in giro a caccia di notizie proprio come lui e sarà molto difficile incontrarli per caso.
  20. Il ragazzo subito cerca di allontanare Jebbeddo ma poi si ferma quando sente nominare la carica e l'ufficiale con cui ha collaborato. "Nessun aiuto, signore. Stiamo mantenendo l'ordine. Troppi curiosi possono creare disagio. La nave deve essere spostata e messa al largo per evitare problemi. La prego di non avvicinarsi." La guardia continua a guardarsi intorno come se attendesse il ritorno di qualcuno. Abbassa la voce e si rivolge nuovamente allo gnomo: "In realtà io non dovrei nemmeno essere qui. Sto sostituendo un collega che ha avuto un problema e si è dovuto assentare. Ma tornerà a momenti spero. La prego di non farne parola con il Kej-hab. Forse lui potrebbe dirvi di più sulla nave, sto che sta cercando di mettere su una squadra per controllarla palmo palmo. Gli ultimi che sono stati visti scendere sotto coperta non ne sono più usciti, abbiamo perso tre guardie. Ed ora è difficile trovare dei volontari. "
  21. Jebbeddo vaga con lo sguardo ma non riesce ad incontrare i suoi amici che forse sono a pochi metri da lui ma purtroppo restano nascosti nella folla che si sposta nel quartiere dei moli. A lato dell'imbarcazione, un pò più staccate da tutti gli altri, un paio di guardie stanno discutendo, lo gnomo si accorge che i due si guardano intorno più circospetti del normale. Poi una delle due si allontana e lascia l'altra di picchetto. E' un giovane ragazzo, sulla ventina, fisico asciutto e capelli scuri. Spesso guarda in direzione della folla come per cercare qualcuno.
  22. La zona dei moli, come al solito, è gremita anche se mai troppo caotica. Jebbeddo vaga per un pò senza ottenere grandi informazioni, ma poi arriva all'attracco della nave Thaian che ha portato in città i dignitari. E' protetta da un cordone di guardie che non lasciano avvicinare nessuno, neanche i Thaian stessi. Lo gnomo scopre che la nave è stata posta sotto sequestro dall'autorità portuale per traffici illeciti. Tutti, anche il nostromo, sono stati fatti scendere, nessuno è autorizzato a salire, diversi arcieri sono pronti a scoccare frecce infuocate sulla nave e operazioni di ormeggio sono in corso. Facendo qualche domanda capisce che la nave sarà messa in rada fuori dal porto, ancorata saldamente ma lontano dalla terra ferma. Voci parlano di qualcosa di pericoloso che è stato trovato sottocoperta, di guardie scomparse nella cambusa, di versi strani provenienti dallo scafo. Ma nessuno delle guardie presenti è autorizzato a parlarne.
  23. Il mezzelfo sembra stupito sentendo quel nome e curioso osserva meglio il suo interlocutore. "Certo, ricordo di lui. Vedete, chi vi ha mandato qui non è molto informato sui recenti sviluppi. Michares ha lasciato la biblioteca ormai da tempo, quasi un paio di anni ormai, dando poche spiegazioni riguardo a questa sua decisione. Ad ogni modo posso dirvi dove abita. Se seguite la via qui davanti arriverete ad un quartiere leggermente in collina dove risiedono molti funzionari dei palazzi dello sheptanar. Casa Sandwhisper è quasi in cima, sulla destra salendo. Se ricordo bene ha le finestre decorate a tema marino, con pesci, granchi e polpi molto colorati. Portate i miei saluti quando lo incontrate, non mi è più capitato di incontrarlo in giro per le vie della città. Ditegli che Aruil Grigiocrine lo custodisce sempre nei suoi pensieri."
  24. E così il gruppo si divide nuovamente, Jebbeddo alla biblioteca, per i suoi studi e le indagini su Michares mentre Keidros ed Eldon andranno ad informarsi sul gruppo di Thaian appena giunto in città. Terminano quindi la colazione e si dividono, concordi sull'incontrarsi nuovamente ai Calabroni a fine giornata. Keidros ed Eldon passano tutta la giornata tra i moli e le taverne, cercando di sapere tutto ciò che si dice sul nuovo arrivo. I dignitari ovviamente sono inavvicinabili se non dallo personale molto vicino allo sheptanar. Scoprono che tra i presenti non ci sono maghi, ma mercanti e dignitari, membri di famiglie importanti ma che non possono attivamente combattere l'invasione. Le voci parlano di una notte di battaglia poco fuori da Nethentir con potenti mostri e degli attacchi costanti al porto di Surthay, a nord. La Resistenza, rimpolpata dagli aiuti di stati vicini, sta costruendo un cordone tra Nethentir e Surthay per contenere l'invasione, proprio aiutati dai maghi rossi, per evitare il dilagare dei mostri. Sul cargo c'era anche una delegazione ufficialmente inviata a chiedere un supporto militare al Chessenta. Il nome di Edwin spunta in un paio di occasioni, forse perchè membro proprio della delegazione. Jebbeddo invece torna in biblioteca e trova i soliti inservienti non troppo simpatici. "Cosa siete venuti a studiare oggi?" chiede un emaciato mezzelfo dai capelli grigi.
  25. Code "Lenny" Ashtrayer Halfling bardo La fine del soldato mi riempie di tristezza ma non mi sento di condannarlo, dopotutto forse quella è una fine migliore di quanto possiamo sperare noi. Però le parole di Neldor mi lasciano perplesso e ribatto prontamente. "Amico mio credo che un incendio nelle latrine potrebbe crearci qualche problema e attirare troppo l'attenzione in questo momento. Purtroppo non sarà il solo che meriterebbe almeno la dignità di un riposo inviolato, ma non credo possiamo farci carico di tutto questo, non ora per lo meno. Cosa ne dite? Risolviamo la faccenda con ciò che ci aspetta al di là delle porte, mettiamoci al sicuro, salviamo chi è in pericolo. Poi penseremo ai morti. E intendo i morti che intendono rimanere tali. Non fraintendetemi, ma immagino che lui non andrà da nessuna parte mentre noi ci occupiamo di problemi più urgenti."
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