Per qualche istante sembra che dalle acque emerga una maschera a becco, ma è una impressione: un frammento di legno emerge, null’altro. Dubbiosi sulle parole sprezzanti dell’eptarca che si è venduto alla Corte degli Dei dell’Arazzo Oscuro, uscite dalle sale della guardiana ed insieme a Man tornate indietro. Abbandonate il circolo, facendo la strada a ritroso. Ma’ vi accompagna fino alle porte della “tana” del saggio del Ragno. Per chi se lo chiedesse, lo strano corvo, anch’esso un saggio, è sparito. Forse ha già trovato il suo nuovo ospite?
Giunti innanzi alla villa ed alla sua maligna aura, vi avvicinate al suo ombroso ingresso e scendete la scala. Vi raggiunge una violenta ondata di calore e di di odore di ozono, una volta che “riuscite alla luce del sole”.
L’illuminazione intorno a voi è data da enormi corsi di oro fuso che si muove intorno a voi. Dalla vostra postazione notate una città costruita a spirale verso il basso, a tre anelli. Siete nel più alto, il più esterno. La calura è assai alta e siete boccheggianti: la volta della caverna dove vi trovate ha dei grossi fori ( macerie crollate verso il secondo anello), ma non penetra luce ma una pioggia fitta e scura, oltre all’odore di fulmini.La strada al momento è una sola e dritta, e passa su una strada fra due serie di edifici dallo stile esotico che ricorda alcune rovine di Korvosa o Varisia: lo stile dell’Impero di Thassilion. Lungo la strada ci sono corpi di uomini attorniati da orrende bestie mutate, ma anche dilaniate da trappole inavvertitamente attivate. Le uniche strutture immuni a questa mattanza ( ed all’oro che a volte pare esser caduto anche in mezzo alla città alta) sono degli obelischi ornati di simboli: sono accumulatori di energia necromantica di grandissimo potere, adesso deviate: sembra che qualcuno incredibilmente potente le abbia modificate col suo sangue per puntare verso un punto specifico del dungeon, il suo punto più basso. Attraversate per una decina di minuti strade cittadini con apprensione vieppiù crescente, finché non vedete una figura non proprio rassicurante.
Alto un metro e novanta, ha appena ucciso un uomo tagliandolo letteralmente a metà con la grossa mannaia che impugna nella destra. Lo osserva qualche istante prima di avvicinarsi ad uno degli obelischi e guardarli attentamente. Anche questo è ricoperto di sangue come gli altri, dalla stessa mano leggera ed esile. Il muscoloso guerriero estrae da una sacca che ha sulla schiena, alla vita, una pergamena di pelle di pecora ed inizia a scrivere, dopo aver intinto oziosamente un pennino nel corpo del cadavere vicino a lui ed inizia a scrivere, osservando l’obelisco.
Rispetto a voi è ad una trentina di metri e volendo potreste evitarlo completamente per prendere una “strada laterale” e continuare il vostro giro obbligato.