L’eterna fanciulla
Narra una antica leggenda che Anais, una fanciulla, tra le più belle e più buone sulla terra , ricevette un dono fatato: un folletto alato di nome Pit. Questo piccolo e dolce folletto, anno per anno, aveva il compito di svelare alla fanciulla uno dei segreti del popolo fatato. Anais era affacciata alla finestra, sapeva che quello era il giorno in cui sarebbe arrivato il suo amico folletto, ed era elettrizzata e felice all’idea che anche per quell’anno sarebbe potuta tornare nella terra fatata di Tir-nan-Og e scoprire un altro dei suoi mille segreti. Ricordava che l’anno prima aveva danzato con le fate e aveva appreso che la befana non è una vecchia strega buona , ma una fata che aveva deciso di mostrare la sua vera età, rivelando i suoi capelli bianchi e le sue rughe. Aveva appreso che ella non vola solo su una scopa per portare i dolcetti ai bambini buoni, ma si sposta anche a cavallo di un asino. Ma ecco che, risvegliandosi dai suoi ricordi, Anais vide arrivare Pit e accogliendolo con un grande sorriso lo salutò e gli offrì un biscottino e una tazzina di latte . Pit apprezzava tanto questo gesto e, dopo aver divorato il suo spuntino, fece capire ad Anais che era giunto il tempo di scoprire un altro dei mille segreti del suo popolo. Anais chiese a Pit se prima di andare poteva salutare i suoi familiari , i quali ogni anno che passava , in quei pochi minuti che lei trascorreva nella terra di Tir-nan-Og, sembravano invecchiare di dieci anni più del dovuto. Pit acconsentì con un cenno della testa e, mentre Anais correva felice, pensava fra se che forse era giunto il momento di dirle uno dei doni più belli e alle volte tristi che le aveva fatto : l’eterna giovinezza.
Vulak