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Mythrandir

Circolo degli Antichi
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  1. Kellen Quillsharpener - Gnomo, Mago
  2. Kellen Quillsharpener - Gnomo Mago
  3. Ci sono anche io, domani cerco di postare (scusate, giornate terribili sul lavoro). @Voignar mi potresti descrivere velocemente il villaggio in cui mi trovo? Negozi, taverne, ecc.? Così penso a cosa fare. Grazie!
  4. Mzolu Talro'a Girgom è molto sicuro delle proprie idee… e molto presente nel momento. Ottime cose, in questo frangente. Penso, apprezzando il fatto che il giovane uomo abbia fermato la discussione. Sarà interessante continuare questa conversazione, quando faremo campo stanotte. *** Appoggiato all’asta della mia yklwa, osservo rapito la costruzione dedicata a Kubazan, soffermandomi sui fregi che adornano gli obelischi e il fronte del tempio. Oh, poter vedere questi luoghi all’apice della civiltà Omuana… quante cose abbiamo perso, nei secoli... Mentre i miei nuovi compagni discutono sul da farsi, estraggo un piccolo diario rilegato in cuoio ed un pezzo di carboncino, per poi cominciare ad annotare veloci descrizioni del tempio con rapidi schizzi delle parti più interessanti. Quali trappole avete dovuto affrontare nel tempio di Shagambi? DM
  5. Mzolu Talro'a Annuisco alle parole di Hedras, osservando l'elfo con uno sguardo più approfondito mentre rivela la sua conoscenza della religione di Omu. Una civiltà priva di guida spesso si rivolge a forze naturali che richiamano ideali, valori concreti. - rispondo a Girgom - Quando Ubtao abbandonò Omu, disgustato dalla sua corruzione, gli Omuani si rivolsero a spiriti e potenze della giungla, della terra che abitavano, per trovare soddisfazione alle loro preghiere. Divinità tangibili, visibili nel profondo della foresta, più vicine e presenti di colui che li aveva appena abbandonati. Froghemoth, kamadan, grung... se non sbaglio uno dei Nove Dei era addirittura una lumaca... eppure le idee che incarnano non sono molto distanti da alcune divinità cui la gente della Costa della Spada rivolge le proprie richieste. Orvex, mi spiace per i tuoi compagni e datori di lavoro. Malvagi o meno, anche loro avranno preclusa una seconda possibilità e questo è un male. Anche i Maghi Rossi sono interessati a bloccare la maledizione, distruggendo questo artefatto? Se così fosse, unire le forze non sarebbe una cattiva idea. La giungla, ed Omu, non sono posti da affrontare isolati. DM
  6. Mzolu Talro’a Mhm… piuttosto diretti questi stranieri... Penso, osservando ed ascoltando Girgom e Talshiyi nei loro scambi tra di loro e con Orvex. Questi Dei di cui cercavate la tomba… da dove avete recuperato i cubi che hai menzionato? Ricordi per caso se avevano dei simboli scolpiti sopra? O qualche segno o scritta che hai visto nei luoghi in cui li avete recuperati? Poi, con uno sguardo ai cadaveri sparsi per il cortile. Chi vi ha assalito stanotte? Siete riusciti a vederli, contarne il numero o le armi?
  7. Kellen Quillsharpener
  8. Mzolu Talro'a Rispondo con un cenno del capo al saluto di Hew, Inete, e Valindra. Piacere mio. E chi era la vostra fonte, Orvex? - chiedo, con una sguardo incuriosito e penetrante rivolto all’uomo. Forestieri che conoscono la nostra storia e cultura meglio di noi…? DM
  9. Mzolu Talro'a È un obbiettivo che condivido. - rispondo a Girgom, annuendo. - La mia Yklwa è a vostra disposizione, se mi vorrete. Ricordate, però, che la storia di Omu, questa città perduta e maledetta in cui ci troviamo, è una di cautela nel perseguire ricchezze material ed immateriali senza altro scopo che ammassarle e goderne. Se un tale artefatto esiste, non sono sicuro che la conoscenza del suo funzionamento e di come venne creato abbia un posto, nel nostro mondo. @Alonewolf87
  10. Mi son reso conto che sarei dovuto venire qui a presentarmi prima di postare nel topic di gioco, scusate Salve a tutti! Perdonate i post “muro-di-testo”, diminuirò la lunghezza una volta conclusa la fase di presentazione/esposizione.
  11. Mzolu Talro'a Per qualche istante, mentre parla, osservo lo Yuan-ti che dice di chiamarsi Talshiyi. I miei occhi seguono, affascinati, il riflettersi dei raggi del sole sulle squame cremisi che ricoprono il suo corpo, rifrangendola in una miriade di sfumature di rosso. Il motivo per cui mi trovo in questa città è lo stesso che vi ha portati qui dalle vostre lontane terre natie - rispondo - e la mia strada è stata forse meno lunga e contorta ma non meno difficile. Faccio una pausa per raccogliere le idee e le memorie prima di riprendere, raccontando gli eventi delle ultime settimane. Siamo partiti credo otto, se non nove, settimane fa da Port Nyanzaru. Eravamo in quattro: io, una guida, un guerriero, e un'archeologa, con lo scopo di trovare Omu, la città perduta. A guidarci era la speranza che nelle pieghe del passato del mio popolo si celasse qualche brandello di conoscenza che potesse aiutarci a scacciare la maledizione. Gli anziani della tribù, dopo lunghi giorni di discussione e alla luce del dolore che attraversava la nostra e tutte le altre comunità di Port Nyanzaru, avevano dato il loro assenso e ci avevano scelti uno ad uno per questa missione. Attraversare la giungla è stato difficile ma, a parte Caleb, il guerriero straniero, eravamo tutti nativi: i pericoli, le insidie, ma anche i doni che si celano all’ombra degli alberi ci sono ben noti. Con un pezzo di carta del Pugno Fiammante - una smorfia di derisione e disgusto si dipinge sul mio volto quando menziono la banda di mercenari - ci siamo addentrati nell’entroterra. Abbiamo seguito il fiume Soshenstar, e virato ad est verso il Cuore di Ubtao una volta giunti nel Bacino Aldani, girando alla larga da Mbala e dall’oscuro terrore che risiede tra le sue rovine. Avevamo una vaga idea che Omu si trovasse a Sud, molto addentro alla giungla e verso i Picchi delle Fiamme. I non morti e altre creature ci hanno dato qualche fastidio durante il cammino, ma siamo riusciti ad evitarli spesso. Ad un giorno dal Cuore, abbiamo virato decisamente a Sud, verso i Picchi. Erano passate circa cinque settimane a quel punto, ed arrivare fin qui ad Omu ha richiesto altri quattordici giorni. La mia voce prende un tono triste e malinconico. È circa una settimana che vago fra le rovine. L’eccitazione della scoperta di Omu ha presto lasciato spazio, fra i miei compagni e me, all’urgenza di trovare risposte. Siamo diventati incauti ed Amal, l’archeologa, ne ha pagato le conseguenze per prima, cadendo vittima di un’antica trappola. Farouk, la guida, e Caleb, sono morti ieri sera, mentre tentavamo di sfuggire ad un grosso branco di deinonici… non ho neanche potuto seppellirli… Mi fermo, chiudendo gli occhi e innalzando una silenziosa preghiera per le anime perdute dei miei compagni, verso qualunque divinità stia ascoltando. E questa mattina ho incontrato voi. Concludo, rivolgendomi nuovamente verso Talshiyi. Non sapevo cosa aspettarmi quando vi ho intravisti in questo cortile. Cosa vi ha spinti a viaggiare fino al Chult? Cosa vi ha portato a pensare che qui avreste potuto trovare risposte? E cosa intendete fare, se le troverete? DM
  12. Mzolu Talro'a Un'espressione sorpresa si dipinge sul mio volto quando l'uomo conferma la presenza degli incantatori del Thay in città. Un artefatto è dietro alla maledizione? Ma... come? Un oggetto creato da mani mortali come può alterare così fondamentalmente le leggi della natura? Chiedo, ad alta voce, a nessuno in particolare. Quando mi rendo conto di aver parlato ad alta voce, chiudo la bocca di scatto, rimanendo profondamente impensierito.
  13. Kellen Quillsharpener
  14. Mzolu Talro'a Lasciando per un momento in sospeso la risposta alla domanda dell’uomo dai capelli rossi, mi concentro sulle ferite del Chultan seduto in terra. Dallo zaino, posto sul terreno al mio fianco, estraggo un contenitore cilindrico di medie dimensioni intagliato in legno di teck. Pace a te, fratello. - dico, in tono tranquillo e amichevole all’uomo, mentre armeggio con le mie scorte medicinali. - Mi chiamo Mzolu e, con il tuo permesso, mi prenderò cura delle tue ferite. Come ti chiami, e da dove vieni? Continuo a parlare del più e del meno con l’uomo in terra, mentre comincio a curare le sue ferite. Giro il coperchio del astuccio in teck, lasciando uscire un aroma salubre e rinfrescante, poi prendo un poco dell’unguento di eucalipto e afema e comincio a coprire le ferite dell’uomo mentre recito una breve preghiera agli spiriti della foresta affinché mi aiutino a placare il dolore e le infezioni. Ho fatto quel che ho potuto. - dico, qualche minuto dopo, rivolto sia all’uomo in terra che al gruppo alle mie spalle - Le ferite sono sanate, per il momento, ma quest’uomo ha bisogno di molto riposo prima di potersi incamminare verso casa. Poi mi rivolgo all’uomo dai capelli rossi. Perdonami per non aver risposto alla tua domanda poco fa: questione di priorità. Siete molto lontano da casa, se la memoria non mi inganna. Ne deduco che la maledizione che blocca gli incantesimi di risurrezione e affligge chi è stato riportato in vita è giunta a lambire anche la Costa della Spada? - attendo qualche istante per una risposta, prima di continuare - Questo è il motivo per cui mi trovo in questa antica città: credevo, speravo che tra le rovine della splendida Omu si potessero trovare risposte, soluzioni a questa orribile piaga. Ma, finora, ho trovato soltanto dolore, lacrime, e morte… Quali sono i vostri nomi, forestieri? E da quanto siete giunti in questa città maledetta? DM
  15. Mzolu Talro’a Osservo l’uomo che mi risponde, alto e imponente, annuendo. La nave, parte del simbolo che adorna la sua armatura, mi riporta alla mente memorie lontane di anni spesi a Candlekeep: la vela e la prua dal disegno chiaramente estraneo a Chult sono un chiaro indizio della provenienza di quest’uomo. Il ricordo della città cui la nave fa da stemma pungola la mia memoria, appena oltre la mia coscienza, invisibile all’occhio della mente per ora. Mi riscuoto dalle mie riflessioni, rispondendo all’uomo guardandolo negli occhi da sopra la spalla del uomo serpente. Lo vedo. Posso avvicinarmi? Sono in grado di curare le ferite di quest’uomo, se me lo permettete. Almeno uno, fra loro, ha le giuste priorità, nonostante la situazione. Un buon segno... DM
  16. Mzolu Talro'a Stranieri, ma quello in terra sembra chultan. Penso, mentre osservo la borraccia del gruppo passare di mano verso l’uomo in terra. Uno di loro si volta verso di me, quasi sapesse esattamente dove mi trovo. Sorpreso, mi sposto rapidamente per nascondermi alla vista ma il danno è fatto. Sento distintamente il bastone del forestiero battere in terra, e poi alcune parole che non riesco a capire per via della distanza. Altre parole seguono, alcune pronunciate con uno strano accento con lunghe S sibilate. Poi, con un brusco strusciare in terra, uno dei forestieri si avvicina al mio nascondiglio. Potrebbero aiutarmi… e, ad ogni modo, cosa ho da perdere? Avendo cura di tenere le mani lungo i fianchi e bene in vista, mi sposto dal luogo in cui mi trovo rannicchiato dietro al muro fino ad essere in piena vista del gruppo di forestieri. Soffoco un rumore di sorpresa, quando vedo che il forestiero più vicino a me appartiene alla razza degli uomini serpente. Allora le leggende sono vere... Pace a voi. - esordisco, rivolto all’uomo serpente - È un sollievo incontrare altri avventurieri in questa città. Perdonate la mia prudenza di poco fa, ma non si è mai troppo cauti ad Omu… - dico, senza riuscire a fermare il velo di tristezza che mi adombra il volto mentre, parlando, ripenso ai miei compagni caduti. Il mio nome è Mzolu Talro’a. Apprezzerei poter parlare con voi ma, forse, è meglio trovare un luogo più sicuro? - l’inflessione finale nel tono di voce, ad indicare la domanda, è accompagnata da un chiaro sguardo al cumulo di corpi presente nel cortile. DM Tutti
  17. Kellen Quillsharpener
  18. Mzolu Talro'a
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  23. No, non serve. Non l’avevo notata ma ora che me l’hai indicata la terrò presente.
  24. @Voignar
  25. Kellen Quillsharpener
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