Dipende da come intendi il tempo.
Se esso è un fiume in piena cambiare di poco il corso della corrente non cambierà il fiume stesso in maniera considerevole (quindi magari esisterà un altro nemico, alternativo a quello che hai ucciso), se è un lago stagnante ogni piccolo cambiamento modificherà di poco la superficie, anche se magari poi tornerà tutto come prima, e l'uccidere la propria nemesi in culla avrà alterato visibilmente il corso degli eventi (il tuo nemico non è mai esistito, quindi non ha potuto uccidere il re/recuperare l'artefatto/forgiare la spada del destino/far bollire troppo il latte sul fuoco). Io in una mia campagna avevo utilizzato la seconda possibilità, dato che il viaggio nel tempo era attuabile una sola volta e l'aveva usato un PNG per mettere in moto la quest, ma in una campagna che fa uso di questo incantesimo utilizzerei probabilmente la prima, in modo che serva un grande cambiamento nel passato per farne verificare uno di modeste dimensioni nel futuro (con buona pace dell'effetto farfalla).
Come dice Saito, sarebbe poi interessante vedere cosa succede al viaggiatore: si ritrova in un universo parallelo, generato dal suo interagire con la storia o semplicemente svanisce per aver cancellato il proprio futuro, lasciando dietro di sé il sé stesso che nel tempo non ha mai viaggiato? Personalmente propendo per la prima ipotesi perché crea più trama, anche se la seconda è decisamente più comoda e spiega perché un cronauta non domini il mondo in ogni tempo passato, presente e futuro del suo personale universo.