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MadLuke

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  1. Sempre peggio: nell'undicesimo capitolo vengono citati come grandi stregoni del passato (in discorso diretto): Merlino, Raistline e pure Gandalf! Lo so che Weis e Hickman sono dei messia... ma proprio per questo mi sento come fosse l'ultimo dei chierici, costretto ad assistere al Gran Sacerdote che bestemmia... Non mi piace proprio. E poi non c'è neanche un personaggio romantico in questa collana (romantico non intendo "d'amore"), mi piace sempre meno. Ciao, MadLuke.
  2. Aaaaarrrrrghhhhhhhh!!!!!!!!! Io di proposito non avevo cercato nulla in merito (per non guastarmi la scoperta della lettura), adesso ho l'orticaria. Io amo "Mad Max" ma detesto questi ibridi!!!
  3. Si, è Armenia.
  4. Io ho cominciato a leggerlo da poco, ma mi sembra tu sia decisamente fuori strada. L'ambientazione è elementale (il primo volume è ambientato nel mondo dell'aria, il secondo in quello del fuoco), forse ti confondi con qualcos'altro.
  5. Non meno delle cronache di DL, il volume è il secondo del ciclo di sette "Death Gate".
  6. Sto leggendo il libro in oggetto. Nel sesto capitolo gli elfi incontrano un personaggio tale e quale a Fizban (forse si rivelerà essere proprio lui), c'è un momento in cui un drago si avvina minacciosamente a loro e lui inveisce: "... Mai io una volta avevo in serbo un inacntesimo che vi avrebbe fatto il contropelo. Non mi viene in mente il nome, adesso. Campana di fuoco? No, non, non è questo. Ci sono, svendita di pneumatici! No, non suona giusto nemmeno questo..." Ma si possono citare gli pneumatici in un libro fantasy?! E il peggio viene poche righe dopo, in cui il pericolo è passato e si parla del drago: "Troppo protettivo? Come un maggiordomo in un film di serie B? La madre ebrea di qualcuno? Ci hai azzeccato..." Ma come si fa a parlare di film ed ebrei in un romanzo fantasy?! Chi è che ha bevuto? Weis & Hickman o il traduttore, possibile che nessuno si sial lamentato?! Ciao, MadLuke.
  7. Dopo tante letture "impegnative" ho voluto concedermi un po' di distrazione con questo romanzo disimpegnato, di quel genere fantasy che ho cominciato a conoscere ben vent'anni fa e che da tanto non riprendevo. Rispetto alle altre due celebri trilogie di Dragonlance, degli stessi autori, questo è di comprensione decisamente meno immediata e anche la trama scorre lenta per tutta la più vasta e centrale parte del romanzo e ciò costituisce la sua più grossa pecca. I personaggi sono ben caratterizzati e nel finale, così per assurdo come nei primi capitoli, lascia ben intravedere le potenzialità che tutto il ciclo possiede in relazione ai temi come il senso religioso, l'amore e la vita o il potere che deriva dalla consocenza e la schiavitù dalla superstizione. Per questi barlumi di interesse credo continuerò con la lettura degli altri volumi, per il momento mi limito a un giudizio piuttosto "freddino". Voto: 3/5.
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