Radagast il Verde
E fu silenzio.
Il Druido si apprestò alle misere spoglie dell'esserino in silenzio.
Non disse una parola.
Solo silenzio. Silenzio misto a pietà. Pietà per quella vita che non lo era più.
Poi si fece largo il disgusto. Disgusto per tutta quella situazione. Per quelle persone. Per tutti.
"Nessuno di questi merita rispetto. Perché nessuno di loro ha rispetto. Per la vita. Per le persone. Per gli altri. Non è una questione di bontà, è una questione di umanità."
Il Druido, come se fosse in un corteo funebre, ricompose alla meglio il corpicino. Lo avvolse nelle sue stesse misere bende ed in silenzio lo trasportò verso uno dei tanti sepolcri nel muro. Arrivato li cercò di ripulirlo al meglio con le mani. Poi vi pose il corpicino dentro. Recitò una preghiera lenta, lamentosa, triste in druidico. Era rivolta alla Grande Madre, ma vi infilò anche il nome di Sigmar che tutti poterono capire.
"Se Sigmar esiste, avrà pietà sicuramente anche di questa vita".
Poi si voltò e scorse lo sguardo su ognuno dei presenti.
"Mi dispiace, non siete degni di vivere. La sola vostra presenza insozza l'aria e la consuma. Per cui vi lascerò per sempre qui nella cripta di Sigmar dove verrete sistemati in altri sepolcri. E poi verrà il fuoco a purificare tutto."