Zellos

<<Voi mortali avete dimenticato cosa sia il Buio. È l’infinito, tutto il possibile, ogni possibilità. Ma è anche ciò da cui siete veramente nati.>> Sorride, ampliando le braccia. <<Perdonatemi, perdonatemi. Parlo come fossi il padrone, quando sono poco più di voi. Qualcuno che si è fatto Saggio. Qualcuno che ha compreso.>> Si alza in piedi, iniziando a muoversi lentamente, avanti ed indietro. <<Icarus è un sopravvissuto. Uno dei primi nati dall’inchiostro degli Dei prima degli Dei. Un mortale nato dalla mano di uno dei membri della Mano.>> dice sorridendovi, gli enormi occhi neri brillano nel buio. <<Ha ucciso molti, molti della specie di cui sono parte ora.>> agita l’indice verso di voi. <<Curioso uomo. Così folle e così coraggioso da riuscire ad attraversare l’Oscurità fra le Stelle, il cancello del Giardino... se è giunti qui è perché forse siete più importanti di quanto io abbia scorto.>> Si volge verso di voi. <<Vogliamo continuare ciò che abbiamo iniziato? Se uno di voi non si rannicchierà nel terrore di fronte a me sarete liberi...avrete il ragazzo e ci aggiungo il tesoro. Non illudetevi. Attaccarmi vuol dire morire.>> amplia le braccia <<Perché lo faccio? Perché sono curioso di questo guizzo del destino. Ciò che di umano rimane in me...è curioso...molto.>>

Il purgatory quando arrivi è pieno di gente. Guardandoti intorno noti che è tipico della movida di Miami. C’è una marea di gente della tua età o poco più giovane. Il punto dell’appuntamento è ad un trecento metri, molto vicino. Casa di Sinedei in zona.

Telefono col cellulare e funziona normalmente. la telefonata procede, chiami una sua amica a la riesci a trovare. Va tutto bene. Il detective ti osserva per tutta la comunicazione, con calma. <<Direi che dovrebbe venire qui, affinché possiamo fare anche a lei qualche domanda. Poi potreste seguirci in centrale.>>

«Oh non preoccuparti, loco. Abbiamo tutta l'eternità.» dice lei facendo spallucce «Se hai così tanta voglia di restituirmelo a breve, posso sempre scambiarlo con qualcuno che possa aver bisogno in fretta, se vuoi.» Certo che è proprio gentile, Vanessa, oltre che una bella donna.

Alucard Borealis @Pyros88

Il Saggio del ragno rimane silenzioso a guardarvi. Sorride. Il golem rimane in silenzio, a fianco a lui. @tutti

<<Come spesso accade, le brave persone non sono a conoscenza di coloro che possono avercela con loro...>> pensa un attimo, lisciandosi il mento <<Avete già provato a sentire la vostra fidanzata? Dove si trova, se sta bene?>>

Arthorius Theos Azuj Dopo il sacrificio, i nostri signori ci mostrano la loro volontà. <<Bene, bene! Bene!>> dico applaudendo un poco, mentre mi osservo un poco le mani insanguinate. <<Oh beh, direi che dovremmo lavarci. Pulirci quantomeno. Uhm...Jean, avete qualcosa di simile?>>

Nessun furto d’auto.

Alucard Borealis Fuori dalla Taverna @Pyros88 e @PietroD

<<Detective.>> ti corregge lui, mentre tira fuori un taccuino ed una Monte blanc stilografica <<Allora, innanzitutto, con chi vive qui? Moglie, fidanzata?>> domanda indicando le foto cve sono un poco sparse <<Scusi inoltre la domanda “sciocca”: lei ha dei nemici? Ha visto qualche movimento sospetto negli ultimi giorni intorno a casa sua?>>

I due si fanno un cenno di intesa, mentre iniziano a scrivere. <<Tutto fatto. Sei ufficialmente Dave Brook, del sangue di Brujah, figlio di Vanessa, figlia di Castiel figlio di altri sette sire fino a Caino.>> L’arpia chiude teatralmente il libro, facendovi un segno con la testa ed iniziando a guardarti in modo leggermente diverso. <<Bevi, chico! Alla tua ed alla mia salute! Non berne troppo, il sangue di alcolista nuoce alla salute ma è mui bueno!>>

Alucard Borealis @Pyros88

@Nyxator Quando il prigioniero entra nella stanza e vede che il corpo è ancora lì, gli esce un sibilo ed una imprecazione in silvano. Quando Chelry lo afferra non distoglie lo sguardo. <<Era fatta per distruggere il corpo, non per far male a qualcuno. Sempre che non amoreggiasse col corpo.>> dice fissandoti con un sorrisetto <<Sarebbe dovuta esplodere da tempo... non devo essere riuscita ad attivarla per colpa dell’aasimar.>>

Arthorius Theos Azuj «Che dispiacere...avrei voluto avere più tempo da dedicargli...» mi esce un sospiro triste, prima di fare quasi un applauso, strofinandomi poi le mani. «Vediamo, vediamo un poco...» dico avvicinandomi verso i due zii, le vittime che mi sono state "concesse" in questa situazione così divertente. «Mi parete un poco...rassegnati. Non va bene...non va bene.» dico verso di loro. «Dovreste dimenarvi, urlarvi! Non avete cara la vita, non avete voglia di opporvi?Siete vecchi e tristi.» afferro per i capelli entrambi, iniziando a trascinarli. «Avete qualche ultima bella parola? Qualche preghiera da pronunciare, qualche cosa da sussurrare? Non vorrete forse lasciarmi nella memoria soltanto la vostra inutile mediocrità, orsù!» Conficco una delle mie lame nel rene dello zio, attendendo che magari inizi a parlare la zia, o viceversa. Lo scopo in realtà però è un altro, rovinare anche questo ultimo desiderio e momento, prendendo la loro vita con violenti colpi di martello in modo da non farli finire di parlare.

Arthorius Theos Azuj <<Suvvia, Fosco!>> gli dico avvicinandomi, mentre faccio uscire lentamente una frusta dal braccio, facendosela uscire dalle vene del polso sinistro. La spina dorsale di metallo nero che ne esce si dimena per qualche secondo, prima che la faccia guizzare per dare una sferzata alla schiena di Fosco. Tutto questo per avvicinarmi velocemente a lui ed afferrargli la testa. <<Su, su... non farmi aspettare. Voglio sentirti dimenare, un poco. Dai, dai!>> E quello è il momento in cui, portato sull’altare, almeno due o tre volte gli sbatto la testa su di esso. Ma non per ucciderlo. No, no, no...non così presto <<Mi chiedevo se farti del male possa spezzarti Fosco...ma non credo...o meglio, si. Chiederesti pietà. Ma non saresti...in frantumi. No, no. Credo che ti emasculerò. Sarà la cosa più adatta...era questo che pensavo di fare alla figlia del governatore, no? Punirla per ciò che pensa, per come si comporta?>> Da lì a breve, la violenza carnale sarebbe partita. Ed in mancanza di lubrificante, il suo sangue sarebbe andato bene. Molto bene.

Dovrebbe essere un uomo adesso anziano e le notizie che trovi, con rapidi click, non sono sicuramente “consolanti”: sembra che costui ( di cui non ci sono foto) sia uno dei miliardari americani corresponsabili delle dittature argentine degli anni settanta. Il suo nome appare anche in un articolo sulle case più belle del lungomare di Miami. Il suo nome appare anche in vari altri articoli e simili di complottisti riguardanti la guerra di Yugoslavia ed adesso quella del Califfato. Quando finisci la tua indagine ( durata ben poco) sei alquanto stupito dalla facilità con cui hai trovato tutto questo materiale.

Alucard Borealis Saltò alla domanda di Astrid, visto che si era quasi nascosto all’entrata nella stanza, per poter stare per conto suo... ma non ci riuscì. <<Un...un...cioccolatino. Si, si...certo...>> disse mentre iniziò a guardare all’interno del suo zaino. Prese il sacchetto dei cioccolatini, fece per darlo ad Astrid e...si bloccò. Non riusciva a darglielo. Nonostante i guanti, nonostante quelli, non riusciva a passarglielo a mano. Si voltò velocemente, portando il dorso dell’altra mano velocemente alla bocca, abbassandosi leggermente e tremando qualche istante. Gli cadde lo zaino di mano, ma non ne diede minimo peso. Si avvicinò un istante prima a Ragnar, guardandolo per due secondi pieni, poi andò da Deborah e gli passò il cioccolatino. <<Non...non mi sento molto bene.>> Uscì immediatamente dalla stanza, poi dal locale. Aveva bisogno d’aria. @tag vari

Quando sali nel tuo appartamento noti alcuni poliziotti che stanno prendendo deposizioni..e poi noti che ci sono alcuni poliziotti in casa tua. La porta è sfondata, e ci sono alcuni bossoli per terra. «E' lei il proprietario di questo appartamento?» dice un uomo che sembra l'archetipico detective (per l'abbigliamento) ed un poco un Poirot per via degli anni, la sessantina abbondante. Curiosamente, ti ricorda qualcuno. Ti sembra un viso noto, ma non sapresti identificarlo al momento. «Sembra che qualcuno si sia impegnato molto per trovarla e venirla a prendere, visto il gran caos. Potrei farle qualche domanda?» ha un leggerissimo accento ispanico?No, forse brasiliano...o qualcosa di simile. Latino insomma.

Lei inclina un attimo la testa, poi ti sorride e ti fa cenno di seguirla, dopo aver schioccato le dita verso la barista. Ti porta rapidamente in un privet dove ti dice di sederti. «Oh beh, direi che non c'è granché da fare per me. Un favore piccolo ed un brindisi, direi.» dice facendoti un bel sorriso. «Vado a chiamare un'arpia e prenderci un goccetto. Sangue di alcolista, caliente!» Dice alzandoti e lasciandoti solo per qualche istante...prima di tornare con due persone: una porta un grosso libro, in realtà un codex, mentre l'altra porta un tablet. Quella che porta il tablet non la hai mai vista, mentre quella che porta il codex la hai vista in compagnia del Custode dell'Elysium. La portatrice di Codex Quello con il tablet Entrambi vi guardano con una tale puzza sotto il naso e dall'alto in basso che non sareste stupiti se facessero una capriola all'indietro. O forse è il tuo sangue che parla, antipatie più antiche di te di molti millenni. Vanessa fa gli onori di casa. «Hector Lestradde e Josephine Lebulle.» i due fanno un leggero inchino (più lui che lei, a vista). «Spero che la...Primogenita Vanessa ti abbia spiegato che non si può esimersi dai favori che vengono inscritti nel libro, nespà?» dice lei abbassandosi leggermente verso di te, con l'espressione di chi stia parlando ad un bambino. «L'Arpia Lebulle sta chiaramente dando per scontato che siate stato messo a conoscenza dell'estrema...importanza che hanno i favori per la Camarilla. Se lo siete, un favore leggero non è granché, specialmente in confronto all'adozione. Volete procedere?»

Inizi ad avviarti, a passo veloce, verso casa tua. Non che ci voglia molto, in verità. Inizi a salire le scale quando noti che, lungo la strada, ci sono alcuni poliziotti che stanno raccogliendo informazioni vicino a casa tua. La stessa casa di fronte a cui si trovano due volanti della polizia ed un suv scuro. Un poliziotto sta controllando l'interno del veicolo, mentre uno della scientifica sta controllando qualcosa per terra. Ci sono alcune strisciate di benzina in fiamme vicino a casa tua.

Passa, con una certa violenza e nelle urla di paura ma di eccitazione dei giovani, un camion dei pompieri che spara benzina a caso in giro. Investor una persona in pieno e scappa, seguita a breve da un po’ di auto della polizia.

Controlli alla motorizzazione come sai fare tu e trovi facilmente la proprietà. Appartiene ad un italiano ( Alberto Sinedei) che abita vicinissimo al Purgatory ( nel quartiere accanto più o meno). Hai l’indirizzo.

Il telefono sembra essere perfetto. Per le risposte alle mail lavorative ci forra qualche momento. Quando vai a controllare la mail, noti che ha un counter per l’appuntamento.

«Oh sì. E spero che tu non ne trovi mai uno. Io e mio fratello abbiamo rischiato di morire più di una volta, a combatterci.» Vanessa su questo discorso inizia a muoversi lentamente, come per sparire sullo sfondo. «Ti stupiresti di quante altre mostruosità e diavolerie ci siano in giro. Te ne parlerebbe meglio mio fratello Fritz però. Lui ha girato il mondo per cercarle e conoscerle...ma a parte i licantropi ed i maghi, c'è poco di cui preoccuparsi...il resto è rarissimo e fortunatamente...poco interessato a noi, verrebbe da dire! E meno male. Niente che ci aiuti...o almeno non come "razza", a parte gli umani, ovvio.» Ti osserva un attimo, sorridendo alla tua battuta. «Scoprirai presto che se mi chiamano testa anarchica non è strano. Da me la prima bevuta è sempre gratis. Se si vuole altro...si paga come si può: soldi, favori e simili. Ma non uso le arpie. Mi basta la parola ed una stretta di mano.»