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Zellos

Circolo degli Antichi
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  1. <<Se riuscirai a mettere la tua penna al servizio della Camarilla, potrai continuare a scrivere. Altrimenti direi che dovrai darti a notizie meno compromettenti per la nostra sopravvivenza.>> dice il Sinedei, mentre si mette a mangiare, educatamente con coltello e forchetta, ed a bere. <<Bevi pure...gli infanti hanno problemi a tenere a freno la sete e non desideriamo che tu uccida qualcuno per sbaglio.>> A quel punto è Lucio a parlare. <<Noi siamo vampiri. Il termine più utilizzato è Caino perché in alcune leggende ( considerate dalla maggior parte dei vampiri pure superstizioni) egli è il primo vampiro. Fai parte della più importante delle sue sette, la Camarilla, l’organizzazione che, nei secoli, ci ha garantito la sopravvivenza e la grandezza.>> il tuo sire ti osserva un istante. <<Hai domande?>>
  2. <<Dubito che anche uno di voi riesca a superarla. Se fallireste...oh beh, probabilmente farò quanto di peggio mi verrà in mente a chi siete venuti a salvare. Poi lascerò andare.>> dice con il sorriso bloccato. Quando di nuovo nominate la sua famiglia, invece che camminare, sembra quasi sia spostato di colpo, con un movimento assai innaturale. <<Inutile parlare del passato. Adesso, grazie alla Saggezza che ho elaborato, sono...libero.>> si stringe come avesse freddo. @Ian Morgenvelt
  3. <<Anche...ed anche perché me lo consigliato il mio Sire.>> dice, con un leggero scatto della testa, come avesse avuto un tic.
  4. <<Oh beh. In una città il signore e padrone è il principe. Poi ci sono varie cariche: il custode dell’Elysium, lo sceriffo, il flagello...te per adesso, piccolo mio, puoi auspicare a divenire un’arpia, coloro che seguono e servono il custode dell’Elysium. Sono coloro che sovrintendono i pettegolezzi e la cartamoneta della camarilla: i favori>>
  5. Kale Arkam <<Snargle, lasciamelo dire, siamo due geni. La prossima volta che qualcuno gli verrà qualche dubbio sul come solo in due riescano a gestire il Gufo...questa sarà la risposta!>> dico dandogli due forti pacche sulla schiena. <<Signorine, direi che è il caso di andare, sempre che il capitano o la lady non abbiamo altro da fare a bordo.>>
  6. Si fa pensierosa, guardandosi un poco intorno. <<Potresti andare per la prima volta al Purgatory.>> dice lei col sorriso. <<In modo da vedere il più possibile i tuoi inferiori...e magari riuscire a strappare qualche informazione a coloro che lo popolano.>>
  7. <<Nulla di più di un inchino e la promessa di rispettare l’autorità del Principe.>> dice lei, sempre sorridente <<Porteremo un bel dono per lui, un’opera d’arte direi...oppure qualcosa che vorrai donare. Così da farti far ancora miglior figura. Ah, ci ripenso: se dovesse darti un incarico, sarà un buon segno.>>
  8. Arthorius Theos Azuj @Plettro
  9. <<Non è così...semplice.>> dice la tua dire, sorridendoti ed accarezzandoti i capelli. <<È più o meno il modo in cui, nella nostra società, gli infanti come te...vengono dichiarati adulti. A quel punto sarai sempre mio figlio, ma sarai mostrato a tutta la nostra società. Un futuro principe, un sicuro capo!>>
  10. <<Almeno è educato.>> dice il tuo ospite osservandoti attentamente, guardando Abele. <<Si, sono Alberto Sinedei. Ed il fatto che tu sappia chi io sia mi fa pensare che ci sia stata una fuga di notizie mirata.>> dice lanciando una occhiata fugace a Abele, che sembra farsi piccolo piccolo. Lucio corre subito ai ripari. <<Gli avevo detto, padre, che un simile spreco di mezzi sarebbe stato eccessivo, ma non hanno sentito ragione!>> segue un tafferuglio che avrebbe dell’interessante, considerando i cambi repentini di espressività, posa e persino di modulazione della voce. Il Sinedei non dice nulla e versa sia a te, che a loro quattro da bere da una brocca d’argento. Poi, come se nulla fosse, da un servo mobile si prende da alcuni vassoi coperti un piatto di cuore, fegato e reni. L’odore è molto buono. Constatato che, finito le sue operazione, l’asiatico non ha finito, afferra il bastone appoggiato lì vicino a lui e da un leggero colpo in testa “ai tre”. <<Ormai il guaio è fatto. Vi ho sempre detto di cercare figli che possano aiutarvi a mostrarvi la Via, non mi avete ascoltato. Spero per voi che il qui presente si riveli almeno una utile aggiunta alla famiglia, o quantomeno, non deleteria. I suoi articoli non sono male, anche se tende un po’ troppo al sensazionalismo per il mio personale gusto.>> ti osserva di nuovo qualche istante, inclinando la testa. <<Per quanto forse una luce offuscata negli occhi tu la abbia...>>
  11. Goran Gerald d’Carshai <<Intendevo una chiesa dell’Ecclesiarchia, non una dedita all’Omnessia.>> dico con un sorriso, osservando il tecnoprete. <<Però un giro in città può essere sicuramente utile anche soltanto per comprendere dove si trovino...i luoghi di maggior interesse.>>
  12. Il tuo sire ti abbraccia, quando esci con lei dalla stanza da macelleria. Entro breve te ne vai, scortata dal tuo sire e da quattro grosse guardie del corpo in giacca e cravatta nera ed occhiali neri. Tipici bodyguard. Quella che segue è una settimana infernale: la tua sire è un mostro, lunatica e completamente bipolare. Alterna momenti di amore materno a momenti di sadismo e tormento. Però in una settimana sei tecnicamente pronto per ottenere lo status di vampiro accettato dal principe di Miami ( che scopri essere molto idolatrato dalla tua dire, ma sembra che sia un amore non troppo corrisposto)
  13. Riesci ad arrivare alla cucina senza aver subito alcun danno, miracolosamente quando giungi è tutto vuoto e, fortunatamente il sole è calato. Quindi puoi uscire. Le sirene della polizia si fanno sempre più vicine in compenso, ma sull’altro lato della strada. Al momento non ti sembra di essere seguito da nessuno...e la strada è completamente libera. Devi però decidere cosa fare: potresti scappare verso l’Elysium, verso il Purgatory ( che é più vicino ma di proprietà di due Tremere che spregiano il clan e da esso non sono ben visti) oppure verso la cappella Tremere ( che è più lontana, ma è probabilmente il posto più sicuro, visto i suoi incanti). Dove vuoi andare?
  14. Noti solo ora che Elizabeth non è sola nella stanza. C’è anche Alberto ed altre persone...umani, ma non solo. <<Quello è un mio potere. Non vogliamo certo che Elizabeth veda il proprio infante in uno stato indegno di lei.>> dice atono, fissandoti con espressione sdegnata. Non che tu gliene abbia visto altre. Accanto a lui c’è un un ragazzo asiatico che gli sta un poco dietro. Stai tranquillo, se è possibile. E segui la tua Sire. Forse siamo arrivati in tempo per salvare la tua ragazza...ma devi fidarti di noi e di nostro padre. ti dice una voce nella testa. <<Su, mio caro. Giocare col cibo non è una cosa degna di noi...o quantomeno giocare con cibo del genere...>>
  15. <<È che io...sono molto gelosa, piccolo mio.>> dice lei, accarezzandoti i capelli. <<E non potrei mai tollerare che tu ami qualcuno all’infuori di me...>> dice mentre ti tocca il collo. E ti morde con violenza il collo. Di nuovo una sensazione orgasmica, di nuovo il piacere...poi la sensazione di qualcosa che ti umetta le labbra, sangue denso e ceroso, che ti attraversa la gola come un migliaio di aghi. Quando sei di nuovo padrone di te, spezzi la catena e spalanchi gli occhi come mai prima d’ora. Non avevi mai provato tanta fame, tanta sete...così mostruosamente, così tremendamente assoluta. Quando salti con violenza sulla tua vittima, ne fai strage, mordendo e strappando e rompendo. Le urla di dolore hanno di molto superato quelle di piacere dell’inizio. Quando improvvisamente, violentemente, riacquisisci la ragione...fra le tue mani trovi il corpo infranto e distrutto di April. Senti la risata crudele di Elizabeth rimbombare nella stanza. <<Adesso piccolo mio, con questo tuo peccato impresso di rosso sulle mani...ora si, che sei un magnifico ventrue!>>
  16. «Ore. Ci vorranno ore. Dovrai essere abbastanza debole da quasi morire, ma abbastanza in forze da poter morire e non farlo all'improvviso. Inoltre, dovrai aver il meno sangue possibile per evitare le arrabbiature al tuo sire.» rimane in silenzio un attimo, prima di riprendere a parlare, senza alcuna inflessione «Quando si è vecchi come me, si iniziano a riconoscere opportunità nei momenti e nei luoghi più...impensabili.» Ti osserva un attimo. «Fai la tua scelta, giovane ventrue...» Passa un lasso di tempo per te interminabile, svieni più e più volte. Poi, ti sveglia uno schiaffo violento. «Ben svegliato...figlio.» dice Elizabeth sorridendoti, zanne allungate. «Presto avrai molta sete...la stessa che ho io, che abbiamo tutti... che avremmo tutti. E chi preferirai divorare, fra le due tue sciacquette? La tua...fidanzata» dice il termine come se stesse rimettendo «...oppure quella inutile idiota che ti ha invischiato in tutta questa gran confusione? Scegli, piccolo mio...perché a breve ucciderai chi sceglierai...»
  17. Non c'è niente da prendere, nella stanza dove sei, di utile. Segui Big Mac, attraversando i corridoi di quella che è una villa. Prendi una scala patronale e sei scortato in una grande sala da pranzo. E' lì, sulla porta, che ritrovi il tuo sire. Sta "mangiandosi le mani con le mani", chiaramente in preda all'ansia. Qualcosa di nuovo dentro di te ti dice che sia Abele, probabilmente. «Ah, eccoti!» dice venendo verso di te, vedendo come ti sta l'abito, ma forse anche più come stai. «Mi sembra che tu stia bene. Se hai qualche giramento o qualche sensazione strana dimmelo subito eh.» dice prima di cambiare espressione e darti una forte pacca sulla spalla «Ma no, ma no! Sta bene! Col nostro sangue non poteva certo andar niente storto!» Di nuovo cambia postura e ti mette a posto leggermente la camicia.«Sia messo agli atti che forse mi sono sbagliato.» A quel punto, la donna che ricordi averti scaraventato con violenza, appare da una porta, portando un vassoio di cibo che, a vederlo, non ti trasmette assolutamente nulla, nonostante i buoni odori ed il bell'aspetto. Con una mano apre la porta, mentre con l'altra porta il grande vassoio, rivelando una magnifica sala da pranzo. Al centro, una lunga tavola di legno scuro, probabilmente ottocentesca. A capo tavola, con alle spalle un grosso caminetto ed un enorme quadro della Breccia di Porta Pia, si trova una figura seduta in maniera composta. Sulle prime pensi che sia un cadavere, visto che non si muove e non respira. Ma poi si muove. Seduti alla tavola si trovano un'uomo sulla sessantina che ti ricorda qualcuno che hai visto su un libro di storia al liceo, la donna che ha aperto le porte (che posato il grosso vassoio si mette a sedere), la donna sudamericana che guidava l'auto d'epoca ed il misterioso fotografo. Si siede anche Big Mac insieme a loro. Lucio invece ti scorta dall'uomo. Gli fa un leggero inchino con la testa e ti fa cenno di sederti ad una sedia specifica dall'altro lato. Disposizione al tavolo Il padrone di casa alza un bicchiere il cui odore ti fa venire un groppo alla gola per la fame e per la sete, una sensazione sul momento mostruosa e martellante in maniera violenta. Poi tutto cessa all'improvviso. «Siediti.» la sua voce rimbomba nella tua testa e le sue piccole pupille nere ti sembrano perforare il cranio. Gli occhi azzurri e le pupille in quel modo sono inquietanti ed intimidatorie. «E parlami un poco di te, a questo punto.» Dall'altro lato del tavolo, un poco come uno scemo, Caino ti fa con entrambe le mani l'ok, facendo l'occhiolino.
  18. <<Oh no, sbagli in pieno.>> dice mentre scuote la testa <<Abbiamo il medesimo rango sociale, io e lei.>>
  19. «Magari in futuro potresti diventare un alleato. Oppure semplicemente non amo gli inutili spargimenti di sangue, non fanno bene all'anima per coloro che sono come me e la tua Sire. »
  20. Vanessa gonfierebbe il petto volentieri, foste da soli, ma il fatto che gli altri interlocutori sappiano che non è vero gli evita di mentirti. «Io in veritad sono una camarilliaca fatta e finita.» non ci vuole un gran intuito per capire che menta «Le attività con gli anarchici le lascio ai nosotros adottati...J.J. e Fritz.» Fritz si fa pensieroso, incrociando le braccia e lisciandosi il mento. «Evita le arpie, ti direi. E' il miglior consiglio che si può dare ad un infante.» dice, toccandosi la maschera. «Evita il capoclan Ventrue.» dice il Sinedei «Se non vuoi finire ad eseguire i suoi ordini come una marionetta» «Evita il setita.» dice una voce dietro il vostro capannello. Ha in mano un sigaro, con cui sparge un fumo assai pesante e...rossastro. Porta davvero gli occhiali da sole nonostante si sia quasi al buio. «Ciao Abu-Jalaal.» dice Mary-Anne. «I lor signori scusino il mio ardire nell'interrompere il loro interloquire...» inizia con una battuta che strappa un sorriso sia a Mary-Anne che a Vanessa «...ma a sentir parlare di persone con cui non aver a che fare, mi sono sentito chiamare.»
  21. Inizi a muoverti nel buio, evitando accuratamente ogni fonte di luce, mentre il sole inizia lentamente la sua strada verso il tramonto. Fortunatamente, grazie al tuo rituale, sei al pieno della forza. Il problema dell'edificio è che non ha grandi uscite di emergenza o simili, dopotutto è un "monastero". Inizi a spostarti per i corridoio, accelerando il passo quando possibile e rallentandolo quando senti troppo vicini i colpi di arma da fuoco. Ma inizi ad accelerare quando inizi a sentire l'odore di bruciato. «Cani tremere! La vostra ora è giunta!!! Bruciate, bruciate!» urla una voce raschiata e bassa, mentre da fuori si iniziano a sentire le prime sirene. Le cose sono due al momento: o continui la tua strada furtiva verso l'ingresso, oppure cerchi una uscita alternativa (come ad esempio dalle cucine o simili, probabilmente i tuoi confratelli umani avranno qualcuno che porta al cibo con furgoni e simili...oppure potresti provare a fuggire dai tetti)
  22. «Non saresti il primo uomo ad avere una tresca incresciosa con un superiore od un inferiore. O magari potresti trovare insoddisfacente la tua relazione con April. Non importa. E' una narcisista, Elizabeth. Crederà a ciò che gli dirai poiché non crederà che tu possa mentire innanzi alla sua bellezza e potere.» dice, mentre la ferita alla testa inizia a rimettersi al suo posto da sola, rigenerandosi. «Certo, questo varrà fintanto che sarai umano...e fintanto che riuscirai a fingere mentre sarai vampiro.»
  23. «La Camarilla si considera l'ecclesia di tutti i vampiri...» dice il Sinedei, prima che Vanessa gli faccia segno di fermarsi. «Per la camarilla todo i vampiri sono sua parte, quindi tutti devono seguire le sue leggi. Per questo se mati un sabbatico non est problemo: si da per scontato abiano tutti commesso diablerie od infranto la masquerade.» Poi si ferma come a riflettere un poco. «Anche gli anarchici rispettano la Masquerade (come tutte le persone non loche), e probabilmente tu facessi una caz**ta in un territorio anarchico...o ti lincerebbero o ti porterebbero pesto al Principe per farti matar da lui o lo Sceriffo.»
  24. «Mio fratello perì mentre cercavamo di salvare una cittadina che esisteva dove sorge quest'altra dall'attacco di una creatura gigante a due teste. I popolani trovarono me morente e mia sorella spenta...la uccisero e la infransero.» dice,mentre per qualche istante le sue vesti si fanno meno stringenti, rivelando leggermente meglio il volto: per quanto gli occhi siano neri giaietto e simili a quelli di un ragno, adesso che le vesti non lo impaludano, notate che è un aasimar. La cosa dura soltanto qualche istante, il tempo che tutti voi notiate come le vesti si stringano intorno a lui prima che l'espressione affranta del volto nata mentre parlava della sua famiglia si contorca nuovamente nel ghigno che avete sempre visto. «La vostra risposta quindi qual'è? Credo che la Regina Valena di Korvosa non abbia desiderio alcuno di tergiversare e voglia morire per raggiungere le sue consorelle più...fedeli.»
  25. È in quel momento che il nero ti da un colpo in testa ed il ragazzo asiatico ti salta letteralmente addosso. Prima il dolore di un morso, poi l’estasi, una sensazione che forse può eguagliare la prima volta con qualcuno che si ami davvero. Poi giunge il buio... Vi è un misto di incredibili sensazioni: una cacofonia in testa, un brusio, il dolore, un senso di spossatezza e stanchezza, un odore nauseabondo di feci ed urine. Poi acqua fredda, un immobilismo senza alcun senso e scopo, ma la coscienza che torna. Tutti tinto di rosso, una sete senza alcun senso, un misto di arsura, fame e follia tutte insieme. Poi qualcosa ti umetta le labbra ed è come tornare a vivere. Tutto riacquisisce i normali contorni, mentre qualcuno ti versa nettare ed ambrosia in bocca. Di nuovo acqua, di nuovo freddo, di nuovo l’ambrosia...ma questa volta senti il sapore ferroso del sangue. Ma quanto, quanto lo ami. Quando sei di nuovo in te, qualcuno ti ha cambiato gli abiti, dandotene alcuni da sera. Un paletto sporco di sangue in un angolo, in una ganza da letto che non è quella dove ti avevano portato. Le finestre hanno serrande in metallo. Hai un senso di giramento, un colpo di calore quasi, quando Big Mac ti bussa alla porta. <<Il grande capo vuole vederti. Ed in caso mi ha detto di trascinarti. Ci sei? Ah, è passata una settimana, prima che tu lo chieda.>>
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