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Nella strada che facciamo ogni mattina per andare alla scuola materna, io e mio figlio passiamo da una stradina che personalmente ho da subito rinominato "cold street" (era settembre allora). Da un lato delle graziose villette a schiera, dall'altro un piccolo terrapieno ricoperto di sterparglie e poi un campo incolto. Piuttosto stretta, ci passano a malapena le auto dei residenti. Ma la sua peculiarità, da cui deriva il soprannome che le ho dato, è qualcosa che per me sfida le leggi della fisica: in quei cinquanta metri o poco più d'asfalto, la temperatura è almeno 2-3 gradi più bassa del resto dell'itinerario (sembrano pochi ma vi assicuro si sentono, soprattutto nei periodi come adesso che nel complesso fa meno freddo). Sempre in ombra la mattina, e poi è umida (saranno le piante, il terreno, che buttano fuori umidità, non lo so). E ogni mattina mentre passiamo gli dico: presto, andiamo via da qui che fa freddo, è "cold street"!
Ma stamattina sono andato oltre: gli ho accennato a un libro che ho letto una volta...
- Come si chiamava?
- Si chiamava "I draghi dell'alba di primavera": in questo libro si racconta di una città, Palanthas, con il mare, dove faceva sempre caldo ma c'era una strada che portava alla torre di un mago, un mago cattivissimo, e in quella strada faceva sempre freddo.
- Perché faceva sempre freddo?
- Perché il mago aveva scagliato una maledizione...Queste dialogo di poche righe, in realtà è durato qualche minuto, poi siamo arrivati a destinazione, ma tanto mi è bastato a dargli un altro assaggio di fantasy... E così che conto di traviarlo. :-)