Dallo schieramento, decimato dall'esplosione, cominciano ad alzarsi voci cariche di sconforto.
« Ah! Questo è un incantesimo del nove, quindi ci sta attaccando un incantatore del 17! Scappiamo, è troppo potente ».
Una voce solitaria spicca tra le altre:
« No, potrebbe essere un sacerdote ur del 14! »
Il resto dell'esercito, ancora sconvolto, risponde:
« È troppo forte lo stesso, scappiamo! »
Dall'altro lato dello schieramento, partono nuove ipotesi:
« E se fosse un artefice del 10? In realtà basta del 7... »
A cui gli uomini rispondono prontamente:
« E che cavolo è un artefice? »
Segue un interminabile istante di silenzio, rotto da un impeto di coraggio:
« Non so, mi puzza di lamerata, ma proviamo ugualmente ».
Ispirati dal breve scambio di battute, gli uomini, con ritrovata fiducia, impugnano lo scudo torre fissato alle loro spalle, piantandolo a terra e usandolo come riparo in direzione dell'uomo circondato dalla sfera di forza.
In risposta al rozzo invito del mezzorco, il soldato accanto alla donna più formosa dell'esercito esclama:
« Attento che l'ultima volta che si son viste due bombe così, il Giappone si è arreso ».
Dopo la manovra difensiva dell'esercito, un profondo silenzio cala sul campo di battaglia. L'uomo nella sfera resta immobile, con il mezzorco poco distante che non smette di grattarsi in modo indecente.