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Ian si stiracchiò la schiena e contemplò il manoscritto di fronte a se. La luce del sole penetrava da un’alta finestra e illuminava la camera. Tutto, come sempre, era in disordine. I mobili erano sommersi da libri e pergamene ingiallite. C’erano dei fogli anche sul pavimento. A Ian piaceva quel disordine. A parer suo, quel soqquadro rendeva accogliente quella camera. Un’elfa dai capelli castani entrò nella camera. Era di bell’aspetto e questo a Ian non dispiaceva. Lo hai finito? Chiede la giovane mentre si sedette su uno sgabello. Ian annuì e stirò un accenno di sorriso. Si sentì fiero di se. L’elfa si alzò per poter leggere il titolo del manoscritto: "Un racconto tra le nevi"… credi sia un titolo appropriato? Si, rispose semplicemente Ian. A chi vorrai farlo leggere? Non saprei… è pieno di scene violente. Ma anche d’amore?! Si, diciamo che sono voluto restare fedele alla storia. Potrei leggerlo? Oh, no. Ti vergogni? Sono sensibile quando si parla della mia arte. Allora leggimelo tu. Ecco… non saprei. Ti prego. Dovrai farlo vedere prima o poi a qualcuno. Non hai detto che questa sarà la tua ultima opera? Si, desidero passare i giorni che mi sono rimasti in pace, riassaporando i vecchi ricordi. Non ho più le forze per scrivere un'altra storia. Allora non è meglio che lo leggi prima a me e poi a tutti gli altri? Ehhh… in effetti non hai tutti i torti. E fa sparire quel sorriso dalla faccia. Allora cominciamo… Un racconto tra le nevi Ha smesso da poco di nevicare e il cielo si è aperto lasciando penetrare la luce del sole su una valle di Valang. I raggi scendono sull’armata composta da cinquemila uomini. Sono soldati ben addestrati, a cavallo e con delle armature pesanti. Il loro nemico, un’armata del re di Valang, si è radunata sul versante nord-est. Tra le fila dei cinquemila cavalieri si trova Kala. E’ su un destriero bianco e siede su una speciale sella disegnata apposta per lei. L’unicorna indossa un’armatura bianca e un elmo che le permette di tenere libero il corno. E’ diventato il doppio più lungo da quando Kala aveva otto anni. Ora ne ha sedici. Un vento si solleva da sud e questo le fa agitare i capelli e il mantello. Tutti i cinquemila uomini aspettano il suo ordine. Kala infatti è il comandante di questi soldati. La ragazza ha voluto rispettare la tradizione axiriana e per questo ha cambiato il suo nome il Kala Sal-Legasia Biancaspina. Lei è pensierosa e si accorge solo ora dei cinquemila sguardi rivolti sulla sua persona. Afferra così dal suo fianco la sua haresiana. Si tratta di un elsa dal pregiato manico d’avorio. Sacrificando una goccia del suo sangue, pungendosi il pollice con un piccolo ago posto su quell’elsa, Kala evoca la lama della sua arma. Si forma da un getto di sangue che poi va a solidificarsi e a trasformarsi in metallo. Appare così la lama lucente della sua spada del bianco e del nero. E’ un’arma che desta meraviglia a tutti i presenti. Kala la tiene prima in orizzontale, per poi sollevarla di fronte a se e spronare il suo cavallo. Quello è il segno della carica. I soldati sguainano le armi e urlano all’unisono mentre iniziano a galoppare contro il nemico. Anche i soldati del re partono alla carica. I due schieramenti si scontrano poi nel cuore della vallata. Le lance si incrociano, i cavalli urtano e i cavalieri vengono trafitti, disarcionati e travolti. Tutto si trasforma in un bagno di sangue. In quel mare di metallo scuro e sangue spicca la bianca figura di Kala. In sella al suo cavallo, Biancaspina balza oltre le prime file dei nemici. I suoi uomini la seguono e questo gli permette di aprire un varco tra gli avversari. La spada di Kala urta l’asta di un mazzafrusto e la donna perde la presa con l’arma... proprio quando era riuscita a vedere il comandate dell’armata nemica. La giovane non si perde d’animo e assume la posizione dell'arciere. Un arco di energia blu, fluente come acqua, appare tra le sue mani. Scocca una freccia magica e il dardo penetra nell’elmo del comandante, trafiggendogli un occhio e raggiungendo il cervello. L’uomo inclina di scatto la testa all’indietro. Il sangue gli scorre sul volto e sul collo per poi uscire attraverso gli anelli della gorgiera. Il comandante cade a terra mentre è ancora vivo. L’armata nemica ha perso la sua guida e ora non sa come coordinarsi. Dopo mezz’ora l'esercito nemico è stato sconfitto. Kala e alcuni suoi fedeli cavalcano fino a raggiungere un colle. Da lì, guardando verso nord-est, si può vedere la citta di Avidhar, tenuta in schiavitù dai soldati del re Valang. Biancaspina si volta verso un uomo e gli rivolge un cenno del capo. Quest’ultimo si rivolge subito a un messaggero: vai e informa il grosso dell’esercito del nostro successo. Lord Herlan non avrà più il fianco sinistro scoperto e potrà partire alla conquista di Avidhar.
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C-credo... che sia Aurline... o almeno ciò che è diventata. Il Drognodar... non posso crederci! Guarda i nostri occhi, Herlan, sono gli occhi di Aurline. Portiamo i suoi occhi. Sai... credo che Drognodar sia un ottimo cognome per te. Am'Lith ti prende per mano.
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Vikthur ascolta il tuo discorso senza mai smettere di guardarti negli occhi. Non riesci a capire a cosa sta pensando e non riesci a capire quali emozioni hanno suscitato le tue parole. Il nobile non vuole commentare la tua storia o le tue idee, perché pensa che il tuo è stato un ottimo discorso per concludere questo incontro. Si permette solo di commentare la tua ultima frase: non mi disonoro usando il veleno. Esci prima dalla tenda con Am’Lith e poi ti allontani dall’accampamento. Sulla via del ritorno, dopo circa un’ora di marcia, ti fermi sul ciglio di un alto burrone che volge a est. Il panorama è mozzafiato. Oltre la terra su cui ti trovi infatti si vedono solo le nuvole e il cielo. Una piccola sensazione di bruciore nella tua testa si trasforma rapidamente in una insopportabile emicrania. Anche Am’Lith ha lo stesso problema. La sfera che hai con te inizia ad emettere un suono costante e vibrante. E’ quel rumore che vi fa scoppiare la testa. Il globo si libra in aria per poi rompersi e sprigionare una possente luce accecante. E’ così intensa che riesce a stordirti. Pian piano riprendi i sensi e ti rendi conto di essere sdraiato a terra. Anche Am’Lith è svenuta e si sta risvegliando. L’aiuti a rialzarsi e scopri che il suo occhio sinistro è diventato azzurro. Anche il tuo occhio destro è diventato azzurro. Un rumore vi fa voltare verso il burrone. Compare di fronte a voi un drago dalle scaglie argentate. E’ immenso e magnifico. Atterra a pochi metri da voi, ingrossa il petto per poi ruggire. Il suo verso fa tremare la terra. Ripiega poi le ali e inizia a fissarvi. Il suo muso è segnato da due lacrime di sangue. Si tratta del Drognodar che avevate sognato tempo fa te e Am’Lith.
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Sei convito che Am’Lith è stata tratta con il massimo degli onori. Parli a Vikthur ma lui alza la mano e dice: non è il compito della mia casa sapere cosa si trova al suo interno. Ma il re ci ha ordinato di sorvegliare i confini della grotta e questo è quello che fanno i miei uomini. Altro non sappiamo. Resti un altro po' a parlare con lui e scopri che Vikthur si trovava in questo luogo solo per puro caso. E' infatti nel bel mezzo di una battuta di caccia. Arrivato il momento di separarvi, il lord vuole rivolgersi a te un’ultima volta: sapete… mio padre era un guerriero molto forte e nella sua vita ha dovuto affrontare molti scontri. Rammento che mi raccontava delle sue guerre… e che spesso incontrava sul campo di battaglia un nemico. Era anche lui un uomo abile e valoroso. I due si sfidarono moltissime volte ma senza odio… solo rispetto e ammirazione reciproca. Mio padre uccise quel guerriero in una delle sue battaglie. Ricordò quell’uomo fino alla fine dei suoi giorni. Era rammaricato per non aver potuto parlare con lui neanche una volta. Per tutta la mia adolescenza mi chiesi perché mio padre ci teneva a raccontarmi di continuo quella storia… non solo perché era avvincente. Capii che c’era un messaggio dietro quei racconti. Sono arrivato alla conclusione che mio padre volesse dirmi che un uomo non è solo un guerriero. Una spada non può raccontare un’intera vita… è solo un oggetto. Una spada è solo una spada così come una corona è solo una corona. Oltre a un re, oltre a un guerriero, fabbro, massaia, cacciatore, strega… c’è un uomo. Bisogna conoscere l'uomo... se ci si sofferma solo a soppesare il guerriero, o qualunque sia il suo mestiere, saremo solo creature superficiali. Per questo motivo, lord Herlan, ho desiderato parlare con voi. Volevo conoscere l’uomo che si cela oltre la Bufera, i successi e i fallimenti che ha collezionato nel corso della sua vita. Volevo sapere chi eri… poiché al nostro prossimo incontro saranno le nostre spade a parlare. Am Lith si avvicina a te e fa chiarezza sulle parole del lord: sir Vikthur è il promesso sposo della figlia del re di Valang. Lui è dunque l’erede al trono.
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Per l’agitazione e la rabbia hai perso la cognizione del tempo. Superi alberi e ruscelli mentre continui a correre nella neve fino a quando non trovi un grande accampamento. I drappi che vedi tra le tende appartengono alla famiglia Wolkonsoid. Delle guardie in armatura nera puntano nella tua direzione delle lance e iniziano a urlare. Questo momento caotico viene interrotto da una voce: cos’è questo baccano? Dalla tenda principale, posta al centro dell’accampamento, è appena uscito un uomo. Ha quart’anni e veste abiti eleganti di colore nero e oro. E’ di bell’aspetto, con capelli mossi e biondi e occhi di una chiarissima tonalità di nocciola. Non hai mai incontrato quest’uomo ma conosci la sua fama. Si chiama Vikthur Wolkonsoid, capo della sua famiglia e soprannominato “il figlio del titano”. Dalla sua espressione capisci che si tratta di un uomo tranquillo e mansueto ma sai che si tratta di uno dei migliori spadaccini del mondo. Il suo sguardo incrocia il tuo: voi siete lord Herlan?! Immagino siete qui per lady Am. State tranquillo… e con una mano ti fa segno di seguirlo nella tenda. Le guardie ti lasciano passare e, con titubanza, entri nella tenda. Al suo interno trovi dei tappeti variopinti, delle braci per riscaldare l’ambiente, drappi, piedistalli, tavoli, frutta e altri lussi. Am’Lith è seduta su una sedia ma scatta in piedi e corre verso di te quando ti vede. Vikthur ti dice: sappiamo cos’ha passato lady Am a Swoliss. Noi Wolkonsoid non siamo bestie. I miei uomini hanno catturato questa lady poiché si trovava in un luogo proibito, intendo fuori dalla grotta. Non sapevano che era la signora Am’Lith Dragonero. Vi assicuro, lord Herlan, che non gli è stato torto un capello e ha avuto a disposizione la mia tenda e tutto ciò che poteva desiderate. Prego, sedetevi anche voi, ciò che ho offerto alla lady lo offro anche al lord. Abbiamo vino, idromele, frutta, carne… Vikthur si siede a un tavolo. Dietro di lui c’è una spada enorme e non puoi non notarla. L’uomo si volta per contemplarla qualche secondo. E’ un’arma gigantesca ma logorata dal tempo. Apparteneva a mio padre… dice Vikthur …ora è passata come in quanto tradizione della mia famiglia ma non ho idea di come maneggiare un pezzo di ferro così grande. Per questo mi chiamano il “figlio del titano”. Credono che mio padre era un gigante ma in realtà un semplice uomo… che riusciva a usare una spada di quella portata. Si riempie un calice dorato con dell’idromele ma non lo beve. Sarebbe scortese farlo se voi non vi unite a lui. Vikthur continua: siete liberi di andare. A dire il vero non siete mai stati miei prigionieri ma ho preferito che lady Am’Lith attendesse qui la vostra persona. Dovete capire che nessun uomo sa cosa si trova dentro quella grotta ma il nostro compito è quella di proteggerla. Ovviamente non avremo mai imposto la nostra autorità se sapevamo che questa donna altri non era che lady Dragonero. Avete tutto il mio rispetto, signori.
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Am’Lith ti afferra le mani e te le stringe attorno all’elsa della Bufera. La strega accompagna il tuo primo colpo così come fa con il secondo, il terzo, il quarto… Alla fine riesci a raccogliere le tue forze e continui a scagliare da solo dei fendenti contro il gigante di ghiaccio. Non ti fermi neanche quando vedi le prime crepe sul corpo del titano. Con un ultimo colpo sgretoli il gigante che crolla a terra… ma non potevi pensare che anche il pavimento avrebbe ceduto. Cadi nell’acqua ghiacciata. E’ così freddo che non riesci ne a muoverti ne a pensare. Am’Lith ti afferra per i vestiti e ti riporta in superficie… eppure non riesci a respirare per il gelo. Soffri come se fossi in una macchina della tortura. Non controlli più i tremori del tuo corpo. Te ne stai fermo a braccia conserte mentre continui a provare dolore. Am’Lith è agitata e non fa altro che chiamarti. Lei non sente freddo e si sta dando da fare per salvarti la vita. Deve assolutamente riscaldarti o morirai. Non potete uscire dalla grotta così Am’Lith ti trascina in un luogo dove il pavimento è fatto di roccia. Ti spoglia completamente per poi avvolgerti con una delle sue coperte prese dallo zaino. Crea rapidamente un giaciglio e accende un fuoco. Afferra i tuoi vestiti bagnati e li struscia sulla neve. Si tratta di un trucco per eliminare l’umidità dell’acqua. Li strizza e li mette ad asciugare. Non ti senti più le braccia e le gambe. Ti guardi le mani, sono viola. Am’Lith ti copre con tutte le coperte asciutte che avete, poi si spoglia anche lei, si mette sotto le coperte e ti abbraccia per provare a riscaldarti con il suo corpo. Il gelo è così intenso che alterni momenti di lucidità a momenti di vuoto totale. Il sole sta calando e stai pian piano smettendo di tremare. Ti sei sdraiato in posizione fetale di fronte al fuoco, con Am’Lith dietro di te che non ti lascia andare. Si tranquillizza dopo aver capito che sei fuori pericolo ma non potete muovervi nel cuore della notte. Dormirete in quella grotta. Durante la notte senti il cuore di Am’Lith battere contro la tua schiena. La strega ha avuto una gran paura di perderti. Interrompe questo lungo silenzio dicendo: ascolta, Herlan, la prima volta che siamo stati a Valang mi hai proposto qualcosa… è ancora valida quell’offerta? Ma sei troppo stanco per rispondere, infatti non sei neanche sicuro se Am’Lith abbia parlato o è stato solo un tuo breve sogno. Chiudi occhi e ti addormenti. Sogni di trovarti nello studio di Aurline. Lei sta ancora studiando la pergamena dei Sepolcri del Buio. La regina ti vede e inizia a parlare con te. In questo sogno non sei padrone delle tue azioni. Parli con lei di molte cose (che non ricorderai quando ti sveglierai). Le dici inoltre che ti trovi in una grotta in alcune rovine di Valang ma non rammenti bene la posizione. La regina quindi ti offre una mappa e infine trovate insieme il luogo in cui stai dormendo. Tienila tu… dice Aurline porgendoti la mappa …io so già dove ti trovi. Nella stanza appare una grande luce accecante che ti impedisce di vedere… …in realtà si tratta della luce del sole che irrompe nella grotta. E’ mattina e ti sei svegliato. I tuoi vestiti sono asciutti e puoi indossarli. Am’Lith non è al tuo fianco ma dalle tracce che ha lasciato sulla neve capisci che è uscita dalla caverna. Sull’uscio della grotta vedi una donna di spalle. E’ bionda e ha le mani al suo fianco, dove si trova una spada pronta ad essere sguainata. Quella donna infatti è in posizione di guardia e sta fissando qualcosa che si trova all’esterno. Riconosci solo ora quella persona, è Aurline. La regina svanisce e al suo posto appare una sfera luminosa. Hai con te la sfera in cui è stata trasformata “l’altra” Aurline con l’anello di Iurz (anello che ha perso il suo potere dopo aver sconfitto il Buio). Questa sfera esce dalla tua tasca e vola verso l’altra sfera. Si toccano e si fondono in un unico grande globo. Corri verso l’uscita della grotta e lo raccogli. I tuoi occhi devono abituarsi alla luce del sole… e quando lo fanno scopri la presenza di uno stendardo nero posto di fronte a te. A terra, alla base dello stendardo, c’è una lettera dov’è stata disegnata una mappa e un segno su un luogo non lontano da dove ti trovi. Sulla lettera c’è scritto: vieni in questo luogo se vuoi rivedere viva la tua strega. Riconosci il simbolo sul drappo, del resto hai studiato araldica con Am’Lith. Si tratta dell’emblema dei Wolkonsoid, una delle famiglie più potenti di Valang.
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Mio padre è di Gorthua (isola a sud-est del continente) mentre mia madre era di Valang. Sono scappata e mi sono unita agli indesiderati dopo che la Draxia si è separata da Valang e sono diventata un membro della famiglia di Sheya. Io sono l’aquila. Ti stringe la mano quando ti presenti: non posso più riavere la moneta, quella oramai è diventata un tuo trofeo. Appartiene a te e a nessun altro. -.-.-.-.- Dieci giorni dopo Un vento gelido si è sollevato da nord. Fa molto freddo a Valang in questo periodo dell’anno. Tu e Am’Lith state contemplando l’entrata delle famose rovine, incastonata in quella che sembra essere l’ingresso di una grotta in una montagna. L’intera landa attorno a voi è ghiacciata e coperta dalla neve. Tu sei vestito pesantemente e con una pelliccia d’orso per combattere il freddo. Am’Lith invece indossa abiti leggeri e neri. La strega appartiene alla via magica del ghiaccio e, come Aurline, il suo corpo non sente più il freddo. Inizia anche a nevicare e delle neve resta sospesa di fronte a voi, e mezz’aria, rivelando la presenza di una uomo invisibile. Si trova a pochi metri da voi. Intuisci che indossa una logora e antica armatura. Am’Lith ti aveva parlato di lui. Si tratta di uno spettro, l’unico guardiano di questo luogo. Sarà lui a decidere se sarai degno di varcare la grotta. La strega avanza di un passo e presenta te e se stessa allo spettro. Deve urlare perché l’ululato del vento è molto potente. Am’Lith si rivolge allo spettro nella lingua di Valang ma usando termini antichi che nessuno usa più a voi giorni. Riesci comunque a capire cosa stanno dicendo. Lo spettro è di poche parole e non vuole farti entrare nella grotta. Am’Lith però gli rammenta che possiedi non solo la moneta axiriana ma anche la Bufera di Aurline… spada che inoltre puoi brandire senza subire alcuna ferita. Seppur ancora dubbioso, lo spettro acconsente a farvi entrare nella grotta. Una volta al suo interno sei riparato dal vento ma non dal fretto. La caverna è grande e buia. E’ piena di stalattiti di ghiaccio e il pavimento è scivoloso. Scopri di trovarti sulla superficie di un lago congelato. Ad Am’Lith esce il sangue dal naso. Non è nulla… ti rassicura lei …è per via di una maledizione che alberga in questo luogo. Non sapevo che c’era ancora del male qui dentro. Per un intero giorno non potrò usare alcun incantesimo. Spero che questo non sia un grave impedimento per noi. Avanti… scopriamo cosa si trova qui dentro. Avanzate nel buio e accendete delle torce. Am’Lith infatti ha portato con se un grande zaino pieno di oggetti utili: corde, acciarini, torce, razioni di cibo, acqua, specchio, coperte… Una volta acceso il fuoco scoprite due file di quelle che sembrano essere delle bare di ghiaccio. Una sola bara è rotta e vuota mentre nelle altre ci sono dei cadaveri di ragazze. Sono tutte simili tra di loro sia nell’aspetto che nell’età. Tra quelle tombe trovate un leggio con un libro. Am’Lith inizia a leggerlo ma le pagine sono rovinate e i caratteri appartengono a una lingua morta. Sei costretto ad attendere e questo ti fa soffrire. Sul volto della strega appare ora un'espressione di pura angoscia. Ti guarda poi con occhi traumatizzati e dice: un tempo, più di un secolo fa, fuori da questa montagna sorgeva una città il cui popolo era fedele ad Aurline. I nemici della regina rasero al suolo quella città per dimostrare la loro superiorità. Alcuni uomini di quel popolo però trovarono rifugio in questa montagna e iniziarono a ricostruirne qui dentro un centro abitato. Dopo diversi anni furono scoperti dai nemici di Aurline e furono trucidati. I nemici usarono poi questo luogo per creare una base per una setta di stregoni. Questi maghi iniziarono a plasmare il Buio per poter creare una sorta di Armonia spirituale. In queste pagine c’è scritto che hanno usato il cadavere di Aurline per poter trasferire la sua coscienza in un altro corpo in modo da creare una loro personale strega dei ghiacci. Ma la prima strega animata si è ribellata a questi stregoni e li ha uccisi tutti. Ora non è più possibile animare i corpi di queste ragazze immerse nelle bare. Io credo che la strega che è stata creata con questo rituale è la strega che hai conosciuto a Eltheria. Lei non ti ha potuto mai raccontare di questo luogo perché non poteva ricordarlo. E’ una sorta di trauma dovuto al risveglio magico. E’ un po' come il neonato che non ricorda nulla dei suoi primi giorni di vita. Proseguite verso l’interno della grotta per scoprire la presenta di un gigante fatto interamente di ghiaccio semitrasparente. E’ formato solo dalla vita in su ed è attaccato al pavimento (il lago congelato). Il gigante è alto dodici metri e ha le fattezze di Aurline. Am’Lith rimane a fissarla per moltissimo tempo. Il dolore che sta provando in questo momento è immenso. Eccoti… sussurra al gigante …ecco dov’eri! Aurline, mia regina. Cosa ti hanno fatto?! Poggia una mano su di lei: riesci a sentirmi? Ci sei ancora lì dentro? Ma Aurline non risponde, non si muove. Am’Lith si rassegna e ti dice: se l’anima di Aurline è ancora qui dentro allora dobbiamo fare in modo che trovi la pace. Noi non possiamo fare altro che liberarla.
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Con veemenza il campione axiriano si strappa via la maschera dal volto per poter respirare aria fresca. E’ stanca, sudata e adirata con se stessa per aver perso. Di fronte a te c’è una nunk. Ha la pelle olivastra, la tipica carnagione degli abitanti delle isole meridionali di Bastran. I suoi capelli sono cortissimi e dorati come il grano. Creano un curioso contrasto con il colore della sua pelle. I suoi occhi sono grandi e di un particolare colore marrone ambrato. Le sue orecchie sono nascoste da una serie di piume, aperte a semi-ventaglio e adese alle tempie. Le prendi un braccio per curare le sue ferite… …lei rifiuta le tue cure e ti agguanta per il colletto per avvicinarsi a te e puntarti un dito sul torace: io sono prima un guerriero e poi una donna! Trattami come un combattente! Più si arrabbia e più si fa carina. Il suo accento è tipico di Valang e non di Draxia. Si allontana da te e sfila dalla sua tasca una speciale moneta axiriana. Te la lancia con uno scatto del pollice. Te la sei meritata! Dice con tono ancora irrequieto. Inizia a camminare avanti e indietro per darsi una calmata. Dopo essersi tranquillizzata si rivolte a te un’altra volta: mi chiamo Rei. Rei-Ka.
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Herlan avanza con passi pesanti nel letto del fiume e sferra il primo attacco non appena il suo nemico è alla portata della sua spada. L’axiriano devia il colpo con l’asta dell’alabarda ma è costretto a indietreggiare poiché Herlan è fisicamente più forte di lui. Inizia così un duro scontro. Ogni volta che le due armi si toccano, un tintinnio metallico risuona in tutta la vallata. L’axiriano cerca di puntare sulla velocità e sulla destrezza mentre Herlan ha assunto una posizione stabile e solida. Il campione di Draxia rotea la sua alabarda cercando di distrarre Herlan e un paio di volte riesce anche a colpirlo. La risposta del guerriero però non tarda ad arrivare. Herlan infatti dimostra di avere una sorprendente velocità e affonda la lama non appena intravede delle difese scoperte da parte dell’axiriano. Riesce persino ad anticiparlo e questo sorprende entrambi gli sfidanti. Herlan, in questo duello, non sta mettendo in pratica solo gli insegnamenti di Sheya ma fa affidamento a tutta l’esperienza che ha accumulato durante il suo periodo di guerra; dalle lezioni di scherma di Vànesh fino ai colpi “scorretti” di Mezzafaccia nel bosco delle illusioni. D’altro canto l’axiriano è senza ombra di dubbio un guerriero più “versatile” di Herlan. Riesce infatti ad alternare rapidamente diversi stili di combattimento, passando persino al corpo a corpo e applicando anche qualche magia. In tutto questo scontro Herlan non fa altro che avanzare, anche se questa tattica lo porta ad essere più vulnerabile dagli attacchi dell’axiriano. E’ stata Sheya a ispirarlo a muoversi in questo modo. Se Herlan avanza, l’axiriano è costretto ad arretrare e ciò lo limita nei movimenti. Con una mossa inaspettata Herlan disarma il suo nemico e scatta contro di lui mettendolo con le spalle al muro. I due sfidanti infatti hanno raggiunto la grande parete verticale vicino al fiume (la cui sommità ospita delle colonie di viverne, grifoni e altri animali alati). Herlan preme la sua spada contro il torace dell’uomo così da porre la lama della Bufera sotto la sua gola, decretando così la fine dello scontro. L’agitazione e l’emozione hanno reso Herlan un “po' goffo” per quest’ultima mossa. Ecco perché nel posizionare la lama sotto la gola dell’axiriano, Herlan è stato irruento e violento… tanto da far male all’axiriano. Quest’ultimo si lascia scappare per la prima volta un grido… e la sua voce, nonostante sia ovattata dalla maschera, non può essere definita “maschile”.
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I due vitriani ti dicono che riferiranno la tua risposta a re Arson. Si voltano e spariscono nel bosco. Ora sei libero di tornare dal campione di Draxia per il vostro scontro. L’ultima volta, il guerriero aveva usato una spada, questa volta si è presentato a te con un’alabarda. L’uomo la fa roteare tra le mani per poi puntarla contro di te e mettersi in posizione di guardia.
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I due vitriani non riescono a capire il motivo del tuo disappunto. Si guardano tra di loro per poi commentare: quattordici anni è un’ottima età per prendere marito. Si… lo fanno in molti. Ma forse non è usanza al di fuori di Vitra. Non saprei. Ho sentito che anche nelle altre nazioni ci si sposa a quattordici anni. E qualche volta anche a tredici o di meno. Tornano a parlare con te: non siamo stati abbastanza chiari. Vantoran avanza inesorabilmente contro Vitra e il nostro re deve agire subito. L’alleanza con voi deve essere creata il prima possibile. Dopo questo nostro incontro dobbiamo riportare una vostra risposta a sir Arson. In altre parole, dovete prendere una decisione ora.
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Continui a discutere con i due vitriani e avanzi alcune tue richieste. Oramai stai imparando a conoscere questa bizzarra coppia: uno di loro è di poche parole, l’altro invece parla di continuo. E’ proprio quest’ultimo che si siede di fronte a te e risponde alle tue domande: il nostro sovrano, re del popolo di Vitra, si chiama sir Yhor Arson II, figlio di Kalh Arson, figlio di Yhor Arson I. Regna su Vitra da quasi trent’anni e ha due figli. Un maschio di vent’anni di nome Haftoril Arson e una femmina di quattordici anni di nome Nyt Sa-Vin Arson. Quest’ultima, in quanto non primo genito e donna, non è l’erede al trono. Ma nelle sue vene scorre il sangue della regale casata degli Arson. Ecco perché Nyt Arson, come tutte le principesse del mondo, viene data in sposa a un nobile… per poter creare una solida alleanza tra due nazioni. Quello che sto per dirvi, lord Herlan, lo ripeterò solo una volta… e negherò di avervelo raccontato anche sotto tortura vitriana. Nella nostra gloriosa nazione serpeggia una setta. Noi servitori del re siamo stati ciechi e stolti e abbiamo sottovalutato questo pericolo… e ora la setta è divenuta grande e potente. Si tratta di un movimento religioso del Dio Vantoran. La dottrina di questa divinità è molto semplice: il forte domina, il debole è schiacciato. La setta intende soverchiare la corona di Vitra e prendere il comando della nazione. Il nostro re deve intervenire. Presto ci sarà una rivoluzione nel regno e finirà in un bagno di sangue. Il nostro sovrano, sir Arson, sta già pensando a come ricostruire Vitra una volta debellata la minaccia di Vantoran. Sir Arson, per i suoi uomini, apparirà spietato e ingiusto poiché ha attaccato gli uomini di Vantoran… che sono pur sempre cittadini vitriani. Allo stesso tempo le altre nazioni vedranno Vitra indebolita da una guerra interna. Sir Arson quindi deve quindi dare un messaggio di prosperità, di potenza, di cambiamento… E una pace duratura, solida e proficua con Valang è un ottimo inizio. Lady Nyt Arson è una principessa colta e istruita alla vita di corte. Ha avuto il suo primo mestruo quindi è in età da marito. Pensiamo che voi siete il candidato migliore per ricevere la sua mano. Am’Lith e Salpaghin avranno l’indulgenza di Vitra per i loro crimini passati ma… badate bene …su queste due donne c’è un divieto di entrare a Vitra e tale divieto resterà in auge.
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Lo avete detto poco fa… noi non siamo i primi vitriani che avete incontrato. E vi posso assicurare che quegli che avete incontrato erano quasi tutte spie. Spie molto brave aggiungerei. Siete un tiranno anche voi? Sembra essere una domanda retorica. Non è un dono. I figli dei re si sposano tra di loro per generare alleanze che portano pace e prosperità su due regni diversi. Grazie a questi tipi di matrimoni due nazioni andranno incontro a un futuro radioso… chi altri può avere una simile capacità. Non è un sacrificio cedere una figlia in sposa a un nobile. Credetemi, la principessa di Vitra, nel sposarvi, darà un senso alla sua vita. Attualmente al re di Vitra serve più oro, più potete, più consenso del popolo... abbiamo bisogno di un alleato oltre la nostra nazione. Un alleato che possa commerciare con noi, un alleato che possiamo chiamare "amico" o "fratello".
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I.N.S. - In Nomine Simplex (parte 3)
darteo ha risposto alla discussione di darteo in Discussioni in Skull King
@Michele @Riccardo – Vittorio -
-Prequel- Lord Herlan… lei è difficile da trovare. Due uomini escono dal bosco e avanzano verso Herlan. Vestono abiti neri con protezioni metalliche dai rifessi bronzi. Hanno la pelle olivastra e capelli castano chiaro, segni tipi dei vitriani. Herlan abbandona la posizione di guardia. Si trova sul letto di fiume, di fronte al campione di Draxia per la sua rivincita. Dopo un anno di addestramento da Sheya, Herlan era ritornato per affrontare questo guerriero dalla maschera nera ma il loro scontro è stato interrotto (prima che iniziasse) dall’arrivo di questa coppia di vitriani. Abbiamo bisogno di parlarle. I tre uomini raggiungono il bordo della foresta, dove il campione di Draxia non può ascoltarli. Lo stesso vitriano che aveva salutato Herlan inizia un discorso: lord Herlan, sappiamo del vostro intento di conquistare Valang. Vitra appoggia la vostra causa. Noi crediamo che avete il diritto di sedervi sul trono della regina dei ghiacci e per questo vogliamo aiutarvi. Dovete sapere che Vitra sta affrontando dei problemi interni e al nostro re servono degli alleati. Valang confina con Vitra ma i il sovrano della nazione nordica non vuole avere niente a che fare con noi. Confidiamo che voi possiate essere un re più furbo e che non si faccia sfuggire una possibilità di pace con i suoi “vicini”. Ora interviene il secondo uomo: da più di cento anni esiste un accordo tra Vitra e Valang, un patto di non belligeranza. Attraverso questo accordo, le due nazioni non comunicano tra di loro. Non ci sono guerre... ma neanche scambi commerciali o altre forme di interazioni. Questo indebolisce le due nazioni. E qui intervenite voi, lord Herlan. Se accettate un accordo di pace con noi… noi possiamo darvi un’armata per aiutarvi a conquistare il trono di Valang. Quando sostituirete l’attuale re onoreremo il nostro patto e creeremo una vera e propria pace tra i due regni. Noi non vi chiediamo di auitare Vitra in qualche sua guerra. Vogliamo solo che Valang commerci con noi, che comunichi con noi... questo arricchirà sia Valang sia Vitra! Immaginate, lord Herlan, voi al comando di Valang… e Vitra come vostra alleata. Se accetterete il nostro aiuto e la nostra armata, dovete però promettere di prendere in sposa la figlia del re di Vitra per suggellare il nostro accordo. Il matrimonio inoltre dovrà essere celebrato non appena conquisterete una città Valanga. In pratica quando otterrete un titolo nobiliare. In altre parole… il nostro re ha bisogno di nuovi alleati e vi offre la mano di sua figlia. In cambio il nostro sovrano si impegna a mandarvi uomini e armi per la vostra causa… e quando conquisterete Valang allora saremo uniti da un solido accordo di pace. Allora… accettate, lord Herlan? Cosa dobbiamo riferire al nostro re?
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I.N.S. - In Nomine Simplex (parte 3)
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@Michele -
Guardate, sorelle, Am’Lith al nostro cospetto. “Lady” Am’Lith, sorella, oramai è una lady. Bisogna onorare la sua nuova posizione. Abbiamo pianto la morte di vostro padre, lady Am’Lith Dragonero. La maestra di Aurline fu accolta nella casa delle tre veggenti a nord di Valang. Oltre Mjorlas, dove gli uomini non posso vivere per via del freddo, esiste un bastione che si erge tra i ghiacciai. Costantemente sferzato dai venti gelidi, dove i raggi del sole a stento illuminano questa landa, il bastione esiste silente e immobile fin da prima della venuta dell’uomo. All’interno del bastione vi è un enorme spazio immerso quasi completamente nell’oscurità. Dopo aver varcato una grande porta Am’Lith ha percorso una lunga pedana che sembra affacciarsi verso un abisso. Oltre il baratro si ergono tre statue in ossidiana di donne anziane dagli occhi bendati. Da quelle state fuoriescono le voci delle tre sorelle. Am’Lith veste un abito scuro e ha i capelli raccolti a un’alta coda di cavallo. Trascina un uomo legato e imbavagliato. Ha evidenti segni di percosse ed è quasi morto assiderato. Ho bisogno della vostra saggezza, sorelle. Dice Am’Lith con voce impostata. Getta di fronte a se l’uomo: ecco il mio tributo di sangue. Cosa volete sapere, milady? Herlan diventerà re di Valang? Le tre sorelle ridacchiano: avete fallito con sua altezza Aurline, perché tentare di portare uno straniero sul trono di Mjorlas? Avete offerto le vostre visioni anche al padre di Aurline, il tiranno sanguinario. Non sono anch'io degna di ascoltarvi? Dopo qualche secondo di silenzio, le tre sorelle parlano: avete ragione, lady Dragonero. Quindi… mi aiuterete? Avrai la nostra visione. Passano altri secondi, poi una delle sorelle parla: Herlan avrà una sola occasione di diventare il re di Valang dopo la morte di tre vedove.
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I raggi della luna a stento penetravano tra i rami della fitta foresta. Sei uomini stavano fuggendo in preda al terrore. Uno di loro inciampò su una radice e implorò aiuto. Nessuno tornò a indietro ad aiutarlo. Qualche istante dopo si udì un ruggito e l’uomo che era caduto urlò a pieni polmoni prima di tacere. La bestia l’aveva preso. Ci ucciderà tutti! Gridò in lacrime il più giovane dei fuggiaschi. Sta zitto e corri! Gli rispose innervosito un altro uomo. Raggiunsero infine la sponda di un lago. Quelle acque erano buie e tranquille. Il gruppo, oramai composto da cinque uomini, si guardò attorno non sapendo più dove andare. Il giovane si voltò all’indietro. La sua attenzione fu colta da una nera figura tra gli arbusti. Non poteva essere un tronco o una roccia. Era la sagoma di un umano. I suoi artigli si illuminarono di rosso come due tizzoni ardenti. Proiettarono una debole e inquietante luce che rivelò la presenza di due corna di cervo sulla testa di quella figura. Il giovane urlò come se avesse visto un fantasma. Lui e gli altri uomini si tuffarono nel fiume. Nuotarono per la loro vita da una sponda all’altra. Il gelo gli entrò nelle vene. Solo due uomini raggiunsero l’altra riva. Uno era un guerriero, l’altro si chiamava Voxx, capo torturatore delle celle della città di Annais. Quest’ultimo, per via della sua obesità, era allo stremo delle forze. Si voltò verso il lago e vide l’acqua increspata. Era sicuro che chiunque li stesse inseguendo aveva affogato tre dei suoi uomini. Si sforzò per rialzarsi ma riuscì solo a mettersi a carponi. Senti un rumore metallico vicino a lui, come una lama che fende l’aria. Un istante dopo la testa del guerriero rotolò fin sotto la sua faccia, poi il resto del corpo cadde a terra. Voxx rimase inorridito. Sapeva che il suo inseguitore era al suo fianco, lo avvertiva. Si alzò lentamente con fare rassegnato mentre con la coda dell’occhio riuscì a vedere la persona che lo aveva braccato. Voxx alzò lo sguardo su di lui e i suoi occhi incontrarono la maschera dell’Uguf. Si paralizzò dal terrore all’idea di avere al suo fianco la strega dei gufi. Agguantò la spada dal cadavere del guerriero e colpì la donna. La maschera si spezzò in due e lei barcollò. Voxx sollevò di nuovo l’arma per tentare un secondo colpo ma il suo aggressore gli afferrò il braccio e glielo spezzò torcendolo. Il torturatore lasciò cadere l’arma mentre urlò e cadde in ginocchio in preda all’agonia. Guardò negli occhi la donna. Guardò negli occhi Salpaghin. Voxx non riconobbe colei che fu la sua prigioniera. Del resto il suo aspetto è mutato da quando fu catturata a Swoliss, più di un anno fa. Attanagliato dal pure terrore, l’uomo piagnucolò: ti prego, uccidimi. Salpaghin contemplò l’uomo e si sforzò per contenere la rabbia al suo interno. Avrebbe voluto dirgli molte cose mentre ricordò tutte le torture subite per colpa di Voxx. Uccidimi! Pregò di nuovo l’uomo. Salpaghin preferì rispondergli con una semplice frase: lo farò… ma lentamente.
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Siete stremati nel fisico e nell’animo. Non avete le forze per fare nulla e restate nella stanza ad ascoltare il pianto di Am’Lith per la morte di suo padre. Lei le bacia fronte per poi nascondere il suo volto contro il suo torace, un pò come fanno le bambine piccole quando sono tristi. I nunk intanto si avvicinano a Sheya. La signora degli indesiderati è debole e ha perso molto sangue ma non è in pericolo di vita. Astaron le rivolge una domanda e Sheya risponde (sforzandosi di parlare): il prossimo passo… … è tornare a casa. -.-.-.-.- -Qualche ora dopo- Haresia è stata seppellita nella sua Faisson. La città volante è stata ridotta a delle macerie volanti. Legasia invece riposa dove un tempo sorgeva un pesco, proprio sotto la città di Faisson. La Fulgore sorvola il cielo mentre inizia a virare verso nord-ovest, la terra di Feral. Astaron si sta recando in quel posto per reclamarla e liberarla dalle ultime sacche di resistenza dei fedeli di Armac. Desmanos osserva la nave volante svettare sulla sua testa. Non molto distante da lui ci sono gli altri nunk, seduti a terra, tutti vicini a Sheya mentre sta recuperando le energie dopo essere stata medicata. Gli indesiderati del nido si sono raggruppati e restano comunque al fianco della loro signora. Helpica abbraccia da dietro Ratatoskr mentre i fratelli della gazza sono ai suoi lati. Desmanos smette di osservare il leviatano del brooler poiché qualcos’altro ha attirato la sua attenzione. Salpaghin infatti sta camminando verso di lui. La ragazza si è fatta riallungare i capelli grazie a un cristallo che gli aveva regalato Iumill diversi giorni fa. Ora Sal sfoggia una lunga e voluminosa chioma corvina. Neri sono anche i suoi vestiti. Si avvicina a Desmanos e con la mano metallica prende delicatamente la sua. Herlan si trova sulla stella collina degli indesiderati, seduto a terra mentre fissa anche lui l’orizzonte. Ha una spiga di grano tra i denti. Sente dietro di se l’erba che viene calpestata. Si tratta di Am’Lith. La strega si siede vicino a lei mentre si alza un fresco vento da nord. Per un po' i due non fanno altro che fissare l’est, poi Am’Lith coglie uno stelo d’erba per stringerlo tra i denti. Dopo altri secondi, la donna prende parola: quando andremo a Valang vivremo di sicuro altre avventure e pericoli. Rideremo, piangeremo, sanguineremo… non posso neanche immaginare cosa ci attenderà in quelle terre. Ma sai una cosa? Attualmente non mi spaventano. Non credevo di poter tornare ad assaporare una simile sensazione di pace. Mi chiedo solo quanto durerà e chi mai potrà interromperla. Verso il fondo della vallata, Herlan nota la presenza di Macaria. Lei ha il volto puntato verso il guerriero... che rabbrividisce nel contemplare il suo ghigno. -fine-
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La Speranza trapassa Legasia. La lama che fuoriesce dalla sua schiena è intrisa del suo sangue. La strega dei gufi sussulta e spalanca gli occhi. Si irrigidisce mentre Herlan l’abbraccia. Le forze la abbandonano rapidamente mentre lei impallidisce e inizia a sentire freddo. Le parole del guerriero la sorprendono e due lacrime le rigano le guance. Per paura di cadere, Legasi abbraccia istintivamente Herlan mentre alza la testa verso l’alto. Avrei voluto una vita diversa… dice con un filo di voce. Si avvicina ancora di più ad Herlan e gli sussurra qualcosa… ma neanche l’uomo riesce a sentirla. Ratatoskr e Desmanos intanto hanno colpito il re teschio più e più volte. In preda a una furia cieca (e alla puara) i due nunk hanno spaccato il cranio, le costole e diverse altre ossa del lich. Ma il non-morto non si rigenera più. Helpica abbraccia da dietro lo scoiattolo e gli fa notare che il re è morto una volta per tutte. Ciò vuol dire solo una cosa… lo pensate tutti quanti ma (per diversi motivi) avete timore di pronunciarlo ad alta voce. Salpaghin corre verso Herlan. Il guerriero si è messo in ginocchio mentre continua a stringere a se Legasia. La Speranza intanto si è dissolta sbriciolandosi in tanti piccoli pezzi luminosi che sono ascesi lentamente verso l’alto. Ma cos… ? La gemma non riesce a pronunciare altre sillabe. Ora che il re teschio è morto (e lei era collegata e lui) la regina inizia a sentirsi debole. Le esce del sangue dal naso e lei lo tocca con i polpastrelli della mano. Non riesce a credere che sta sanguinando e neanche si rende conto che sta candendo all’indietro. Sbatte la schiena sul pavimento mentre il suo sguardo è rivolto verso il soffitto. Quella è l’ultima immagine che vedrà prima di spirare. Legasia ha le braccia a penzoloni e non si muove. Salpaghin delicatamente le prende la testa mentre si china anche lei al suolo. Guarda nel volto sua madre. La strega dei gufi ha gli occhi chiusi. E’ morta. Come aveva detto qualche giorno fa, in caso del suo trapasso, Salpaghin avrebbe ripreso la sua memoria. Ora la ragazza ricorda tutta la sua vita e tutti i suoi sentimenti passati. Vi aspettavate dei pianti da parte sua… e invece Sal non si muove. Sul suo volto non appare alcuna espressione mentre i suoi occhi fissano il vuoto. Am’Lith, in lacrime, intanto si trascina verso suo padre in fin di vita mentre il resto del gruppo si riavvicina a tutti voi. Ora che l’ombra e Armac sono stati sconfitti, non c’è più alcun guerriero da affrontare. Tutto è avvolto dal silenzio.
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Il re teschio balza di scatto mentre agguanta la sua spada posta al lato del trono. Carica Salpaghin sollevando l’arma e portandola all’altezza della schiena. Sal si mette in posizione di guardia ma all’ultimo momento è pervasa da un senso di angoscia. Non credeva che il re teschio fosse così grande. Il lich disegna un ampio arco con la sua spada mentre mira al collo di Sal… ma la lama non toccherà mai la ragazza, poiché Desmanos interviene placcando Armac. Entrambi cadono a terra ma il nunk finisce su di lui. Legasia corre verso sua figlia ma la gemma la richiama con fare irritato: non distrarti da me, nocciolina! A sua volta però la regina di Eltheria non presta attenzione a Garim. L’uomo lancia contro di lei un fulmine di colore verde. La gemma però lo evita e si scaglia contro di lui. I suoi pugni si infiammano. Inizia così uno scontro tra Garim e la gemma di Eltheria. Ogni volta che la donna ningisa colpisce Dragonero, le sue mani vengono orrendamente mutilate per poi rigenerarsi in pochi istanti. Am’Lith corre in soccorso di suo padre. La gemma nota il suo movimento, così si volta e impone le mani contro di lei per poter far scaturire un fascio di ombra nera. Am’Lith non si aspettava una reazione così veloce da parte della gemma e non sa come muoversi. Garim svanisce per poi riapparire di fronte a sua figlia così da farsi dalla magia nera. Dragonero sussulta quando la fascia nera lo colpisce. Diventa pallido mentre le forze lo abbandonano. Cade a terra. La gemma sente qualcosa alle sue spalle. Si china per evitare un attacco di Legasia. La strega dei gufi sta usando i suoi artigli arroventati. I due guerrieri ningisa iniziano così una battaglia simile a una caotica e complicata danza. Neanche riuscite a vedere la gemma che afferra un braccio di Legasia per poi torcerlo e spezzarlo. Con l’altra mano, la regina afferra la testa di Legasia per poterla sbattere a terra. La costringe a guardare il re teschio: guarda!... Urla …guarda Armac! Ecco il tuo operato! Rovini ogni cosa che tocchi, Nocciola! Legasia trattiene le lacrime mentre la rabbia divampa in lei: vorrà dire… che sarò anche la tua rovina! Legasia Ningisa usa la velocità del Buio per rialzarsi di colpo e scaraventare via la gemma che riatterra vicino al trono. La strega dei gufi inizia a correre ora verso Herlan che ha appena impugnato la Speranza (apparsa dall’anello a tre sezioni). Diversi soldati del Buio hanno raggiunto la sala e bloccano il passaggio della strega. Lei però li uccide a furia di artigliate e incantesimi. Raggiunge infine Herlan.
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Dopo la sfuriata di Herlan, la gemma sposta lentamente il suo sguardo furioso verso di lui. Selexia, intuendo il pericolo imminente, scatta in modo da mettersi di fronte a Herlan. La dragonessa inarca il petto per poi soffiare delle fiamme contro la gemma. Il getto di fuoco però si divide in due poco prima di investire la donna. Selexia non ha ancora finito che soffiare che la Gemma passa al contrattacco: stringe i pugni e inizia a urlare. Dalla sua bocca fuoriesce una luce rossastra e un secondo dopo l’intero suo corpo esplode. Il castello viene sbriciolato mentre il re teschio viene evaporizzato. Il boato dell’esplosione è assordante e il movimento dell’aria vi getta a terra. La gemma, con una seconda magia, inizia a ripristinare il castello un pietra alla volta. Il re teschio si rigenera così come la strega. Vedete prima il suo scheletro ricomparire, poi i suoi muscoli e i suoi tendini si legano alle ossa, vengono ricoperti dalla pelle e dai vestiti. Si formano infine i capelli e gli occhi. La coltre si dirada e la gemma scopre che tutti voi siete stati protetti da una barriera di Legasia. La gemma allunga le mani e richiama la sua magia per tentare di rimuovere quella barriera. Inizia così una prova di forza magica tra le e la strega dei gufi. Quest’ultima inizia ad essere in difficoltà, così Am’Lith e Selexia la affiancano per potersi unire a lei. La gemma urla per lo sforzo e riesce a sovrastare sue oppositrici: distrugge la barriera magica e scaraventa vie le tre donne. Cosa credete di fare?... Urla rabbiosa con il fiato corto …avete di fronte a voi un vero guerriero Ningisa. I nunk hanno intanto preso Sheya e condotta in un angolo della sala. E’ ancora viva! Esclama Nalaxilo. Si eleva ora un suono di un corno. I rinforzi del re teschio stanno per arrivare. Muninn dice: i mi occupo di loro. Suo fratello e gli altri tre nunk gli danno manforte. La squadra si allontana dal centro della sala per raggiungere un portone. Sono pronti ad accogliere il nemico. La gemma vi indica e dice: qui tutto è iniziato cent’anni fa… e ora qui tutto finirà!
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Salpaghin contrae le labbra mentre guarda in basso: ascoltate… dice dopo alcuni secondi di riflessione …forse quello che dite è vero. Sicuramente è vero. Ma… come posso dire “addio” a una persona che non conosco e a cui non voglio bene? Magari, nel mio passato, ho amato la madre che era… ma non potete chiedermi di amare la strega che è. Legasia invece non sa quello che dire. Non vuole neanche guardare negli occhi Oloth o Herlan ma risponde alla domanda di quest’ultimo: il pesco? Si trovava lì… e si volta per indicare un muro di marmo di un’immensa sala del trono. Vi gira la testa e impiegate diversi secondi per comprendere che non vi trovate più sulla collina della città di Legasia. Siete stati evocati in un castello, all’interno di una camera grande e circolare, con il soffitto a forma di cupola. Le superfici sono di marmo pregiato. Una scala di larghi gradini conduce ad un trono occupato dal re teschio. Tra lui e voi, al limitare del gradino più alto, si trova una creatura avvolta da un’ombra. L’oscurità si ritira prima dal suo volto e poi da tutto il suo corpo, rivelando così la sua identità. Si tratta di una donna dalla bellezza disarmante, bionda e con occhi di ghiaccio. Veste un abito dorato. I suoi capelli sono corti e mossi e il sguardo è fisso su Legasia. Alcuni di voi hanno già visto questa donna quand’era molto più giovane. Si tratta della Gemma di Eltheria. Tu… sussurra scioccata Legasia. La Gemma risponde immediatamente: complimenti, nocciolina… dal tono della sua voce si capisce quanto è irritata …sei passata a fastidiosa mosca in una stanza a insopportabile ronzio nelle mie orecchie. S-sei sempre stata tu? Chi altri, nocciolina? Ho condiviso la tua maledizione sul mio re! “mio”… non “tuo”. Eltheria è il mio regno di diritto. Ho sacrificato ogni cosa per governalo… di certo non permetterò a una sgualdrina dal cuore infranto di portarmelo via per un suo capriccio infantile. Capriccio inf… ma lo sai cosa ha fatto quel “coso” a me e a mia sorella? Indica il re teschio con una mano. Si… ha fatto le stesse cose che tu hai fatto a migliaia di sorelle, fratelli, padri, madri, amanti… esattamente le stesse cose che ho fatto io e che continuerò a fare. Questa sono io… perciò, credi forse di impressionarmi quando mi elenchi i peccati del mio re? Eh, nocciolina? Smettila di chiamarmi in quel modo! E come dovrei chiamarti?! Ti sei scelta proprio un bel nome, Nin-gi-sa… tu sei uno scherzo dei ningisa. Hai passato la tua istruzione a oziare, dormire e a burlarti delle altre allieve. Scegliere “ningisa” come nome è stato il tuo ultimo insulto a quella gloriosa casa. L’ultimo dei tuoi sputi. Tsk! Ma guardati! La tenibile strega dei gufi… che spaventa chiunque ma che non ha mai collezionato un successo. Sono ancora in tempo… posso staccarti la testa dal collo, gemmetta. Non hai ancora perso questo atteggiamento arrogante, probabilmente la fonte di tutti i tuoi difetti, piccola bastarda. Ma ora avrai quello che ti meriti. Tu hai ucciso il mio re?! Io ucciderò tua figlia. Sheya si mette in posizione di guardi a di fronte a Salpaghin: non ti azzardare a… Non finisce la frase che inizia a sanguinare dal centro del petto. La signora degli indesiderati cade a terra. La Gemma non gli ha neanche degnata di uno sguardo. Continua a guardare negli occhi Legasia per poi dire a denti stretti: mi danno fastidio le mosche.