Pescando dal proprio zaino bende e sali, il chierico si dedica alla laboriosa opera di curare le ferite del duergar. Sollevando il grigio, dopo averlo svestito della pesante armatura, il nano lo sposta vicino al camino della camera di Krand. Una manciata di erbe secche finisce, subito dopo, sulle braci ancora ardenti e subito una fragranza salubre e rinfrescante si diffonde nell'aria stantia della stanza. Il corpo del nemico privo di conoscenza è martoriato da numerose abrasioni, tagli ed ematomi, ciascuno dei quali richiede un trattamento separato e accurato. Durante l'operazione, Grugno mormora una cantilena a Moradin e gli echi delle parole animano angoli ed anfratti scavati nella roccia.
Circa una mezz'ora dopo, grazie alle cure di Grugno, il respiro del duergar si stabilizza, il colorito - benchè difficile da notare - diventa più vivace. In capo ad una ulteriore manciata di minuti, il duergar apre gli occhi. Di primo acchito, vi lancia uno sguardo sorpreso, come non ricordasse dove si trova o chi siate. Poi, la comprensione balena nei suoi occhi: il volto si fa accigliato, lo sguardo duro e la mascella si serra. Il volto del grigio sembra scolpito nella pietra, mentre gli occhi scuri vi osservano, ostili.
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